tag:blogger.com,1999:blog-608236574383762822024-03-29T12:02:19.185+01:00La Catholica e la sua continuitàSant'Agostino adottava l'uso onnicomprensivo del termine «Catholica» nel presupposto che fosse inequivocabilmente riferito all'«Ecclesia», non in quanto sinonimo, ma nella consapevolezza della «ratio Ecclesiae», perché la Chiesa - lasciando da parte la vexata questio tra <i>substistit in</i> ed <i>est</i> - o è cattolica oppure non è Chiesa. (Brunero Gherardini)michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.comBlogger2282125tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-5673624326265040112023-12-23T11:30:00.000+01:002023-12-23T11:30:00.127+01:00La chiesa «concubina del Nuovo Ordine Mondiale»: Mons. Viganò e le «benedizioni» alle coppie omosessualiDi seguito riprendo il discorso di monsignor Carlo Maria Viganò sulla dichiarazione vaticana <i>Fiducia Supplicans </i>circa la liceità di benedire le coppie irregolari. Qui il <a href="https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=TYetpolFym4" target="_blank">Video</a>. Qui <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/06/indice-interventi-arcivescovo-carlo.html" target="_blank">l'indice</a> degli interventi precedenti e correlati. <hr />
<div><span style="color: #990000; font-size: medium;">La chiesa «concubina del Nuovo Ordine Mondiale»: </span></div><div><span style="color: #990000; font-size: medium;">Mons. Viganò e le «benedizioni» alle coppie omosessuali</span></div><div><br /><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhKU5VMAxtSZXrlToeTKwVZ9KoW6w8ke8XFhyYEksOIlnl3ZanvJTjTitr4yopKPxsqbCezNGvA_iWtFr1R5qU1fpb3EFmMacjniq_7TfQ2GkAuQMzPXGiyan_Mt7S45hKIL0SCuhUBUfNMtTSBslIlHLQMOkGBtRXVibNuBnUpaAO3_QxSXNhQrNVaYI/s623/Vigan%C3%B2-declaratio2023.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="623" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhKU5VMAxtSZXrlToeTKwVZ9KoW6w8ke8XFhyYEksOIlnl3ZanvJTjTitr4yopKPxsqbCezNGvA_iWtFr1R5qU1fpb3EFmMacjniq_7TfQ2GkAuQMzPXGiyan_Mt7S45hKIL0SCuhUBUfNMtTSBslIlHLQMOkGBtRXVibNuBnUpaAO3_QxSXNhQrNVaYI/w275-h156/Vigan%C3%B2-declaratio2023.jpg" width="275" /></a></div>Quando il demonio cerca di persuaderci a peccare, enfatizza il presunto bene dell’azione malvagia che vuole farci compiere, mettendone invece in ombra gli aspetti necessariamente contrari ai Comandamenti di Dio. Egli non ci dice: Pecca e offendi il Signore che è morto per te in Croce, perché sa che una persona normale non vuole il male in sé, ma che di solito compie il male sotto apparenza di bene.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa strategia dell’inganno si ripresenta invariabilmente. Per indurre una madre ad abortire, Satana non le chiede di compiacersi dell’uccisione del bambino che porta in grembo, ma di pensare alle conseguenze della gravidanza, al fatto che perderà il lavoro, o che è troppo giovane e inesperta per crescere e educare un figlio; e sembra quasi che quella madre, rendendosi assassina e infanticida, dimostri senso di responsabilità nel voler evitare alla creatura innocente una vita senza amore.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per convincere un uomo all’adulterio, lo spirito tentatore gli mostra i presunti vantaggi del trovare sfogo in una relazione extraconiugale, a tutto vantaggio della pace in famiglia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per spingere un sacerdote ad accettare le deviazioni ereticali dei suoi Superiori, mette in risalto l’obbedienza all’autorità e la preservazione della comunione ecclesiale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questi inganni servono ovviamente per trascinare le anime lontano da Dio, cancellare in esse la Grazia, macchiarle con il peccato, offuscarne la coscienza in modo che la caduta successiva sia tanto più disinvolta quanto essa è più grave. In qualche modo, l’azione del demonio si esplica come la «finestra di Overton», rendendo meno orribile l’offesa a Dio, facendoci credere meno tremenda la punizione che ci attende, e più accettabili le conseguenze della nostra colpa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Signore è buono: perdona tutti, ci sussurra, facendo ben attenzione a tenerci lontano dal pensiero della Passione di Cristo, al fatto che ogni colpo di flagello, ogni schiaffo, ogni spina conficcata nel Suo capo, ogni chiodo piantato nelle Sue carni è frutto dei nostri peccati. E poi, se cedi alla tentazione, non è colpa tua, ma della tua fragilità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E una volta sprofondata, peccato dopo peccato, nell’abitudine al male e nel vizio, l’anima si lascia trascinare sempre più in basso, finché la richiesta del diavolo si presenta in tutto il suo orrore: Ribellati a Dio, rifiutaLo, bestemmiaLo, odiaLo perché ti ha privato del tuo diritto alla felicità con precetti opprimenti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo, a ben vedere, è l’elemento ricorrente nella tentazione, sin dal peccato di Adamo: mostrare il male sotto le false apparenze di bene, e il bene come un fastidioso intralcio all’appagamento della propria volontà ribelle.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Chiesa, che ci è Madre, sa bene quanto pericoloso sia per un’anima cristiana ignorare questa strategia infernale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I confessori, i direttori spirituali, i predicatori consideravano imprescindibile spiegare ai fedeli come agisce il diavolo, perché essi comprendessero con l’intelletto la frode del maligno, in modo da potervisi opporre con la volontà, aiutata in questo dall’assiduità alla preghiera e dalla frequenza ai Sacramenti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">D’altra parte, come potremmo immaginare una madre che incoraggia il proprio figlio a non progredire nell’amore di Dio, e che lo rassicura sul fatto che il Signore gli concederà la salvezza senza condizioni? Quale madre assisterebbe alla rovina del figlio, senza cercare di ammonirlo ed anche punirlo, affinché comprenda la gravità delle sue azioni e non si danni per l’eternità?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La delirante Dichiarazione <i>Fiducia supplicans</i>, recentemente pubblicata dalla parodia dell’ex-Sant’Uffizio ridenominato Dicastero, squarcia definitivamente la coltre di ipocrisia e di inganno della Gerarchia bergogliana, mostrando questi falsi pastori per ciò che sono: servi di Satana e suoi zelantissimi alleati, ad iniziare dall’usurpatore che siede – <i>abominio della desolazione </i>– sul Soglio di Pietro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lo stesso <i>incipit</i> del documento suona, come tutti quelli emanati da Bergoglio, canzonatorio e ingannevole: perché la fiducia nel perdono di Dio senza pentimento si chiama presunzione di salvarsi senza merito ed è un peccato contro lo Spirito Santo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La falsa sollecitudine pastorale di Bergoglio e dei suoi cortigiani nei confronti degli adulteri, dei concubinari e dei sodomiti dovrebbe essere denunciata anzitutto dai presunti beneficiari del documento vaticano, i quali sono le prime vittime del sulfureo fariseismo conciliare e sinodale. È la loro anima immortale ad essere sacrificata all’idolo <i>woke</i>, perché nel giorno del Giudizio particolare scopriranno di essere stati ingannati e traditi da coloro che in terra rivestono l’autorità di Cristo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La colpa che il Signore contesterà a questi sventurati non riguarderà solo i peccati commessi, ma anche e soprattutto nell’aver voluto credere a una menzogna diabolica, a una frode di falsi pastori – a cominciare da Bergoglio e da Tucho – che la coscienza aveva loro mostrato come tale. Una menzogna a cui vogliono credere molti membri della Gerarchia, che sperano prima o poi di poter ricevere la medesima benedizione assieme ai loro complici nel vizio, ratificando quello stile di vita sacrilego e peccaminoso che praticano già, e con il consenso ostentato di Bergoglio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il fatto che la Dichiarazione di Tucho Fernandez approvata da Bergoglio ribadisca che benedire una coppia irregolare non deve sembrare una forma di rito nuziale, e che il Matrimonio è solo tra un uomo e una donna fa parte della strategia dell’inganno. Perché non è qui in questione se il Matrimonio possa essere contratto da due uomini o due donne, bensì se persone che vivono in uno stato gravemente peccaminoso possano meritare <i>come coppia irregolare</i> una benedizione impartita da un diacono o da un sacerdote, con il solo accorgimento che essa non dia l’impressione di essere una celebrazione liturgica.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’attenzione dei Sinedrio vaticano è tutta rivolta a tranquillizzare il popolo cristiano sul fatto di non voler ufficializzare nuove forme di matrimonio, mentre è totalmente trascurato lo stato di peccato mortale e di grave scandalo di chi dovrebbe ricevere la benedizione, e il pericolo di dannazione eterna che grava su quelle povere anime.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Senza dire dell’impatto sociale che questa Dichiarazione avrà su chi Cattolico non è, e che grazie ad essa si riterrà autorizzato ad eccessi ben peggiori. Viene da chiedersi se, in questa corsa alla legittimazione della sodomia – ottenuta senza giungere alla celebrazione di matrimoni tra sodomiti – vi sia un conflitto di interessi in chi la propone con tanta insistenza: come se dei governanti si tutelassero con uno scudo penale prima di imporre alla popolazione un siero genico sperimentale di cui non ignorano gli effetti avversi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non c’è che dire: un bel risveglio per i cosiddetti <i>conservatori</i>, con la beffa di trovarsi platealmente presi in giro dal Prefetto Tucho, il quale si preoccupa che la benedizione di una coppia non sembri un matrimonio, ma non ha nulla da dire sull’intrinseca peccaminosità del pubblico concubinato e della sodomia. L’importante è che i moderati – difensori del Vaticano II – possano ritenersi appagati da quella gesuitica postilla (in questo caso che queste benedizioni spontanee e arituali non sono un Matrimonio) che dovrebbe salvare la dottrina sul Papato mentre spinge le anime a dannarsi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per i sacerdoti che non accetteranno di benedire questi sventurati si preparano due vie: la prima, essere cacciato dalla parrocchia o dalla Diocesi ad nutum Pontificis; la seconda, rassegnarsi a barattare il proprio diritto di dissentire in cambio del riconoscimento del diritto di altri confratelli di approvare; cosa peraltro già vista in campo liturgico con <i>Summorum Pontificum</i>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quello di Bergoglio è insomma un <i>outlet</i> della Fede, dove si trova di tutto, dai riti della Settimana Santa pre-1955 alle «eucaristie» LGBTQ, a patto di non mettere in discussione nulla del suo «pontificato».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A ciò si aggiunga lo scandalo per i Cattolici, che davanti agli orrori della setta di Santa Marta sono tentati di abbracciare lo scisma, o di abbandonare la Chiesa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E ancora: con quale amarezza e senso di disinganno guarderanno a Roma coloro che, consapevoli della propria situazione di oggettiva irregolarità, hanno cercato e cercano con tutte le loro forze e con la Grazia di Dio di non peccare e di vivere conformemente ai Comandamenti?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Come possono sentirsi quanti chiedono una voce paterna che li esorti a proseguire sulla via della santità, e non il riconoscimento ideologico dei loro vizi che sanno essere incompatibili con la Morale naturale?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chiediamoci: cosa vuole ottenere Bergoglio? Nulla di buono, di vero, di santo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Egli non vuole che le anime si salvino; non proclama il Vangelo <i>opportune, importune</i> per richiamare le anime a Cristo; non mostra loro il Salvatore flagellato e insanguinato per spronarle a cambiar vita. No. Bergoglio vuole la loro dannazione, come tributo infernale a Satana e sfida sfrontata a Dio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma c’è uno scopo più immediato e semplice da ottenere: provocare i Cattolici perché si allontanino dalla sua chiesa e lo lascino libero di trasformarla nella concubina del Nuovo Ordine Mondiale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le donne prete, le benedizioni gay, gli scandali sessuali e finanziari, il business dell’immigrazione, le campagne di vaccinazione forzata, l’ideologia <i>gender</i>, l’ecologismo neomalthusiano, la gestione tirannica del potere sono lo strumento con cui scandalizzare i fedeli, disgustare chi non crede, screditare la Chiesa e il Papato. Comunque vada, Bergoglio ha già ottenuto il suo scopo, che poi è la premessa per assicurarsi il consenso degli eretici e dei fornicatori che lo riconoscono come Papa ed estromettere qualsiasi voce critica.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se davvero questo Documento, assieme ad altri pronunciamenti più o meno ufficiali, avesse come scopo il bene degli adulteri, dei concubinari e dei sodomiti, esso avrebbe dovuto additare loro l’eroismo della testimonianza cristiana, ricordare loro l’immolazione di sé che Nostro Signore chiede a ciascuno di noi, insegnar loro a riporre fiducia nella Grazia di Dio per superare le prove e vivere conformemente alla Sua Volontà. E invece li incoraggia, li benedice in quanto irregolari, come se non lo fossero; ma al tempo stesso li priva delle nozze, e in questo modo ammette che sono irregolari. Bergoglio non chiede loro di cambiar vita, ma si autorizza una farsa grottesca in cui due uomini o due donne potranno presentarsi dinanzi a un Ministro di Dio per essere benedetti, assieme ai loro parenti e amici, per poi celebrare questa unione peccaminosa con un banchetto, il taglio della torta, le bomboniere. Ma non sono nozze, sia chiaro…</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi chiedo cosa impedirà, tra qualche tempo, che questa benedizione sia impartita non a una coppia, ma a più persone, in nome del poliamore; o ai minori, in nome della libertà sessuale che l’élite globalista sta introducendo tramite l’ONU e le altre organizzazioni eversive internazionali. Basterà precisare che la Chiesa non approva le unioni poligamiche e la pedofilia, per consentire a poligami e pedofili di essere benedetti?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E perché non estendere questa trovata anche a chi pratica la bestialità? Sarebbe sempre in nome dell’accoglienza, dell’integrazione, dell’inclusività.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La stessa diabolica falsificazione sta avvenendo per le donne prete. Se da un lato il Sinodo sulla Sinodalità non ha affrontato l’Ordinazione delle donne, dall’altro si sta già progettando una forma di «ministero non ordinato» che le ammetta a presiedere celebrazioni spurie col pretesto che non ci sono più sacerdoti e diaconi. Anche in questo caso i fedeli vedono sull’altare una donna in camice che legge il Vangelo, predica, distribuisce la Comunione, come farebbe un sacerdote, ma senza esserlo. E con la postilla vaticana che si tratta di un ministero che non mette in discussione il Sacerdozio cattolico.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il marchio della chiesa conciliare e sinodale, di questa setta di ribelli e pervertiti, è la falsità e l’ipocrisia. Il suo scopo è intrinsecamente malvagio, perché toglie onore a Dio, espone le anime al pericolo della dannazione, impedisce di fare il bene e incoraggia a compiere il male. Chi nella chiesa bergogliana continua a seguire la dottrina e i precetti della Chiesa Cattolica è fuori posto e prima o poi finirà per separarsene o per cedere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Chiesa Cattolica è l’unica arca tramite la quale il Signore ha disposto la salvezza e la santificazione del genere umano. Laddove essa agisca ed operi per la sua dannazione, non è Chiesa, ma la sua blasfema contraffazione. Lo stesso vale per il Papato, che la Provvidenza ha voluto come vincolo di Carità nella Verità, e non come strumento per dividere, scandalizzare e dannare le anime.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Esorto quanti sono insigniti della dignità cardinalizia, i miei Confratelli nell’Episcopato, i sacerdoti, i chierici e i fedeli ad opporsi fermissimamente a questa corsa folle verso l’abisso cui vorrebbe costringerci una setta di rinnegati apostati.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Scongiuro i Vescovi e i Ministri di Dio – per le Santissime Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo – non solo di levare alta la voce per difendere l’insegnamento immutabile della Chiesa e condannare le deviazioni e le eresie, sotto qualsiasi apparenza esse possano presentarsi; ma anche di mettere in guardia i fedeli e impedire queste benedizioni sacrileghe nelle loro Diocesi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Signore ci giudicherà sulla base della Sua santa Legge, e non sulle farisaiche seduzioni di chi serve il Nemico.</div>
+ Carlo Maria Viganò
<i>Arcivescovo</i> <br /><br />
20 Dicembre 2023
<i>Feria IV Quattuor Temporum Adventus</i>
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-32410735828715464732023-12-23T06:30:00.000+01:002023-12-23T06:30:00.129+01:00Il Cardinal Gregory e il rito ‘dominante’<div style="text-align: justify;">Nella nostra traduzione da <a href="https://www.catholicculture.org/commentary/cardinal-gregory-and-dominant-rite/" target="_blank">Catholic Culture</a> l'articolo che segue mette in risalto una interessante lettura critica di una delle purtroppo frequenti stroncature della Messa antica da parte di un pastore. Il succo del suo discorso attribuisce ai sacerdoti la responsabilità dei problemi presenti nella Chiesa statunitense per aver imposto alle parrocchie le loro preferenze liturgiche. E' per questo che Papa Francesco — e lui non da meno — hanno affrontato il problema attraverso restrizioni sulla Messa dei secoli. Quanto all'articolo, la citazione dalla <i>Dei Verbum</i> ci rivela che siamo di fronte ad un Autore <i>conservatore</i> piuttosto che amante della Tradizione perenne e la ragione è spiegata nella nota 1. Capita spesso di dover integrare l'analisi di testi commestibili, ma con qualche <i>variazione</i> (di evidente conio conciliare) che in genere può sfuggire ad una lettura superficiale. Qui <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/07/indice-interventi-su-traditionis.html" target="_blank">l'indice</a> degli articoli sulla <i>Traditionis custodes</i> e restrizioni successive.</div><div><hr /><span style="color: #990000; font-size: large;">
Il Cardinal Gregory e il rito ‘dominante’
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di Phil Lawler <br /><br /><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6svDAkLw6rd9V8-qwQTQ30LyV_SXh06JOev4pxZ3pq9EDqCJiEUXoWvpUaWWcvQDmfBlfwQZe4R1KfPyqtjnv7xfPkACsBNI_PXWHlYdiD4qo54fsd46Ts_ilGgrZSOA87uC8I-W4MuNuBvDD_FQwUiruGjRAWWUhGt2qQi0Z0KcCoaWPAQjA2QSZRJCP/s1200/wiltongregory.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1200" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6svDAkLw6rd9V8-qwQTQ30LyV_SXh06JOev4pxZ3pq9EDqCJiEUXoWvpUaWWcvQDmfBlfwQZe4R1KfPyqtjnv7xfPkACsBNI_PXWHlYdiD4qo54fsd46Ts_ilGgrZSOA87uC8I-W4MuNuBvDD_FQwUiruGjRAWWUhGt2qQi0Z0KcCoaWPAQjA2QSZRJCP/w256-h171/wiltongregory.jpg" width="256" /></a></div>“La tradizione muore lentamente, a volte in modo cruento”, ha affermato il Cardinal Wilton Gregory davanti ad un uditorio presso la <i>Catholic University</i> all’inizio di questo mese. Ma se muore la tradizione, muore anche l’autorità del Cardinal Gregory.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Pensateci: quale autorità ha un vescovo se non perché rappresenta la sacra tradizione della Chiesa cattolica, che è intesa a “sostenere e insegnare la fede cattolica che ci viene dagli apostoli”, e perché di fatto è un successore degli apostoli?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Concilio Vaticano II, nella <i>Dei Verbum</i><sup>1</sup>, insegna che Scrittura e Tradizione (con la T maiuscola), “che provengono dalla stessa fonte divina, in certo modo si fondono in una unità e tendono al medesimo fine”. Pertanto, Tradizione e Scrittura “vanno accolte e venerate con lo stesso spirito di lealtà e di riverenza”.
Insieme, queste due correnti di saggezza nutrono la fede cattolica, e quando l’affidamento a quella fede diminuisce, diminuisce anche la tradizione (con la t minuscola) del rispetto per la gerarchia cattolica. Persino nella nostra società secolarizzata, e anche dopo anni di scandali, la maggior parte degli americani tratta ancora i prelati cattolici con segni almeno esteriori di rispetto.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando sono tornato nella mia natia Boston, dopo diversi anni trascorsi in varie città, sono rimasto colpito dal fatto che durante le riunioni pubbliche tutti si alzavano quando il cardinale o l’arcivescovo entrava nella stanza. A volte mi rendevo conto perfettamente che molti dei presenti non nutrivano altro che disprezzo per la fede cattolica e anche per la persona del cardinale. Ma si alzavano in piedi in segno di rispetto. Anche quella deferenza morirà se la tradizione verrà infranta. Potrebbe essere letteralmente una morte cruenta, come aveva previsto il defunto Cardinal George.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma per essere onesti, quando ha fatto questa osservazione sulla tradizione, il Cardinal Gregory non si riferiva alla Sacra Tradizione (con la T maiuscola), né alle tradizioni locali (con la t minuscola), ma in particolare alla liturgia tradizionale: alla Messa tridentina, alla Messa tradizionale in latino. Stava rispondendo a una domanda su come gli studenti dell’Università Cattolica dovrebbero rispondere ai loro compagni di classe che chiedono “perché non posso partecipare alla Messa tradizionale in latino qui nel campus”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Rispondendo a questa domanda, il Cardinal Gregory ha affermato che quando Papa Paolo VI ha introdotto il <i>Novus Ordo</i>, “era suo desiderio, il suo intento, dire che quando quella generazione se ne sarebbe andata, tutti sarebbero cresciuti all’interno della nuova Messa”. Con la T<i>raditionis Custodes</i>, ha proseguito, Papa Francesco “cerca di portare a termine ciò che Paolo VI ha iniziato, cioè rendere un rito — il nuovo rito — il rito dominante, ma con eccezioni, modeste eccezioni”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si presti molta attenzione all’aggettivo usato dal cardinale: il <i>Novus Ordo</i> è il rito “dominante”. Nessuno contesta questo dominio. La stragrande maggioranza dei cattolici frequenta il <i>Novus Ordo</i>; di fatto solo una piccola minoranza ha partecipato alla Messa tradizionale in latino. Ma ciò risponde alla domanda sul perché quest’ultima non può essere celebrata nel campus? (È interessante notare in questo contesto che il cardinale Gregory era andato alla <i>Catholic University</i> per parlare del valore della diversità.)</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il cardinale ha spiegato che quando è venuto a Washington come arcivescovo, si poteva accedere alla Messa tradizionale in latino in diversi luoghi: il Cardinal Hickey l’ha istituita qui nel 1988 in tre chiese, poi all’improvviso è cresciuta e veniva celebrata in otto chiese. Quindi è tornata al numero di Hickey…”. Anche in questo caso il linguaggio del Cardinal Gregory è rivelatore. In un momento in cui la frequenza alla Messa era generalmente in calo, la Messa antica rappresentava un’eccezione: “all’improvviso è cresciuta”. Perché?
Il cardinale ha dato una risposta: “In molti dei luoghi dove il rito tridentino è cresciuto, lo ha fatto perché i sacerdoti lo promuovevano, e non perché…”. E poi si è interrotto e ha ricominciato. Non poteva continuare dicendo che la gente non voleva la Messa tradizionale in latino perché… beh, se nessuno l’avesse voluta, la domanda non sarebbe mai stata posta, la <i>Traditionis Custodes</i> non sarebbe mai stata scritta, l’intera questione sarebbe irrilevante.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma il Cardinal Gregory presenta una nuova teoria secondo cui solo i sacerdoti avrebbero sostenuto la Messa tradizionale in latino — che laddove il pastore l’ha introdotta, “ne ha creato il bisogno in luoghi dove non ce n’era bisogno”. Sembra che il cardinale si schieri con quegli economisti che credono che l’offerta crei la domanda. Un momento: a nessun cattolico è richiesto di partecipare alla Messa tradizionale. I pastori avrebbero continuato a celebrare nella liturgia tradizionale se non fosse andato nessuno a Messa? Le famiglie cattoliche inizierebbero forse a percorrere lunghe distanze per partecipare alla Messa tradizionale — come molti fanno ancora — se “non ce ne fosse bisogno”?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In un certo senso — sicuramente non nel modo suggerito dal Cardinal Gregory — forse molti sacerdoti hanno creato il bisogno della Messa tradizionale in latino, celebrando la liturgia del <i>Novus Ordo</i> in modo così banale che i cattolici hanno sviluppato una nuova sete di ordine e riverenza.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si consideri l'Edsel: il frutto dell'ingegno dei dirigenti della Ford. Lanciata con una vigorosa campagna di marketing, la nuova, fiammante auto non è riuscita a vendere. I consumatori americani non ne vedevano la necessità; avevano alternative migliori. L’offerta di Edsel non ne ha creato una domanda. Ma continua ad esserci domanda di Messa tradizionale in latino: alcuni cattolici ne sentono il bisogno. Dire che il <i>Novus Ordo</i> è “il rito dominante” significa affermare l’ovvio, non rispondere alla domanda.</div>
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<i>Nota di Chiesa e post-concilio</i><br /><div style="text-align: justify;">La Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, la <i>Dei Verbum</i>, nel II Cap. paragrafi 7-10 ha per oggetto <i>La trasmissione della Rivelazione</i>. Il paragrafo 9 sancisce le relazioni tra Scrittura e Tradizione, il 10 quelle tra Tradizione-Scrittura e Chiesa-Magistero. È proprio qui che avviene la confusione con l'espressione “<i>coalescunt un unum</i>”, riferita ai tre concetti: Scrittura, Tradizione e Magistero. E quindi Scrittura Tradizione e Magistero diventano un tutt’uno così “da non poter sussistere indipendentemente”.</div><div style="text-align: justify;">Mons. Gherardini dimostra che la <i>Dei Verbum</i> accantona la dottrina definita dal Tridentino e dal Vaticano I sulle “due Fonti” della Rivelazione (Tradizione e Scrittura), per far confluire Tradizione e Magistero nella Scrittura. Infatti, soprattutto nel punto 10 « il precedente Magistero è spazzato via all’insegna d’una radicale tanto quanto insostenibile unificazione. Unificati sono i concetti di Scrittura, Tradizione e Magistero. […]. La “<i>reductio ad unum</i>” della <i>Dei Verbum</i>, pertanto, corregge se non proprio non cancella letteralmente il dettato del Tridentino e del Vaticano I».(1) E ciò perché la Tradizione si sarebbe travasata nella Scrittura, di cui il Magistero non sarebbe che una formulazione ed una comunicazione; e “quindi in ultima analisi una ritrasmissione, secondo la natura della Tradizione stessa”. Eppure fino al Vaticano II la teologia ha sostenuto la teoria nelle “<i>due fonti</i>” (Sacra Scrittura e Tradizione) e ne ha dedotto la distinzione della <i>regula fidei </i>in prossima e remota: il Magistero è la regola prossima della Fede, mentre Scrittura e Tradizione sono la regola remota. Infatti è il Magistero della Chiesa che interpreta la Rivelazione e ci obbliga a credere ciò che è contenuto in essa come oggetto di Fede, per la salvezza eterna. [Chi fosse interessato può completare l'analisi nel mio testo: <i>Fusione delle fonti della Rivelazione</i> <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2012/04/fusione-delle-fonti-della-rivelazione.html" target="_blank">qui</a> - vedi anche: <i>Siamo arrivati al solum Magisterium?</i> <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/09/siamo-arrivati-al-solum-magisterium.html" target="_blank">qui</a>].</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">***** </div><div>[Traduzione per Chiesa e post-Concilio di Antonio Marcantonio]<br />
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div>
</div></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-55805183963472059652023-12-22T16:30:00.002+01:002023-12-22T16:30:00.135+01:00Un esempio diffuso, in reazione alla 'Fiducia supplicans', viene dall'Africa: Conf. Episcopali del Togo e del KeniaQui <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/indice-delle-reazioni-dei-vescovi-et.html" target="_blank">l'indice</a> delle reazioni dei vescovi <i>et alii</i> alla Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede <i>Fiducia supplicans</i>.<hr /><span style="color: #990000; font-size: medium;">
Un esempio diffuso, in reazione alla </span><div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr9N4krOlcuy_w_Qy3p3szdjP7rlPkNNvjgO4ZfGXmftR9CtGyaoIIs988niNaS9eSOIoUlIWs911ygawEeKTuohlFiKalAzCXyTW_TQLew3IN4_tXcET5VH4sP6gf-ui4Ia2Q6MsUJS5ONuwBQUXGNM5N47csGwlh-Uvt9LpNvbW6pVoFh31H2B6ZU_s/s843/vescovi-Togo.jpg" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="538" data-original-width="843" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr9N4krOlcuy_w_Qy3p3szdjP7rlPkNNvjgO4ZfGXmftR9CtGyaoIIs988niNaS9eSOIoUlIWs911ygawEeKTuohlFiKalAzCXyTW_TQLew3IN4_tXcET5VH4sP6gf-ui4Ia2Q6MsUJS5ONuwBQUXGNM5N47csGwlh-Uvt9LpNvbW6pVoFh31H2B6ZU_s/w240-h153/vescovi-Togo.jpg" width="240" /></a></div><span style="color: #990000; font-size: medium;">'Fiducia supplicans', viene dall'Africa<br /></span><br />
<div style="text-align: justify;">Dopo quelle del Malawi, dello Zambia, e di diversi vescovi di altri Paesi, anche la Conferenza episcopale del Togo dirama un documento [<a href="https://www.infocatolica.com/files/23/12/conference-des-eveque-du-togo-1.pdf" target="_blank">qui</a>] con cui raccomanda ai sacerdoti di astenersi dal dare la benedizione alle coppie dello stesso sesso, enumerando e riaffermando i principi e gli insegnamenti perenni de <i>La Catholica</i>.</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: left;">Così anche la Conferenza episcopale del Kenia:
<iframe allow="autoplay; clipboard-write; encrypted-media; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen="true" frameborder="0" height="716" scrolling="no" src="https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FChiesaepostconcilio%2Fposts%2Fpfbid02D5y3oco3vLAbcGiUPFAMoUqTEFxsVJxQMiuPPwLkoxnh6pPrnf5mt9ngNdPBggo5l&show_text=true&width=500" style="border: none; overflow: hidden;" width="500"></iframe>
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-26637282443525560852023-12-22T14:30:00.017+01:002023-12-22T14:30:00.127+01:00Card. Müller / 'Fiducia supplicans': «L'unica benedizione della Madre Chiesa è la verità che ci farà liberi»<div style="text-align: justify;">Nella nostra traduzione da <a href="https://www.infocatolica.com/?t=noticia&amp;cod=48292" target="_blank">Infocatolica</a> la presa di posizione, sulla <i>Fiducia supplicans</i>, del Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede (oggi decaduta a Dicastero), cardinale Müller di seguito riprodotta integralmente. Non ho potuto ignorare la pennellata di conservatorismo conciliare del nostro presule che potete approfondire alla nota 1). Non è la prima né sarà l'ultima volta che, dal testo di un <i>conservatore</i>, capiti di dover <i>ripareggiare</i> la verità.</div><hr />
<div><span style="color: #990000; font-size: medium;">'Fiducia supplicans': «L'unica benedizione della Madre Chiesa è la verità che ci farà liberi»</span></div>
<blockquote style="text-align: justify;">«Questa affermazione non è in diretta contraddizione con la dottrina cattolica? I fedeli sono obbligati ad accogliere questo nuovo insegnamento? È consentito al sacerdote compiere questo tipo di benedizioni private appena inventate? E il vescovo diocesano può vietarli se si verificano nella sua diocesi?</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9vx3fX90J3HD3K17IAQ3_aEzjQ0F0ufaHktyWx6azDlqe2sdYKn9tAxfgFk_pckrqsC-JXLfOK4JnuZfO4Qkw4nSFg7xaCrYtQwusQxe3pYV5HUFHgxa5k9O3M0Tao4bxPCgega5fEVfDbrA_f1mse-0LRvp_BDZ4VfXIKq38S69Plll2VB27vDlQmKc/s447/Muller1.jpg" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="387" data-original-width="447" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9vx3fX90J3HD3K17IAQ3_aEzjQ0F0ufaHktyWx6azDlqe2sdYKn9tAxfgFk_pckrqsC-JXLfOK4JnuZfO4Qkw4nSFg7xaCrYtQwusQxe3pYV5HUFHgxa5k9O3M0Tao4bxPCgega5fEVfDbrA_f1mse-0LRvp_BDZ4VfXIKq38S69Plll2VB27vDlQmKc/w210-h181/Muller1.jpg" width="210" /></a></div><div style="text-align: justify;">( Catholic Info ) L'ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (oggi Dicastero), cardinale Müller, ha condiviso con diversi media la sua autorevole analisi della Dichiarazione <i>Fiducia supplicans</i>, che riproduciamo integralmente. L'unica benedizione della Madre Chiesa è la verità che ci renderà liberi. Nota sulla Dichiarazione <i>Fiducia Supplicans</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), con la dichiarazione <i>Fiducia supplicans</i> (FS) sul significato pastorale delle benedizioni, ha fatto una dichiarazione senza precedenti nell'insegnamento della Chiesa cattolica. Ebbene, questo documento afferma che è possibile per un sacerdote benedire, non liturgicamente ma privatamente, le coppie che praticano la sessualità al di fuori del matrimonio, comprese le coppie dello stesso sesso. Le molteplici domande di vescovi, sacerdoti e fedeli laici che sono sorte in risposta a queste affermazioni meritano una risposta chiara e distinta.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa affermazione non è in diretta contraddizione con la dottrina cattolica? I fedeli sono obbligati ad accogliere questo nuovo insegnamento? È consentito al sacerdote compiere questo tipo di benedizioni private appena inventate? E il vescovo diocesano può vietarle se si verificano nella sua diocesi? Per rispondere, diamo un'occhiata a cosa insegna esattamente questo documento e quali argomenti supporta.</div><div style="text-align: justify;">Il documento in questione, che l'assemblea generale dei cardinali e dei vescovi di questo Dicastero non ha discusso né approvato, riconosce che l'ipotesi (o l'insegnamento?) che propone è del tutto nuova, e che si fonda soprattutto sull'insegnamento <i>pastorale </i>di Papa Francesco.</div><div style="text-align: justify;">Secondo la fede cattolica, il Papa e i vescovi possono porre determinati accenti pastorali e mettere in relazione creativamente la verità della rivelazione con le nuove sfide di ogni epoca, ad esempio nel campo della dottrina sociale o della bioetica, rispettando i principi fondamentali dell’antropologia cristiana. Ma queste innovazioni non possono andare oltre ciò che è stato loro rivelato una volta per tutte dagli Apostoli come Parola di Dio (<i>Dei verbum </i>8)<sup>1</sup>. Non esistono infatti testi biblici o dei padri o dei dottori della Chiesa né documenti precedenti del Magistero che supportino le conclusioni di FS. Inoltre si tratta di un salto dottrinale. Infatti si può parlare di sviluppo della dottrina solo se la nuova spiegazione è contenuta, almeno implicitamente, nella rivelazione e, soprattutto, non contraddice le definizioni dogmatiche. E uno sviluppo dottrinale che raggiunga il significato più profondo dell'insegnamento deve essere avvenuto gradualmente, attraverso un lungo tempo di maturazione (cfr <i>Dei verbum</i> 8). Ora, l’ultimo pronunciamento magisteriale su questo tema è stato dato dalla stessa Congregazione per la Dottrina della Fede nel marzo 2021, meno di tre anni fa, negando categoricamente la possibilità di benedire queste unioni. Ciò vale sia per le benedizioni pubbliche che per quelle private su persone che vivono in condizioni di vita peccaminose.<sup>2</sup></div><br />
<b>Come giustifica FS che, pur proponendo una nuova dottrina, non smentisce quanto affermato nel precedente documento del 2021?</b><br /><div style="text-align: justify;">FS riconosce, innanzitutto, che sia il <i>Responsum</i> sia la tradizionale dottrina valida e vincolante sulle benedizioni non consentono di benedire situazioni contrarie alla legge di Dio e al Vangelo di Cristo, come è il caso delle unioni sessuali al di fuori di matrimonio. Ciò è chiaro per i sacramenti, ma anche per altre benedizioni che <i>Fiducia supplicans</i> chiama “liturgiche” e che rientrano tra i riti che la Chiesa ha definito “sacramentali”, come descritto nel <i>Rituale Romano</i> post-Vaticano II. In questi due tipi di benedizioni deve esserci consonanza tra la benedizione e l'insegnamento della Chiesa (FS 9-11).</div><div style="text-align: justify;">Pertanto, per accogliere la benedizione di situazioni contrarie al Vangelo, il DDF propone una soluzione originale: ampliare il concetto di benedizione (FS 7,12). Ciò si giustifica nel modo seguente: «Bisogna evitare anche il rischio di ridurre solo a questo punto di vista il significato delle benedizioni [le benedizioni 'liturgiche' dei sacramenti e dei sacramentali], perché ci porterebbe a fingere, a una semplice benedizione, le stesse condizioni morali che si richiedono per ricevere i sacramenti» (FS 12). Occorre cioè una nuova concezione della benedizione, che vada oltre i sacramenti, per poter accompagnare anche il cammino di chi vive nel peccato.</div><div style="text-align: justify;">Ora, questa espansione oltre i sacramenti è già avvenuta, appunto, attraverso i sacramentali. La Chiesa non ha chiesto le stesse condizioni morali per una benedizione come per ricevere un sacramento. Ciò avviene, ad esempio, davanti a un penitente che non vuole abbandonare la sua situazione di peccato, ma che può chiedere umilmente una benedizione personale affinché il Signore gli dia luce e forza per comprendere e seguire un giorno gli insegnamenti evangelici. Ciò non richiederebbe un nuovo tipo di benedizione.</div><br /><div style="text-align: justify;"><b>Perché è necessario allora ampliare il significato di benedizione, se la benedizione intesa dal rito romano va oltre i sacramenti?</b></div>
<div style="text-align: justify;">Il fatto è che la benedizione intesa in modo tradizionale, pur andando oltre i sacramenti, consente solo la benedizione di «cose, luoghi o circostanze che non contraddicono la norma o lo spirito del Vangelo» (FS 10, citando il rito romano ). E questo è il punto che vogliamo superare, perché vogliamo benedire circostanze, come un rapporto stabile tra persone dello stesso sesso, che contraddicono la norma e lo spirito del Vangelo. È vero che la Chiesa può aggiungere “nuovi sacramentali” a quelli già esistenti (Vaticano II: <i>Sacrosanctum Concilium</i> 79), ma non modificarne il significato in modo tale da banalizzare il peccato, soprattutto in una situazione culturale carica di ideologia e anche fuorviante .ai fedeli. E questo cambiamento di significato è proprio ciò che accade in FS, che inventa una nuova categoria di benedizione oltre quella legata a un sacramento o ai sacramentali come li aveva intesi fino ad ora la Chiesa. FS dice che si tratta di benedizioni non liturgiche, tipiche della pietà popolare. Avremmo quindi questi tre livelli:</div><ol>
<li style="text-align: justify;">Preghiere legate ai sacramenti, che chiedono che la persona sia in grazia per riceverli, o che voglia separarsi dal peccato.</li>
<li style="text-align: justify;">Benedizioni come quelle incluse nel Rituale Romano e come le ha sempre intese la dottrina cattolica, che possono essere rivolte alle persone, anche quando vivono nel peccato, ma non a «cose, luoghi o circostanze contrarie alla norma o allo spirito della Vangelo» (FS 10, citando il Rituale Romano ). Così, ad esempio, potrebbe essere benedetta una donna che ha abortito, ma non una clinica abortiva.</li>
<li style="text-align: justify;">Le nuove benedizioni proposte da FS sarebbero benedizioni pastorali, non benedizioni liturgiche o rituali. Pertanto non avrebbero più la limitazione delle benedizioni descritte nel Rituale Romano (tipo “b”). Potrebbero essere applicati non solo, come nelle benedizioni del Rituale Romano , a persone in peccato, ma anche a cose, luoghi o circostanze contrarie al Vangelo.</li></ol><div style="text-align: justify;">La novità sta in queste benedizioni di tipo "c", o "benedizioni pastorali", che, poiché non sono liturgiche ma piuttosto di "pietà popolare", non comprometterebbero, secondo FS, la dottrina evangelica, e non dovrebbero essere coerente anche con le norme morali o con la dottrina cattolica. Cosa possiamo dire di questa nuova categoria di benedizioni?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una <b>prima osservazione</b> è che non c'è alcun fondamento per questo nuovo uso nei testi biblici addotti, né in alcuna precedente affermazione del Magistero. Anche i testi offerti da Papa Francesco non offrono sostegno a questo nuovo tipo di benedizioni. Ebbene, le benedizioni secondo il Rituale Romano (tipo "b") ci permettono di benedire qualcuno che vive nel peccato. E questo tipo di benedizione si può applicare senza problemi a chi si trova in carcere o in una casa di riabilitazione, come dice Francesco (citato in FS 27). Le nuove benedizioni pastorali (tipo “c”) vanno oltre quanto detto da Francesco, poiché con queste benedizioni si potrebbe benedire anche una realtà contraria alla Legge di Dio, come una relazione extraconiugale. Infatti, secondo i criteri di queste benedizioni pastorali si arriverebbe all’assurdo di poter benedire, ad esempio, una clinica abortiva o un gruppo mafioso.</div><br /><div style="text-align: justify;">Da qui una <b>seconda osservazione</b> : è sempre rischioso inventare termini nuovi contrari all'uso corrente della lingua. Infatti questo modo di procedere dà luogo ad esercizi arbitrari di potere. Nel nostro caso, la benedizione ha una sua oggettività, e non può essere ridefinita per conformarsi ad un'intenzione soggettiva contraria all'essenza della benedizione, poiché cadrebbe nell'arbitrarietà. Mi viene in mente la famosa frase di Humpty Dumpty in Alice nel Paese delle Meraviglie : "Quando uso una parola significa quello che scelgo che significhi, né più né meno". Alice risponde: "La domanda è se puoi far sì che le parole significhino così tante cose diverse". E Humpty Dumpty dice: «la questione è chi comanda qui; È tutto".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La <b>terza osservazione</b> si riferisce al concetto stesso di “benedizione non liturgica”, che non intende sancire nulla (FS 34), e che sarebbe la benedizione pastorale (tipo “c”). In cosa differisce dalla benedizione contemplata nel <i>Rituale Romano</i> (tipo “b”)? La differenza non è la spontaneità, che è già possibile nelle benedizioni di tipo “b”, poiché non è essenziale che siano regolate o approvate nel Rituale. Né c'è differenza nella pietà popolare, poiché le benedizioni secondo il <i>Rituale Romano </i>sono già adatte a tale pietà popolare, che necessita della benedizione di diversi oggetti, luoghi e persone. Sembra che questa benedizione pastorale (tipo “c”) sia creata <i>ad hoc</i> per benedire situazioni contrarie alla norma o allo spirito del Vangelo.</div><br /><div style="text-align: justify;">Ciò ci porta ad una <b>quarta osservazione</b>, che si riferisce all'oggetto di questa benedizione pastorale, che la differenzia dalla benedizione secondo il <i>Rituale Romano</i>, poiché la benedizione pastorale viene impartita su situazioni contrarie al Vangelo. Si noti che qui non solo le persone peccatrici vengono benedette; ma, benedicendo la coppia, viene benedetta la relazione peccaminosa stessa. Ora, Dio non può far scendere la sua grazia su un rapporto direttamente a Lui opposto, e che non può essere ordinato in un cammino verso di Lui. Il rapporto sessuale estraneo al matrimonio, <i>in quanto</i> rapporto sessuale, non può avvicinare gli uomini a Dio, e quindi non può aprirsi alla benedizione di Dio. Pertanto, anche se questa benedizione venisse data, il suo unico effetto sarebbe quello di confondere le persone che la ricevono o che assistono alla benedizione, le quali penserebbero che Dio ha benedetto ciò che non può benedire. È vero che il cardinale Fernández, in dichiarazioni a <i>Infovaticana</i>, ha chiarito che non è l'unione che si permette di benedire, bensì la coppia, ma questo è un gioco di parole (e dunque di concetti), poiché la coppia è definita proprio dall'unione.</div><br /><div style="text-align: justify;">La difficoltà di benedire l'unione è particolarmente evidente nel caso dell'omosessualità. Ebbene, la benedizione, nella Bibbia, ha a che fare con l'ordine creato da Dio, che Egli vide era buono. Questo ordine si fonda sulla differenza sessuale dell'uomo e della donna, chiamati ad essere una sola carne. La benedizione di una realtà che si oppone alla creazione non solo non è possibile, ma costituisce una bestemmia. Ebbene, ancora una volta, la questione non è benedire le persone che «stanno in un'unione che non può in alcun modo essere paragonata al matrimonio» (FS n.30), ma benedire quella stessa unione che non può essere paragonata al matrimonio. A questo scopo FS vuole creare un nuovo tipo di benedizione (FS 7; FS 12).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Alcuni argomenti compaiono in FS per cercare di giustificare queste benedizioni. In primo luogo, la possibilità di condizioni che esonerano dalla colpevolezza morale. Ma queste condizioni si riferiscono alla persona, non alla relazione stessa. Si dice anche che chiedere la benedizione è il bene possibile che queste persone possono realizzare nel loro condizionamento, come se chiedere la benedizione costituisse già un'apertura a Dio e una conversione. Ma questo può valere per la persona che chiede la benedizione per sé, non per la persona che chiede la benedizione per la sua relazione o per il suo partner, poiché costui poi vuole giustificare la relazione stessa davanti a Dio, senza rendersi conto che, come tale rapporto allontana dalla persona di Dio. Infine, si sostiene che ci siano elementi positivi nella relazione, e che questi possano essere benedetti, ma questi elementi positivi (ad esempio, aiutare l'altra persona malata) sono accidentali alla relazione stessa, la cui natura è quella di condividere la sessualità. ..., e non cambiano la natura di questo rapporto, che in nessun caso può essere orientato verso Dio, come già indicato nel <i>Responsum</i> della Congregazione per la Dottrina della Fede del 2021.<sup>1</sup> Anche in una clinica abortiva ci sono elementi positivi, dagli anestesisti che evitano il dolore fisico della persona, al desiderio dei medici di tutelare il progetto di vita della donna che abortisce.</div><br /><div style="text-align: justify;">Una <b>quinta osservazione</b> tocca la coerenza interna di questa stessa benedizione pastorale (tipo “c”). Si può impartire una benedizione non liturgica? Oppure una benedizione che non rappresenta ufficialmente la dottrina di Cristo e della Chiesa? La chiave di risposta è non sapere se i riti siano stati ufficialmente approvati o, al contrario, siano improvvisati spontaneamente. Il punto è che chi compie la benedizione è un sacerdote, rappresentante di Cristo e della Chiesa. FS afferma che non c'è problema per il sacerdote ad unirsi alla preghiera delle persone che si trovano in questa situazione contraria al Vangelo (FS 30), ma in questa benedizione pastorale il sacerdote non si unisce alla loro preghiera, ma anzi invoca la discesa dei doni di Dio sulla relazione stessa. Poiché il sacerdote agisce in nome di Cristo e della Chiesa, tentare di separare questa benedizione dalla dottrina significa postulare un dualismo tra ciò che la Chiesa fa e ciò che la Chiesa dice. Ma la rivelazione, come insegna il Concilio Vaticano II, è data con segni e parole intrinsecamente legati tra loro ( <i>Dei Verbum </i>2)<sup>1</sup>, e nemmeno la predicazione della Chiesa può separare segni e parole. Proprio le persone semplici, che il documento vuole favorire promuovendo la pietà popolare, sono le più vulnerabili a lasciarsi ingannare da un segno che contraddice la dottrina, poiché ne colgono intuitivamente il contenuto dottrinale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In considerazione di ciò, può un fedele cattolico accettare l’insegnamento di FS? Data l'unità tra segno e parola nella fede cristiana, l'unico modo in cui si può accettare che sia bene benedire, in qualsiasi modo, queste unioni, è perché si pensi che tali unioni non sono oggettivamente contrarie alla Legge di Dio. Da ciò consegue che finché Papa Francesco continua ad affermare che le unioni omosessuali sono sempre contrarie alla Legge di Dio, implicitamente afferma che tali benedizioni non possono essere concesse. L'insegnamento di FS è, quindi, in contraddizione con se stesso, il che richiede ulteriori chiarimenti. La Chiesa non può celebrare una cosa e insegnarne un'altra, perché, come scrisse sant'Ignazio di Antiochia, Cristo è stato il Maestro «che disse e tutto fu fatto» (Ef 15,1), e la sua carne non può essere separata dalla sua parola.</div><br /><div style="text-align: justify;">L’altra domanda che ci siamo posti è se un sacerdote possa accettare di benedire queste unioni, alcune delle quali coesistono con il matrimonio legittimo o nelle quali non è raro cambiare partner. Si potrebbe fare, secondo FS, con una benedizione pastorale, non liturgica o ufficiale (tipo “c”). Ciò significherebbe che il sacerdote dovrebbe dare queste benedizioni senza agire in nome di Cristo e della Chiesa. Ma questo significherebbe non agire come prete. In realtà, queste benedizioni dovrebbero essere compiute non come sacerdote di Cristo, ma come qualcuno che ha rinunciato a Cristo. Ebbene, il sacerdote che benedice queste unioni le presenta, con i suoi gesti, come una via verso il Creatore. Pertanto, commette un atto sacrilego e blasfemo contro il piano del Creatore e contro la morte di Cristo affinché possiamo portare a compimento il piano del Creatore. Ciò coinvolge anche il vescovo diocesano. Egli, come pastore della sua Chiesa locale, è obbligato a impedire che questi atti sacrileghi avvengano, altrimenti ne diverrebbe partecipe e rinuncerebbe al mandato che Cristo gli ha affidato di confermare nella fede i suoi fratelli.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I sacerdoti devono annunciare l'amore e la bontà di Dio a tutte le persone e sostenere con consigli e preghiere anche i peccatori e i deboli che hanno difficoltà a convertirsi. Ciò è molto diverso dal sottolineare con segni e parole auto-inventati ma ingannevoli che Dio non è così esigente con il peccato, nascondendo così che il peccato nei pensieri, nelle parole e nelle azioni ci allontana da Dio. Non c'è benedizione non solo in pubblico, ma anche in privato, per condizioni di vita peccaminose che contraddicono oggettivamente la santa volontà di Dio. E non è prova di una sana ermeneutica il fatto che i coraggiosi difensori della dottrina cristiana siano bollati come rigoristi, più interessati all’adempimento legalistico delle loro norme morali che alla salvezza di persone specifiche. Perché Gesù dice alle persone comuni: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché sono mite e umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è soave e il mio carico leggero» (Mt 11,28-30). E l'Apostolo lo spiega così: «E i suoi comandamenti non sono pesanti, poiché tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo. E ciò che ha ottenuto la vittoria sul mondo è la nostra fede. Chi è colui che vince il mondo se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio? (1 Gv 5,4-5). In un tempo in cui una falsa antropologia sta minando l’istituzione divina del matrimonio tra uomo e donna con famiglia e figli, la Chiesa dovrebbe ricordare le parole del suo Signore e Capo: “Entrate per la porta stretta. Perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti entrano per esse. Quanto è stretta la porta e quanto è angusta la via che conduce alla vita! E pochi la trovano” (Mt 7,13-14).</div>
_________________________________ <div><i><span style="font-size: medium;">Nota di Chiesa e post-concilio</span></i><br />
<div style="text-align: justify;">1. La Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, la <i>Dei Verbum</i>, nel II Cap. paragrafi 7-10 ha per oggetto <i>La trasmissione della Rivelazione</i>. Il paragrafo 9 sancisce le relazioni tra Scrittura e Tradizione, il 10 quelle tra Tradizione-Scrittura e Chiesa-Magistero. È proprio qui che avviene la confusione con l'espressione “<i>coalescunt un unum</i>”, riferita ai tre concetti: Scrittura, Tradizione e Magistero. E quindi Scrittura Tradizione e Magistero diventano un tutt’uno così “da non poter sussistere indipendentemente”.</div><div style="text-align: justify;">Mons. Gherardini dimostra che la <i>Dei Verbum</i> accantona la dottrina definita dal Tridentino e dal Vaticano I sulle “due Fonti” della Rivelazione (Tradizione e Scrittura), per far confluire Tradizione e Magistero nella Scrittura. Infatti, soprattutto nel punto 10 « il precedente Magistero è spazzato via all’insegna d’una radicale tanto quanto insostenibile unificazione. Unificati sono i concetti di Scrittura, Tradizione e Magistero. […]. La “<i>reductio ad unum</i>” della <i>Dei Verbum</i>, pertanto, corregge se non proprio non cancella letteralmente il dettato del Tridentino e del Vaticano I».(1) E ciò perché la Tradizione si sarebbe travasata nella Scrittura, di cui il Magistero non sarebbe che una formulazione ed una comunicazione; e “quindi in ultima analisi una ritrasmissione, secondo la natura della Tradizione stessa”. Eppure fino al Vaticano II la teologia ha sostenuto la teoria nelle “<i>due fonti</i>” (Sacra Scrittura e Tradizione) e ne ha dedotto la distinzione della <i>regula fidei </i>in prossima e remota: il Magistero è la regola prossima della Fede, mentre Scrittura e Tradizione sono la regola remota. Infatti è il Magistero della Chiesa che interpreta la Rivelazione e ci obbliga a credere ciò che è contenuto in essa come oggetto di Fede, per la salvezza eterna. [Chi fosse interessato può completare l'analisi nel mio testo: <i>Fusione delle fonti della Rivelazione</i> <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2012/04/fusione-delle-fonti-della-rivelazione.html" target="_blank">qui</a> - vedi anche: <i>Siamo arrivati al solum Magisterium?</i> <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/09/siamo-arrivati-al-solum-magisterium.html" target="_blank">qui</a>].</div><div style="text-align: justify;"><br />
2. <b>Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, 15.03.2021</b> (con l'assenso di Francesco)<div style="text-align: justify;">[…] Quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni.</div><div style="text-align: justify;">Per tale motivo, non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso[6]. La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore.</div><div style="text-align: justify;">Inoltre, poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale[7], invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del Matrimonio, dato che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»[8].
<a href="https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/03/15/0157/00330.html" target="_blank">Fonte</a></div></div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">***** </div><div>[Traduzione a cura di Chiesa e post-Concilio]<br />
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div>
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-86217646462273796962023-12-22T09:55:00.001+01:002023-12-22T09:55:00.124+01:00I vescovi dello Zambia vietano le “benedizioni” delle coppie omosessualiNella nostra traduzione da <a href="https://www.lifesitenews.com/news/zambia-bishops-latest-to-forbid-blessings-of-homosexual-couples/" target="_blank">Lifesitenews</a>. I vescovi dello Zambia vietano le “benedizioni” delle coppie omosessuali e riaffermano l’insegnamento di sempre della Chiesa.<hr /><span style="color: #990000; font-size: medium;">I vescovi dello Zambia vietano le</span><div><span style="color: #990000; font-size: medium;">“benedizioni” delle coppie omosessuali</span><div><br /><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeKzmq6lQEhJpAsTa0WLe8eK0uiW4M1kdQOYFik5uW8lW8Q4KcvSr55L2WSCqoLmCNsziLZmtRcw3pDML0QzKT4yB0i_SgsZbsxtUg0RNjOEfcSaPhf8xKeAZKeKNPF1madN7BsummwAoOrRzCAteDTO5aVvSTOCmD0MOpAoem7bx0rXvLc8tR8RDLGbnQ/s680/X-vescovi-Zambia.jpeg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="680" data-original-width="306" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeKzmq6lQEhJpAsTa0WLe8eK0uiW4M1kdQOYFik5uW8lW8Q4KcvSr55L2WSCqoLmCNsziLZmtRcw3pDML0QzKT4yB0i_SgsZbsxtUg0RNjOEfcSaPhf8xKeAZKeKNPF1madN7BsummwAoOrRzCAteDTO5aVvSTOCmD0MOpAoem7bx0rXvLc8tR8RDLGbnQ/s320/X-vescovi-Zambia.jpeg" width="144" /></a></div>I vescovi cattolici dello Zambia hanno dato istruzioni alle loro diocesi di non attuare il recente documento del Vaticano sulla “benedizione” delle coppie dello stesso sesso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In una dichiarazione rilasciata mercoledì 20 dicembre, i vescovi hanno osservato che il nuovo documento di Roma, <i>Fiducia supplicans</i>, “ha sollevato diverse domande, confusione e preoccupazione tra i fedeli e le persone di buona volontà, dal momento che ora permettere la benedizione dei matrimoni omosessuali” è diventato un problema.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Hanno poi precisato che “sulla base delle Sacre Scritture che presentano gli atti omosessuali come atti di grave depravazione”, “la Conferenza riafferma l’insegnamento tradizionale della Chiesa che dichiara “gli atti omosessuali come intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale”. Pertanto, ‘non possono essere approvati in nessuna circostanza'”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“Per evitare qualsiasi confusione e ambiguità pastorale e per non infrangere la legge del nostro Paese che proibisce le unioni e i rapporti attivi tra persone dello stesso sesso, e ascoltando la nostra eredità culturale che non accetta tali relazioni, la Conferenza stabilisce che la Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede del 18 dicembre 2023 riguardante la benedizione delle coppie dello stesso sesso sia considerata come ulteriore riflessione e non per essere applicata nello Zambia”.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I vescovi hanno concluso richiamando coloro che vivono nella sodomia “a intraprendere il cammino di conversione con maggiore fiducia nella misericordia e nell’amore di Dio”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lunedì 18 dicembre, Papa Francesco e il cardinale Victor Manuel Fernández hanno emesso la <i>Fiducia Supplicans</i>, che permette “la benedizione di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso”, in contraddizione con l’immutabile insegnamento cattolico secondo cui la Chiesa non può benedire relazioni peccaminose.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sebbene Fernández chiarisca nel documento che tali benedizioni non devono essere interpretate come benedizioni “proprie del sacramento del matrimonio”, egli ammette che la “riflessione teologica del testo, basata sulla visione pastorale di Papa Francesco, implica una reale evoluzione rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni nel Magistero e nei testi ufficiali della Chiesa”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel 2021, la CDF ha affermato chiaramente che la Chiesa non ha il “potere di dare la benedizione alle unioni di persone dello stesso sesso”, affermando che “non è lecito impartire la benedizione a relazioni o unioni, anche stabili, che comportino attività sessuale al di fuori del matrimonio (cioè al di fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come nel caso delle unioni tra persone dello stesso sesso”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nella sua prima lettera ai Corinzi, San Paolo afferma che le azioni omosessuali sono peccaminose, spiegando che “né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri” “erediteranno il regno di Dio”, ma piuttosto, secondo la sua lettera ai Romani, coloro che praticano l’omosessualità riceveranno “nella loro persona la giusta pena per il loro errore”.</div>
Louis Knuffke</div></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-82399190585499576312023-12-21T06:30:00.014+01:002023-12-21T07:02:09.224+01:00Conferenza episcopale ucraina si schiera: contro la dichiarazione gay di Francesco - "Non c'è benedizione per chi vive nel peccato": "Il documento non prevede distinzioni chiare"Nella nostra traduzione da <a href="https://rorate-caeli.blogspot.com/2023/12/ukraine-bishops-conference-chooses.html" target="_blank">Rorate caeli</a>, il Comunicato dei Vescovi dell'Ucraina del 19 dicembre che dichiara che non c'è benedizione per chi vive nel peccato e che il documento non prevede distinzioni chiare. Qui l'<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/indice-delle-reazioni-dei-vescovi-et.html" target="_blank">Indice</a> delle reazioni che continuano ad emergere.<hr /><span style="color: #990000; font-size: medium;">
Comunicato della Conferenza Episcopale Ucraina sulla Dichiarazione del Dicastero della Fede "<i>Fiducia supplicans</i>" sul significato pastorale delle benedizioni.<br /></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3JvlilIDofHfrag5bMlx6aTnvACOOVX1h_C0I_535r7CevWfEc7UnPLiyb_QPPDXXqZOer7KuQZcuOAzXqvQymoE48Svu4HdM5R4VlL17Q4GPtOd1vsqQEjaBiM8f7vmZOoj453lwdPLRlWvUpDeqoINQIkn1SQY7MzQ49bJhEsLWHC_eWFMeYXJM7rg/s1024/logo-vescovi-ucraina.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="792" data-original-width="1024" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3JvlilIDofHfrag5bMlx6aTnvACOOVX1h_C0I_535r7CevWfEc7UnPLiyb_QPPDXXqZOer7KuQZcuOAzXqvQymoE48Svu4HdM5R4VlL17Q4GPtOd1vsqQEjaBiM8f7vmZOoj453lwdPLRlWvUpDeqoINQIkn1SQY7MzQ49bJhEsLWHC_eWFMeYXJM7rg/w213-h165/logo-vescovi-ucraina.jpg" width="213" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il documento vaticano del Dicastero per la Dottrina della Fede prende in considerazione i diversi tipi di benedizioni che possono essere impartite dal clero al di fuori della liturgia. Il documento sottolinea inoltre che solo coloro che vogliono vivere una vita gradita a Dio e chiedono una benedizione possono essere benedetti liturgicamente. Al contrario, amplia la comprensione della benedizione extraliturgica, che di solito viene impartita a tutte le persone, introducendo la possibilità di “benedire le coppie dello stesso sesso”. È questa possibilità che ha causato una tempesta di reazioni e incomprensioni sulle questioni morali e dottrinali nella Chiesa cattolica riguardo a questo tipo di benedizione.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La ragione è nel fatto che il concetto di “benedizione” è percepito da molti come “permesso”, soprattutto come “permesso di peccare”. Mentre l'intero documento chiarisce che non vi è alcun "permesso" o "benedizione" per la convivenza omosessuale o per qualsiasi vita di peccato, né alcun cambiamento nell'insegnamento tradizionale della Chiesa sul matrimonio, la nozione di benedizione delle coppie dello stesso sesso, o di coppie non regolari, può essere percepita come una legalizzazione di queste relazioni.</div><br /><div style="text-align: justify;">Il documento cerca di sottolineare l'amore sconfinato di Dio per tutte le persone, compresi i peccatori, e a questo proposito intende mostrare che la Chiesa non rifiuta queste persone, vale a dire le persone con tendenze o addirittura la pratica omosessuali. Tuttavia, <b>sembra che il testo non distingua chiaramente tra una persona e la sua situazione, accettando misericordiosamente la persona ma esprimendo riprovazione per il suo peccato.</b> [enfasi aggiunta]</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Allo stesso tempo, il documento si concentra principalmente su due categorie di persone: coloro che vivono relazioni sacramentalmente non regolari (uomini e donne) e le coppie dello stesso sesso. <b>Pertanto, il documento tratta allo stesso modo la situazione delle coppie uomo-donna sacramentalmente non regolamentate e delle coppie omosessuali. Entrambe le situazioni sono in stato di peccato grave, ma dovrebbero essere trattate separatamente. </b>[enfasi aggiunta]</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Vediamo il pericolo di formulazioni ambigue che provocano interpretazioni divergenti tra i fedeli. Ciò che manca nel documento è che il Vangelo chiama i peccatori alla conversione, e senza un invito a lasciare la vita peccaminosa delle coppie omosessuali, la benedizione può sembrare un'approvazione</b>. Tuttavia, sottolineiamo che il documento mette ripetutamente in evidenza che la benedizione delle coppie dello stesso sesso non è in alcun modo una legalizzazione di tale convivenza, e che l'insegnamento della Chiesa cattolica sul sacramento del matrimonio, che è l'unione di un uomo e di una donna, resta invariato.</div><i>
Conferenza dei vescovi cattolici romani dell'Ucraina</i> - <a href="https://rkc.org.ua/blog/2023/12/19/yepyskopat-ukrayiny-nemaye-blagoslovennya-na-zhyttya-u-grisi/" target="_blank">Fonte</a>
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<div>[Traduzione a cura di Chiesa e post-Concilio]<br />
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div></div>
michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-66872668872625784352023-12-20T17:36:00.003+01:002023-12-20T23:27:26.998+01:00I vescovi del Malawi vietano le «benedizioni» delle unioni omosessuali lanciate dal nuovo documento vaticano<div style="text-align: justify;">Anche i vescovi del Malawi intervengono sulla recente Dichiarazione vaticana. Precedenti <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/la-deriva-sempre-piu-drammatica-della.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/larcivescovo-peta-e-il-suo-vescovo.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://roma-perenne.blogspot.com/2023/12/il-vescovo-strickland-esorta-i-vescovi.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/il-vescovo-strickland-esorta-i-vescovi.html" target="_blank">qui</a>. Il testo che segue cita anche gli arcivescovi del Camerun, del Kenya e di Lusaka nonché i vescovi del Ghana.</div><hr /><span style="color: #990000; font-size: medium;">
I vescovi del Malawi vietano le «benedizioni» delle unioni </span><div><span style="color: #990000; font-size: medium;">omosessuali lanciate dal nuovo documento vaticano</span><div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYZlatinXMHhK3qC3shAq333JL7sdRFXU3mt4I7XjhrjlamjSfoMlw0HEN4FiGp2x6zNahwAIPh6i3dPXWk97T5D1NPO-dZskDnW3AT7onf3KBQhemvHLTXcTMZeaItjDT2DuRn86588WDcHGxnRUGoDxURfnQhFymMV545HTn2NhjlJECTQvLp6CCfjwY/s1000/vescovi-malawi-bergoglio-2015-1000x600.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="1000" height="157" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYZlatinXMHhK3qC3shAq333JL7sdRFXU3mt4I7XjhrjlamjSfoMlw0HEN4FiGp2x6zNahwAIPh6i3dPXWk97T5D1NPO-dZskDnW3AT7onf3KBQhemvHLTXcTMZeaItjDT2DuRn86588WDcHGxnRUGoDxURfnQhFymMV545HTn2NhjlJECTQvLp6CCfjwY/w262-h157/vescovi-malawi-bergoglio-2015-1000x600.png" width="262" /></a></div><div style="text-align: justify;">La Conferenza episcopale del Malawi ha emesso una direttiva che vieta la benedizione delle unioni dello stesso sesso sulla scia della confusione su una dichiarazione vaticana che consente le benedizioni «per le coppie dello stesso sesso».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In una dichiarazione ufficiale della conferenza episcopale del Malawi si legge che «per evitare di creare confusione tra i fedeli stabiliamo che, per motivi pastorali, benedizioni di qualsiasi tipo e unioni omosessuali di qualsiasi tipo, non sono consentite in Malawi».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lunedì 18 dicembre Papa Francesco e il cardinale Victor Manuel Fernández hanno emesso la <i>Fiducia Supplicans</i>, che consente «benedizioni per le coppie in situazioni irregolari e per le coppie dello stesso sesso» in contraddizione con l’immutabile insegnamento cattolico secondo cui la Chiesa non può benedire le relazioni peccaminose.<span><a name='more'></a></span></div><br />La Conferenza Episcopale del Malawi scrive che la <i>Fiducia Supplicans</i> «NON riguarda la benedizione delle unioni dello stesso sesso» ma piuttosto la benedizione degli individui «indipendentemente dal loro stato», tuttavia il cardinale Fernandez ha sottolineato nella dichiarazione vaticana che le benedizioni da lui rivolte sono impartite alle relazioni in particolare.
<br /><br /><div style="text-align: justify;">«Nell’orizzonte qui delineato si colloca la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio» scrive il documento pubblicato dal Dicastero per la Dottrina della Fede. «In questi casi, si impartisce una benedizione che non solo ha valore ascendente ma che è anche l’invocazione di una benedizione discendente da parte di Dio stesso su coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il suggerimento di Fernández secondo cui ci sarebbe del «buono» nelle relazioni tra persone dello stesso sesso sfida anche la concezione cattolica che vede tali relazioni come gravemente moralmente peccaminose. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, scrive: «O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10 né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio» (1 Corinzi, 9-10) </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nella prima lettera ai Romani, riguardo all’impurità degli uomini e all’Ira di Dio, è scritto: «Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento» (1 Romani, 26-27).</div><br /><div style="text-align: justify;">Rimane un mistero come Bergoglio e Fernandez pensavano di fare uscire un documento del genere e farlo digerire tranquillamente all’episcopato africano, che, con i fedeli e i relativi Stati, in questi mesi aveva dimostrato un’opposizione feroce alla propaganda LGBT dentro e fuori dalla chiese.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il mese scorso l’arcivescovo del Camerun, fresco della sua partecipazione al Sinodo a Roma, ha definito ciò che non è matrimonio tra uomo e donna come «stregoneria».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tre settimane fa i vescovi del Ghana hanno ringraziato il Parlamento per il disegno di legge a favore della famiglia contro l’agenda LGBT.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Come riportato da Renovatio 21, in una dichiarazione rilasciata ai media lo scorso 20 aprile, l’arcivescovo Martin Musonde Kivuva, presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, aveva chiesto una protezione costituzionale dei «valori culturali» dall’attivismo LGBT.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Cari kenioti, come tutti sapete, abbiamo impugnato la sentenza della Corte Suprema del Kenya del 24 febbraio 2023 che concede alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e <i>queer </i>(LGBTQ) il diritto di formare e registrare associazioni in Kenya per spingere per i loro interessi», si leggeva nella nota.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La posizione del pontefice argentino ha ingenerato problemi al limite dell’incidente diplomatico. Prima della sua visita in Sud Sudan di inizio anno, il governo di Juba aveva fatto sapere per voce del suo ministro dell’Informazione Michael Makuei Lueth che «se Papa Francesco viene da noi e ci dice che non c’è differenza tra il matrimonio tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso, noi diremo “no”».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A fine 2022 la Conferenza Episcopale dello Zambia ha prodotto un comunicato difendendo le leggi anti-sodomia in vigore nel Paese e denunciando il peccato dell’omosessualità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Se non si fa nulla per sensibilizzare la nostra gente», aveva avvertito l’arcivescovo di Lusaka Alick Banda, la cultura LGBT «diventerà una norma accettabile in Zambia, nonostante l’esistenza di leggi che criminalizzano queste attività e peggio ancora sono offensive per i nostri valori culturali e cristiani».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ciò non sembra aver alcun modo intaccato il programma di Bergoglio. Negli ultimi mesi abbiamo visto gli appelli pubblici di Bergoglio contro le leggi anti-sodomia in vigore in vari Stati del continente nero, fatti in coro con la chiesa anglicana, anch’essa alle prese con una rivolta dei vescovi africani riguardo la svolta omosessualista di Canterbury. - <a href="https://www.renovatio21.com/i-vescovi-del-malawi-vietano-le-benedizioni-delle-unioni-omosessuali-lanciate-dal-nuovo-documento-vaticano/?amp=1" target="_blank">Fonte</a></div></div></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-29306115559895131262023-12-20T10:00:00.005+01:002023-12-20T10:13:01.166+01:00Il Vescovo Strickland esorta i vescovi a dire "no" alle "benedizioni" sulle coppie omosessuali<div style="text-align: justify;">Nella nostra traduzione da <a href="https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-bishop-strickland-urges-bishops-to-say-no-to-francis-blessings-of-gay-couples/" target="_blank">LifeSiteNews</a>. In una dichiarazione video esclusiva per LifeSiteNews, il vescovo Joseph Strickland ha invitato tutti i cattolici, e in particolare i vescovi, a respingere le nuove “benedizioni” di Papa Francesco per le coppie omosessuali <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/la-deriva-sempre-piu-drammatica-della.html" target="_blank">qui</a>. Altre posizioni chiare e distinte: Schneider-Peta e Pagliarani: <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/larcivescovo-peta-e-il-suo-vescovo.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/comunicato-del-superiore-generale-della.html" target="_blank">qui</a>.</div><hr /><span style="color: #990000; font-size: medium;">
Il Vescovo Strickland esorta i vescovi a dire "no" </span><div><span style="color: #990000; font-size: medium;">alle "benedizioni" sulle coppie omosessuali</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw1OJU9RRb6s_TzX0oGK5tz1PlYTnRd1d5WXj4APfBBq3ysbmJNUP7EeW6y9pVAAWCW2d1txFfocsr0IMsGHyhIxwPibmbudDrOvA0pzRqqtoQSspnfTx_L6DLZ-eX2B0yPsVNuSM9rX9Z7r2yP-ekzsXK_kygnDLLr0rtjqsP-ydmu9m1Dz8XTSl-5SA/s810/Strickland-vescovi.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="810" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw1OJU9RRb6s_TzX0oGK5tz1PlYTnRd1d5WXj4APfBBq3ysbmJNUP7EeW6y9pVAAWCW2d1txFfocsr0IMsGHyhIxwPibmbudDrOvA0pzRqqtoQSspnfTx_L6DLZ-eX2B0yPsVNuSM9rX9Z7r2yP-ekzsXK_kygnDLLr0rtjqsP-ydmu9m1Dz8XTSl-5SA/w264-h163/Strickland-vescovi.jpg" width="264" /></a></div>Il vescovo di Tyler, Texas, recentemente rimosso, Sua Eccellenza Joseph Strickland, invita i vescovi cattolici a resistere al <i>Fiducia Supplicans</i>, un documento pubblicato oggi [il 18 dicembre -ndT] da Papa Francesco insieme al cardinale sinistroide Victor Manuel Fernández che ammette le benedizioni delle coppie omosessuali.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nelle osservazioni condivise in eclusiva con LifeSiteNews attraverso un video, il vescovo Strickland ha incoraggiato “<i>i miei fratelli vescovi a unirci tutti con una voce di forza e gioia nel Signore in questi ultimi giorni di Avvento e a dire “no” a quest'ultimo documento</i>”.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"C'è semplicemente bisogno che siamo una voce unita nel dire 'no', non daremo riscontro a questo", ha affermato Strickland. “Non lo incorporeremo nella vita della Chiesa perché dobbiamo semplicemente dire 'no'. E deve essere una voce concorde”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Strickland è stato rimosso senza troppe cerimonie dal suo incarico di ordinario di Tyler l'11 novembre dopo aver rifiutato la richiesta di dimissioni di Papa Francesco [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/11/bergoglio-rimuove-personalmente-il.html" target="_blank">qui</a>]. La sua nomina risaliva al 2012. La decisione di Francesco ha suscitato una massiccia protesta da parte dei cattolici non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo a causa della reputazione di Strickland di essere uno schietto difensore dell'insegnamento della Chiesa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>Fiducia Supplicans </i>è stata annunciata dal sacerdote dissidente e pro-LGBT p. James Martin così come dai principali media. “La dichiarazione apre la porta a benedizioni non liturgiche per le coppie dello stesso sesso, qualcosa che in precedenza era vietato a vescovi, sacerdoti e diaconi”, ha affermato oggi Martin entusiasticamente in un post su X. “Insieme a molti sacerdoti, ora sarò felice di benedire i miei amici nelle unioni dello stesso sesso”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Allo stesso tempo, il documento è stato duramente criticato dai cattolici fedeli al perenne magistero della Chiesa, che condanna con forza le “benedizioni” per le “unioni” omosessuali.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Come riportato da LifeSite all'inizio di questo mese, al vescovo Strickland è stato vietato di celebrare la messa nella diocesi di Tyler. Egli nell'ultimo mese ha mantenuto un basso profilo pubblico. Nel videomessaggio di oggi ha affermato che sarebbe opportuno “chiedere un chiarimento sui veri insegnamenti della nostra fede cattolica”. Presumibilmente sta suggerendo che al papa dovrebbe essere rivolto un <i>dubium</i>, affermando: “Nella storia, con il tipo di problemi che ci troviamo ad affrontare, un papa dovrebbe convocare un concilio”. “È improbabile che ciò accada ora; ma, per affrontare la confusione e le questioni che sorgono continuamente per conoscere la verità di Gesù Cristo che è immutabile, abbiamo bisogno di una voce concorde, qualcosa come un concilio”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fernández è stato nominato a luglio Prefetto della Congregazione (ora Dicastero) per la Dottrina della Fede [qui]. A settembre venne elevato al cardinalato [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/07/bergoglio-nomina-prefetto-della.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/07/bergoglio-e-tucho-fernandez-analisi-di.html" target="_blank">qui</a>]. In precedenza aveva scritto un libro erotico nel 1995 intitolato Guariscimi con la bocca: l'arte di baciare [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/08/mons-fernandez-toucho-il-papa-ha.html" target="_blank">qui</a>]. Il corrispondente vaticano di LifeSite, Michael Haynes, ha intervistato Fernández, originario dell'Argentina, in ottobre sulla sua apertura alle benedizioni per le coppie dello stesso sesso, per le quali ha espresso sostegno in più occasioni. (Vedi quanto ripreso di seguito -dT).</div></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzUVN3DiK0QljVwi_KZjUR79uOWCBsEGsIV5gVGdUZ24Y3j6d-1BfrEyoUdmbdEwO5LAhWrZsnM0AHjI2SjYtPf17IM27lhfStc2LGxmGcjqm_EGQ6_GDKaiQ2ImjGfWYSWBF6QsayNgKG-204JqlH5pouwAmkRzbf1Ov6-2Fdi2PhR_XVX1Fq5UMTfuw/s459/Tucho-Lifesite.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="459" data-original-width="447" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzUVN3DiK0QljVwi_KZjUR79uOWCBsEGsIV5gVGdUZ24Y3j6d-1BfrEyoUdmbdEwO5LAhWrZsnM0AHjI2SjYtPf17IM27lhfStc2LGxmGcjqm_EGQ6_GDKaiQ2ImjGfWYSWBF6QsayNgKG-204JqlH5pouwAmkRzbf1Ov6-2Fdi2PhR_XVX1Fq5UMTfuw/w240-h246/Tucho-Lifesite.jpg" width="240" /></a></div><div style="text-align: justify;">CITTÀ DEL VATICANO ( <a href="https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-cardinal-fernandez-says-blessings-are-for-every-person-in-every-situation/" target="_blank">LifeSiteNews</a> ) –– Intervistato da LifeSiteNews, il neo-cardinale Victor Fernández ha espresso posizione sulle benedizioni per persone dello stesso sesso. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">[...] Il cardinale in un primo momento ha minimizzato la possibilità di benedizioni per persone dello stesso sesso, se tale istanza potesse causare confusione con il matrimonio. Ma ha continuato dicendo che una “benedizione non è un sacramento” e non dovrebbe avere le stesse “condizioni” di un sacramento.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> Alla luce di ciò, Fernández ha affermato che la benedizione è un “segno di pastorale” che può essere donato “a ogni popolo e in ogni situazione”.
<div>_______________________________</div>
<div>[Traduzione a cura di Chiesa e post-Concilio]<br />
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div></div>
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-74738704968489365732023-12-20T09:30:00.009+01:002023-12-20T10:19:59.790+01:00Comunicato del Superiore Generale della FSSPX su 'Fiducia supplicans'Un'altra voce chiara e ferma sulla recente Dichiaraione vaticana. Precedenti <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/la-deriva-sempre-piu-drammatica-della.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/larcivescovo-peta-e-il-suo-vescovo.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://roma-perenne.blogspot.com/2023/12/il-vescovo-strickland-esorta-i-vescovi.html" target="_blank">qui</a>.<hr />
<span style="color: #990000; font-size: large;">
Comunicato del Superiore <br />Generale della FSSPX </span><br /><i><span style="font-size: medium;">
Distretto d'Italia </span></i><br />
19 Dicembre 2023
<br /><br /><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk3IOIFVEdPoFtzaPk6HrTyVpjkwsThOXuY93rJBKlrGBTgdQ7MY-2MlZl6SKLvcUEpFS7BkuPUwqR3zhhHotdYrPYECgRoG6KKCV0f_Z3cTlb2x4R0XhB8fF3y9N5yxTWX1BM8fYdyA4Mh6dzj5IdIAPMg90hJnB4wK4JwBvED45-1dQsK3C7dSUfIBY/s800/pagliarani_menzingen.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="174" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk3IOIFVEdPoFtzaPk6HrTyVpjkwsThOXuY93rJBKlrGBTgdQ7MY-2MlZl6SKLvcUEpFS7BkuPUwqR3zhhHotdYrPYECgRoG6KKCV0f_Z3cTlb2x4R0XhB8fF3y9N5yxTWX1BM8fYdyA4Mh6dzj5IdIAPMg90hJnB4wK4JwBvED45-1dQsK3C7dSUfIBY/w310-h174/pagliarani_menzingen.jpg" width="310" /></a></div>Chi mi ama osserva - e fa osservare - i miei comandamenti
La Dichiarazione <i>Fiducia supplicans</i> del Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede sulla questione delle benedizioni alle “coppie irregolari e coppie dello stesso sesso” ci lascia sgomenti. Tanto più che questo documento è stato firmato dal Papa stesso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sebbene sostenga di evitare qualsiasi confusione tra la benedizione di queste unioni illegittime e quella del matrimonio tra un uomo e una donna, questa dichiarazione non evita né la confusione né lo scandalo: non solo insegna che un ministro della Chiesa può invocare la benedizione di Dio su delle unioni immorali, ma così facendo incoraggia di fatto queste situazioni peccaminose.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La richiesta di tale “benedizione” consisterebbe semplicemente nel chiedere per queste persone, in un contesto non liturgico, che “tutto ciò che è vero, buono e umanamente valido nella loro vita e nelle loro relazioni sia investito, guarito ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma indurre coloro che vivono in un'unione fondamentalmente immorale a credere che essa possa essere positiva e portatrice di valori, rappresenta il peggiore degli inganni e la più grave mancanza di carità nei confronti di anime fuorviate. È sbagliato immaginare che ci sia qualcosa di buono in una situazione pubblica di peccato, ed è sbagliato sostenere che Dio possa benedire le coppie che vivono in una tale situazione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Senza dubbio, ogni persona può essere aiutata dalla misericordia previdente di Dio e scoprire con fiducia di essere chiamata alla conversione per ricevere la salvezza che Dio offre. La Chiesa non rifiuta mai una benedizione ai peccatori che la chiedono legittimamente, ma la benedizione non ha altro scopo che aiutare l'anima a vincere il peccato e a vivere in stato di grazia.</div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Santa Chiesa può quindi benedire qualsiasi individuo, anche un pagano. Ma non può mai, in alcun modo, benedire un'unione che è di per sé immorale, con il pretesto di incoraggiare ciò che è buono in essa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando si benedice una coppia, non si benedicono individui isolati: si benedice necessariamente la relazione che li unisce. Non si può redimere una realtà è intrinsecamente fuorviata e scandalosa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Incoraggiare pastoralmente tali benedizioni porta inesorabilmente, nella pratica, all'accettazione sistematica di situazioni che sono incompatibili con la legge morale, nonostante qualunque dichiarazione contraria.</div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Purtroppo, questo è in linea con alcune affermazioni di Papa Francesco, che definisce “superficiale e ingenuo” l'atteggiamento di coloro che costringono le persone a “comportamenti per i quali non sono ancora mature, o di cui non sono capaci” [1].</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo tipo di pensiero, che non crede più nel potere della grazia e svuota la croce del suo significato, non aiuta nessuno ad abbandonare una vita di peccato. Sostituisce il vero perdono e la vera misericordia con un'amnistia tristemente impotente. E non fa che accelerare la perdita delle anime e la distruzione della morale cattolica.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il linguaggio contorto e i travestimenti sofistici del documento del Dicastero per la Dottrina della Fede non possono nascondere la realtà elementare e ovvia di queste benedizioni: esse non faranno altro che confermare queste unioni nella loro situazione intrinsecamente peccaminosa, e incoraggiare altri a seguirle. Non sarà altro che un surrogato del matrimonio cattolico.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In definitiva, tutto questo mostra una profonda mancanza di fede nel soprannaturale, nella grazia di Dio e nel potere della croce per vivere nella virtù, nella purezza e nella carità, in conformità alla volontà di Dio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si tratta di uno spirito naturalistico e disfattista che si allinea vilmente allo spirito del mondo, nemico di Dio. È un'ulteriore resa e sottomissione al mondo da parte della gerarchia liberale e modernista, che a partire dal Concilio Vaticano II è al servizio della Rivoluzione dentro e fuori la Chiesa.</div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che la Beata Vergine Maria, custode della fede e della santità, venga in aiuto della Santa Chiesa. Che protegga soprattutto coloro che sono maggiormente esposti a questo caos: i fanciulli, obbligati a crescere in una nuova Babilonia, senza punti di riferimento e senza più una guida che ricordi la legge morale.</div>
Don Davide Pagliarani, <br />
Superiore Generale<br />
Menzingen, 19 dicembre 2023
<br />
________________<br />
[1] Papa Francesco, Colloquio con i Gesuiti a Lisbona, 5 agosto 2023. <div>(Fonte : MG - <a href="https://fsspx.it/it/news-events/news/comunicato-del-superiore-generale-della-fsspx-87557" target="_blank">FSSPX.Actualités</a>)
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-32966774457861031532023-12-20T08:46:00.008+01:002023-12-20T10:21:50.205+01:00L'Arcivescovo Peta e il suo vescovo ausiliare Schneider vietano ai sacerdoti di "dare qualsiasi forma di benedizione" sulle coppie dello stesso sesso in risposta alla nuova dichiarazione del Vaticano<div style="text-align: justify;">Un'iniziativa concreta ed esemplare. L'Arcivescovo Peta e il suo vescovo ausiliare Schneider, in una dichiarazione rilasciata in relazione al nuovo documento <i>Fiducia Supplicans</i>, hanno severamente vietato ai sacerdoti e ai fedeli di ricevere o dare qualsiasi forma di benedizione alle coppie con status canonico non regolare e alle coppie dello stesso sesso. Riporto di seguito la nostra traduzione dall'inglese della dichiarazione ufficiale, firmata dai due prelati, pubblicata sul sito web del <a href="https://catholicherald.co.uk/archbishop-prohibits-priests-from-performing-any-form-of-blessing-of-same-sex-couples-in-response-to-new-vatican-declaration/" target="_blank">Catholic Herald</a>, da questo ripresa dal testo originale russo. Altre posizioni chiare e distinte <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/comunicato-del-superiore-generale-della.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://roma-perenne.blogspot.com/2023/12/il-vescovo-strickland-esorta-i-vescovi.html" target="_blank">qui</a>.</div><hr /><span style="color: #cc0000; font-size: medium;">
Dichiarazione dell'Arcidiocesi di Santa Maria in Astana riguardo alla Dichiarazione </span><div><span style="color: #cc0000; font-size: medium;"><i>Fiducia supplicans</i>, pubblicata dal Dicastero della Dottrina della Fede </span></div><div><span style="color: #cc0000; font-size: medium;">e approvata da Papa Francesco il 18 dicembre 2023<br /></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_xckabKYdpeYv6NyAjXXyhF4x2_wrgrnkTTDYkbAGOw23IvIo5cYcEwkQyik8ac_gWhW99OL7k1ri5lDW_HFltqVhkFc0V-FCywjBR-beKwKngGBwKfxu2kwHPUUaLPgj4XkIPL76I1IgKO4Vwr3n6QFQPBT7xP1qPn9YXBFoobsJ8aRpQFOksNcMd6M/s610/schneider-Fiducia.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="456" data-original-width="610" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_xckabKYdpeYv6NyAjXXyhF4x2_wrgrnkTTDYkbAGOw23IvIo5cYcEwkQyik8ac_gWhW99OL7k1ri5lDW_HFltqVhkFc0V-FCywjBR-beKwKngGBwKfxu2kwHPUUaLPgj4XkIPL76I1IgKO4Vwr3n6QFQPBT7xP1qPn9YXBFoobsJ8aRpQFOksNcMd6M/s320/schneider-Fiducia.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Lo scopo manifesto della Dichiarazione della Santa Sede, <i>Fiducia supplicans</i>, è quello di consentire “la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso”. Allo stesso tempo, il documento insiste affinché tali benedizioni vengano eseguite “senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l'insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il fatto che il documento non dia il permesso al “matrimonio” di coppie dello stesso sesso non dovrebbe accecare pastori e fedeli di fronte al grande inganno e al male che risiede nel permesso stesso di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso. Una tale benedizione contraddice direttamente e seriamente la Divina Rivelazione e la dottrina e la pratica ininterrotta e bimillenaria della Chiesa Cattolica. Benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie dello stesso sesso è un grave abuso del Santissimo Nome di Dio, poiché tale nome è invocato su un'unione oggettivamente peccaminosa di adulterio o di pratica omosessuale.<span><a name='more'></a></span></div><br /><div style="text-align: justify;">Pertanto, nessuna delle affermazioni contenute in questa Dichiarazione della Santa Sede, nemmeno la più bella, può minimizzare le conseguenze distruttive e di vasta portata derivanti da questo sforzo di legittimare tali benedizioni. Con esse, la Chiesa cattolica diventa, se non in teoria, almeno in pratica, una propagandista dell’“ideologia del <i>gender</i>” globalista ed empia.</div><br /><div style="text-align: justify;">Come successori degli Apostoli, e fedeli al nostro solenne giuramento, al momento della nostra consacrazione episcopale, “di conservare il deposito della fede nella purezza e nell'integrità, secondo la tradizione sempre e ovunque osservata nella Chiesa fin dai tempi degli Apostoli”, esortiamo e vietiamo ai sacerdoti e ai fedeli dell'Arcidiocesi di Santa Maria in Astana di accettare o compiere qualsiasi forma di benedizione delle coppie in situazione irregolare e delle coppie dello stesso sesso. Inutile dire che ogni peccatore sinceramente pentito, con la ferma intenzione di non peccare più e di porre fine alla sua situazione peccaminosa pubblica (come, ad esempio, convivenza al di fuori di un matrimonio canonicamente valido, unione tra persone dello stesso sesso) può ricevere una benedizione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con sincero amore fraterno, e con il dovuto rispetto, ci rivolgiamo a Papa Francesco, il quale – consentendo la benedizione delle coppie in situazione irregolare e delle coppie dello stesso sesso – “non cammina rettamente secondo la verità del Vangelo” (cfr Gal. 2,14), per riprendere le parole con cui san Paolo apostolo, in Antiochia, ammoniva pubblicamente il primo Papa. Pertanto, nello spirito della collegialità episcopale, chiediamo a Papa Francesco di revocare il permesso di benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie dello stesso sesso, affinché la Chiesa cattolica possa risplendere chiaramente come “colonna e fondamento della verità” (1 Tm 3,15) per tutti coloro che cercano sinceramente di conoscere la volontà di Dio e, compiendola, di raggiungere la vita eterna.</div>
Astana, 19 dicembre 2023<br />
+ <i>Tomash Peta, Arcivescovo Metropolita dell'Arcidiocesi di Santa Maria ad Astana</i><br />
+ <i>Athanasius Schneider, vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Santa Maria ad Astana</i><br /></div>
<div>
_______________________________</div>
<div>[Traduzione a cura di Chiesa e post-Concilio]<br />
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-88587225376031250792023-12-20T06:30:00.000+01:002023-12-20T06:30:00.140+01:00Valore "magisteriale" del Concilio Ecumenico Vaticano II<div style="text-align: justify;">Ferve da tempo, con maggiore apertura e condivisione negli ultimi anni, il dibattito teologico intorno ai documenti del Concilio Vaticano II, alla loro redazione, alla loro interpretazione, alla loro ricezione nella vita della Chiesa; le discussioni intorno a questa pagina della storia della Chiesa si pongono su posizioni diverse, a volte purtroppo anche ideologiche, rendendo sterile il dibattito e vanificando il confronto tra studiosi. Tuttavia, oggi, l’amore della Verità e della Chiesa spinge ad un rinnovato impegno e ad una franchezza d’espressione che hanno qualcosa di evangelico. Tra i molti documenti posti via via a fondamento delle nostre riflessioni e approfondimenti inserisco lo scritto che segue del mio indimenticabile maestro, mons. Brunero Gheradini, sul valore magisteriale del Concilio Vaticano II. In nota trovate il richiamo ad alcune sue opere con i rispettivi link</div><hr /><span style="color: #990000; font-size: large;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6lxdAhPWf7PG-FYGtuRGGEOJ5JFDF5Pp-BcRQVNdGUnYKZBif-KaC7XIk-NG_ECMIIzwA4dB0CbOHXK6H0mwEaSOT1rvz7heGNXH6UIWMAf_ZHSX9BBKBuOiBmrzP3ue1LCOFpt5-99o_iYEFIifk4yk40gm0QRYIf66SMAMkmLxzgUJlD1KEubcgo3s/s300/Gherardini.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="300" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6lxdAhPWf7PG-FYGtuRGGEOJ5JFDF5Pp-BcRQVNdGUnYKZBif-KaC7XIk-NG_ECMIIzwA4dB0CbOHXK6H0mwEaSOT1rvz7heGNXH6UIWMAf_ZHSX9BBKBuOiBmrzP3ue1LCOFpt5-99o_iYEFIifk4yk40gm0QRYIf66SMAMkmLxzgUJlD1KEubcgo3s/w237-h137/Gherardini.jpg" width="237" /></a></div>Valore "magisteriale" </span><div><span style="color: #990000; font-size: large;">del Concilio Ecumenico Vaticano II</span><br />
di <i>Brunero Gherardini</i><br /><br /><div style="text-align: justify;">M'è stato chiesto se il Concilio Ecumenico Vaticano II abbia valore magisteriale. La domanda è mal posta.</div><div style="text-align: justify;">Un Concilio – qualunque sia la sua indole ed a qualunque finalità o necessità contingente intenda rispondere – è sempre Supremo Magistero della Chiesa. Il più solenne, al livello più alto. Sotto questo profilo e prescindendo dalla materia presa in esame, ogni suo pronunciamento è sempre magisteriale. E magisteriale nel senso più proprio e più nobile del termine.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ciò non significa che sia in assoluto vincolante. Dogmaticamente, intendo, e sul piano dei comportamenti etici. Magisteriale, infatti, non necessariamente allude al dogma o all'ambito della dottrina morale, limitandosi a qualificare un asserto o un documento o una serie di documenti provenienti dal Magistero, supremo o no. Ho escluso che sia vincolante in assoluto, perché non in assoluto lo è sempre. Il fatto stesso che anche una semplice esortazione provenga da una cattedra di tale e tanta autorevolezza, crea certamente un vincolo. Non quello che esige l'assenso incondizionato di tutti (vescovi, preti, popolo di Dio) e ne impegna la fede; ma quello che a tutti richiede un religioso ossequio interno ed esterno.<span><a name='more'></a></span></div><br /><div style="text-align: justify;">Perché insorga l'esigenza dell'assenso incondizionato e della sua traduzione in comportamenti coerenti occorre che intervengano alcune circostanze, mancando le quali un pronunciamento conciliare, indubbiamente magisteriale, resta privo della capacità giuridica e morale di vincolare la libertà della Chiesa e dei suoi singoli membri. Nel tal caso, ovviamente, la richiesta dell'attenzione, dell'ossequio, del rispetto non solo in pubblico ma anche in privato, tocca la responsabilità d'ogni singolo cristiano-cattolico.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quali sian le dette circostanze, è risaputo da tutti, immagino anche da coloro che non ne tengono conto. Poiché non vorrei che qualcuno le considerasse idee mie, le prendo dalle labbra d'una personalità non discutibile sia per i meriti ad essa universalmente riconosciuti, sia per l'ufficio ricoperto e per il compito che stava allora svolgendo, quando le manifestò pubblicamente ed ufficialmente: 16 nov. 1964, in pieno svolgimento del Vaticano II ed a chiarimento del suo valore conciliare. In risposta a reiterate domande, il Segretario del Concilio, S. E. Rev.ma Mons. Pericle Felici disse che "il testo dovrà sempre interpretarsi alla luce delle regole generali, da tutti conosciute". Secondo tali regole, tutta la Chiesa senz'eccezioni "è tenuta a professare le cose riguardanti la fede ed i costumi che il Concilio abbia apertamente dichiarato". Trattandosi però d'un Concilio pastorale, senz'escludere ch'esso potesse riesumare qualche enunciato dogmatico tra quelli da altri Concili ed in altre circostanze definiti, l'Ecc.mo Mons. Felici precisò che anche gl'indirizzi pastorali son dal Vaticano II proposti "come dottrina del Magistero Supremo della Chiesa" ed in quanto tali essi "vanno accettati ed abbracciati in conformità alla mente dello stesso Santo Sinodo; la quale mente, secondo le norme dell'ermeneutica teologica, è resa manifesta sia dalla dottrina trattata, sia dal tenore dell'espressione usata"[1].</div><br /><div style="text-align: justify;">Come si vede, per indicare quale e di che natura fosse il valore stringente del Vaticano II, il Segretario del Concilio fece appello a diversi fattori. Parlando della sua pastoralità, richiamò:</div><ul type="circle">
<li style="text-align: justify;">i limiti imposti al Concilio da Giovanni XXIII, in apertura del medesimo: non la condanna degli errori né la formulazione di nuovi dogmi, ma l'adeguamento della verità rivelata "al mondo contemporaneo, alla sua mentalità e cultura"[2];</li>
<li style="text-align: justify;">l'ermeneutica teologica, vale a dire l'analisi dei problemi emergenti, alla luce del dato rivelato e della Tradizione ecclesiastica;</li>
<li>il tenore delle espressioni usate.</li></ul><div style="text-align: justify;">Le prime due condizioni non abbisognan di molte spiegazioni; la terza si riferisce a moduli tecnici dai quali trasparisce l'intento o di dogmatizzare o più semplicemente d'esortare. E' da notare che un dogma insorge non perché un Concilio (anche il Vaticano II fece altrettanto) ricorre a moduli come questi: "<i>Haec Sancta Synodus docet... Nos docemus et declaramus... definimus</i>", o simili, ma perché il contenuto dottrinale d'un intero capitolo o dei suoi articoli vien sintetizzato in un "canone" che affermi il dogma e condanni l'errore contrario. Il tenore dell'espressione verbale è dunque formalmente decisivo. Si può serenamente asserire che un Concilio è o no dogmatico soprattutto in base alla sua "<i>voluntas definiendi</i>", chiaramente manifestata attraverso il suddetto tenore.</div><br /><div style="text-align: justify;">Il Vaticano II mai manifestò tale "<i>voluntas</i>", come si rileva facilmente dal tenore dei suoi moduli e delle sue formulazioni: mai un "canone", mai una condanna, mai una nuova definizione, ma, tutt'al più, il richiamo a qualche definizione del passato. La conclusione che se ne trae è ovvia: si tratta d'un Concilio che, per principio, escluse la formulazione di nuove dottrine dogmatiche; queste, se pure di per sé non dogmatiche, avrebbero potuto assurgere a valore di dogma solo se la materia fosse stata definita in altri Concili ed ora riesumata. In ogni altro caso, le eventuali novità non son che tentativi di rispondere alle istanze del momento e sarebbe teologicamente scorretto, anzi privo d'effetti, l'innalzarle a validità dogmatica senza il supporto dell'accennata "voluntas definiendi". Ne consegue che un siffatto innalzamento equivarrebbe ad una forzatura del Vaticano II, il cui insegnamento potrà dirsi infallibile ed irreformabile solo là dove è un insegnamento precedentemente definito.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In base ai principi ermeneutici di S. E. Mons Felici, ciò non comporta per nessuno – né per un vescovo, né per un prete o un teologo, né per il popolo di Dio – la libertà di "snobbare" gl'insegnamenti del Vaticano II. Provenendo essi dal Supremo Magistero, godono tutti d'una non comune dignità ed autorevolezza. Nessuno potrà impedire allo studioso di verificarne il fondamento – lo esige anzi l'invocata ermeneutica teologica – ma nessuno dovrebbe mai osare di negar loro religiosa attenzione interna ed esterna.</div><br /><div style="text-align: justify;">C'è tuttavia un "ma" ed un "se". Facciamo l'ipotesi che in qualcuno dei sedici documenti del Vaticano II, o addirittura in tutti, si rilevino errori. In astratto, è possibile: si è sempre discusso se un Concilio possa venir meno alle sue dichiarate intenzioni e finalità, o se possa addirittura cader in eresia. Il mio sommesso parere è che ciò non sia da escludere, attesa la fragilità o la malizia del cuore umano; ritengo tuttavia che, ove ciò si verificasse, un Concilio cesserebbe d'esser tale. Quanto al Vaticano II, da circa cinquant'anni l'attenzione critica s'è come assopita dinanzi ad esso, soffocata dal continuo osanna che l'ha circondato. Eppure i problemi non mancano, ed estremamente seri. Non parlo ovviamente d'eresia, ma di spunti dottrinali non in linea con la Tradizione di sempre e quindi non facilmente riconducibili al "<i>quod semper, quod ubique, quod ab omnibus</i>" del Lerinense, mancando a tali spunti la continuità dell' "eodem sensu eademque sententia" del suo "<i>Commonitorium</i>". Per esempio, un "<i>subsistit in</i>" non può esser accolto a cuor leggero, se non si dimostri, attraverso la ricerca e la discussione critica - intendo ad alto livello scientifico - che tutto sommato può esser interpretato in maniera ortodossa: il che, a mio avviso, dovrebbe escludere il decantato allargamento della "cattolicità" e della capacità salvifica alle denominazioni cristiane non cattoliche. Se poi si consideri la "<i>Dignitatis hnumanae</i>" come l'antisillabo rispetto al famoso documento del beato Pio IX (1864), la continuità con la Tradizione viene infranta ancor prima di porne il problema. Ed infine, se si dichiara tradizionale la dottrina dei due titolari della suprema piena ed universale potestà di governo nella Chiesa – il Papa e il Collegio dei vescovi, con il Papa e sotto il Papa, mai senza né sopra – giustificandola con "la relazione reale inadeguata", s'afferma un nonsenso ancor prima d'un errore storico e teologico.</div><br /><div style="text-align: justify;">C'è poi da tener presente un'altra circostanza, in base alla quale il valore dei documenti, pur se tutti conciliari e quindi magisteriali, non è sempre il medesimo: altro è una Costituzione, altro un Decreto ed altro ancora una Dichiarazione. C'è una validità decrescente da documento a documento. Ed anche se risultasse con ogni evidenza un eventuale errore del Vaticano II, la sua gravità varierebbe in base alla sua collocazione in una delle tre diverse tipologie di documenti.</div><br />
Riassumendo, dunque, direi:
<ul type="circle">
<li style="text-align: justify;">il Concilio Ecumenico Vaticano II è indubbiamente magisteriale;
altrettanto indubbiamente non è dogmatico, bensì pastorale essendosi sempre come tale presentato;</li>
<li style="text-align: justify;">le sue dottrine son infallibili ed irreformabili solo se e là dove son desunte da pronunciamenti dogmatici;</li>
<li style="text-align: justify;">quelle che non godono di supporti tradizionali costituiscono, nel loro complesso, un insegnamento autenticamente conciliare e quindi magisteriale, se pur non dogmatico, ingenerando così l'obbligo non della fede, ma d'un'accoglienza attenta e rispettosa, nella linea d'una leale e riverente adesione;</li>
<li style="text-align: justify;">quelle, infine, la cui novità appare o inconciliabile con la Tradizione, o ad essa contrapposta, potranno e dovranno esser seriamente sottoposte ad esame critico sulla base della più rigorosa ermeneutica teologica.</li></ul>
Salvo ovviamente "<i>meliore iudicio</i>".<br />
_________________________<br />
[1] <i>Sacrosanctum Oecumenicum Concilium Vaticanum II, Constitutiones, Decreta, Declarationes</i>, Poliglotta Vaticana 1966, p. 214-215.<br />
[2] Ibid. p. 865-866<br />
....................................................<br /><div style="text-align: justify;"><i>Mons. Brunero Gherardini</i>, l'ultimo grande teologo della cosiddetta <i>Scuola Romana</i> è l'erede di una tradizione teologica che ha illustrato l’Urbe con nomi d’eccezione quali furono, a mero titolo d’esempio, i suoi maestri e poi colleghi Antonio Piolanti e Pietro Parente.</div>
<div style="text-align: justify;">Nato nel 1925, ordinato sacerdote nel 1948, ha insegnato per anni alla Pontificia Università Lateranense, divenendone Decano della Facoltà di Teologia. Canonico di S. Pietro in Vaticano fin dal 1994, dirige la nota rivista di studi teologici “<i>Divinitas</i>” dal 2000; autore di circa ottanta volumi e di innumerevoli articoli su riviste specialistiche, si è sempre distinto, duce S. Tommaso, per la chiarezza dell’esposizione e per la limpidezza delle sue tesi e dei suoi studi coraggiosi. Recentissima è la sua documentata pubblicazione sul dialogo interreligioso dal titolo “<i>Quale accordo fra Cristo e Beliar?</i>”, per i tipi di Fede e Cultura. Più recentemente, ha arricchito il dibattito sul Concilio di due autorevoli opere: "<i>Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare</i>" [<a href="http://www.internetica.it/neocatecumenali/Gherardini-concilio.htm" target="_blank">qui</a>], Casa Mariana Editrice, Frigento 2009 e "<i>Quod et tradidi vobis" - La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa</i>" [<a href="http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2010/07/ho-avuto-la-gioia-e-il-privilegio-di.html" target="_blank">qui</a>], uscito sulla Rivista <i>Divinitas</i> ed ora pubblicato dala Casa Mariana Editrice, Frigento 2010. Si sono poi aggiunti altri due testi: "<i>Quaecumque dixero vobis</i>" e "<i>Il discorso mancato</i>", Editi dalla Lindau, 2010 [<a href="http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2011/03/due-nuovi-testi-di-mons-brunero.html" target="_blank">qui</a>]</div></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-77163009772396468462023-12-19T11:30:00.054+01:002023-12-19T22:07:56.251+01:00Jihad contro le chiese in Francia<div style="text-align: justify;">Introduco l'articolo che segue non con considerazioni , peraltro ovvie e più volte ribadite, ma con un fatto di cronaca: "A pochi giorni dal Santo Natale! Un atto criminale che dovrà pagare di tasca propria! Non ignoriamo quest’ennesimo gesto folle contro i nostri simboli cristiani! Gli euroimbecilli che vorrebbero cancellare il termine NATALE per non offendere gli islamici la smettano di fare finta di niente! Difendiamo le nostra radici, i nostri valori, le nostre tradizioni! [<a href="https://www.youtube.com/watch?v=ZopkSTmUjK4" target="_blank">vedi</a>]. Qui <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/01/indice-dei-principali-articoli.html" target="_blank">l'indice</a> degli articoli sul filoislamismo. Precedente interessante <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/02/eric-zemmour-lultima-possibilita-di.html" target="_blank">qui</a>.</div><hr />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWd13ihBBxw7bym_b0Xy71jW_wOTuZlfqu_-jULlt6uINmFJa2eqA3nU4Oj7P4s3DSpbEymawKbCMGFqVTKLrNU9VBwLptDVbnUbmlViXRwYuOpt8xndQoJ4205HKRQYehDtrDzX_yi4JgAngPRkwLoFgVKCtEZ_GITUNOFneh5r42b6HqquzoUjWJTP8/s1024/chiesa-Francia.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="767" data-original-width="1024" height="189" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWd13ihBBxw7bym_b0Xy71jW_wOTuZlfqu_-jULlt6uINmFJa2eqA3nU4Oj7P4s3DSpbEymawKbCMGFqVTKLrNU9VBwLptDVbnUbmlViXRwYuOpt8xndQoJ4205HKRQYehDtrDzX_yi4JgAngPRkwLoFgVKCtEZ_GITUNOFneh5r42b6HqquzoUjWJTP8/w252-h189/chiesa-Francia.jpg" width="252" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nel luglio 2023, i musulmani hanno dato alle fiamme <br />la chiesa di Saint-Georges De La Haye del XII secolo,<br /> a Descartes, in Francia. (Fonte dell'immagine: <br />Joël Thibault/Wikimedia Commons)</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">Le chiese cristiane sono sotto attacco in tutta l'Europa occidentale, con episodi più recenti registrati in Austria, Germania, Italia e in Svezia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nessun Paese occidentale, tuttavia, subisce così tanti attacchi alle proprie chiese quanto la Francia, un tempo denominata "la figlia primogenita della Chiesa".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La giornalista investigativa Amy Mek twittava così il 1° luglio scorso:</div><blockquote style="text-align: justify;">"Gli attacchi alle chiese sono la normalità in Francia: due chiese al giorno vengono vandalizzate, bruciate, demolite e abbandonate a se stesse, e i loro fedeli vengono sacrificati sull'altare della correttezza politica. I sacerdoti sono costantemente minacciati. Quand'è che i politici francesi che si occupano delle frontiere aperte saranno ritenuti responsabili?"</blockquote><div style="text-align: justify;">Questo interrogativo identifica accidentalmente i colpevoli, ossia gli immigrati provenienti dal mondo musulmano, dove gli attacchi alle chiese non sono anomali.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel luglio scorso, ad esempio, i musulmani hanno attaccato e profanato diversi edifici ecclesiastici francesi, rompendo le porte e le finestre di una chiesa e dipingendo con bombolette spray sui suoi muri graffiti contro Gesù e pro-Maometto. Gli uomini hanno anche dato alle fiamme almeno due chiese storiche, una del XVI secolo, a Drosnay e l'altra del XII secolo, a Saint-Georges De La Haye-Descartes, dopo che erano scoppiate delle proteste in tutto il Paese a causa dell'uccisione il 27 giugno da parte della polizia di Nahel Merzouk, un criminale musulmano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non solo le autorità francesi si sono limitate a sostenere che queste due chiese storiche "hanno preso fuoco, probabilmente a causa di un temporale", ma hanno anche ribadito che è stato l'omicidio della polizia ad aver spinto i musulmani altrimenti pacifici alle rivolte urbane.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se così fosse, cosa si dovrebbe dire del fatto che da decenni i musulmani attaccano le chiese francesi? Qui di seguito, un elenco di recenti episodi avvenuti prima dell'uccisione di Merzouk.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">26 giugno: La chiesa di Saint-Lazare, che si trova vicino a un'altra chiesa pesantemente vandalizzata dai musulmani il 5 luglio, è stata fatta oggetto di atti vandalici e di furti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">20 giugno: Una "banda di studenti universitari" ha fatto irruzione nella chiesa di Saint-Roch, a Nizza, si è aspersa in modo beffardo con l'acqua santa e ha iniziato a gridare "<i>Allahu Akbar</i>!", che "si sente regolarmente durante gli attacchi islamisti", osserva il report. Il primo vicesindaco di Nizza, Anthony Borré, ha risposto con una lettera ai suoi superiori, verosimilmente indifferenti, esortandoli a prendere sul serio la questione:</div><blockquote style="text-align: justify;">"Dal 29 ottobre 2020 e dall'attacco islamista alla cattedrale di Notre-Dame nella nostra città [quando un altro musulmano al grido di "<i>Allahu Akbar</i>!" ha massacrato due donne francesi, una decapitata, e un uomo all'interno di una chiesa], siete consapevoli di quanto possa essere traumatico per i nostri concittadini udire simili affermazioni all'interno di una Chiesa e dei ricordi dolorosi che tali parole possono far rivivere. Di fronte a questi tentativi di destabilizzare la società e di fronte agli attacchi subiti dalla nostra Repubblica laica, dobbiamo dare una risposta forte e collettiva".</blockquote><div style="text-align: justify;">23 giugno: Tre musulmani, di età compresa tra i 12 e i 13 anni, hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint-Joseph, a Nizza, durante una messa pomeridiana, e hanno iniziato a gridare "Allahu Akbar!". Va ricordato che Nizza è anche il luogo dove un altro musulmano uccise 84 persone nel 2016.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">12 giugno: Dopo aver fatto irruzione nelle proprietà della chiesa, una banda di musulmani, definiti come un "gruppo di giovani", ha picchiato selvaggiamente padre Joseph Eid parroco di Notre-Dame-du-Liban chiamandolo "sporco cristiano". Mentre fuggivano dai passanti intervenuti per porre fine all'aggressione, i ragazzi hanno lanciato altri "insulti nei confronti dei cristiani".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I musulmani hanno inoltre picchiato l'ottantenne prete cattolico della chiesa di Saint-Vincent de Paul, a Saint-Étienne. Dopo aver buttato a terra padre Francis Palle, lo hanno continuato a picchiare e prendere a calci, finché l'ottuagenario non ha perso conoscenza (il sacerdote è stato poi ricoverato in gravi condizioni). Sebbene questo attacco sia avvenuto il 30 giugno, tre giorni dopo l'uccisione di Nahel Merzouk da parte della polizia, la diocesi ha affermato di non avere nulla a che fare con gli scontri, ma si trattava, piuttosto, di una cosa normale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">3 giugno: La chiesa di Mailhac è stata pesantemente vandalizzata.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">28 maggio: Diverse persone "non identificate" hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint-Laurent, a Cugnaux, un paese con un'ampia presenza musulmana, e l'hanno vandalizzata, deturpando un crocifisso, rovesciando candele a terra e danneggiando icone, per poi dare fuoco alla chiesa. Ma grazie all'intervento di un passante che ha chiamato i vigili del fuoco, i quali hanno tempestivamente spento le fiamme, si è evitato il peggio. In risposta, Albert Sanchez, sindaco di Cugnaux, ha chiesto maggior "dialogo e comprensione tra le differenti comunità culturali e religiose della nostra città", poiché "la diversità è la nostra forza e il nostro orgoglio".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">4 maggio: "Lunga vita all'Islam" e altri slogan in arabo, sono stati rinvenuti scritti con vernice spray sui muri della chiesa di Lieusaint, a Seine-et-Marne. L'articolo che riporta la notizia aggiunge: "Questa non è la prima volta che questa chiesa subisce atti vandalici. (...) Diverse statue sono state danneggiate e rovesciate".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">16 marzo: Un uomo già "noto per la sua radicalizzazione islamista" ha fatto irruzione nella chiesa di Saint-Hippolyte, a Parigi, interrompendo la funzione religiosa. Ha anche trafugato un crocifisso in plexiglas alto due metri, che sorreggeva un Cristo ligneo del XVII secolo. Successivamente, è stato ritrovato nei pressi dell'edificio ecclesiastico "frantumato in molti pezzi", ha detto la polizia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">8 marzo: Un immigrato musulmano è entrato nel cimitero della chiesa di Saint-Louis, a Évreux, per poi staccare e profanare i crocifissi affissi su una trentina di tombe.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">2 marzo: Un uomo identificato come "africano", ha vandalizzato Saint-Eustache, una delle chiese più grandi di Parigi, dove ha rotto parzialmente con un estintore il vetro di protezione di un altare. L'articolo che riporta la notizia osserva che "il modus operandi del sospettato (...) [è] paragonabile a quello della chiesa Saint-François-Xavier, dove martedì 28 febbraio erano stati provocati dei danni".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un altro articolo del 17 marzo rileva che otto chiese parigine sono state oggetto di atti vandalici o sono state date alle fiamme nelle dieci settimane intercorse tra gennaio e metà marzo del 2023.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I fatti menzionati sopra sono soltanto alcuni episodi: la maggior parte degli attacchi alle chiese in Francia non vengono nemmeno riportati dai media locali. La giornalista investigativa Sonja Dahlmans fornisce maggiori dettagli:</div><blockquote><div style="text-align: justify;">"Crocifissi, organi, altari e altri simboli religiosi vengono regolarmente distrutti o trafugati [dalle chiese francesi]. Anche le statue dei santi vengono prese di mira. Nella chiesa di Angers, sette statue di santi sono state decapitate o amputate nell'aprile di quest'anno. Una statua di Maria è stata decapitata nella chiesa di Saint-Martin, a Choicy-le-Roi. Anche le vetrate delle antiche chiese vengono regolarmente distrutte da vandali, come a Guerlesquin. Lo scorso ottobre, si sono verificati episodi di violenza estrema nella Chapelle Saint-Joseph, a Saint-Pol-de-Léon. Lì i vandali hanno sfondato le porte della chiesa con un'ascia e distrutto tutte le finestre dell'edificio. Gli autori di questi atti vandalici hanno distrutto tutti i crocifissi e altri simboli religiosi.</div><div style="text-align: justify;">"I cimiteri e le tombe nelle chiese non riescono a sfuggire ai vandali. A Velsy, nel giugno 2022, 150 tombe sono state danneggiate e profanate. Le croci sulle tombe e altri simboli religiosi sono stati portati via o distrutti dai perpetratori. Diciotto tombe nella chiesa di Rocquemont sono state distrutte nel maggio dello stesso anno. Una statua di Maria nel cimitero di Guignicourt-sur-Vence è stata rubata nell'agosto 2022".</div></blockquote><div style="text-align: justify;">Si direbbe che sia stato dichiarato un vero e proprio jihad contro le chiese francesi, e la leadership del Paese guarda dall'altra parte.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una mappa, pubblicata dal sito web Christianophobie.fr, che contrassegna con un'icona rossa ogni luogo in cui una chiesa francese ha subito attacchi soltanto tra il 2017 e il 2018, sembra una zona di guerra. Sostanzialmente, l'intera mappa della Francia è coperta di rosso. Perfino Snopes [un sito di fact-checking, N.d.T.], che si presenta come arbitro ultimo nel decretare se una notizia sia vera o falsa, ha ammesso l'accuratezza della mappa, pur cercando di minimizzare i suoi risultati:</div>
<blockquote><div style="text-align: justify;">"Se questa immagine [la mappa] è spesso divulgata a dimostrazione di tutte le chiese che sono state distrutte in Francia, di fatto, tale mappa documenta un'ampia gamma di attività nefaste come atti di vandalismo, furti e incendi dolosi, avvenuti sia nelle chiese che nei cimiteri in un palese arco di tempo di due anni (e non quattro), tra il 2017 e il 2018.</div><div style="text-align: justify;">"Va anche notato che mentre questa mappa documenta alcuni crimini relativamente gravi, come l'incendio doloso o il rovesciare a terra le statue nelle chiese, molte di queste icone di contrassegno segnalano episodi in cui sono apparsi graffiti o scritte. C'è anche un'icona che segnala la semplice interruzione da parte di una persona di una funzione religiosa".</div></blockquote><div style="text-align: justify;">In altre parole, secondo Snopes, se sui muri di una chiesa vengono dipinti graffiti jihadisti o anti-cristiani, o se una funzione religiosa viene interrotta da un intruso musulmano che urla "<i>Allahu Akbar!</i>" non si tratta di atti sufficientemente "gravi" da costituire reato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">C'è da chiedersi se i musulmani rimarrebbero indifferenti se un cristiano vandalizzasse una moschea o irrompesse in una moschea urlando slogan cristiani.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per inciso, non dovrebbe sorprendere che la risposta ufficiale del mainstream al jihad contro le chiese francesi trasuda simulata inconsapevolezza, come colto da un titolo alquanto surreale di Newsweek: "Le chiese cattoliche vengono profanate in tutta la Francia e le autorità non sanno perché".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sebbene questo articolo di Newsweek ben sintetizzi "l'ondata di attacchi contro le chiese cattoliche", annoverando anche episodi di "incendio doloso", di "vandalismo" e di "profanazione", i termini "musulmano", "immigrati" o addirittura "islamisti" non appaiono da nessuna parte in questo report. Piuttosto, si citano "gruppi anarchici e di femministe", arrabbiati con le chiese perché sono "un simbolo del patriarcato che deve essere smantellato".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Inoltre, anche il ragionamento deduttivo indica chiaramente che i musulmani perpetrano la maggior parte degli attacchi alle chiese. Sonja Dahlmans scrive:</div><blockquote style="text-align: justify;">"Secondo un rapporto dell'OCSE del 2022, la Francia è tra i primi cinque Paesi europei con il maggior numero di crimini d'odio registrati contro i cristiani. Gli altri quattro Paesi sono Spagna, Germania, Regno Unito e Svezia".
</blockquote><div style="text-align: justify;">C'è qualcos'altro che queste prime cinque nazioni hanno in comune: una popolazione musulmana notevolmente numerosa. In altre parole, mentre Polonia, Ungheria e altri Paesi dell'Europa orientale hanno la loro parte di "gruppi anarchici e di femministe", registrano pochissimi attacchi alle chiese, e hanno anche un minor numero di musulmani.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ci sono, ovviamente, delle ragioni "pratiche" per cui tutti questi attacchi musulmani alle chiese francesi vengono drasticamente sottaciuti e dissimulati. Si immagini, ad esempio, come potrebbe essere interpretato il tragico incendio della cattedrale di Notre-Dame del 2019, se fosse di dominio pubblico che innumerevoli chiese in ogni angolo della Francia sono state e continuano ad essere sotto costante attacco, anche attraverso incendi dolosi, da parte di quella popolazione musulmana notevolmente numerosa della nazione (centinaia di loro hanno esultato sui social media mentre Notre Dame andava in fiamme).</div>
<div>Raymond Ibrahim • 17 dicembre 2023 - <a href="https://it.gatestoneinstitute.org/20230/jihad-chiese-francia" target="_blank">Fonte</a></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-17032087117443827802023-12-19T07:00:00.039+01:002023-12-19T09:58:44.561+01:00La deriva sempre più drammatica della Dottrina della FedeQui l'<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/10/indice-articoli-sullenciclica-fratelli.html" target="_blank">Indice</a> degli articoli sul clericalismo politicante di Bergoglio e qui l'<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/10/indice-articoli-bergoglio-e-gli.html" target="_blank">indice</a> di quelli relativi alle sue posizioni sulla questione LGTB. <hr />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCqw8wbHtGIRVbPiUKZR7KPyHJ8hk9tcL8cTMBt8l_N5cNClt64DtL8kFGT-2fUBuleWRe_4Se4GZqcm4MSfqpqG0eveLq18OFfLRNGA4JTEMieGvF39ExbWoBFFDkxBxZ1YPowMBjEIr0g8jATB744FgBYerDeu75ZwCMGO7SM7Ft5Apwm-Lzai3tvhQm/s720/benedizione-omo.jpg" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="720" data-original-width="511" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCqw8wbHtGIRVbPiUKZR7KPyHJ8hk9tcL8cTMBt8l_N5cNClt64DtL8kFGT-2fUBuleWRe_4Se4GZqcm4MSfqpqG0eveLq18OFfLRNGA4JTEMieGvF39ExbWoBFFDkxBxZ1YPowMBjEIr0g8jATB744FgBYerDeu75ZwCMGO7SM7Ft5Apwm-Lzai3tvhQm/w210-h295/benedizione-omo.jpg" width="210" /></a></div><span style="color: #990000; font-size: large;">La deriva sempre più drammatica <br />della Dottrina della Fede</span><br />
<p style="text-align: justify;">Trovo molto grave e a rischio corruzione delle anime la Dichiarazione dottrinale <i>Fiducia supplicans</i> del Dicastero per la Dottrina della Fede approvata dal Papa (<i>Ex Audientia Die </i>18 dicembre 2023), che di fatto legittima il peccato contro natura che grida vendetta al cospetto di Dio, rendendo possibile benedire coppie formate da persone dello stesso sesso o da coppie adulterine (peraltro già sdoganate con l' <i>Amoris laetitia</i> <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/07/indice-degli-articoli-sullesortazione_21.html" target="_blank">qui</a>). D'altronde cosa ci si poteva aspettare dal neo-prefetto 'Tucho' e dalle esortazioni ricevute dal suo mandante al momento della nomina [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/07/papa-francesco-e-i-metodi-immorali.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/07/bergoglio-e-tucho-fernandez-analisi-di.html#more" target="_blank">qui</a>]?</p>
<p style="text-align: justify;">Che dire della palese contraddizione dell'affermazione: la benedizione non significa approvazione?<br />Ma non serve neppure sviluppare argomenti quando non siamo più neppure di fronte alla solita <i>finestra di Overton</i> [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/03/overton-window-la-finestra-di-overton.html" target="_blank">qui</a>] ma ad un varco direttamente spalancato sull'abisso... </p>
<p style="text-align: justify;">Dai commenti che giganteggiano oggi a reti unificate sulle TV e anche sugli Organi di stampa, purtroppo si deve constatare come l'incongruo provvedimento si trasformi in atto politico e segni senza appello l'ormai avanzata decadenza dell'Occidente cristiano [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/10/indice-articoli-sullenciclica-fratelli.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/09/indice-articoli-su-transumanesimo-e.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/10/indice-articoli-bergoglio-e-gli.html" target="_blank">qui</a>]...</p><div style="text-align: justify;">Preghiamo per la Santa Madre Chiesa ferita dal tradimento dei suoi stessi membri e per la <i>salus animarum</i> che non garantisce più.</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-83314107934128976332023-12-19T06:30:00.002+01:002023-12-19T06:30:00.135+01:00Comunicato del Presidente e del Patrono relativo alla vicenda delle Benedettine di PienzaQui <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/06/indice-interventi-arcivescovo-carlo.html" target="_blank">l'indice</a> dei precedenti e correlati.<hr />
<span style="color: #990000; font-size: medium;">Comunicato<br />
del Presidente e del Patrono<br />
relativo alla vicenda delle Benedettine di Pienza</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_ql7ZfX0VxvJAefE54BoSh5MU4X8cLf51eC2mm-11SrEmv91fMdKotT-eEo1op5cFYNJp22yfMTlEdbTQIl9opwVxXeG9eFPsYx38IfeF2ZPA8wLn7AwbuzkLajmBZtmYI4yRQqsZyV2ncJ9yPB5vC3NEBLCPyO1dD6yJKA1v6qlMog-uZxB4lTUsT47y/s321/exurge-Domine.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="170" data-original-width="321" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_ql7ZfX0VxvJAefE54BoSh5MU4X8cLf51eC2mm-11SrEmv91fMdKotT-eEo1op5cFYNJp22yfMTlEdbTQIl9opwVxXeG9eFPsYx38IfeF2ZPA8wLn7AwbuzkLajmBZtmYI4yRQqsZyV2ncJ9yPB5vC3NEBLCPyO1dD6yJKA1v6qlMog-uZxB4lTUsT47y/w222-h118/exurge-Domine.jpg" width="222" /></a></div>In ordine ai reiterati, crescenti e insidiosi attacchi rivolti all’Associazione <i>Exsurge Domine</i> e alla persona del suo Patrono, e in considerazione della loro natura altamente calunniosa e diffamatoria, il Presidente Giuseppe Vannicelli Casoni e il Patrono Mons. Carlo Maria Viganò precisano quanto segue:</div><ol>
<li style="text-align: justify;"> Come enunciato nello Statuto, l’Associazione <i>Exsurge Domine </i>si impegna a «<i>provvedere all’assistenza, al sostegno e all’aiuto materiale di chierici, religiosi e laici consacrati che versino in condizioni di particolare difficoltà economiche e logistiche; difendere la Tradizione immutata e incorruttibile della Fede Cattolica; conservare e promuovere la Liturgia tradizionale; incentivare lo studio e l’approfondimento teologico e culturale dell’immenso patrimonio religioso, storico e artistico della Cristianità; favorire occasioni di dialogo e d’incontro tra le diverse associazioni, esperienze o gruppi operanti nell’ambito della Tradizione perenne della Chiesa Cattolica</i>». (art. 2)<span><a name='more'></a></span></li><li style="text-align: justify;"> Le attività di aiuto e sostegno materiale di chierici e religiosi si sono concretizzate sin dalla fondazione dell’Associazione in una serie di interventi che vanno dal soccorso a singoli sacerdoti in diverse parti del mondo all’assistenza della comunità carmelitana di Arlington (Texas) [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/08/mons-vigano-dichiarazione-in-difesa.html" target="_blank">qui</a>], dal discernimento vocazionale di alcuni giovani al sostegno di consacrati ingiustamente colpiti da sanzioni canoniche.</li>
<li style="text-align: justify;"> Oltre a queste attività, <i>Exsurge Domine </i>aveva individuato alcuni progetti da realizzare più a lungo termine: tra questi, il primo – ma non unico – in ordine di urgenza era la realizzazione di un Villaggio Monastico dove accogliere le Monache Benedettine di Pienza [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/06/ringraziamento-delle-monache.html" target="_blank">qui</a>], che si erano accoratamente rivolte a Mons. Viganò per ottenere aiuto nel drammatico frangente che stavano attraversando. </li>
<li style="text-align: justify;"> I lavori di realizzazione del Villaggio Monastico sono iniziati, da un lato, grazie al contributo dell’<i>Associazione Vittorio e Tommasina Alfieri</i> che ha prontamente e generosamente messo a disposizione un terreno e delle strutture, e dall’altro grazie all’impegno di <i>Exsurge Domine</i> e alla personale garanzia che il suo Patrono aveva offerto per assicurare la realizzazione del progetto. L’iniziativa fu promossa con il più largo ed unanime consenso delle Monache e la loro manifesta intenzione di poterne beneficiare.</li>
<li style="text-align: justify;"> I lavori sono stati condotti in modo da assecondare nel miglior modo possibile le richieste e le necessità avanzate dalle Religiose. Il tutto non senza la difficoltà di dover superare le naturali criticità che ogni progetto di questa mole porta con sé. </li>
<li style="text-align: justify;"> Con decisione improvvisa ed unilaterale, con modi perentori e sprezzanti, senza lasciare alcuna possibilità di confronto, le Monache hanno purtroppo deciso di rifiutare l’offerta del Villaggio Monastico, vanificando insieme ad essa gli aiuti e l’assistenza loro assicurati sin dall’inizio. A questo proposito, e a scongiurare ogni collegamento della loro comunità con il progetto che le riguardava, le religiose hanno richiesto e immediatamente ottenuto la rimozione di ogni contenuto e immagine a loro riferiti dal sito internet di <i>Exsurge Domine</i>.</li><li style="text-align: justify;">Nonostante i molteplici e documentati inviti alla moderazione e a un ripensamento circa la loro scelta, sono cominciate a circolare calunnie e voci diffamatorie sul conto di Exsurge Domine e del suo Patrono, Mons. Viganò.</li>
<li style="text-align: justify;"> Il 22 Novembre scorso <i>Exsurge Domine </i>ha diramato un Comunicato (<a href="https://exsurgedomine.it/231122-comunicato/" target="_blank">qui</a>) nel quale prendeva atto della defezione delle Benedettine e confermava di proseguire il proprio impegno associativo sugli altri fronti. </li>
<li style="text-align: justify;"> Come previsto dallo Statuto di <i>Exsurge Domine</i>, la destinazione delle donazioni è stabilita collegialmente dal suo Consiglio Direttivo, in conformità e coerenza con gli scopi sociali. Corre l’obbligo di ricordare a questo punto che l’Associazione non è nata con il fine di soccorrere la sola Comunità delle Benedettine di Pienza, quanto piuttosto per la realizzazione di quei progetti promossi dall’Associazione tra i quali il primo era il Villaggio Monastico; né tanto meno che i fondi raccolti da <i>Exsurge Domine</i> possano intendersi come personalmente destinati alle Religiose. </li>
<li style="text-align: justify;"> A coloro che insinuano un interesse personale di chiunque nel promuovere l’Associazione <i>Exsurge Domine</i>, occorre ricordare che quando l’Autorità ecclesiastica aveva sottratto alla disponibilità delle Religiose il conto corrente del Monastero, Mons. Viganò ha invece promosso la costituzione di un’Associazione che rispondesse alle loro esigenze di sussistenza, denominata <i>Maria Tempio dello Spirito Santo</i>, con un conto bancario del tutto indipendente e sotto il diretto controllo delle Religiose. L’Arcivescovo aveva a più riprese sollecitato la carità dei fedeli da riferirsi al nuovo conto dell’Associazione delle Benedettine. (<a href="https://exsurgedomine.it/pienza-3/" target="_blank">qui</a>)</li>
<li style="text-align: justify;"> Quanto alle somme donate ad <i>Exsurge Domine</i> – come previsto dalla Legge vigente e dallo Statuto – sono state contabilizzate e saranno oggetto dell’approvazione del bilancio da parte dell’Assemblea.</li>
<li style="text-align: justify;"> Secondo quanto stabilito dalla Legge e dallo Statuto, il Consiglio di <i>Exsurge Domine</i> amministra le proprie risorse secondo principi di onestà, trasparenza e verità: per tale ragione, in caso di dubbio sulla effettiva destinazione di un’offerta, è nostro impegno verificare le reali intenzioni del benefattore e procedere di conseguenza.</li>
<li style="text-align: justify;"> La costituzione del <i>Collegium Traditionis</i> [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/nasce-il-collegium-traditionis-di-mons.html" target="_blank">qui</a>] – progetto prioritario finalizzato alla formazione clericale – era stata momentaneamente sospesa in ragione dell’urgenza pressante avanzata dalle Monache. Il venir meno di tale urgenza consente ora di dare nuovo slancio al <i>Collegium</i> utilizzando con opportuni, minimi adattamenti quanto già destinato al Villaggio Monastico. Nulla dunque, nemmeno un centesimo, è andato perduto di quanto i donatori di <i>Exsurge Domine</i> hanno offerto, perché lo stato di avanzamento dei lavori sinora compiuti ne consente il proseguimento senza variazioni.
</li>
<li style="text-align: justify;"> Dopo le chiarificazioni sopra esposte, ci auguriamo che abbiano a cessare ulteriori insinuazioni false e diffamatorie, in qualsivoglia modo diffuse, di cui in ogni caso gli autori dovranno rispondere in coscienza dinanzi a Dio e agli uomini.</li>
<li style="text-align: justify;"> L’impegno dell’Associazione prosegue dunque con entusiasmo e abnegazione, grazie alla carità dei benefattori e all’impegno di tutti gli amici di Exsurge Domine. </li><ol>
Giuseppe Vannicelli Casoni, Presidente<br />
+ Carlo Maria Viganò, Patrono<br />
17 Dicembre 2023<br />
<i>Dominica III Adventus</i>
</ol></ol>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-83180541032921118842023-12-18T11:30:00.003+01:002023-12-18T11:30:00.128+01:0018 dicembre / Festa dell'Aspettazione del Parto della VergineFacciamo memoria dei tesori della nostra fede.<hr /><span style="color: #990000; font-size: large;">
Festa dell'Aspettazione del Parto della Vergine </span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdlvyjbF9SZuOnJf6a14BSs2eDUHpQyQtpGuOb4OijqPYZAWIRf1LPWyUS5A3UYDY2kTsX4-9G3kkKBdKGt4RyYF0SyNXJPWDhq2mngR4sd97A_nUtrQYAPO1KFFCGn8LmbDBepLQi81Abu19FmnzP2FQTdNotdWvHMeFMDSMcGxeGhJKEvn82jFUN91o/s883/Vergine-parto.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="883" data-original-width="526" height="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdlvyjbF9SZuOnJf6a14BSs2eDUHpQyQtpGuOb4OijqPYZAWIRf1LPWyUS5A3UYDY2kTsX4-9G3kkKBdKGt4RyYF0SyNXJPWDhq2mngR4sd97A_nUtrQYAPO1KFFCGn8LmbDBepLQi81Abu19FmnzP2FQTdNotdWvHMeFMDSMcGxeGhJKEvn82jFUN91o/w154-h258/Vergine-parto.jpg" width="154" /></a></div>Di origine toledana, la festa dell’Aspettazione del Parto della beata Vergine Maria, approvata da Papa san Martino I, difesa e propagata da sant’Ildefonso, si diffuse progressivamente in tutta la Spagna, in Francia e in Italia e nelle Americhe. Avvicinandosi la festa della Natività del Signore, la Chiesa propone ai fedeli di intensificare la loro meditazione sull’Incarnazione del Verbo, sulla divina Maternità di Maria e sui santi pensieri di Lei durante la santa gravidanza. In questo giorno la Vergine Santissima si venera sotto vari titoli: Nostra Signora della Speranza, dei Desideri, del Parto. </div><br /><span style="font-size: large;">
Introitus</span><br />
Is. 45,8.- <i>Rorate, cœli, desuper et nubes pluant iustum: aperiatur terra, et germinet Salvatorem ~~ </i>Ps.18,2.<i>- Cœli ennarant gloriam Dei: et opera manuum eius annuntiat firmamentum. ~~ Gloria ~~ </i><i>Rorate, cœli, desuper et nubes pluant iustum: aperiatur terra, et germinet Salvatorem</i><div><br />
Is. 45,8.- Stillate, cieli, dall’alto e piovano il Giusto le nubi: si apra la terra e germogli il Salvatore ~~ Ps.18,2.- I cieli narrano la gloria di Dio ed il firmamento annunzia l’opera delle sue mani ~~ Gloria ~~ Stillate, cieli, dall’alto e piovano il Giusto le nubi: si apra la terra e germogli il Salvatore<span><a name='more'></a></span></div><div><br />
Si dice il <span style="font-size: large;">Gloria
</span><br /><br /><span style="font-size: large;">
Oratio</span><br /><div style="text-align: justify;"><i>Deus, qui de Beatæ Mariæ Virginis utero Verbum tuum, Angelo nuntiante,carnem suscipere voluisti: præsta supplicibus tuis, ut, qui vere eam Genitricem Dei credimus, eius apud te intercessionibus adiuvemur. Per Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen.</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">O Dio, che hai voluto che il tuo Verbo, all’annunzio dell’Angelo, si incarnasse nel seno della Beata Vergine Maria: concedi a noi tuoi supplici di essere aiutati presso di te dall’intercessione di Colei che crediamo veramente Madre di Dio. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.</div><br />
Si fa la commemorazione della Feria d’Avvento
<br /><br /><span style="font-size: large;">
Lectio</span><br /><i>
Lectio Isaiæ Prophetæ
</i><br />
Is. 7, 10-15
<br /><div style="text-align: justify;"><i>In diebus illis: Locutus est Dominus ad Achaz, dicens: Pete tibi signum a Domino, Deo tuo, in profundum inferni, sive in excelsum supra. Et dixit Achaz: Non petam et non tentabo Dominum. Et dixit: Audite ergo, domus Davis: Numquis parum vobis est,molestos esse hominibus, quia molesti estis et Deo meo? Propter hoc dabit Dominus ipse vobis signum. Ecce, Virgo concipiet et pariet Filium, et vocabitur nomen eius Emmanuel. Butyrum et mel comedet, ut sciat reprobare malum et eligere bonum.</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In quei giorni, il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo dell’ inferno oppure lassù in alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un Figliuolo, che chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene.</div><br /><span style="font-size: large;">
Graduale</span><br />
Ps 28, 7 et 3-4<br /><i>
Tollite portas, principes, vestras: et elevamini, portæ eternales: et introibit Rex gloriæ.
</i><br /><div style="text-align: justify;">℣. <i>Quis ascendet in montem Domini? Aut quis stabit in loco sancto eius? Innocens manibus et mundo corde.</i></div><br /><div style="text-align: justify;">Aprite o principi i vostri portoni, levatevi porte eterne ed entrerà il Re della gloria</div><div style="text-align: justify;">℣. Chi salirà nel monte del Signore? Chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro.</div><br /><span style="font-size: large;">
Alleluia</span><br />
Alleluia, alleluia
<br />
Luc. 1,31
<br /><i>
Ecce, Virgo concipiet et pariet Filium, Iesum Christum. Alleluia.
<br />
Alleluia, alleluia</i><br />
Ecco, la Vergine concepirà e partorirà il Figliolo, Gesù Cristo. Alleluia.
<br /><br /><span style="font-size: large;">
Evangelium</span><br />
Sequentia ☩ Sancti Evangelii secundum Lucam
<br />
Luc. 1, 26-38<br /><div style="text-align: justify;"><i>In illo tempore: Missus est Angelus Gabriel a Deo in civitatem Galilæe, cui nomen Nazareth, ad Virginem desponsatam viro de domo David, cui nomen erat Ioseph, et nomen Virginis Maria. Et ingressus Angelus ad eam dixit: Ave, gratia plena, Dominus tecum: benedicta tu in mulieribus. Quæ cum audisset,turbata est in sermone eius: et cogitabat qualis esset ista salutatio. Et ait Angelus ad ei: Ne timeas, Maria, invenisti enim gratiam apud Deum: ecce, concipies in utero et paries Filium, et vocabis nomen eius Iesus. Hic erit magnus, rt Filius Altissimi vocabitur, et dabit illi Dominus Deus sedem David, patris eius: et regnabit in domo Iacob in æternum, et regni eius non erit finis. Dixit autem Maria ad Angelum: Quomodo fiet istud, quoniam virum non cognosco? Et respondens Angelus, dixit ei: Spiritus Samctus superveniet in te,et virtus Altissimi obumbrabit tibi. Ideoque et quos nascetur ex te Sanctum, vocabitur Filius Dei. Et ecce, Elisabeth, cognata tua, et ipsa concepit filium in senectute sua: et hic est mensis sextus illi, quæ vocatur sterilis: quia non erit impossibile apud Deum omne verbum. Dixit autem Maria: Ecce ancilla Domini,fiat mihi secundum verbum tuum.</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In quel tempo, l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una Vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'Angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un Figliuolo, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figliuolo dell'Altissimo; il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'Angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figliuolo di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figliuolo e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto»</div><br /><span style="font-size: large;">
Credo
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Offertorium</span><br />
Luc. 1, 28 et 42<br /><div style="text-align: justify;"><i>Ave, gratia plena, Dominus tecum: benedicta tu in mulieribus,et benedictus fructus ventris tui.</i></div><div style="text-align: justify;">Ave, piena di grazia, il Signore è teco: tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno</div><br /><span style="font-size: large;">
Secreta</span><br /><div style="text-align: justify;"><i>In mentibus nostris, quæsumus,Domine, veræ fidei sacramenta confirma: ut, qui conceptum de Virgine Deum et hominem confitemur, per eius sulutiferæ resurrectionis potentiam, ad æternam mereamur pervenire lætitiam. Per Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen.</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Conferma nella nostre menti, o Signore, I misteri della vera fede, affinché professiamo essere Dio ed Uomo colui che fu concepito nel seno della Vergine e meritiamo così di giungere alla eterna letizia mediante la potenza della sua salvifica Resurrezione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.</div><br />
Si fa la commemorazione della Feria d’Avvento
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Communio</span><br />
Is. 7,14<br /><i>
Ecce, Virgo concipiet et pariet Filium, et vocabitur nomen eius Emmanuel.</i><br />
Ecco la Vergine concepirà e partorirà un Figliuolo che sarà chiamato Emmanuele.
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PostCommunio</span><br /><div style="text-align: justify;"><i>Gratiam tua, quæsumus, Domine, mentibus nostris infunde: ut, qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognivimus, per passionem eius et crucem ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen.</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Infondi la tua grazia nelle nostre menti, o Signore, affinché noi, che all’annunzio dell’Angelo abbiamo conosciuto l’Incarnazione di Cristo tuo Figliuolo, per la sua Passione e la sua Croce, siamo condotti alla gloria della Resurrezione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.<br>
Si fa la commemorazione della Feria d’Avvento.</div></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-41025611587050141762023-12-18T06:30:00.003+01:002023-12-18T10:01:59.694+01:00“Nulla che non sia stato trasmesso sia innovativo” Il Principio della Tradizione nella vita liturgica della Chiesa<div style="text-align: justify;">Nella nostra traduzione. La <a href="http://www.paixliturgique.fr/aff_lettre.asp?LET_N_ID=3863" target="_blank">lettera n. 983</a> dell'8 dicembre 2023 riporta il testo della conferenza tenuta da mons. Athanasius Schneider il 27 ottobre scorso a Roma durante l'VIII incontro di <i>Paix Liturgique</i>.</div><hr /><span style="color: #990000; font-size: medium;">
“Nulla che non sia stato trasmesso sia innovativo” </span><div><span style="color: #990000; font-size: medium;">Il Principio della Tradizione nella vita liturgica della Chiesa </span><br /><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAqvqc-otT_EGUdv6fYPdiO1IzzCfbpk0cj8IU9J-GNFUcVahkcLNzTKvP1RcSdLX2cPzjryUtl5C0LVoi4p12pyRMrifHTztz3_LokCY9Kg-_aByOsi4VuCyAJmUveOC6_rqIu5UVO4HOQgdeqWkDybKh_po2gUA2MnXxg_BfCktj6vDqIDhG6JuHeTyQ/s602/Schneider-Roma-Paix-liturgique.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="602" height="162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAqvqc-otT_EGUdv6fYPdiO1IzzCfbpk0cj8IU9J-GNFUcVahkcLNzTKvP1RcSdLX2cPzjryUtl5C0LVoi4p12pyRMrifHTztz3_LokCY9Kg-_aByOsi4VuCyAJmUveOC6_rqIu5UVO4HOQgdeqWkDybKh_po2gUA2MnXxg_BfCktj6vDqIDhG6JuHeTyQ/w244-h162/Schneider-Roma-Paix-liturgique.jpg" width="244" /></a></div><div style="text-align: justify;">La Chiesa Romana è madre e maestra di tutte le altre Chiese particolari per il primato di San Pietro e dei suoi successori, i Romani Pontefici. Fin dall'inizio, la Chiesa romana è stata intrinsecamente impegnata a preservare e trasmettere durante tutta la sua vita, sia dottrinale che liturgica, la sua fedeltà alla tradizione o al principio divino della tradizione. È divenuta famosa la frase di papa Stefano I (che regnò dal 254 al 257): “ Nulla sia innovato se non ciò che è stato trasmesso” [ <i>nihil innovetur nisi quod traditum est</i> ](1). Eusebio di Cesarea scrive nella sua <i>Storia ecclesiastica</i> che papa Stefano pensava che nessuna innovazione dovesse essere apportata in contraddizione con la tradizione attestatasi fin dall'inizio (2).<span><a name='more'></a></span></div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo spirito eminentemente e veramente tradizionale della Chiesa romana si manifesta fin dai suoi inizi nella <i>Lettera di papa san Clemente I ai Corinzi</i>. Parlando della struttura gerarchica della Chiesa, in particolare dei vescovi e dei diaconi, san Clemente la caratterizza come non nuova come già annunciato dal profeta Isaia: “Questa non era una novità: già da molti secoli la Scrittura parlava di vescovi e di diaconi, poiché da qualche parte si dice: «Stabilirò i loro vescovi nella giustizia e i loro diaconi nella fede (Is 60,17)» (3).</div><br /><div style="text-align: justify;">Il principio della tradizione è di origine divina e contiene come parti integranti l'ordine e la gerarchia. Dio stesso ha comandato come vuole essere onorato pubblicamente nell'adorazione, cosa che deve essere fatta secondo un ordine e una gerarchia stabiliti. Papa san Clemente I lo spiega così: “Poiché queste sono cose che ci sono evidenti, poiché abbiamo penetrato con il nostro sguardo le profondità della conoscenza divina, dobbiamo fare con [loro] ordine tutto ciò che il Maestro ci ha dato. Ora ci ha comandato di compiere le offerte e il servizio divino, e non a caso e senza ordine, ma a orari e tempi stabiliti. Egli stesso ha determinato con sua sovrana decisione in quali luoghi e per mezzo di quali ministri essi debbano essere compiuti, affinché tutto sia fatto santamente secondo il suo beneplacito e sia gradito alla sua volontà. Pertanto coloro che presentano le loro offerte nei tempi stabiliti sono da Lui ben accolti ed Egli li benedice; poiché, nel seguire le prescrizioni del Maestro, non possono fallire. Al sommo sacerdote venivano conferite funzioni speciali; furono segnati posti speciali per i sacerdoti; i leviti hanno i propri servizi; i laici sono vincolati dai precetti propri dei laici » (4).</div><br /><div style="text-align: justify;">Il culto pubblico è intrinsecamente tradizionale. Deve cioè essere compiuto secondo le norme già stabilite dall'autorità divina e trasmesse dagli antenati. La fedele osservanza delle norme di culto era di tale importanza che la loro negligente inosservanza o l'introduzione di novità arbitrarie fu minacciata da Dio con la pena di morte nel <i>Testamento di Lod</i>, come disse papa san Clemente: “Fratelli, ciascuno di voi, nel vostro grado, sia gradito a Dio, con buona coscienza, con serietà, senza trasgredire le regole imposte al tuo ufficio (<i>kanon tes leitouorgias</i>). Non è dovunque, fratelli miei, che si offrono sacrifici (sia quello perpetuo, sia quello votivo, sia quello per i peccati e le colpe); è solo a Gerusalemme. Anche in questa città non si offre in ogni luogo, ma davanti al santuario, sull'altare, dopo che l'offerta è stata attentamente esaminata dal sommo sacerdote e dai ministri sopra menzionati. Coloro che agiscono contro l'ordine coerente con la volontà di Dio sono puniti con la morte. Vedete, fratelli, quanto più alta è la conoscenza di cui siamo stati giudicati degni, tanto più grave è il rischio che corriamo ” (5). Dicendo questo, papa san Clemente intendeva dire che se i cristiani trasgrediscono l'ordine ecclesiastico e liturgico loro trasmesso, possono aspettarsi un giudizio più severo di quello degli ebrei dell'Antica Alleanza.</div><br /><div style="text-align: justify;">La vita liturgica della Chiesa nei primi secoli era essenzialmente caratterizzata dalla tradizione, dalla tradizione non scritta degli Apostoli e dei loro successori. La Chiesa dei primi secoli considerava la sua liturgia come una sorta di continuazione della liturgia divinamente e meticolosamente ordinata dell'Antico Testamento. La Chiesa antica condivideva con la liturgia dell'Antico Testamento le stesse caratteristiche essenziali e gli stessi atteggiamenti rituali, cioè il grande sentimento dello stupore, del silenzio, del velare il mistero delle realtà divine attraverso un vero velo, attraverso una distanza di posto tra la gente comune e il santuario e luogo santissimo, attraverso un rito liturgico gerarchicamente ordinato, attraverso l'evidenziazione e la valorizzazione del significato simbolico di gesti e oggetti.</div><br /><div style="text-align: justify;">Vale la pena citare un passo più lungo di san Basilio, dove egli presenta nel suo libro sullo Spirito Santo questo principio tradizionale della vita liturgica e sacramentale della Chiesa: « Tra le dottrine e gli annunci conservati nella Chiesa, alcuni ci vengono da insegnamento scritto; quanto agli altri, li abbiamo raccolti, trasmessi in segreto, dalla tradizione apostolica; ma per la pietà tutti hanno la stessa forza. Nessuno può contestarlo, purché abbia esperienza delle istituzioni ecclesiastiche. Se infatti tentassimo di respingere le usanze non scritte, sostenendo che hanno poca forza, senza volerlo, attaccheremmo il Vangelo proprio nei punti essenziali; cosa ancora più grave: faremmo dell’annuncio una parola vuota. Per esempio, per ricordare ciò che sta proprio all'inizio e che è di uso molto comune: segnare con il segno della croce coloro che sperano nel Signore nostro Gesù Cristo, forse ce lo ha insegnato per iscritto? A volgersi verso Oriente durante la preghiera, ce lo ha insegnato la Scrittura? Le parole dell'epiclesi, al momento della consacrazione del pane eucaristico e del calice della benedizione, chi è il santo che ce le ha lasciate scritte? Eppure non ci accontentiamo delle parole riportate dall'Apostolo e dal Vangelo; ne aggiungiamo altre, prima e dopo, di grande importanza per il mistero e che abbiamo ricevuto da insegnamenti non scritti. Benediciamo anche l'acqua del battesimo, l'olio dell'unzione e anche il battezzato stesso. Secondo quali testi scritti? Forse secondo una tradizione tenuta segreta e nascosta? Macché! La stessa unzione con olio, da quale parola scritta è insegnata? Da dove viene la triplice immersione (del battesimo)? E poi tutto ciò che circonda il battesimo, la rinuncia a Satana e ai suoi angeli, da quale Scrittura viene? Non è forse questo insegnamento rimasto privato e di cui non parliamo, che i nostri padri custodivano in un silenzio liberi da preoccupazioni e curiosità indiscrete, perché sapevano bene che è nel silenzio che si preservano gli elementi distintivi dei sacri misteri? Come potrebbe essere ragionevole divulgare per iscritto l'insegnamento di ciò che i non iniziati non possono contemplare? Cosa intendeva allora il grande Mosè quando stabilì che non tutte le parti del Tempio sarebbero state accessibili a tutti? Fu fuori dei recinti sacri che collocò i profani; quanto alle prime corti, riservò l'accesso ai più puri e stabilì che solo i leviti sarebbero stati degni di servire la divinità. Assegnava ai sacerdoti i sacrifici, gli olocausti e tutti gli atti del culto, e ammetteva nel santuario uno solo di essi, scelto tra tutti, e non sempre, poiché aveva stabilito che vi entrasse solo una volta all'anno. e al tempo prescritto, affinché questo sacerdote, a causa del carattere eccezionale e insolito di questa visita, contemplasse con timore il Santo dei Santi. Nella sua saggezza, Mosè sapeva bene che facilmente disprezziamo ciò a cui siamo abituati e che è immediatamente accessibile, mentre un oggetto raro, tenuto lontano, provoca naturalmente un'appassionata ricerca. Allo stesso modo, gli apostoli e i padri – che fin dall'inizio misero ordine in tutto ciò che riguardava le Chiese, conservarono anche ai misteri, nel silenzio e nel segreto, il loro carattere sacro. Ciò che arriva alle orecchie della gente comune, infatti, non è più un mistero. E il motivo della tradizione delle cose non scritte è questo: evitare che la scienza delle dottrine venga trascurata e diventi, per abitudine, oggetto di disprezzo della folla. Perché una cosa è una dottrina, altra cosa è un annuncio. Questa viene taciuta, mentre i proclami vengono fatti in pubblico. L'oscurità con cui si usa la scrittura e che rende difficile cogliere il significato delle dottrine è anch'essa una forma di silenzio, a beneficio dei lettori. Ecco perché, se quando preghiamo guardiamo verso Oriente, pochissimi di noi sanno che stiamo cercando la patria antica, il paradiso che Dio ha piantato nell'Eden, dalla parte dell'Oriente (Gen 2,8). Diciamo le nostre preghiere in piedi il primo giorno della settimana; ma non tutti ne conosciamo il motivo. Senza dubbio è perché noi che siamo risorti con Cristo (o che siamo di nuovo in piedi, in greco: ἀνάστασις) e che dobbiamo cercare le cose di lassù (Col 3, 1), commemoriamo la domenica che è il giorno del Signore, la grazia che ci è stata donata; ma è anche perché quel giorno appare l'immagine del tempo a venire. Per questo, i giorni che cominciano con lui, sono chiamati da Mosè, non il primo, ma l'unico: «Ci fu la sera, ci fu il mattino e ci fu il giorno», dice (Gen 1,5), come se lo stesso giorno ritornasse periodicamente, ancora e ancora. E certamente questo giorno unico, che è anche l'ottavo, rappresenta da solo questo giorno davvero unico e veramente ottavo, di cui il salmista fa menzione in certi titoli di salmi, cioè lo stato che si stabilirà dopo questo tempo, il giorno che non cesserà, che non avrà né sera né domani, questo secolo che non conoscerà né fine né invecchiamento. È quindi necessario che la Chiesa educhi coloro di cui è nutrice a dire la preghiera in piedi in quel giorno, affinché il continuo richiamo alla vita che non finirà ci impedisca di trascurare i provvedimenti di cui avremo bisogno per questo viaggio. Tutta la Pentecoste è anche richiamo alla risurrezione che attendiamo nell'eternità. Perché questo unico e primo giorno di cui abbiamo parlato, moltiplicato sette volte per sette, completa il totale delle sette settimane della Santa Pentecoste. Inizia infatti con il primo giorno e termina con lo stesso, svolgendosi cinquanta volte nell'intervallo, in cinquanta giorni simili. È anche un'imitazione dell'eternità, poiché, come un movimento circolare, inizia e finisce negli stessi punti di riferimento. Durante questo periodo, le leggi della Chiesa ci hanno insegnato a preferire stare in piedi per la preghiera; viene così evocata visibilmente questa emigrazione della parte alta della nostra mente, che lascia il tempo presente per andare verso il futuro. E ogni volta che pieghiamo le ginocchia e ci rialziamo, mostriamo nei fatti che il peccato ci ha gettati a terra e che l'amore del nostro Creatore per gli uomini ci ha richiamati al cielo » (6).</div><br /><div style="text-align: justify;">San Basilio ha formulato questa verità fondamentale, cioè che la tradizione degli Apostoli si trasmette agli altri attraverso la forma dei riti liturgici, “<i> in misterio/en mysterio</i> ”. <b>La Chiesa antica considerava la liturgia un'eminente testimonianza della sacra tradizione</b>. Confutando la posizione rivoluzionaria antitradizionale dei cristiani gnostici, sant'Ireneo di Lione dichiarò che la dottrina cattolica " è coerente con l'Eucaristia, e l'Eucaristia a sua volta fonda la dottrina" (7) della Chiesa. La fede della Chiesa si manifesta nella liturgia in modo tanto più sicuro e attendibile quando è chiara l'origine apostolica, sono diffusi i riti liturgici e la loro centralità (8).</div><br /><div style="text-align: justify;">Il grande valore della liturgia, prima per la mediazione della grazia divina, poi anche per la conoscenza della fede, ha reso compito del Magistero della Chiesa assicurare la sua purezza. Poiché molti eretici modificarono la liturgia con innovazioni secondo le proprie opinioni, la Chiesa si sentì spinta a proteggere e formulare con maggiore attenzione le verità della fede così come le trovava nei testi e nei riti liturgici (9). Sant'Agostino, ad esempio, verificò coscienziosamente la purezza della fede nelle preghiere liturgiche e rese obbligatoria questa vigilanza liturgica anche per gli altri vescovi. (10).</div><br /><div style="text-align: justify;">San Vincenzo di Lérins formulò le seguenti affermazioni raccontando la disputa sulla ripetizione del battesimo, questione che toccava anche le leggi del culto divino: « La [vera] pietà non ammette altro atteggiamento che questo: che ogni cosa sia suggellata per i figli negli stessi termini della fede secondo cui furono tramandati ai loro padri; che non conduciamo la religione dove ci piace, ma piuttosto la seguiamo dove ci conduce; e che la caratteristica della moderazione e della gravità cristiana non sia quella di lasciare in eredità ai posteri le proprie idee, ma di conservare quanto ricevuto dagli antenati (<i>a maioribus Accepta servare</i>). » “ Abbiamo conservato l'antichità, abbiamo rifiutato la novità ” (<i>retenta antiquitas, expulsa novitas</i>) (11).</div><br /><div style="text-align: justify;">Dom Prosper Guéranger diceva: “ la Liturgia è tradizione anche nel suo più alto grado di potenza e solennità ” (12). Papa Pio serio, del magistero ecclesiastico. Questi di solito raggiungono solo il piccolo numero e i più colti, quelli toccano e istruiscono tutti i fedeli; alcuni, per così dire, parlano una sola volta; gli altri lo fanno ogni anno e in perpetuo; e, se questi ultimi si rivolgono soprattutto all'intelligenza, i primi estendono il loro influsso salutare al cuore e all'intelligenza, quindi a tutto l'uomo. Composto di corpo e di anima, l'uomo ha bisogno delle manifestazioni solenni delle feste per essere catturato e impressionato; la varietà e lo splendore delle cerimonie liturgiche lo impregnano abbondantemente degli insegnamenti divini; li trasforma in linfa e sangue, e se ne serve per il progresso della sua vita spirituale » (Enciclica <i>Quas primas</i>, 17). Lo stesso Papa dichiarò durante un'udienza privata a dom Bernard Capelle, dotto liturgista benedettino: “La liturgia è l'organo principale del magistero ordinario della Chiesa. La liturgia non è l'insegnamento di questo o quello, ma l'insegnamento della Chiesa » (13). Invitato da una commissione vaticana a esprimere il suo parere sulla riforma liturgica, dom Capelle scriveva nel 1949: " Mi sembra che nella riforma di una cosa così sacra, sia mille volte meglio mantenersi prudenti che rischiare di esagerare […] Nulla dovrebbe essere cambiato a meno che non sia assolutamente necessario. Questa regola è molto saggia, perché la Liturgia è veramente un testamento e un monumento sacro – non tanto scritto quanto vivente – della Tradizione, che deve essere considerato come luogo della teologia e fonte purissima di pietà e di spirito cristiano. Pertanto: 1. Ciò che serve [bene] nel tempo presente è sufficiente, a meno che non sia gravemente carente. 2. Si introducano solo le novità necessarie e in modo coerente con la Tradizione. 3. Non si dovrebbe cambiare nulla a meno che non si ottenga un vantaggio relativamente ampio. 4. Le pratiche cadute in disuso devono essere ripristinate se la loro reintroduzione rende veramente i riti più puri e più comprensibili alla mente dei fedeli » (14)</div><br /><div style="text-align: justify;">Il principio della tradizione nella liturgia manifesta e tutela la fede cattolica in tutta la sua varietà e pienezza. La tradizione della Chiesa, custodita con cura e cresciuta organicamente, cioè senza alcuna rottura, nella liturgia della Chiesa, contribuisce a irradiare la bellezza e la pienezza della fede cattolica. Il filosofo cattolico Dietrich von Hildebrand, che Papa Pio XII definì " Dottore della Chiesa del XX secolo", ci ha lasciato queste osservazioni pertinenti: la liturgia come qualcosa che può distrarci e portarci lontano dal vero tema dei misteri liturgici verso qualcosa superficiale! Coloro che sostengono che la Chiesa non è un museo e che l'uomo veramente pio è indifferente a questi accidenti, mostrano solo la loro cecità di fronte al grande ruolo che gioca un'espressione adeguata (e bella). In definitiva, questa è una cecità verso la natura umana stessa. Sebbene affermino di essere “esistenziali”, queste persone rimangono molto astratte. Dimenticano che la bellezza autentica contiene un messaggio specifico di Dio che eleva la nostra anima. Come diceva Platone: “Alla vista della bellezza, crescono le ali alla nostra anima. » Del resto, la bellezza sacra legata alla Liturgia non pretende mai di essere tematica, come in un'opera d'arte; piuttosto essa, come espressione, svolge una funzione di servizio. Lungi dall'oscurare o dal sostituire il tema religioso della liturgia, lo aiuta a risplendere » (15).</div><br /><div style="text-align: justify;">Alcuni eminenti liturgisti del XX secolo hanno inventato arbitrariamente una teoria altezzosa e discriminante, la cosiddetta teoria della " decadenza o corruzione ", con la quale hanno inferto un colpo mortale al principio bimillenario della tradizione liturgica, introducendo concettualmente il principio eretico di rottura, con il quale si cercava di giustificare la creazione di nuovi riti liturgici da parte di "studiosi", o per così dire, con "decisioni concettuali [non da credenti]". Un saggio specialista in liturgia, già nel 1956, ha messo in discussione questa nuova teoria ponendo la domanda: “ Perché dovremmo ridurre al XX secolo un “vero rinascimento liturgico ” e una “ decadenza ” di settecento anni fa? A meno che noi [loro] non abbiamo il monopolio della verità? (16).</div><br /><div style="text-align: justify;">Fu con perspicacia che Dom Prosper Guéranger caratterizzò l'eresia antiliturgica come una rottura con la tradizione liturgica della Chiesa: “La prima caratteristica dell'eresia antiliturgica è l'odio per a Tradizione nelle formule del culto divino. Non possiamo contestare questa caratteristica specifica in tutti gli eretici che abbiamo nominato, da Vigilance a Calvino, e il motivo è facile da spiegare. Ogni settario che voglia introdurre una nuova dottrina si trova inesorabilmente al cospetto della Liturgia, che è tradizione al massimo grado, e non può darsi pace finché non avrà fatto tacere questa voce, finché non avrà strappato queste pagine che nascondono la fede dei secoli passati. " (17)</div><br /><div style="text-align: justify;">Louis Bouyer ha scritto la seguente notevole spiegazione sul principio essenziale della tradizione nella liturgia: “ La tradizione non può essere mantenuta quando introduciamo nuove innovazioni o arcaismi artificiali. Qualsiasi progresso sano, così come qualsiasi riforma reale, può essere raggiunto solo attraverso un processo organico. Non possiamo né aggiungere elementi totalmente estranei dall'esterno alla liturgia, né farla regredire verso una visione idealizzata del passato. Possiamo, e talvolta dobbiamo, potare o arricchire la liturgia, ma dobbiamo sempre rimanere in contatto con l'organismo vivente che ci è stato trasmesso dai nostri antenati, e rispettare sempre le leggi della sua struttura e della sua crescita. Nessuna innovazione può quindi essere accettata al solo scopo di creare qualcosa di nuovo, e nessun restauro può essere il prodotto di un desiderio di fuga romantica in un passato morto. In questo caso è necessario che la continuità, l'omogeneità della tradizione siano ritenute dall'autorità come condizione <i>sine qua non</i> per la perpetuazione della vita di una realtà che non è solo immensamente sacra ma vita stessa del corpo mistico. "(18). Johannes Wagner, liturgista tedesco e membro della Commissione Liturgica del Concilio Vaticano II, ha fatto questa memorabile affermazione: " La storia ha dimostrato mille volte che non c'è nulla di più pericoloso per una religione, nulla è più idoneo a creare malcontento, incertezza, divisione e apostasia come l'ingerenza nella liturgia e quindi nella senso religioso » (19).</div><br /><div style="text-align: justify;">Il primo nella Chiesa che è tenuto a conservare e difendere nella liturgia il principio della tradizione, cioè la sua qualità di costante e rigorosamente organica, è il Papa. Louis Bouyer ha confutato la strana affermazione secondo cui " l'autorità suprema della Chiesa non è vincolata da nulla e potrebbe donarci liberamente una liturgia del tutto nuova, rispondente alle esigenze dei nostri giorni, senza preoccuparsi in alcun modo del passato, e che ciononostante non può esserci dubbio che la Chiesa è in procinto di creare una nuova liturgia » (20). Il cardinale Joseph Ratzinger, a sua volta, lo ha affermato: “ Dopo il Concilio Vaticano II è emersa l'impressione che il papa potesse davvero qualsiasi cosa in materia liturgica, soprattutto se avesse agito sotto il mandato di un concilio ecumenico. Ad un certo punto, l'idea del carattere dato della liturgia, del fatto che non possiamo farne ciò che vogliamo, è scomparsa dalla coscienza pubblica in Occidente. D’altra parte, il Concilio Vaticano I non aveva in alcun modo definito il papa come un monarca assoluto. Al contrario, lo ja presentato come il garante dell'obbedienza alla Parola rivelata. L'autorità del papa è vincolata alla Tradizione della fede, e questo vale anche per la liturgia. Essa non è “fabbricata” dalle autorità. Anche il Papa non può che essere umile servitore del suo legittimo sviluppo e della sua vincolante integrità e identità. . . L'autorità del papa non è illimitata; è al servizio della Sacra Tradizione [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/in-che-senso-il-papa-e-al-di-sopra-del.html" target="_blank">qui</a>]. . . La grandezza della liturgia dipende – dovremo ripeterlo spesso – dalla sua non-arbìtrarietà (<i>Unbeliebigkeit</i>) » (21).</div><br /><div style="text-align: justify;">Il Concilio ecumenico di Costanza (1414 – 1418) definì il Papa come il primo nella Chiesa tenuto a custodire scrupolosamente non solo l'integrità della fede, ma anche la tradizione della liturgia, stabilendo questa norma: « Poiché il Romano Pontefice esercita così grande potere tra i mortali, è bene che sia tanto più vincolato dagli inconfutabili vincoli della fede e dai riti che devono essere osservati riguardo ai sacramenti della Chiesa. Per questo decretiamo e ordiniamo, affinché la pienezza della fede possa risplendere con singolare splendore in un futuro romano pontefice fin dai primi istanti in cui diventerà papa, che d'ora in poi chiunque sarà eletto romano pontefice faccia la confessione nella pubblica e successiva professione» ( 22 ). Nel corso di questa stessa sessione, il Concilio di Costanza decretò che ogni nuovo papa eletto dovesse prestare giuramento di fede, proponendo la seguente formula, di cui riportiamo i passaggi più essenziali: “ Io, N. eletto papa, professo e prometto con il cuore e con le labbra a Dio Onnipotente, la cui Chiesa mi impegno a governare con il suo aiuto, e alla presenza del beato Pietro Principe degli Apostoli, che finché piacerà al Signore di preservarmi questa fragile vita, crederò e osserverò la fede cattolica secondo la tradizione degli apostoli, dei concili generali e dei santi Padri. Conserverò tutta immutata questa fede fino all'ultimo punto della lettera, e la confermerò, la difenderò e la predicherò fino a dare la vita e versare il sangue per essa, e parimenti seguirò e osserverò in ogni modo il rito trasmesso dai sacramenti ecclesiastici della Chiesa Cattolica. »</div><br /><div style="text-align: justify;">La forma tradizionale del Rito Romano è una testimonianza chiara e completa delle verità centrali della fede cattolica. Nel rito tradizionale nessun elemento centrale del <i>Depositum fidei </i>viene nascosto, indebolito o formulato in modo ambivalente (23). Conservare il tesoro prezioso della liturgia tradizionale è parte della conservazione del <i>Depositum fidei</i>. L'apostolo Paolo avverte così il suo discepolo: “ O Timoteo, custodisci il deposito della fede che ti è stato affidato! (1 Tm 6, 20). In un'attualità senza tempo, san Vincenzo di Lérins interpreta questo insegnamento dell'apostolo anche in una dimensione liturgica, dicendo: “ Chi è Timoteo oggi, se non la Chiesa universale, in generale, o soprattutto la Chiesa intero corpo dei responsabili della Chiesa che essi stessi devono possedere e trasmettere agli altri la scienza completa del culto divino? »(24). La messa tradizionale è l'espressione formatasi nei millenni e la comprovata garante di questa intatta conoscenza del culto di Dio ( 25). In effetti, «la Liturgia è la stessa tradizione nel suo massimo grado di potenza e di solennità » (26).</div>
Mons. Atanasio Schneider<br />
Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Santa Maria in Astana<br />
________________________________<br />
1 - S. Cipriano, <i>Ep</i>.74<br />
2 - Eusebio di Cesarea, <i>Storia ecclesiastica</i>, VII, 3.1<br />
3 - San Clemente, <i>1 Epistola</i>. 42,5<br />
4 – 1 Clem 40,1-5<br />
5 – 1 Clem 41,1-4<br />
6 - San Basilio di Cesarea - <i>De Spiritu Sancto</i>, 66<br />
7 - Sant'Ireneo, <i>Contro le eresie</i> 4, 18.5)<br />
8 - cfr. Michael Fiedrowicz, <i>Teologia della Chiesa</i>. Grundlagen frühchristlicher Glaubensreflexion, Friburgo, 2010, p. 250).<br />
9 - cfr. ibid., pag. 251<br />
10 - Saint-Augustin, Ep.54, 6<br />
11- Saint Vincent de Lerins, <i>Commonitorium</i>, 7, 6 e segg.<br />
12 - Dom Prosper Gueranger, <i>Istituzioni liturgiche</i>, I, Parigi, 1878, p. 3<br />
13 - Riassunto testuale dell'udienza concessa il 12 dicembre 1935 a Dom B. Capelle, Questioni liturgiche e parrocchiali 21 (1936) p.134<br />
14 - Congresso. Sacro. Rituum - Sectio Historica - Memoria sulla riforma liturgica: Supplemento II – Annotazioni alla “Memoria”, n° 76, Vaticano, 1950, pp. 6 e 9, citati in Alcuin Reid, Lo sviluppo organico della liturgia. I principi della riforma liturgica e la loro relazione con il movimento liturgico del XX secolo prima del Concilio Vaticano II, Farnborough, 2004, pp. 149 e segg., e San Francisco, 2005, pp. 161 seguente.).<br />
15 - <i>Il cavallo di Troia nella città di Dio</i>, Chicago 1967, p. 198<br />
16 - Stephen JP van Dijk, OFM, <i>Movimento liturgico passato e presente</i>, The Clergy Review, 41, p. 528<br />
17 - op. cit., pag. 397, e Istituzioni liturgiche 1840-1851. Estratti stabiliti da Jean Vaquié, Vouillé, 1977, p. 107<br />
18 - Louis Bouyer, <i>Liturgy Revived: A Doctrinal Commentary of the Conciliar Constitution on the Liturgy</i>, Londra, 1965, p. 55<br />
19 - Johannes Wagner, <i>Reformation aus Rom</i>, Monaco, 1967, p. 42<br />
20 - Louis Bouyer, <i>La Parola di Dio vive nella liturgia</i>, in A. Martimort et al., <i>La liturgia e la Parola di Dio</i>, Collegeville, 1959, p. 65<br />
21 - Joseph Ratzingzer, <i>Lo spirito della liturgia</i>, San Francisco, 2000, pp. 165-166<br />
22 - Trentanovesima sessione del 9 ottobre 1417, ratificata da papa Martino V<br />
23 - cfr. Michael Fiedrowicz, op. cit., pag. 289<br />
24 - San Vincenzo de Lerins,<i> Commonitorium</i> 22, 2<br />
25 - cfr. Michael Fiedrowicz, op. cit., pp. 292-293<br />
26 - Dom Prosper Guéranger, <i>Istituzioni liturgiche</i>, I, Parigi, 1878, p. 3
</div><div><br /></div>
<div>[Traduzione a cura di Chiesa e post-Concilio]<br />
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-61706101352415391492023-12-17T15:40:00.001+01:002023-12-17T15:42:02.355+01:00M.O., Tajani: Israele tuteli i luoghi di culto cristiani a Gaza<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc59LsGkekNFOSMehfOQxHEkADfj6Shb5j3mnDk8ppRn2uRpGsJPGNWouNHJdN80jDq3r-qVtkVVkXFDN2nMRPSWD7yleSvRBVWPA7r28Qx8fdXpmZvTcQV1_rre7k1fNPkPRbjRtQ48I3JqcFIGnzWFR_GuyY6fLDYVAPC71zjCoD5yTvtVxweOF_4Ujv/s260/Holy_Family_Church_in_Gaza.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="260" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc59LsGkekNFOSMehfOQxHEkADfj6Shb5j3mnDk8ppRn2uRpGsJPGNWouNHJdN80jDq3r-qVtkVVkXFDN2nMRPSWD7yleSvRBVWPA7r28Qx8fdXpmZvTcQV1_rre7k1fNPkPRbjRtQ48I3JqcFIGnzWFR_GuyY6fLDYVAPC71zjCoD5yTvtVxweOF_4Ujv/w185-h140/Holy_Family_Church_in_Gaza.jpg" width="185" /></a></div>Roma, 16 dic. (askanews) - "<i>Lancio un appello accorato al governo e all'esercito israeliano affinché tutelino i luoghi di culto cristiani nella Striscia di Gaza. Non è lì che si nascondono i terroristi di Hamas</i>": è quanto ha scritto su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. </div><div style="text-align: justify;">Oggi due donne sono state uccise e altre sette persone sono rimaste ferite dai colpi esplosi da un cecchino israeliano contro la Chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, stando a quanto riferito dal Patriarcato latino di Gerusalemme.</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-69521546214258891832023-12-17T00:00:00.010+01:002023-12-17T00:00:00.123+01:00Dominica Tertia Adventus ("Gaudete") - Tempore Adventus e la seconda venuta <div style="text-align: justify;">Ripropongo per i nuovi lettori, ma anche per il nostro approfondimento, testi che appartengono alla vena aurea dei tesori che <i>La Catholica</i> ci ha tramandato e che noi disseppelliamo per rimeditarli e perché non siano consegnati all'oblìo e continuino a nutrire anche questa generazione e quelle che verranno. Di seguito trovate <i>Tempore Adventus e la seconda venuta</i> il bagaglio della Rivelazione presente nel Gregoriano.
Richiamo:<i> </i></div><div style="text-align: justify;"><i>Dominica prima Adventus</i> e La <b>Mistica</b> dell'Avvento, dom Prosper Guéranger [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/12/dominica-prima-adventus-e-mistica.html" target="_blank">qui</a>]; </div><div style="text-align: justify;"><i>Dominica prima Adventus</i> e La <b>Storia</b> dell'avvento [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/dominica-prima-adventus-e-storia.html" target="_blank">qui</a>]; </div><div style="text-align: justify;"><i>Dominica secunda Adventus</i> e la <b>Pratica</b> dell'Avvento [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/12/dominica-secunda-adventus-e-la-pratica.html" target="_blank">qui</a>]</div><div style="text-align: justify;">Altri precedenti:<i> Tempore Adventus</i> [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/12/tempore-adventus.html" target="_blank">qui</a>]; <i>Nell'Avvento viviamo l'innocenza e l’eterna infanzia di Dio</i> [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/12/nellavvento-viviamo-linnocenza-e.html" target="_blank">qui</a>] ; <i>È di nuovo Avvento</i> [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/11/e-di-nuovo-avvento.html" target="_blank">qui</a>]. </div><hr /><div><span style="font-size: large;">Intróitus</span></div><table border="0" cellpadding="2">
<tbody><tr>
<td valign="top" width="50%">Ad Phil. 4, 4-6 - <i>Gaudéte in Dómino semper: íterum dico, gaudéte. Modéstia vestra nota sit ómnibus homínibus: Dóminus enim prope est. Nihil sollíciti sitis: sed in omni oratióne petitiónes vestræ innotéscant apud Deum. Ps. 84, 2 - Benedixísti, Dómine, terram tuam: avertísti captivitátem Iacob. Glória Patri…</i> </td>
<td valign="top" width="50%">Godete sempre nel Signore: ve lo ripeto: godete. La vostra modestia sia manifesta a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non siate ansiosi per alcuna cosa, ma in ogni circostanza fate conoscere a Dio i vostri bisogni. Hai benedetto, o Signore, la tua terra: hai liberato Giacobbe dalla schiavitù. Gloria al Padre… </td>
</tr>
</tbody></table>
<div><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTv0aCeHoOMSSSmqYUzYGFEDAGuSJpa0JcHFtS18vcVECbCWi5T51CAImWYwEVvSZ22xjR3wwGTZrhvuhsSeCRbqbeLRM0g926EZQCj1iBayDC2R6mjww7QLBAqvcAV5q7Q3eOCMTtPa2AqaG8R3_jFLp4sQXTAZa5pQ2krW-Vo7LrVoXxVlMgbVn9BNI/s750/dominica-gaudete.jpg" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="750" data-original-width="341" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTv0aCeHoOMSSSmqYUzYGFEDAGuSJpa0JcHFtS18vcVECbCWi5T51CAImWYwEVvSZ22xjR3wwGTZrhvuhsSeCRbqbeLRM0g926EZQCj1iBayDC2R6mjww7QLBAqvcAV5q7Q3eOCMTtPa2AqaG8R3_jFLp4sQXTAZa5pQ2krW-Vo7LrVoXxVlMgbVn9BNI/s320/dominica-gaudete.jpg" /></a></div>Il gaudio della Chiesa aumenta vieppiù in questa Domenica. Ella sospira sempre verso il Signore; ma sente che ormai è vicino, e crede di poter temperare l'austerità di questo periodo di penitenza con l'innocente letizia delle pompe religiose. Innanzi tutto, questa Domenica ha ricevuto il nome di <i>Gaudete</i>, dalla prima parola del suo Introito; ma, inoltre, vi si osservano le commoventi usanze che sono proprie della quarta Domenica di Quaresima chiamata<i> Laetare</i>.<i> </i>Alla Messa si suona l'organo; gli ornamenti sono di color rosa; il Diacono riprende la dalmatica, e il Suqddiacono la tunicella; nelle Cattedrali, il Vescovo assiste, ornato della mitra preziosa. O mirabile condiscendenza della Chiesa, che sa unire così bene la severità delle credenze alla graziosa poesia delle forme liturgiche! Entriamo nel suo spirito, e rallegriamoci in questo giorno per l'avvicinarsi del Signore. Domani, i nostri sospiri riprenderanno il loro corso; poiché, per quanto egli non debba tardare, non sarà ancora venuto.<br /><span></span><br /></div><div style="text-align: justify;">La Stazione ha luogo nella Basilica di S. Pietro in Vaticano. Questo tempio augusto che ricopre la tomba del Principe degli Apostoli, è l'asilo universale del popolo cristiano; è quindi giusto che sia testimone delle gioie come delle tristezze della Chiesa.<span><a name='more'></a></span>L'Ufficio della notte comincia con un nuovo Invitatorio, che è un grido di letizia per la Chiesa; tutti i giorni, fino alla Vigilia di Natale, essa apre i Notturni con queste belle parole:<br /><i>
Il Signore è ormai vicino: venite, adoriamolo</i>.<br /><br />
Prendiamo ora il libro del Profeta, e leggiamo con la santa Chiesa:<br /><br /><span style="font-size: large;">
Lettura del Profeta Isaia</span><br />
<i>Fiducia in Dio, Egli umilia i superbi.</i><br /><br />
Allora si canterà questo cantico nella terra di Giuda:<br /><br />
Città forte è la nostra; <br />
la salvezza vi ha messo mura e baluardo.<br /><br />
Aprite le porte, che vi entri il popolo giusto, mantenitore della fede.<br /><br />
Gente di saldo cuore, conserverai la pace, <br />
pace, perché in te è fiducia.<br /><br />
Abbiate fiducia nel Signore sempre, in perpetuo, <br />
perché il Signore è rocca per secoli;<br /><br />
perché ha avvallati gli abitatori delle altezze,<br />
la città sì elevata l'ha gettata giù,<br /><br />
l'ha gettata giù sino a terra, <br />
l'ha rasa al suolo.<br /><br />
Ora la calpestano i piedi dei miseri <br />
i passi dei tapini.<br /><br />
<i>Il giusto aspetta il regno della giustizia e rimane fedele a Dio</i>.<br /><br />
Piano è il cammino per il giusto, <br />
il sentiero del giusto Tu livelli o Signore.<br /><br />
Sì, per la via dei tuoi giudizi noi Ti attendiamo, <br />
al tuo Nome, al tuo ricordo va l'anelito dell'anima.<br /><br />
L'anima nostra a Te aspira di notte; <br />
ancora al mattino il nostro cuore Ti ricerca.<br />
(Is 26,1-9)<br /><br />
O santa Chiesa Romana, nostra roccaforte, eccoci raccolti entro le tue mura, attorno alla tomba di quel pescatore le cui ceneri ti proteggono sulla terra, mentre la sua immutabile dottrina ti illumina dall'alto del cielo. Ma se tu sei forte, è per il Signore che sta per venire. Egli è il tuo <i>baluardo</i>, poiché è lui che abbraccia tutti i tuoi figli nella sua misericordia; egli è la tua fortezza invincibile poiché per lui le potenze dell'inferno non prevarranno contro di te. Apri le tue porte, affinché tutti i popoli facciano ressa nella tua cinta: poiché tu sei la maestra della santità, la custode della verità. Possa l'antico errore che si oppone alla fede cessare presto, e la pace stendersi su tutto il gregge! O santa Chiesa Romana, tu hai riposto per sempre la tua speranza nel Signore; ed egli a sua volta, fedele alla promessa, ha umiliato davanti a te le alture superbe, le roccaforti dell'orgoglio. Dove sono i Cesari, che credettero di averti annegata nel tuo stesso sangue? Dove sono gli Imperatori che vollero attentare all'inviolabile verginità della tua fede? Dove i settari che ogni secolo, per così dire, ha visto accanirsi l'uno dopo l'altro intorno agli articoli della tua dottrina? Dove sono i prìncipi ingrati che tentarono di asservirti dopo che tu stessa li avevi innalzati? Dov'è l'Impero della Mezzaluna che tante volte ruggì contro di te, allorché, disarmata, ricacciavi lontano l'orgoglio delle sue conquiste? Dove sono i Riformatori che pretesero di costituire un Cristianesimo senza di te? Dove sono quei sofisti moderni, ai cui occhi non eri più che un fantasma impotente e tarlato? Dove saranno, fra un secolo, quei re tiranni della Chiesa, quei popoli che cercano la libertà fuori della verità?<br /><br />
Saranno passati con il rumore del torrente; e tu invece sarai sempre calma, sempre giovane, sempre senza rughe, o santa Chiesa Romana, assisa sulla pietra inamovibile. Il tuo cammino attraverso tanti secoli, sotto il sole che fuori di te illumina sole le variazioni dell'umanità. Donde ti viene questa solidità, se non da colui che è la Verità e la Giustizia? Gloria a lui in te! Ogni anno, egli ti visita; ogni anno, ti reca nuovi doni, per aiutarti a compiere il pellegrinaggio, e sino alla fine dei secoli, verrà sempre a visitarti, a rinnovarti, non solo mediante la potenza di quello sguardo con il quale rinnova Pietro, ma riempiendoti di se stesso, come riempì la Vergine gloriosa; l'oggetto del tuo più tenero amore, dopo quello che porti allo Sposo. Noi preghiamo con te, o Madre nostra, e diciamo: Vieni, Signore Gesù! <i>Il tuo nome e il tuo ricordo sono il desiderio delle anime nostre; esse ti desiderano durante la notte, e i nostri intimi sospiri ti cercano</i>.<br /><br /><span style="font-size: large;">
Messa</span><br />
EPISTOLA (Fil 4,4-7). - <i>Fratelli, state sempre allegri nel Signore, lo ripeto, state allegri. La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non vi affannate per niente, ma in ogni cosa siano le vostre petizioni presentate a Dio con preghiere e suppliche unite a rendimento di grazie. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù Signor nostro.</i><br /><br />
Dobbiamo dunque rallegrarci nel Signore, poiché il Profeta e l'Apostolo concordano nell'incoraggiare i nostri desideri verso il Signore: l'uno e l'altro ci annunciano la pace. Stiamo dunque tranquilli: <i>Il Signore è vicino</i>; <i>è vicino</i> alla sua Chiesa; <i>è vicino</i> a ciascuna delle nostre anime. Possiamo forse restare presso un fuoco così ardente, e rimanere freddi? Non le sentiamo forse venire, attraverso tutti gli ostacoli che la sua suprema elevazione, la nostra profonda bassezza e i nostri numerosi peccati gli suscitano? Egli supera tutto. Ancora un passo, e sarà in noi. Andiamogli incontro con le <i>preghiere</i>, le <i>suppliche</i>, i <i>rendimenti di grazie</i> di cui parla l'Apostolo. Raddoppiamo il fervore e lo zelo per unirci alla santa Chiesa, i cui sospiri verso colui che è la sua luce e il suo amore diventano ogni giorno più ardenti.<br /><br />
VANGELO (Gv 1,19-28). - <i>In quel tempo, i Giudei di Gerusalemme mandarono a Giovanni dei sacerdoti e dei leviti per domandargli: Tu chi sei? Ed egli confessò e non negò; e confessò: Non sono io il Cristo. Ed essi gli domandarono: Chi sei dunque? Sei Elia? Ed egli: No. Sei tu il profeta? No, rispose. Allora gli dissero: E chi sei, affinché possiamo rendere conto a chi ci ha mandati: che dici mai di te stesso? Rispose: Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate la via del Signore, come ha detto il profeta Isaia. Or quelli che erano stati inviati a lui erano dei Farisei; e l'interrogarono dicendo: Come dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? Giovanni rispose loro: Io battezzo coll'acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. Questi è colui che verrà dopo di me, ed a cui non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Questo accadeva in Betania oltre il Giordano, dove Giovanni stava battezzando.</i><br /><br />
<i>In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete</i>, dice san Giovanni Battista ai messi dei Giudei. Il Signore può dunque essere vicino; può anche essere venuto, e tuttavia rimanere ancora sconosciuto a molti. Questo divino Agnello è la consolazione del santo Precursore, il quale ritiene un grande onore l'essere la mera voce che grida agli uomini di preparare le vie del Redentore. San Giovanni è in questo il tipo della Chiesa e di tutte le anime che cercano Gesù Cristo. La sua gioia è completa per l'arrivo dello Sposo; ma è circondato da uomini per i quali il Divino Salvatore è come se non ci fosse. Ora, eccoci giunti alla terza domenica del sacro tempo dell'Avvento: sono scossi tutti i cuori alla voce del grande annunzio dell'arrivo del Messia? Quelli che non vogliono amarlo come Salvatore, pensano almeno a temerlo come Giudice? Le vie storte si raddrizzano? Le colline pensano ad abbassarsi? La cupidigia e la sensualità sono state seriamente attaccate nel cuore dei cristiani? Il tempo stringe: <i>Il Signore è vicino!</i> Se queste righe cadessero sotto gli occhi di qualcuno di quelli che dormono invece di vegliare nell'attesa del divino Bambino, lo scongiureremmo di aprire gli occhi e di non aspettare oltre a rendersi degno d'una visita che sarà per lui, nel tempo, l'oggetto d'una grande consolazione, e che lo rassicurerà contro tutti i terrori dell'ultimo giorno. O Gesù, manda la tua grazia con maggiore abbondanza; <i>costringili ad entrare</i>, affinché non sia detto del popolo cristiano quello che san Giovanni diceva della Sinagoga:<i> In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.</i><br /><br /><span style="font-size: large;">
Preghiamo</span><br />
Deh, Signore, volgi il tuo orecchio alle nostre preghiere e con la grazia della sua venuta rischiara le tenebre della nostra mente.<br />
(da: dom Prosper Guéranger, <i>L'anno liturgico</i>. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 62-66)</div>
<div style="text-align: center;">
* * *</div><span style="color: #990000; font-size: medium;">
Tempore Adventus e la seconda venuta:<br />
il bagaglio della Rivelazione presente nel Gregoriano<br /></span><br /><div style="text-align: justify;">«Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n’è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l’altra porterà una corona di divina regalità. […] Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti. Nella sua prima venuta fu avvolto in fasce e posto in una stalla, nella seconda si vestirà di luce come di un manto. Nella prima accettò la croce senza rifiutare il disonore, nell’altra avanzerà scortato dalle schiere degli angeli e sarà pieno di gloria. Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Queste parole di Cirillo di Gerusalemme inquadrano perfettamente quella che è la caratterizzazione liturgica cattolica del tempo di Avvento. Esso, non appartenendo alla tradizione liturgica romana, si presenta come piuttosto “anomalo”: oltre che attesa per l’imminente nascita del Salvatore (l’<i>adventus in carne</i>), l’Avvento è anche l’attesa della <i>parousìa</i>, la seconda venuta del Signore, quella finale e gloriosa (l’<i>adventus in maiestate</i>), come testimoniano innumerevoli testimonianze patristiche.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Certo, questo difficilmente lo si potrà dedurre dalle liturgie della neo-Chiesa postconciliare che, dell’Avvento, ha fatto solamente una zuccherosa e puerile attesa del bambino che, come insegna Bergoglio, «si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza». Dell’Avvento, ormai, si è innegabilmente persa la sua concezione di tempo escatologico quando, il canto gregoriano, questo lo veicolava perfettamente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nei vangeli del tempo di Avvento, ad esempio, non mancano le fonti: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (Lc 21, 25). O ancora: «Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Lc 21, 36).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E tutto questo bagaglio della Rivelazione, giacché la Tradizione, con la Sacra Scrittura, ne è la sua seconda faccia, è ben presente nel canto gregoriano. La I domenica d’Avvento, ad esempio, ci ha offerto, nei testi della messa, anche questa lettura escatologica dell’attesa: l’Avvento è, sì, l’attesa di un bambino, ma è anche l’attesa dei servi che non sanno quando arriverà il padrone (cfr Mc 13, 33-37), è l’attesa di noi che non immaginiamo quando «il Figlio dell’uomo verrà» (Mt 24, 44). Il tema del Giudizio, teologicamente fondamentale, ispirò, per questa domenica, addirittura una sequenza propria: il <i>Dies irae</i>, uno dei brani più noti e associato a manifesto del funereo. Essa, invece, grazie al suo testo apocalittico, parrebbe essere nata proprio come sequenza di apertura dell’Avvento. Il <i>Dies irae </i>ricorda, nel momento in cui si attende la venuta terrena dell’Emmanuele, che Egli ritornerà una seconda volta come Giudice glorioso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM1CSM5-5MRKHwyE8eaiEVd8_2JZxSrkyBzRj5KW-83sa4b9SUJ71ZHrcB-3HTkCnbbcDlaKRo130UHJRlfy2dk4oLBXPFf4q_bNUz3x9o2BtCSdnm63qW-JeBXOtm1tuqGYH4eU4bidSVf2lFkpxz7MswABXHmlbsR4bTopyZu50pENUx-M2e80smhYM/s290/Ecce-Dominus.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="290" height="98" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM1CSM5-5MRKHwyE8eaiEVd8_2JZxSrkyBzRj5KW-83sa4b9SUJ71ZHrcB-3HTkCnbbcDlaKRo130UHJRlfy2dk4oLBXPFf4q_bNUz3x9o2BtCSdnm63qW-JeBXOtm1tuqGYH4eU4bidSVf2lFkpxz7MswABXHmlbsR4bTopyZu50pENUx-M2e80smhYM/s1600/Ecce-Dominus.png" width="290" /></a></div>E su questo stesso tenore, quasi, il tempo d’Avvento volgerà alla sua conclusione. Basti osservare il <i>communio Ecce Dominus veniet</i> della feria II “<i>in ultimis feriis</i>”: «<i>Ecce Dominus veniet, et omnes sancti eius cum eo, et erit in die illa lux magna</i>» (Ecco, il Signore verrà, e con lui tutti i suoi santi, e in quel giorno ci sarà una grande luce). La venuta “con tutti i suoi santi” è, evidentemente, la seconda, quella ultima. E che sia il secondo avvento quello su cui questo brano intende porre la sua attenzione ci è indicato da un altro preciso elemento. Il rapido andamento iniziale, dopo un provvisorio indugio su «veniet», comincia ad allargare massicciamente proprio sulla frase «<i>omnes sancti eius cum eo</i>» per poi raggiungere la culminanza melodica su «<i>die</i>», il giorno, quel giorno. Ma il “secondo”, non il primo come saremmo portati a pensare a sentire certe esegesi postconciliari. Per il cantore medievale che intonava, in Avvento, l’<i>Ecce Dominus veniet</i>, diventava così del tutto naturale proiettarsi all’<i>Adventus in maiestate</i>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il rimando musicale al “secondo avvento” che il gregoriano instaurava, riusciva, così, a richiamare facilmente alla mente dei fedeli anche il teologicamente complesso significato ultimo del tempo d’Avvento. (Mattia Rossi)</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-47126914097013607492023-12-16T06:30:00.005+01:002023-12-16T06:30:00.131+01:00“La divisione nella Chiesa riguarda l’intero quadro della fede” / Crepaldi a “La Verità”<div style="text-align: justify;">Di seguito il testo dell’intervista di Martina Pastorelli al vescovo Giampaolo Crepaldi pubblicata il 14 dicembre scorso dal quotidiano “<i>La Verità</i>” con il titolo “<i>Il caso ONG? La carità senza verità fa danni</i>”; dal sito dell'Osservatorio Card. Van Thuân.</div><hr /><span style="color: #990000; font-size: medium;">
“La divisione nella Chiesa riguarda l’intero quadro della fede”. </span><div><span style="color: #990000; font-size: medium;">Crepaldi a “La Verità”
</span><br /><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwPVkJltRszvZhnSlb7pG8O1pZvNHtp7Cqu6DuBDDji9e9anCkuP80nLp-ma1dxQGFTZX-1MRQabQwSnQAiGh596B-6oaQSClq3eIZyV1K_K6ABSXEgzpv61yIhkEkMmFDpIs3ZsoOZ5GznxIfdiAQMv4dxwSre4jzzHK8r0m65YFFH9JG_Nf2eVx3z8s/s768/crepaldi-anniversario-def.webp" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="768" height="134" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwPVkJltRszvZhnSlb7pG8O1pZvNHtp7Cqu6DuBDDji9e9anCkuP80nLp-ma1dxQGFTZX-1MRQabQwSnQAiGh596B-6oaQSClq3eIZyV1K_K6ABSXEgzpv61yIhkEkMmFDpIs3ZsoOZ5GznxIfdiAQMv4dxwSre4jzzHK8r0m65YFFH9JG_Nf2eVx3z8s/w238-h134/crepaldi-anniversario-def.webp" width="238" /></a></div><div style="text-align: justify;">L’inchiesta della Procura di Ragusa sul traffico di migranti clandestini di cui questo giornale sta dando conto in solitaria, ha gettato una luce sinistra sull’impegno sociale di tanti esponenti ecclesiali e rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso di una credibilità da tempo in esaurimento: molte persone sono disorientate e tra i cattolici cresce lo sconforto nel vedere che, davanti alle sfide del presente, la Chiesa di Roma sembra vivere un momento di debolezza e una sorta di crisi di identità rispetto al pensiero mondano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’ostinato rifiuto a riconoscere la gravità della situazione da parte dei chierici coinvolti nello scandalo dei finanziamenti alla Ong di Luca Casarini – dal presidente della Cei in giù – peggiora le cose, e va ad aggiungersi a una diffusa perplessità di fronte al misterioso allineamento del Vaticano sui temi dell’agenda mondialista: ultima in ordine di tempo la teoria del riscaldamento climatico causato dall’uomo, con la quale si ribalta l’antropocentrismo cristiano.<span><a name='more'></a></span></div><br /><div style="text-align: justify;">Nel silenzio desolante delle gerarchie si staglia una delle sue voci più autorevoli: quella di monsignor Giampaolo Crepaldi, che prima di essere nominato da papa Benedetto XVI Vescovo di Trieste (ora è emerito), aveva guidato il Pontificio consiglio della giustizia e della pace, ed è uno dei più profondi conoscitori della Dottrina Sociale della Chiesa. Su questa fase particolarmente difficile, Crepaldi ha accettato di fare chiarezza. Le sue parole vanno lette attentamente poiché delineano un quadro grave, con la Chiesa che si adegua alle nuove emergenze create artificialmente, smarrisce la sua missione salvifica conformandosi e riducendosi ad agenzia etica, dimentica come debbano coniugarsi verità e carità per essere autentiche, ed è incapace di discernere sui fini finendo per stringere alleanze improvvide (caso Mediterranea docet). Il prelato ricorda anche una cosa molto importante, ovvero che non esiste il positivismo cattolico, il che implica che non tutto quello che viene insegnato dall’alto coincide con la verità. Infine, delinea una divisione nella Chiesa che non tocca solo qualche tema specifico ma l’intero impianto della fede.</div><br /><b>
Eccellenza, che cosa sta succedendo?</b><br /><div style="text-align: justify;">«Credo che le difficoltà del momento derivino in particolare dall’ansia pastoralista che rischia di venire anteposta alla luce della dottrina. Il giusto desiderio di esserci, di fare, di incontrare il mondo e di collaborare rischia di diventare criterio in se stesso, piuttosto che illuminata applicazione di un criterio dottrinale».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>In questa fase di emergenza perenne l’Occidente sembra essere in balia di un centro di potere sovranazionale che bypassa il volere dei popoli: è a rischio la democrazia delle nostre società? E quale dovrebbe essere, in questa situazione, il ruolo della Chiesa?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«Su questo argomento faccio mie le analisi e le conclusioni che l’Osservatorio cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa ha di recente espresso nel suo Rapporto annuale dedicato a “Un Deep State planetario, la politica governata dall’ombra”. Esiste un sistema globale e coordinato che mette a rischio non solo la democrazia, dato che intende riplasmare una nuova umanità. La Chiesa, io penso, dovrebbe affrontarlo criticamente».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>Questa nuova oligarchia mondiale mira a una società fondata sulla tecnologia e su una morale ambiguamente umanistica, post-naturale e post-cristiana. A questa pressione, che vuole la distruzione della natura e della soprannatura, i cattolici, laici e uomini di Chiesa, si adeguano o tentano di opporsi?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«In generale prevale l’adeguamento, anche se esistono realtà del mondo cattolico le quali sono contrarie al nuovo globalismo che sradica gli individui dalle società naturali, si oppongono a una unica religione universale delle buone pratiche come già voleva Immanuel Kant e poi illuminismo e massoneria, e sono critiche sulle nuove emergenze costruite artificialmente e le nuove conversioni richieste – e spesso imposte – dal potere politico».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>Quali conseguenze comporta il fatto che oggi la Chiesa sembra relegata al ruolo di agenzia caritatevole mentre la fede pare ridotta a buone pratiche sociali?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«Comporta il pericolo che essa perda di vista la sua unicità salvifica e che diventi una delle tante agenzie di etica sociale secondo i desideri del mondo. Capita così che nella festa dell’Immacolata Concezione, come è successo lo scorso 8 dicembre, ci si limiti a dire che Maria Immacolata si opporrebbe oggi al “femminicidio”».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>Questo sbilanciamento su certi temi – penso all’immigrazione – fa incappare in strumentalizzazioni, come accaduto nella vicenda dei finanziamenti ecclesiali all’Ong di Luca Casarini, imputato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Cosa ha pensato nel leggere i commenti sprezzanti degli indagati verso i suoi confratelli, ai quali veniva chiesto continuamente danaro?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«Credo che, come suona il titolo dell’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, bisogna sempre fare la carità nella verità, oltre che, naturalmente, il contrario. Ho l’impressione che nella vicenda da lei ricordata ciò non sia stato fatto in modo adeguato».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>Tra i protagonisti delle chat che rivelano i maneggi per ottenere fondi, c’è il cappellano della Mare Jonio, don Mattia Ferrari (che agli attivisti suggeriva pure le formule da scrivere: «Voi ci avete detto che noi facciamo l’opera di Dio? Se volete che questa opera di Dio continui, ci servono i finanziamenti»), il quale ha finito per coinvolgere – e dunque esporre – non solo cardinali e vescovi ma persino la figura del Santo Padre. Quanto danno crea tutto ciò presso i fedeli?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«Nella Chiesa di oggi si è fatta strada l’idea che si possa collaborare con tutti. Questo però non è vero, perché ad unire le persone in una comune azione sono i fini e se i fini discordano è bene non collaborare. La valutazione dei fini, però, richiede criteri dottrinali e non solo pratici».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>Alle «Tavole di Assisi» lei ha ricordato le parole di Benedetto XVI: «Cristo accoglie tutti ma non accoglie tutto»: perché invece oggi la Chiesa collabora con persone, realtà e associazioni che promuovono pratiche in aperto contrasto con la dottrina, come aborto od omosessualità? Come mai tante realtà cattoliche fanno propria l’Agenda Onu per il 2030?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«Come già accennato, se vogliamo andare ancora più a fondo bisognerebbe esaminare le trasformazioni teologiche avvenute specialmente nel campo della teologia morale, in particolare il concetto di peccato come “inadeguatezza”, per cui tutti saremmo sulla buona strada, solo che alcuni sarebbero più avanti e altri più indietro. Ma nessuno fuori».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>Oggi la voce della Chiesa si unisce a quella delle istituzioni che parlano di cambiamento climatico di origine antropica dando così l’impressione di avallare drastiche soluzioni, in nome di un’ideologia che vede la persona come elemento di disturbo per l’ecologia naturale. Che cosa ne pensa?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«Certamente le ideologie dell’ambientalismo e del climatismo ad origine umana hanno come scopo, perfino da loro non troppo nascosto, di eliminare il primato dell’uomo derivante dal suo essere ad immagine di Dio. Ci sono anche correnti teologiche che negano la “gerarchia dell’essere”. Le dottrine dell’antispecismo o movimenti come Extinction rebellion pretendono la fine del primato dell’uomo. Simili posizioni non sono compatibili con la dottrina cattolica».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>In una recente intervista a questo giornale il vescovo statunitense Joseph Strickland ha parlato di un “programma” che verrebbe da alcuni ambienti vaticani che è in contrasto con il Vangelo e il deposito della fede. Lo pensa anche lei?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«L’espressione da lei adoperata di “ambienti vaticani” fa riferimento a singoli uomini di Chiesa che hanno una particolare formazione teologica e condividono tra loro l’idea di dover far fare alla Chiesa alcuni passi che su alcuni punti sembrano contrastare con la tradizione e il deposito della fede. Cosa pensare? Da un lato bisogna ricordare che non esiste un “positivismo cattolico” per cui tutto quanto viene insegnato dall’alto sia anche automaticamente vero. Dall’altro che gli uomini si agitano, ma è Dio che li conduce».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b>Dentro la Chiesa, sia nella gerarchia che tra i fedeli, si registra una progressiva radicalizzazione che ne mette sempre più in pericolo l’unità, tanto che si parla del rischio di uno scisma: le pare concreto?</b></div></b><div style="text-align: justify;">«La Chiesa è una sola, ma in questo momento le tensioni sono molto forti e investono tutti i livelli ecclesiali. C’è una forte contrapposizione, che spesso rasenta l’incomunicabilità, che non riguarda solo qualche tema specifico ma l’intero quadro della fede cattolica. Questo contrasto era rimasto a lungo sotterraneo, ora è esploso».</div><br /><b>
C’è un problema di fede anche tra prelati?</b><br />
«C’è il problema di come intendere la fede».
<br />
Martina Pastorelli - <a href="https://vanthuanobservatory.com/2023/12/15/la-divisione-nella-chiesa-riguarda-lintero-quadro-della-fede-crepaldi-a-la-verita/" target="_blank">Fonte</a>
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-36425795873850742852023-12-15T17:00:00.003+01:002023-12-15T18:29:03.444+01:00Sabato 16 dicembre Messa 'Rorate' a PaviaCari Amici,
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaGEoqTV5kayGf2aHD-X0y-Nr9eq7OTXGJUa05tmaxFHZQtB9dcbEGITV0YDYy_TeSboqvVWyrRQMC8JIz2H8wRPLURRYrzckszgglwywzoqjKrbpT6YRhDWPEqJ9izMjD6CSaxvm-6sqtn3brbaQGqUVP71Ju7IfBoiLtZ88-5txpf7QjIQ2D5VLJPq4/s789/Messa-rorate-FSSP-Nebraska.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="789" data-original-width="526" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaGEoqTV5kayGf2aHD-X0y-Nr9eq7OTXGJUa05tmaxFHZQtB9dcbEGITV0YDYy_TeSboqvVWyrRQMC8JIz2H8wRPLURRYrzckszgglwywzoqjKrbpT6YRhDWPEqJ9izMjD6CSaxvm-6sqtn3brbaQGqUVP71Ju7IfBoiLtZ88-5txpf7QjIQ2D5VLJPq4/w191-h287/Messa-rorate-FSSP-Nebraska.jpg" width="191" /></a></div><b><div style="text-align: justify;"><b>Domani mattina (sabato 16) alle ore 7,00 nella chiesa di San Luca verrà celebrata una Santa Messa "Rorate"</b>: </div></b><div><div style="text-align: justify;">il formulario sarà quello della Messa votiva della B. V. Maria nel tempo di Avvento, con le letture in latino, e sarà presente il coro gregoriano, che con i canti della tradizione romana antica ci aiuterà a vivere intensamente questa particolare celebrazione.</div><div style="text-align: justify;">Infatti questa Messa si celebra prima dell'alba, nella chiesa illuminata solo dalla luce delle candele, per esprimere il desiderio di ogni cuore credente di vedere presto spuntare la luce del Signore Gesù, che "verrà a visitarci dall'alto, da oriente, come sole che sorge".</div><div style="text-align: justify;">Che io sappia, è da moltissimi anni che questa suggestiva liturgia non si celebra nella nostra città: speriamo possa diventare una consuetudine annuale per predisporci interiormente all'ormai vicino Natale del Signore.</div>
Domenica la Santa Messa si celebra come di consueto alle ore 10.
<br />
Vi attendo!
<br />
don Fabio </div><span><a name='more'></a></span><div><br /></div>
<div>* * *</div><div><span style="color: #0b5394; font-size: medium;"><b>Messa – Santa Maria in Sabato (con meditazione)</b></span></div><div><span><span style="font-size: medium;">
Proprio della Santa Messa <a href="http://www.unavox.it/PDF/PropriSMessa/05_Comune_Santi/Salve_sancta_parens.pdf" target="_blank">qui</a></span><br /><br /><span style="font-size: large;">
Introito</span></span><br />
(<i>Sedulius</i>)<br />
(Sedulius) - <i>Salve, sancta parens, eníxa puérpera Regem: qui coelum, terrámque regit in saécula saeculórum.</i><br />Ps. 44, 2 - <i>Eructávit cor meum verbum
bonum: dico ego ópera mea Regi</i>.<br />
V. <i>Gloria Patri…</i><br />
(<i>Sedulius</i>) - <i>Salve, sancta parens,…</i><br /><br />
Salve, o Madre Santa, tu hai partorito il Re gloriosamente; egli governa il cielo e la terra per i secoli in eterno.<br />
(Sedulius) - Salve, o Madre santa, che
hai dato alla luce il Re: che governa
il cielo e la terra nei secoli dei secoli.<br />Sal. 44, 2 - Erompe dal mio cuore una
fausta parola: io canto le mie opere al Re.<br />
Gloria al Padre…<br />
(Sedulius) - Salve, o Madre santa,…<br /><br /><span style="font-size: large;">
Epistola</span><br />
(Eccl 24,14-16)<br /><div style="text-align: justify;">Da principio e prima dei secoli io fui creata, e per tutta l’eternità io non cesserò di essere; nel tabernacolo santo, dinanzi a Lui ho esercitato il mio ministero, poi ebbi fissa dimora in Sion. Nella città santa parimenti posai ed in Gerusalemme è il mio potere. Gettai le mie radici in un popolo illustre, nella porzione del mio Dio, nel suo retaggio, presi dimora tra i santi.</div><br /><span style="font-size: large;">
Graduale</span><br />
<i>Benedícta et venerábilis es, Virgo
María: quae sine tactu pudóris invénta
es mater Salvatóris.
Virgo Dei Génetrix, quem totus non
capit orbis, in tua se clausit víscera
factus homo.</i> <br /><i>
Allelúia, allelúia.<br />
Post partum, Virgo, invioláta permansísti: Dei Génetrix, intercéde pro
nobis. Allelúia.<br /></i><br />
Benedetta e venerabile sei, o Vergine
Maria: che senza intaccare il pudore
diventasti madre del Salvatore.
O Vergine Madre di Dio, Colui che
tutto l’universo non può contenere si
chiuse nelle tue viscere, fattosi uomo.<br />
Allelúia, allelúia.<br />
Dopo il parto, o Vergine, rimanesti
inviolata: Madre di Dio, intercedi per
noi. Allelúia.<br /><br /><span style="font-size: large;">
Vangelo</span><br />
(<i>Luca</i> 11, 27-28)<br />
In quel tempo, mentre Gesù parlava alla folla, avvenne che una donna, tra la folla, alzò la voce e disse: “Beato il seno che ti ha portato e il petto che ti ha nutrito.” Ma egli disse: “Beati, piuttosto, coloro che ascoltano la parola di Dio, e la custodiscono.”<br /><br /><span style="font-size: large;">
Meditazione</span><br /><div style="text-align: justify;">Nell’Introito è scritto: “…al sovrano canto il mio poema“. Il poema è la poesia; e la poesia richiama l’armonia. Le parole poetiche sono ben collegate fra loro e soprattutto sono ben legate alla realtà, se è vero -come è vero- che la poesia è intuitiva comprensione del mistero del reale.La poesia, quella vera, è un perfetto combaciamento tra la parola e ciò che si vede. Dunque, fare di se stesso il poema di Dio vuol dire conformare bene se stesso al volere di Dio e adempiere a quel progetto che Dio stesso ha pensato per ognuno di noi. Ciò è avvenuto nella maniera più perfetta nell’Immacolata.</div><br /><span style="font-size: large;">
Alla Regina dello Splendore</span><br />
Madre, aiutami affinché anch’io possa uniformarmi al volere di Dio e veramente glorificarlo. I miei difetti, le mie negligenze, il mio egoismo fanno resistenza, ma se Tu mi condurrai lungo il sentiero, tutto sarà più facile. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-55544219887976754822023-12-15T11:30:00.001+01:002023-12-15T11:30:00.119+01:00Vicenza, da domenica 17 dicembre 2023 Messa tridentina alla chiesa di S. RoccoImportante segnalazione di <i>Una Voce</i> Italia.<hr /><span style="color: #990000; font-size: large;">
Vicenza, da domenica 17 dicembre 2023 </span><div><span style="color: #990000; font-size: large;">Messa tridentina alla chiesa di S. Rocco
</span><br /><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdLak1jptc1jn03iyiJVS-xfSnVRmpsG2DxNDGES3DZnKu9XXrk2eGMmaksvgA5i0cGzWFHVLPC8Ru8Q88lCZ5r9XV_bJxX_FQcjfqdlYAP_JKTcYwhRWyony0K-wKT__bFIMmxrTKRhiAdSuEixn8n0JcU_WkhuEyM9nA5hentLG9u6DIgZEiYL6sL8A/s978/vicenza-s-rocco.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="884" data-original-width="978" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdLak1jptc1jn03iyiJVS-xfSnVRmpsG2DxNDGES3DZnKu9XXrk2eGMmaksvgA5i0cGzWFHVLPC8Ru8Q88lCZ5r9XV_bJxX_FQcjfqdlYAP_JKTcYwhRWyony0K-wKT__bFIMmxrTKRhiAdSuEixn8n0JcU_WkhuEyM9nA5hentLG9u6DIgZEiYL6sL8A/w238-h215/vicenza-s-rocco.png" width="238" /></a></div><div style="text-align: justify;">A partire dal 17 dicembre 2023, <i>Domenica Gaudete</i>, ogni domenica e festa di precetto alle ore 17 presso la chiesa di S. Rocco in Vicenza (Contrà Mure S. Rocco 28) sarà celebrata la Messa tridentina a cura della Fraternità Sacerdotale San Pietro, per mandato del vescovo S.E. Giuliano Brugnotto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Messa ritorna nella magnifica chiesa attribuita a Lorenzo da Bologna, dove già era stata stabilita dall’arcivescovo-vescovo Cesare Nosiglia, e poi sospesa il 12 dicembre 2010.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La celebrazione sarà l’opportunità per tanti cristiani vicentini di scoprire la bellezza della liturgia tradizionale della Chiesa cattolica, dove ancora si incontra il sacro, dove regnano il decoro e il contegno, dove è ancora pulsante la fede autentica, testimoniata dalla presenza assidua di tante giovani famiglie con bambini piccoli. </div></div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-14518604741068084902023-12-15T06:30:00.008+01:002023-12-16T13:51:24.682+01:00Il progetto Valditara e la carriera Alias. Chi non sa più cosa siano vorrebbe insegnare le relazioni<div style="text-align: justify;">Su segnalazione dell'Osservatorio cardinale van Thuân. Qui <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/09/indice-articoli-su-transumanesimo-e.html" target="_blank">l'indice</a> degli articoli sulla realtà distopica.</div><hr /><span style="color: #990000; font-size: medium;">
Il progetto Valditara e la carriera Alias. </span><div><span style="color: #990000; font-size: medium;">Chi non sa più cosa siano vorrebbe insegnare le relazioni</span><br /><br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrbFMqsqHw58PlfL7hlL2LTsSuoO06LChqB51OEtH6a4yOcvoDm7ULWRJCOKp-vWltr5wM0s1T65CyeUocqY_erEl9f18daSdfm6T1pBX0dyNZK7cn9vVfEA7HpJjDresPNkqt6Xhy65r79Ohf-MZVjzoZe_QujZoiJOjgo7qUtdiAQMpeLYnQSgT3ljY/s768/Valditara-3-def.webp" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="432" data-original-width="768" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrbFMqsqHw58PlfL7hlL2LTsSuoO06LChqB51OEtH6a4yOcvoDm7ULWRJCOKp-vWltr5wM0s1T65CyeUocqY_erEl9f18daSdfm6T1pBX0dyNZK7cn9vVfEA7HpJjDresPNkqt6Xhy65r79Ohf-MZVjzoZe_QujZoiJOjgo7qUtdiAQMpeLYnQSgT3ljY/w237-h133/Valditara-3-def.webp" width="237" /></a></div><div style="text-align: justify;">Negli stessi giorni in cui, tra gli “Olè” e altre grida di giubilo delle associazioni che hanno guidato la ”rivolta”, il ministro dell’istruzione Valditara ha comunicato l’annullamento delle nomine a Paola Concia, suor Anna Monia Alfieri e Paola Zerman al coordinamento del progetto “Educazione alle Relazioni”, arriva la notizia che al Liceo “Seneca” di Roma è stata adottata la cosiddetta “carriera Alias”. Per chi ancora non lo sapesse, si tratta di una procedura che permette, a chi lo desidera e lo richiede, di identificarsi con nome e sesso diversi da quelli di nascita. Superfluo quanto inutile affermare che si tratta di un provvedimento in aperto contrasto con le normative vigenti in campo amministrativo, civile e potenzialmente anche penale, viziato da palese incompetenza in quanto l’amministrazione scolastica non ha alcun potere di modificare il nome e l’identità sessuale di un individuo, andando pertanto a commettere il reato di Falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici” (art. 479 c.p.) o avallare quello di sostituzione di persona (art. 494 c.p.): le norme giuridiche, oggi, di fronte allo strapotere della ideologia sostenuta dal <i>mainstream</i>, sono solo carta straccia. Lo abbiamo visto chiaramente già in altre occasioni, non ultima quella della fantapandemia di Covid, durante la quale la mitica Carta Costituzionale Italiana, la “più bella del mondo”, è stata ridotta a strame per il bestiame… E se si tratta così la Costituzione, cosa possono poche norme del Codice Civile o Penale?<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ancora più inutili sono i sondaggi, come quello ad esempio di Noto Sondaggi per conto di <i>Pro Vita & Famiglia</i>, con cui si è rivelato che l’80% degli italiani è contro l’indottrinamento <i>gender</i> nelle scuole. È già deciso: il treno della dittatura del pensiero è in corsa, e nessuno deve provare a fermarlo …</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A chi interessa, allora, se la Carriera Alias è pericolosa per il benessere psico-fisico dei ragazzi, se può rafforzare nell’adolescente l’idea di essere “nato nel corpo sbagliato” e spingerlo a cambiare nome o addirittura al “cambio di sesso”, anche con bombardamenti ormonali e interventi chirurgici? Chi si prenderà la responsabilità degli eventuali danni psicofisici traumatici e in alcuni casi irreversibili causati a minori? E chi si prenderà la responsabilità sulla “scelta” dell’uso dei bagni e degli spogliatoi, quando un ragazzo pretenderà, in base alla sua “identità di genere autopercepita”, di invadere gli spazi femminili, o viceversa? Non importa; tutto questo deve andare avanti, perché così è deciso e – si afferma – solo così la società sarà davvero libera e felice.</div><br /><div style="text-align: justify;">Ma cosa c’entra la Carriera Alias col progetto “Educazione alle relazioni”? È evidente: appartengono alla medesima matrice e mirano al medesimo scopo. E come andranno avanti le carriere Alias, allo stesso modo – nonostante la temporanea e parziale retromarcia del Ministro – andrà avanti il progetto sulla educazione affettiva. Certo, nella Nota ministeriale c’è scritto che si tratta di un percorso sperimentale di 30 ore extra-curriculari, attivabile su base volontaria nell’autonomia delle scuole, ma anche che “a seconda del successo del progetto sarà valutata la possibilità di renderlo obbligatorio in tutte le scuole superiori”. Chi valuterà e deciderà se il progetto ha avuto successo? E in base a quali criteri? Insomma, questa fase è solo una porta di accesso (dicesi finestra di Overton [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/03/overton-window-la-finestra-di-overton.html" target="_blank">vedi</a>]), poi il progetto sarà obbligatorio. Punto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma il problema, in realtà, non è nemmeno questo. Il vero problema è la folle idea che sia necessario un “corso” per imparare l’affettività, un vero e proprio corso statale per “imparare a vivere”, in cui – già lo sappiamo – si inizierà col parlare di “relazioni”, di “rispetto” e “tolleranza” (parole feticcio dietro cui si nasconde l’incapacità di comunicare un senso delle cose e dei rapporti) e si finirà con la propaganda LGBT. Tra cui l’apologia della Carriera Alias….</div><br /><div style="text-align: justify;">In realtà, poi, tutto questo – sebbene a macchia di leopardo e, finora, senza “unzione” ministeriale – stava già accadendo. La vicenda Cecchettin, dolorosissima quanto ambigua, è caduta proprio a fagiolo; ora, finalmente, si può procedere istituzionalizzando la necessità di corsi sulle relazioni e l’affettività, tant’è vero che, come ha rivelato in questi giorni Paola Concia, già da tempo sta collaborando con il Ministro. Tout se tient…</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il fatto è che questa società ha completamente smarrito la bussola degli affetti e delle relazioni, non sa più in realtà cosa siano, poiché ogni legame autentico è stato minato alla radice. Sbriciolata la famiglia, demolita la figura paterna, ridicolizzato ogni ideale, seminato a piene mani l’indifferentismo religioso (molto più pericoloso dell’ateismo, perché ogni negazione presuppone una affermazione…), è saltato ogni punto di riferimento identitario che non sia il proprio ombelico. In tale contesto di individualismo esasperato alimentato ad arte, che genera uno smarrimento senza precedenti, ha buon gioco lo Stato Etico a imporre la propria “<i>vision</i>”, favorendo una omologazione senza precedenti anch’essa. E la impone non con la forza di una ideologia esplicita, come accaduto nelle dittature del secolo scorso, ma con lo svuotamento delle persone dal loro interno. Ecco perché tutto questo andrà avanti, almeno per un po’, ancora. Facciamocene una ragione e non illudiamoci che siano temporali passeggeri, questa è una vera e propria inondazione.</div><br /><div style="text-align: justify;">Ricordiamo allora le parole di Giovanni Guareschi, nel dialogo di Don Camillo con il Signore: “Questa è l’autodistruzione di cui parlavo. L’uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L’unica vera ricchezza che in migliaia di secoli aveva accumulato […] Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?” Il Cristo sorrise: “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede e mantenerla intatta”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Combattere si deve, è giusto e necessario; ma più di tutto occorre, in questo tempo, salvare il seme, perché la vera e prima relazione è quella con Dio, da cui sola dipende la verità di ogni altra relazione e affettività.</div>
Marco Lepore, 14 dicembre 2023 - <a href="https://vanthuanobservatory.com/2023/12/14/il-progetto-valditara-e-la-carriera-alias-chi-non-sa-piu-cosa-siano-vorrebbe-insegnare-le-relazioni/" target="_blank">Fonte</a>
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-83457751451322134252023-12-14T12:02:00.011+01:002023-12-14T18:05:33.774+01:00Papa Francesco: quanto più in basso si può cadere?<div style="text-align: justify;">Quello che segue, nella nostra traduzione da <a href="https://onepeterfive.com/francis-lower-sink/" target="_blank">OnePeterFive</a>, è il Testo di un dibattito tenuto alla <i>Latin Mass Society</i> a Londra il 24 novembre scorso da Henry Sire, Autore del Libro <i>The Dictator pope</i> a suo tempo pubblicato con lo pseudonimo di Marcantonio Colonna [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/12/la-lucida-scalata-al-potere-del-gesuita.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/07/la-mafia-di-san-gallo.html" target="_blank">qui</a>]. Ci va giù duro, non c'è che dire!</div><hr /><span style="color: #990000; font-size: large;">
Papa Francesco: quanto più in basso si può cadere?</span><br />
Henry Sire, 11 dicembre 2023<br /><br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqNlITfmjwAbmnWthVbulV0F_86bVsxo5YguWCmlcUTA9MZru3L70d4Mm56M11jnfC96ooWrOXvkrMl6F0APoMbeghcaNJC-TeLSl_NpI0GFUM1-4AzjiShBKLTagj3p-vNCjA2pzc4UslfdyQRHf7eOxGCwJmtsAfh3apHQzuDZ637YVfdanVTlH0sttD/s1400/Le-cardinal-Jorge-Bergoglio_0.webp" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="933" data-original-width="1400" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqNlITfmjwAbmnWthVbulV0F_86bVsxo5YguWCmlcUTA9MZru3L70d4Mm56M11jnfC96ooWrOXvkrMl6F0APoMbeghcaNJC-TeLSl_NpI0GFUM1-4AzjiShBKLTagj3p-vNCjA2pzc4UslfdyQRHf7eOxGCwJmtsAfh3apHQzuDZ637YVfdanVTlH0sttD/w241-h160/Le-cardinal-Jorge-Bergoglio_0.webp" width="241" /></a></div><div style="text-align: justify;">Quando Joseph Shaw mi ha proposto questo dibattito all’inizio di settembre, io ho suggerito il titolo “<i>Papa Francesco: quanto più in basso si può cadere?</i>”, ma il fatto è che da allora gli eventi ci sono precipitati addosso. Negli ultimi undici anni abbiamo visto tutti il pontificato di Papa Francesco lanciarsi in una traiettoria di accelerata discesa verso un tradimento sempre più palese della dottrina cattolica, ma devo dire che non avevo previsto la corsa — così simile a quella dei porci di Gadara — a cui abbiamo assistito negli ultimi tre mesi. Se vogliamo valutare gli eventi molto gravi che stanno accadendo intorno a noi, dobbiamo cercare di comprendere l’uomo che è seduto attualmente sul trono di Pietro. Quindi, prima di commentare i recenti sviluppi, vorrei aggiungere alcuni ritocchi all’immagine di Papa Francesco che ho presentato nel mio libro <i>The Dictator Pope</i> [<i>Il papa dittatore</i>], pubblicato per la prima volta sei anni fa.</div><span><a name='more'></a></span><br /><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_00jPDWaQgFFyye4mQncfCv062tcL2bP4C3D75rio52rYfYmeXL1_CxHlsSmM7Pt3GuLikfgjlAG7jhYMjPIjokPVFVJU1qunkUtTJgfGkU3ZF6CUqLJBmjnlhNGJ1vIts8qXyLpPw5NbP_LwZQflfcZTKR3ZJAaijidEh9F9-nmV7W9RGksKAzkOBW8E/s600/dictator-pope-398x600.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="398" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_00jPDWaQgFFyye4mQncfCv062tcL2bP4C3D75rio52rYfYmeXL1_CxHlsSmM7Pt3GuLikfgjlAG7jhYMjPIjokPVFVJU1qunkUtTJgfGkU3ZF6CUqLJBmjnlhNGJ1vIts8qXyLpPw5NbP_LwZQflfcZTKR3ZJAaijidEh9F9-nmV7W9RGksKAzkOBW8E/w158-h238/dictator-pope-398x600.jpg" width="158" /></a></div>Per darvi qualche informazione su questo libro, dovrei spiegare che sono arrivato a Roma per lavoro nell’aprile 2013, meno di un mese dopo l’elezione di Papa Francesco, e che vi ho vissuto per i successivi quattro anni. Lavoravo per l’Ordine di Malta, un’organizzazione che ha stretti legami con la Santa Sede, e ho subito cominciato a udire notizie extraufficiali provenienti dal Vaticano. Tali notizie facevano trapelare un Francesco molto diverso dalla figura brillante e progressista presentata dai media mondiali. Gli addetti ai lavori dicevano che, non appena le telecamere si allontanavano da lui, Francesco diventava una figura diversa: arrogante, sprezzante nei confronti della gente, incline al linguaggio volgare e noto per i suoi furiosi scatti d’ira, noti anche agli autisti vaticani. Nei due anni successivi ho continuato a udire informazioni privilegiate — ad esempio dal compianto Cardinal Pell — sulla politica interna dei due Sinodi sulla famiglia del 2014 e del 2015 [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/06/sinodo-sulla-famiglia-191415-indice.html" target="_blank">qui</a>]. Teniamo presente che nei primi anni di pontificato Papa Francesco si è scoperto a malapena e la gente pensava che fosse il riformatore progressista di cui la Chiesa aveva presumibilmente bisogno. All’inizio del 2016 ho scritto un articolo per l’Angelico Press intitolato “<i>Papa Francesco: dietro l’idolo dei media, dov’è il riformatore?</i>”: cominciavo a pensare che qualcuno dovesse scrivere un libro che svelasse il divario tra l’immagine pubblica di Papa Francesco e la realtà che si poteva osservare all’interno del Vaticano, ma in quel momento non pensavo che sarei stato io a scriverlo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oltre al divario informativo che ho descritto, ce n’era un altro causato dalla barriera linguistica. Da anni erano infatti disponibili moltissime informazioni su Jorge Bergoglio e sulla sua carriera in Argentina che non erano arrivate al resto del mondo semplicemente perché non erano state tradotte in inglese. Dato che sono per metà spagnolo, questo è stato un altro dei fattori che mi hanno spinto ad assumermi il doveroso compito. Quando ho deciso di iniziare a lavorare al libro, la prima cosa che ho fatto, nel marzo 2017, è stata andare in Argentina per parlare con persone che potessero raccontarmi il passato di Bergoglio. Purtroppo questo tipo di informazione è proprio quella che è mancata ai cardinali quando hanno eletto Bergoglio nel 2013. In particolare, ho scoperto che esisteva un libro molto rivelatore che era stato scritto poco dopo l’elezione papale ma che era stato subito massacrato, e che da allora era diventato quasi impossibile da trovare. Il titolo era <i>El verdadero Francisco</i> [Il vero Francesco], e l’autore Omar Bello, un addetto alle pubbliche relazioni che era stato personalmente in contatto con Bergoglio negli ultimi otto anni, avendo lavorato per lui in un canale televisivo gestito dall’arcidiocesi di Buenos Aires. Da professionista nel campo delle pubbliche relazioni, Bello ha subito riconosciuto in Bergoglio un maestro nell’arte dell’autopromozione e lo ha descritto come un uomo esperto nell’esercizio segreto del potere e nella manipolazione delle persone.</div><br /><div style="text-align: justify;">Nel suo libro, Bello racconta ad esempio due storie ben note in quel di Buenos Aires. La prima si riferisce all’antipatia che Bergoglio provava per un membro dello staff arcivescovile — Félix Botazzi — e al modo in cui ha deciso di licenziarlo senza mostrare le sue carte. L’ex dipendente, offeso, ha cercato di ottenere un colloquio con Bergoglio, che ha fatto finta di niente. “Non ne sapevo nulla, figlio mio. Per cosa ti hanno licenziato? Chi è stato?”. Botazzi non è stato riassunto al suo posto di lavoro, ma dopo che l’arcivescovo gli ha regalato una macchina nuova se ne è andato via convinto che Bergoglio fosse un santo, dominato da una cerchia di subordinati maligni. L’altra storia che Bello divulga è quella di un prete di Buenos Aires, membro dello staff diocesano, che cercava aiuto psichiatrico, esausto per la mole incessante di lavoro a cui l’arcivescovo aveva sottoposto lui e i suoi colleghi. Dopo aver ascoltato le sue sventure, lo psichiatra gli disse: “Non posso curarti. Per risolvere i tuoi problemi avrei bisogno di curare il tuo arcivescovo”.
Queste e altre rivelazioni sono state fatte poco dopo l’elezione al pontificato di Bergoglio, ma in realtà già prima di ciò erano apparse notizie rivelatrici sui media di lingua spagnola. Ad esempio, nel 2011 il giornalista spagnolo Francisco de la Cigoña aveva pubblicato un articolo in cui narrava come Bergoglio, attraverso seguaci che aveva piazzato in vari dipartimenti del Vaticano, stesse costruendo una rete di potere all’interno delle gerarchie sudamericane. De la Cigoña ha così riassunto il suo reportage:</div><blockquote style="text-align: justify;">È così che Bergoglio si accinge a creare una rete di menzogne, intrighi, spionaggio, sfiducia e — cosa ancor più efficace — paura. Bergoglio è soprattutto una persona che sa fare paura. Per quanto possa lavorare attentamente per impressionare tutti con l’aspetto di un santo di gesso, austero e mortificato, è un uomo con una mentalità di dominio assoluto.</blockquote><div style="text-align: justify;">È doveroso notare che ciò è stato scritto ben più di un anno prima che Bergoglio fosse eletto papa, prima che qualcuno avesse motivo di sospettare che egli potesse essere ancor più pericoloso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando ho cominciato a scrivere il mio libro, mi sono posto l’obiettivo di trasmettere al mondo anglosassone questo tipo di cronaca pubblicato in lingua spagnola, ma c’era un’altra prova la cui mancata comparsa non era dovuta alla barriera linguistica. Mentre vivevo a Roma i giornalisti mi misero a conoscenza di un documento chiamato <i>Rapporto Kolvenbach</i>, che molti di loro avevano cercato di rintracciare senza successo. Era il rapporto che Padre Kolvenbach, generale dei gesuiti, aveva scritto nel lontano 1991, quando venne proposto di nominare padre Bergoglio vescovo ausiliare di Buenos Aires: si diceva che esso fosse decisamente sfavorevole. Una copia del rapporto era conservata nell’archivio della curia generale dei gesuiti a Roma, ma scomparve rapidamente non appena Bergoglio fu eletto papa. Nel corso delle mie ricerche ho scoperto che almeno una copia del rapporto era conservata in mani private, ma che chi ne era in possesso non si azzardava a condividerla con me ai fini della pubblicazione. La cosa più vicina ad essa a cui sono riuscito ad arrivare è un sacerdote che l’aveva letta prima che scomparisse dall’archivio dei gesuiti, e che me l’ha riassunta così: Padre Kolvenbach ha accusato Bergoglio di mancanza di equilibrio psicologico, ambiguità, disobbedienza mascherata sotto una maschera di umiltà e uso abituale di un linguaggio volgare. Ha anche sottolineato come, in vista della sua idoneità come vescovo, Bergoglio si era già mostrato una figura controversa quando era ancora provinciale dei gesuiti in Argentina. Dopo undici anni di pontificato di Francesco possiamo tranquillamente dire che Padre Kolvenbach aveva pienamente ragione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un’altra chiave per comprendere il modo di agire di Bergoglio è il background politico dell’Argentina, così estraneo alla mentalità anglosassone. Una delle prime cose che ho sentito dire di Bergoglio quando sono andato a Roma è stata l’affermazione di un sacerdote argentino che mi ha detto: “Ciò che devi capire di lui è che è un politico puro”. All’epoca non avevo compreso la portata di questo fatto, ma bisogna aggiungere che la politica di Francesco segue il modello di una grande figura dell'Argentina del XX secolo, Juan Perón, che fu dittatore del paese dal 1946 al 1955, gli anni in cui Bergoglio stava crescendo. Perón ha abbagliato un’intera generazione di argentini con il suo stile opportunista e senza scrupoli, e da allora la sua eredità ha continuato a dominare la vita politica del paese. Bergoglio è stato più che un generico discepolo del grande uomo. Quando era maestro dei novizi gesuiti argentini all’inizio degli anni Settanta, partecipava alle attività di un partito chiamato <i>Guardia di Ferro</i> che stava lavorando, con successo, per riportare Perón dall’esilio per i suoi ultimi mesi in carica come presidente fino alla sua morte nel 1974. Secondo gli standard ordinari questo era un modo insolito di trascorrere il proprio tempo libero per un maestro dei novizi di un ordine religioso, ma ciò spiega il commento che mi è stato fatto da un argentino che è stato allievo del giovane Bergoglio negli anni Sessanta, quando egli insegnava in una scuola gesuita. Conoscendolo di persona da una vita, mi ha descritto Bergoglio come “<i>un enfermo del poder</i>” — un uomo per il quale il potere è una mania, o una malattia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Così, sulla base di resoconti del genere, mi sono accinto a scrivere il mio libro, e vi ho inserito un capitolo sulla carriera di Bergoglio prima della sua elezione. Il mio scopo era quello di fornire una sorta di studio sul personaggio che purtroppo era mancato ai cardinali quando lo hanno eletto papa nel 2013. Dopo la pubblicazione, tuttavia, ho scoperto una grande quantità di nuove informazioni che mostrano che in realtà le cose erano ben peggiori di quanto immaginassi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La prima rivelazione riguarda le pratiche finanziarie scorrette in cui è stato coinvolto il governo dell’arcidiocesi di Buenos Aires sotto Bergoglio. Ho citato prima l’articolo di Francisco de la Cigoña sulla rete di potere che il Cardinal Bergoglio ha costruito in Vaticano, ma bisogna aggiungere che quella rete è stata resa possibile dal dispiegamento di ingenti somme di denaro. All’origine di ciò c’era il quasi fallimento in cui era incorsa la Santa Sede negli anni Ottanta e Novanta a causa delle attività criminali dei suoi gestori finanziari, l’Arcivescovo Paul Marcinkus e il suo successore meno noto ma altrettanto corrotto Donato de Bonis. In tali circostanze, la possibilità di trasferire ingenti somme nelle casse vaticane avrebbe dato a un ecclesiastico un’enorme influenza. Il Cardinal Bergoglio lo ha fatto per mezzo dell’Università Cattolica dell’Argentina, che disponeva di una ricca dotazione di 200 milioni di dollari. Nello specifico, tra il 2005 e il 2011 sono stati trasferiti dall'Università dell'Argentina al Vaticano circa 40 milioni di dollari, in un’operazione che doveva essere un deposito ma che la Banca Vaticana ha prontamente provveduto a trattare come una donazione. Solo uno o due anni fa si è cominciato a porre rimedio a questa appropriazione indebita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma questa è solo la punta dell’iceberg dell’enorme corruzione finanziaria tenuta segreta all’interno dell’arcidiocesi di Buenos Aires, anche se nota al Vaticano fin dall’inizio. Nel 2009, undici anni dopo l’inizio del mandato arcivescovile del Cardinal Bergoglio, Papa Benedetto XVI ordinò una visita segreta all’arcidiocesi da parte di un monsignore inviato apparentemente come membro diplomatico della nunziatura pontificia, e scoprì gravi irregolarità tra cui il riciclaggio di denaro e legami con la mafia. Per essere onesti, queste pratiche illecite risalivano a prima della nomina di Bergoglio ad arcivescovo nel 1998, ma la politica abituale di insabbiamento e protezione dei colpevoli di Bergoglio ha fatto sì che non venissero corrette. Si dice che le informazioni che l’investigatore papale ottenne durante la sua visita gli abbiano dato una presa sul papa e gli abbiano permesso di perseguire una carriera vaticana ben protetta nonostante l’inimicizia di figure potenti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’arcidiocesi guidata dal Cardinal Bergoglio era quindi immersa in illeciti finanziari. Per raccontarvi un po’ di storia, tornerò alla prima nomina di Bergoglio a vescovo ausiliare di Buenos Aires nel 1991. Come ho già detto, egli ottenne questo incarico su richiesta dell’allora arcivescovo di Buenos Aires, il Cardinal Quarracino, ma l’uomo più influente a spingere per lui fu Monsignor Roberto Toledo, membro del personale arcivescovile. Perché Monsignor Toledo fosse un tale sostenitore di Bergoglio non sono in grado di dirlo, ma emerge come figura centrale nel grande scandalo che scoppiò nell’arcidiocesi. Si tratta di un grosso fondo pensioni di militari argentini, cui nel 1997 fu chiesto di concedere un prestito di dieci milioni di dollari all’arcidiocesi. In quel momento il Cardinal Quarracino era malato e il Vescovo Bergoglio era già stato nominato suo suffraganeo con diritto di successione. Il Cardinal Quarracino era troppo malato per partecipare all’incontro tenuto per finalizzare il prestito, e fu rappresentato da Monsignor Toledo. Quando giunse il momento di firmare il contratto, Monsignor Toledo lasciò la stanza, apparentemente per ottenere la firma del Cardinal Quarracino, e ritornò poco dopo con una firma che, come si scoprì più tardi, in realtà era stata falsificata da lui stesso. Ben presto il fondo pensioni militare si trovò in difficoltà e cercò di recuperare il prestito dall’arcidiocesi di Buenos Aires, al che il Cardinal Quarracino negò di aver mai firmato il contratto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Cardinal Quarracino morì poco dopo e Bergoglio gli succedette come arcivescovo di Buenos Aires. Ciò che risalta è il fatto che, quando fu scoperta la frode, egli trattò Monsignor Toledo coi guanti. Quest’ultimo fu inizialmente rispedito nella sua città natale senza alcuna sanzione. Otto anni dopo, nel 2005, fu processato per frode, ma non venne mai emessa alcuna sentenza. Va aggiunto che Monsignor Toledo era notoriamente omosessuale e aveva un amante, un istruttore di palestra, che aveva svolto un ruolo di intermediario nei rapporti finanziari che ho descritto. Il dettaglio più macabro di questo caso emerse nel 2017, quando Monsignor Toledo, che da diciotto anni esercitava la carica di parroco senza alcun tipo di sanzione ecclesiastica, fu accusato di aver ucciso un suo amico di lunga data e di aver falsificato il suo testamento per ottenere un’eredità milionaria.<br>
Monsignor Toledo è un esempio di prelato già in carica quando Bergoglio divenne vescovo ausiliare, ma è altrettanto rivelatore dare un’occhiata a coloro che questi ha promosso una volta divenuto arcivescovo. Il primo a farsi notare è Juan Carlos Maccarone, che Bergoglio ha nominato vescovo ausiliare nel 1999. Nel 2005, dopo essere stato filmato mentre aveva rapporti sessuali con un prostituto nella sagrestia della sua cattedrale, Maccarone fu destituito dall’episcopato da Papa Benedetto XVI. Eppure il Cardinal Bergoglio lo difese pubblicamente, sostenendo che le riprese erano una montatura per far fuori il vescovo a causa del suo impegno politico nelle file della sinistra. Un altro protetto di Bergoglio fu Joaquín Sucunza, che Bergoglio consacrò vescovo ausiliare nel 2000 sebbene fosse già stato citato in una causa di divorzio come amante di una donna sposata. Il Vescovo Sucunza è rimasto in carica come ausiliare e nel 2013, dopo la sua elevazione al papato, Papa Francesco lo ha addirittura nominato amministratore temporaneo dell’arcidiocesi.<br>
Questi casi mostrano che, mentre presentava l’immagine pubblica di un riformatore, Bergoglio ha adottato dietro le quinte un codice di condotta caratterizzato dal cinismo morale e dal clientelismo clericale. Gli esempi più lampanti sono forniti dal suo ruolo di protettore dei religiosi rei di abusi sessuali. Un caso è quello del sacerdote di Buenos Aires Rubén Pardo, denunciato per aver abusato sessualmente di un quindicenne. Alla madre del ragazzo è costato molto convincere l’arcidiocesi ad ammettere il caso; ella si è lamentata del fatto che il Cardinal Bergoglio stesse proteggendo il sacerdote colpevole, che gli avesse dato alloggio in una residenza diocesana e che, quando aveva cercato di parlare col cardinale nella residenza arcivescovile, quest’ultimo l’avesse fatta espellere dal personale di sicurezza. Il sacerdote fu infine condannato dal tribunale civile e poco dopo morì di AIDS, e un tribunale di Buenos Aires obbligò la Chiesa cattolica a risarcire la famiglia per ciò che aveva sofferto. L’opinione che questa donna aveva della pretesa di Bergoglio di reprimere questo tipo di crimini era: “L’impegno di Bergoglio è fatto solo di chiacchiere”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un altro caso ben noto è quello di Padre Julio Grassi, che gestiva orfanotrofi e sfruttava le ambizioni dei ragazzi di fuggire dalla povertà attraverso il calcio professionistico. Nel 2009 Padre Grassi fu condannato per aver abusato sessualmente di un adolescente, ma mentre il caso era in corso la conferenza episcopale argentina, guidata dal Cardinal Bergoglio, sostenne spese enormi per commissionare un documento di 2.600 pagine che affermava la sua innocenza. Il rapporto è stato condannato dal tribunale argentino come un grave tentativo di interferire con la giustizia e di pregiudicare l’udienza giudiziaria. Intanto lo stesso Don Grassi ha testimoniato di aver avuto durante tutte le udienze l’appoggio personale dello stesso Cardinal Bergoglio. Come sappiamo, la carriera di molti vescovi nel mondo è stata troncata da accuse meno gravi di questa, eppure Bergoglio è riuscito a cavarsela indenne. Inoltre, come papa, ha dimostrato in molti casi di non avere scrupoli nel proteggere i religiosi rei di abusi sessuali, indipendentemente dalla presunta politica di tolleranza zero che egli dichiara di applicare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Penso che valga la pena offrire una spiegazione generale e onnicomprensiva di questo strano lassismo, che in fin dei conti affonda le sue radici nella cultura sessuale maschilista dell’America Latina. Ciò è particolarmente evidente in Argentina, dove si suol dire che un uomo che va a letto solo con la moglie è un <i>puf</i> [un mollaccione — N.d.T.]. Questa cultura contamina lo stesso clero. Molto spesso i latinoamericani — ma anche gli italiani, e non solo — tendono a considerare la visione anglosassone degli abusi sessuali, meno tollerante, una manifestazione di puritanesimo. Con questo atteggiamento, la corruzione sessuale che dilaga nella Chiesa e nel Vaticano ha poche speranze di essere riformata, e difatti è peggiorata molto sotto l’attuale papa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I fatti che ho appena menzionato sono stati pubblicati in vari articoli, o in alcuni casi scoperti da me negli ultimi cinque o sei anni, e il mio commento su di essi è il seguente: quando ho scritto <i>The Dictator Pope</i> l’entità delle mie informazioni mi ha indotto a descrivere Bergoglio come un uomo con difetti caratteriali che avrebbero dovuto essere noti ai cardinali quando lo elessero nel 2013, ma la realtà è ben peggiore. Ciò che scopriamo fosse già esistente nel 2013 è una situazione di orribile corruzione clericale all’interno della Chiesa argentina, e — come possiamo vedere — Bergoglio è seduto esattamente al centro di essa. Ora, non sto accusando Papa Francesco di essere lui stesso finanziariamente o sessualmente corrotto come i religiosi che ha protetto. Ricordo la descrizione che di lui ha dato il giornalista de la Cigoña come una persona “che lavora attentamente per impressionare tutti con l’aspetto di un santo di gesso”. Bisogna ammettere che Bergoglio è sempre stato personalmente e ostentatamente austero, ma a questo egli ha aggiunto una politica contraddistinta dal circondarsi di persone moralmente deboli e corrotte, per poterle controllare e costruire attraverso di esse il proprio potere. Questa politica è stata perseguita durante tutto il suo pontificato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dobbiamo considerare la situazione che esisteva al momento del conclave del 2013, dopo l’abdicazione a sorpresa di Papa Benedetto XVI. Era generalmente riconosciuto che la Chiesa stesse affrontando una crisi, e il Cardinal Bergoglio fu esplicitamente eletto per apportare riforme soprattutto in tre aree: in primo luogo lo scandalo mondiale degli abusi sessuali da parte del clero che aveva gravemente minato l’autorità morale della Chiesa; in secondo luogo il pantano delle finanze vaticane; in terzo luogo la corruzione morale e politica all’interno della Curia Romana, di cui Benedetto XVI aveva ricevuto prove schiaccianti in un rapporto presentato nel dicembre 2012. In tutti e tre questi ambiti il pontificato di Papa Francesco, lungi dal portare riforme, ha reso le cose infinitamente peggiori. Caso dopo caso, abbiamo visto religiosi rei di abusi sessuali protetti con un’impudenza mai vista prima. Nel settore delle finanze vaticane sembrava inizialmente che Papa Francesco stesse sposando una vera riforma: diede al Cardinal Pell ampi poteri per riformare le finanze dei vari dicasteri vaticani, ma nel giro di due anni divenne chiaro che si trattava di una promessa vana. L’audit dei dicasteri vaticani avviato da Pell fu annullato, e ad annullarlo furono due degli uomini che lo stesso Francesco aveva messo al potere: il Cardinal Parolin, in qualità di segretario di Stato, e il Cardinal Becciu, all’epoca suo vice. Nel 2020, dopo quattro anni di crescente potere, il Cardinal Becciu ha perso il favore di Papa Francesco, è stato di fatto privato del suo cardinalato ed è attualmente sotto processo per crimini finanziari. Nel 2017, Parolin e Becciu ordinarono l’interruzione della riforma finanziaria del Cardinal Pell, in una serie di circostanze che illustrano il regime di dittatura e anomia che vige attualmente in Vaticano, come per esempio il trattamento riservato al laico Libero Milone, nominato nel 2015 revisore generale del Vaticano per la messa in atto della riforma finanziaria e licenziato in frangenti che ricordano uno stato fascista, con la polizia vaticana che ha fatto irruzione nei suoi uffici e gli ha confiscato i computer mentre gli veniva dato l’aut aut di dimettersi o essere arrestato. A giustificazione di questo trattamento il Cardinal Becciu lamentava il fatto che il signor Milone spiasse i suoi superiori, ossia che svolgesse il lavoro che gli era stato assegnato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’aspetto più noto di questa repressione è stato il modo in cui il Cardinal Pell è stato fatto fuori [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/01/card-pell-la-chiesa-cattolica-deve.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/11/altre-voci-favore-dellinnocenza-di-pell.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/12/la-voce-del-cardinale-george-pell-si.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/10/le-morbide-bastonate-di-pell-bergoglio.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/08/weigel-smonta-i-giudici-che-hanno.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/11/ratzinger-esprime-pell-il-suo-sostegno.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/11/il-cardinal-pell-sui-novissimi-la.html" target="_blank">qui</a>]. Nel 2017 egli è dovuto tornare in Australia per affrontare le note accuse di abuso sessuale, per le quali è stato condannato al carcere fino a quando la sua condanna è stata annullata in appello tre anni dopo: a quel punto era troppo tardi per riprendere il suo incarico in Vaticano. Ci sono tutte le ragioni per credere che la procura australiana sia stata istigata e assistita da personalità del Vaticano come mezzo per fermare la sua riforma, e il Cardinal Becciu è stato specificamente indicato come l’agente di questo stratagemma.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando passiamo a esaminare la riforma della Curia nel suo insieme, osserviamo che l’esperienza degli ultimi undici anni è stata disastrosa come le vicende finanziarie. E il motivo è che a Papa Francesco non interessa riformare la Curia, ma controllarla. Come ho detto prima, egli ha sempre esercitato il suo controllo nominando personaggi moralmente deboli e compromessi, che diventano i suoi strumenti incondizionati. Così, nella prima metà del suo pontificato lo abbiamo visto rimuovere uno dopo l’altro i pochi individui realmente integri che si trovavano all’interno della Curia — Burke, Sarah, Müller, Pell — e far prendere il loro posto a una combriccola di criminali ecclesiastici senza precedenti. Ad esempio, l’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, che controllava il denaro del Vaticano, è rimasta sotto la presidenza del Cardinal Calcagno — un truffatore italiano della vecchia scuola — nonostante egli fosse indagato per strani investimenti in beni immobiliari che hanno danneggiato le finanze della sua precedente diocesi. Calcagno era anche un noto protettore di religiosi rei di abusi sessuali. Conservò il suo prestigioso incarico ed ebbe il privilegio di cenare ogni sera con Papa Francesco fino al suo pensionamento per motivi di età nel 2018.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una nomina ancor più scandalosa per diversi motivi è stata quella dell’arcivescovo sudamericano Peña Parra, che ha preso il posto del cardinale Becciu come vicesegretario di Stato nel 2018. Quando era ancora studente Peña fu espulso dal suo primo seminario in quanto moralmente sospetto, e si dice che abbia fatto carriera sotto il manto di un circolo clericale omosessuale che lo ha protetto e promosso. Si presume che sia fuggito dal nativo Venezuela e si sia rifugiato a Roma dopo un grave incidente che ha comportato l’intervento della polizia venezuelana. Questo background non ha impedito a Peña di diventare il secondo uomo più potente della Segreteria di Stato, posizione che ricopre tuttora. Egli è solo uno dei tanti membri della cerchia di latinoamericani poco raccomandabili che sono stati promossi ai vertici della Chiesa sotto l’attuale papa: potremmo andare avanti con gli esempi, con un susseguirsi di appuntamenti scandalosi che fanno precipitare la riforma morale della Curia sempre più nel regno dell’impossibile.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure i media di tutto il mondo, che non hanno mai perso occasione per attaccare ferocemente Benedetto XVI, sono rimasti in silenzio di fronte a scandali che avrebbero distrutto qualsiasi altro papato. Il motivo è semplice: Papa Francesco dà loro esattamente quel che vogliono. Stanno cercando un papa che indebolisca la Chiesa e la pieghi alla loro agenda secolarizzante, e questo è esattamente ciò che Papa Francesco sta dando loro. Ciò induce quindi a chiedersi: di cosa parla esattamente Francesco nel suo pontificato? Fin dall’inizio, il palcoscenico su cui si è esibito sono stati i media secolari, insieme all’<i>establishment</i> intellettuale e politico <i>woke</i>: per farli contenti egli sposa ogni causa secolare alla moda, a scapito dell’autentico insegnamento cattolico [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/09/indice-articoli-su-transumanesimo-e.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/10/indice-articoli-sullenciclica-fratelli.html" target="_blank">qui</a>]. Le sue parole e le sue azioni sono pensate esclusivamente per ottenere l’approvazione del mondo, cosa in cui egli è riuscito pienamente, così tanto che può permettersi di ignorare qualsiasi altro collegio elettorale e di farla franca con un clientelismo clericale e una corruzione per cui i media lo avrebbero massacrato se fossero stati adottati da un papa conservatore.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un corollario di ciò è la sua avversione nei confronti della tradizione. Papa Francesco sa perfettamente che l’unico vero ostacolo alla sua rivoluzione viene dai tradizionalisti della Chiesa cattolica, l’unico elemento dotato di spina dorsale e disposto a riconoscere che l’imperatore è nudo. Di qui la campagna che ha condotto durante tutto il suo pontificato contro i cosiddetti cattolici “rigidi” e “arretrati”, che egli deride in ogni occasione. Ha insistito su questo tema appena qualche settimana fa, quando ha affermato che è uno scandalo che i giovani preti si rechino dalle sartorie ecclesiastiche per ordinare tonache e paramenti tradizionali. Sappiamo tutti quali siano i veri scandali della Chiesa moderna, ma gli unici che danno fastidio a papa Francesco sono quelli dei sacerdoti che seguono la tradizione. Di qui anche la promozione del Cardinal Roche a prefetto del Culto divino al posto del Cardinal Sarah, e il Motu Proprio <i>Traditionis Custodes</i> per disfare l’opera di Benedetto XVI [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/07/indice-interventi-su-traditionis.html" target="_blank">qui</a>]. (A proposito, è stato sottolineato che una possibile traduzione di <i>Traditionis Custodes</i> è “i carcerieri della tradizione”, che è certamente il lavoro che il Cardinal Roche e Papa Francesco vorrebbero svolgere.) Come Papa Francesco, il Cardinal Roche ha anche il vizio di dare lezioncine ai cattolici tradizionali, ricordando loro quanto siano antiquati. È stato osservato che la Chiesa cattolica è l’unica istituzione in cui uomini tra i settanta e gli ottant’anni dicono continuamente ai ventenni e ai trentenni di modernizzarsi. Papa Francesco è furbo quando fa finta che il tradizionalismo cattolico sia semplicemente una questione di sacerdoti che amano indossare l’abito talare e usare l’incenso in chiesa, ma in realtà sa benissimo che si tratta di dottrina, di Deposito della Fede, di filosofia perenne della Chiesa, dei tesori della spiritualità; e per questo esso costituisce un ostacolo indistruttibile per un papa che tenta di condurre la Chiesa sulle vie del secolarismo moderno.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Prima di concludere, vorrei commentare la situazione in cui ci troviamo ora. Come ho detto all’inizio, gli eventi verificatisi negli ultimi tre mesi hanno colto di sorpresa anche coloro che non si facevano illusioni sull’attuale regime. La spirale discendente si è accelerata in un modo che io stesso non avevo previsto. Abbiamo assistito a una forma più concentrata degli scandali del pontificato di Papa Francesco. Inizierò con lo scandalo degli abusi sessuali e del loro insabbiamento da parte del clero, il cui esempio più lampante ha fatto notizia. È il caso, di cui sono sicuro che tutti avrete sentito parlare, del gesuita Padre Rupnik, accusato di abusi sessuali del tipo più orrendo inflitti a religiose di cui avrebbe dovuto essere il direttore spirituale. Gli abusi includevano terribili elementi sacrileghi di cui non parlerò e andavano avanti da decenni, eppure i gesuiti non sono riusciti a fare nulla al riguardo. All’inizio di quest’anno hanno deciso tardivamente che sarebbe stato meglio fare a meno di Padre Rupnik e lo hanno espulso dalla Società, ma egli ha continuato ad essere protetto dal Vaticano. Padre Rupnik è stato riconosciuto colpevole del grave reato canonico di aver assolto uno dei suoi partner sessuali in confessionale ed è incorso nella pena automatica della scomunica, che però è stata revocata dopo meno di un mese. Non solo, ma proprio in quel periodo Padre Rupnik è stato invitato a predicare in un ritiro all’interno dello stesso Vaticano. I tentativi di sottomettere questo sacerdote a un processo ecclesiastico sono stati ostacolati dal fatto che i suoi reati siano caduti in prescrizione; questa situazione può essere revocata quando necessario, ma Papa Francesco non lo ha fatto. Egli ha negato pubblicamente il proprio coinvolgimento nel caso, ma Christopher Altieri ha scritto: “eminenti uomini di Chiesa vicini a Francesco hanno suggerito con insistenza che Francesco avesse praticamente tutto a che fare con la gestione del caso”. Padre Rupnik è infatti l’esempio tipico di amici religiosi immorali che Papa Francesco ha costantemente protetto durante il suo pontificato e prima di esso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Verso la metà di quest’anno l’insabbiamento del caso Rupnik stava per essere ultimato. Alcuni, come il cardinale gesuita Ladaria, prefetto della Dottrina della Fede, volevano che Padre Rupnik fosse punito esemplarmente, e si dice che questo sia il motivo per cui Ladaria non è stato invitato al recente Sinodo sulla sinodalità [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/09/la-misura-e-colma-ladaria-si-tira-fuori.html" target="_blank">qui</a>]. Le gerarchie vaticane stavano addirittura cercando di far annullare la precedente scomunica di padre Rupnik in quanto irregolare. Alla fine si è scatenata una protesta pubblica, in primo luogo quando un rapporto della Commissione Vaticana per la Protezione dei Minori ha criticato il lassismo dimostrato, e in secondo luogo quando è emerso che Padre Rupnik, nonostante la sua espulsione dalle file dei gesuiti e le accuse ancora pendenti su di lui, è stato nuovamente incardinato nella diocesi di Capodistria. Alla fine di ottobre il Vaticano ha finalmente pubblicato un annuncio secondo cui i difetti nella gestione del caso di Padre Rupnik erano stati portati a conoscenza del papa e che questi aveva deciso di rinunciare ai termini di prescrizione per consentirgli di essere processato. A questo proposito Christopher Altieri ha commentato: “Con la sua tempistica inverosimile e le sue spiegazioni assurde, questo annuncio non fa altro che confermare ulteriormente che il cinismo ha fatto diventare palesemente Responsabilità, Affidabilità e Trasparenza luoghi comuni. L’atto di potere puro dimostra che lo stato di diritto nella Chiesa è una farsa”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quali sono gli altri atti papali che ci sono piovuti addosso nelle ultime settimane? Abbiamo avuto l’esortazione apostolica <i>Laudate Deum</i> sulla cosiddetta crisi climatica, nella quale, come qualcuno a rimarcato, Papa Francesco si è espresso in pieno accordo con Greta Thunberg [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/10/laudate-deum-o-nuovo-dogma-climatico.html" target="_blank">qui</a>]. L’esortazione dichiara: “Non è più possibile non credere alla causa principalmente umana del cambiamento climatico”. Tanti altri articoli di fede cristiana sono stati scossi, ma siamo lieti che Papa Francesco sostenga ancora un dogma di fede indiscutibile. Poi ci sono stati gli ulteriori scandali morali: ad esempio il fatto che al Cardinal Ricard, francese, sia stato permesso di mantenere il cardinalato nonostante abbia ammesso di aver molestato un quattordicenne, o che Papa Francesco, nel caso del vescovo Gisana, siciliano, abbia difeso ancora una volta un vescovo accusato di tutelare molestatori sessuali e abbia denigrato i suoi accusatori.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tutto questo è scioccante, ma ciò a cui dobbiamo prestare attenzione è un evento di conseguenze più gravi per la Chiesa, vale a dire il corso apertamente scismatico del Cammino sinodale tedesco [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/06/la-chiesa-in-germania-e-in-scisma.html" target="_blank">qui</a>], che è andato avanti senza alcun tentativo da parte di Papa Francesco di controllarlo o ammonirlo. Il 3 novembre il vescovo di Spira ha annunciato che avrebbe autorizzato la benedizione di coppie omosessuali e che avrebbe compilato un elenco di sacerdoti della sua diocesi disposti a impartirla. Ancora una volta, silenzio totale da parte di Roma. Solo pochi giorni dopo è arrivato l’annuncio che il vescovo Strickland, di Tyler, era stato destituito per non essersi allineato alla linea modernista. Qui vediamo mostrato con perfetta simmetria il modello del pontificato di Papa Francesco: l’eretico è protetto e il vescovo cattolico fedele è destituito. Il Cardinal Müller ha pubblicamente definito la destituzione del vescovo Strickland [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/11/intervista-strickland-ho-contrastato-le.html" target="_blank">qui</a>] un abuso del diritto divino del papato. Un giornalista italiano ha descritto questo papato come “il pontificato delle purghe” e ha criticato il contrasto tra gli slogan di Francesco, pieni di misericordia, e le sue azioni. Peter Kwasniewski ha commentato:</div><blockquote style="text-align: justify;">Anni fa Henry Sire definì Papa Francesco “<i>il papa dittatore</i>”. Più volte questa valutazione è stata confermata, e mai più di quando il papa ha deposto un vescovo senza un giusto processo, contro il diritto canonico e per nessun grave illecito immaginabile. Egli ha unito la mentalità “la tradizione sono io” di Pio IX con il motto di Juan Perón: “All’amico, tutto. Al nemico, nemmeno giustizia”.</blockquote><div style="text-align: justify;">Per quanto tutto ciò sia grave, dobbiamo prestare ancora più attenzione al Sinodo sulla sinodalità recentemente conclusosi, poiché esso è il mezzo con cui Papa Francesco sta tentando di istituzionalizzare la sua rivoluzione [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/10/indice-articoli-sinodo-sulla-sinodalita.html" target="_blank">qui</a>]. La prima osservazione da fare è che tutti questi sinodi, compresi i due precedenti sulla famiglia, sono stati gestiti in modo da consentire a una cricca di modernisti di portare avanti il loro programma, con il pretesto di un processo consultivo. Per citare un osservatore italiano,</div><blockquote style="text-align: justify;">lo svolgimento dei vari sinodi di questo pontificato, a cominciare da quello sulla famiglia, per finire clamorosamente con l’ultimo, mostra che le regole delle discussioni e delle deliberazioni, predisposte in anticipo con la scelta degli stessi partecipanti, sono state modificate più volte per mettere a tacere l’evidente rifiuto da parte della maggioranza ecclesiale dell'unica linea di pensiero che le si tentava di imporre, e per evitare che emergesse all’interno del Sinodo una linea che non concordasse con quella predeterminata dall’alto.</blockquote><div style="text-align: justify;">Tuttavia, quando è stata pubblicata la relazione finale del Sinodo, tutti abbiamo ricevuto una sorpresa: esso si è rivelato inaspettatamente inconcludente. Molti di noi sono rimasti per un attimo perplessi, ma la spiegazione la si è ottenuta da una rivelazione giornalistica apparsa poco dopo. Si trattava della divulgazione di un progetto di modifica delle regole dei conclavi papali tesa a introdurre la partecipazione dei laici, donne comprese [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/11/bergoglio-intende-riformare-il-conclave.html" target="_blank">qui</a>]. Ciò ci ha dimostrato che il fine del Sinodo precedente non era il documento che ne è emerso, ma il processo stesso. È stato progettato per ammorbidire la Chiesa in vista di una rivoluzione nell’elezione papale. Così abbiamo avuto vescovi che hanno fatto dichiarazioni del tipo: “Sarà impossibile d’ora in poi tenere un Sinodo senza la partecipazione dei laici”. Se così fosse, la gente chiederebbe che anche l’elezione papale si svolgesse con la sua partecipazione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Da questa notizia è emerso che i colloqui tra il papa e il Cardinal Ghirlanda per la modifica delle regole del conclave erano in corso da mesi. Il Cardinal Ghirlanda, tra l’altro, oltre ad essere gesuita, è il sostenitore di una visione teologica estrema del potere papale che fa di lui l’agente ideale per radicare il regime di dittatura papale. Appena la storia si è diffusa, c’è stata una pronta smentita da parte del Vaticano, accompagnata da sforzi furiosi all’interno dei vari dicasteri per scoprire chi fosse stato il responsabile della fuga di notizie. Questi fatti hanno mostrato un Vaticano che ha scoperto di aver perso il controllo della narrazione, come si dice oggi, e che è stato messo in imbarazzo da una rivelazione che ha anticipato i suoi piani. Penso che ci siano pochi dubbi sul fatto che la cosiddetta riforma andrà avanti, ma presumo che la sua rivelazione prematura abbia sconvolto il programma di Papa Francesco.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, non tutte le notizie papali provengono da Roma. Uno sviluppo molto significativo è giunto dall’Argentina, sotto forma delle elezioni presidenziali di domenica scorsa e dell’avvento al potere di Javier Milei. In primo luogo, ciò va direttamente contro la presa di posizione della Chiesa, che — apparentemente su ordine di Roma — ha fatto apertamente propaganda contro Milei e ha incitato gli elettori a votare contro di lui. Milei è un nemico dichiarato di Papa Francesco e lo ha insultato pubblicamente, e la sua vicepresidente, Victoria Villarruel, è una cattolica tradizionalista. La Croix ha così commentato il risultato: “Francamente, se un gruppo di appassionati di affari ecclesiastici si fosse seduto in un bar e avesse provato a disegnare su un tovagliolo da cocktail un bozzetto che equivalesse a un rifiuto tout court dell’agenda di un papa in carica, dubito che avesse potuto inventare qualcosa di più vivido di quel che è realmente accaduto”. Un commento più severo è arrivato da un esperto di politica argentino, il professor Peretó, il quale ha affermato in una recente intervista che la vittoria di Milei</div><blockquote style="text-align: justify;">rappresenta il rifiuto di Bergoglio, e conferma quel che tutti sanno: agli argentini non piace Papa Francesco, non lo vogliono. Ormai da anni, da quando su giornali e portali compaiono notizie su Bergoglio, i loro amministratori sono costretti a chiudere i commenti dei lettori, che sono per lo più sprezzanti e duri. Molti avranno forse pensato che il rifiuto di Bergoglio fosse diffuso solo tra chi legge e si informa. È ormai dimostrato che esso è invece presente in tutti gli strati sociali, anche tra i poveri. Proprio per questo motivo Bergoglio non verrà mai in Argentina, perché il suo viaggio sarebbe un fallimento. Certo è che la maggioranza del basso clero, soprattutto i preti più giovani, è stufa di Bergoglio e non vuole avere niente a che fare con lui: è un rifiuto che abbraccia tutto ciò che il papa fa e sostiene.</blockquote><div style="text-align: justify;">Questo è il punto di vista dell’Argentina, al quale il resto del mondo dovrebbe prestare attenzione, come avrebbero dovuto fare i cardinali elettori nel 2013.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sembra dunque che anche in questo ambito i piani di Papa Francesco siano falliti, e non bisogna sottovalutare le conseguenze di questo fatto per un papa così esplicitamente politico come Francesco. Riassumendo, cosa possiamo aspettarci per l’immediato futuro? Esito a fare previsioni, ma ciò che gli eventi delle ultime settimane ci hanno mostrato è che Papa Francesco è un vecchio che ha fretta [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/08/la-fretta-di-papa-francesco-preparando.html" target="_blank">qui</a>]. Ha un disperato bisogno di istituzionalizzare la sua rivoluzione prima di morire, e non si fermerà davanti a nulla per raggiungere questo obiettivo. Quindi la risposta alla domanda: “quanto più in basso possiamo scendere?”, è che probabilmente non c’è limite, e possiamo aspettarci di essere scandalizzati da enormità sempre peggiori. Tuttavia, Papa Francesco deve tenere presente che non ha il controllo di tutto. Oltre alle elezioni presidenziali in Argentina, più vicino a lui c’è una legge molto tradizionale che non ha il potere di abrogare, che è la mortalità umana. La realtà ultima è che Papa Francesco non sarà qui per sempre, e che Cristo ci ha detto invece: “Ecco, Io Sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.</div>
__________________________________ <div>[Traduzione per Chiesa e post-Concilio di Antonio Marcantonio]<br />
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div>
</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-78623507916537322112023-12-14T06:30:00.001+01:002023-12-14T06:30:00.124+01:00I paradossi di papa FrancescoNella nostra traduzione da <a href="https://riposte-catholique.fr/archives/184858" target="_blank">Riposte Catholique</a> il resoconto dell'intervista rilasciata dal vaticanista di <i>La Croix</i> ad una rivista canadese sui paradossi di Bergoglio.<hr /><span style="color: #990000; font-size: large;">
I paradossi di papa Francesco<br /></span><br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmikMac3XLm8Xmn-Dz6jiSZqxyn3BUrd-aeqGPGmV2o5svwH_DIxSeIE2zgFjgPAtNGyyZFaFF7vuaKqjzfyO-52mA_WEX0l1jqLkYtcSZ4mFZYYa6-hkZ-UBQ9L4V1Kdk_0FtHNlIFfX9SlSE7FAbWJ2jeGj1C-ebKlrN5hyphenhyphenYaQCJkUkLKP5zPEkGc_r3/s534/pape-%C3%A9tole.jpg" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="267" data-original-width="534" height="134" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmikMac3XLm8Xmn-Dz6jiSZqxyn3BUrd-aeqGPGmV2o5svwH_DIxSeIE2zgFjgPAtNGyyZFaFF7vuaKqjzfyO-52mA_WEX0l1jqLkYtcSZ4mFZYYa6-hkZ-UBQ9L4V1Kdk_0FtHNlIFfX9SlSE7FAbWJ2jeGj1C-ebKlrN5hyphenhyphenYaQCJkUkLKP5zPEkGc_r3/w268-h134/pape-%C3%A9tole.jpg" width="268" /></a></div><div style="text-align: justify;">La rivista canadese <a href="https://le-verbe.com/entrevue/pape-francois-dix-ans-de-paradoxe/" target="_blank"><i>Le Verbe</i></a> ha intervistato il giornalista Loup Besmond de Senneville, corrispondente de <i>La Croix</i> dal Vaticano, sui dieci anni di un pontificato pieno di paradossi:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><i>Il testo della </i>Evangelii Gaudium [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2013/11/matzuzzi-e-i-tradizionalisti.html" target="_blank">qui</a>]<i>, il primo grande scritto di papa Francesco, ingiunge soprattutto ai cristiani di non affossarsi in una dinamica autoreferenziale. Tuttavia, è chiaro che l'approccio riformista del papa ha assorbito una parte significativa delle sue energie. Mentre prosegue il sinodo sulla sinodalità, come non vedere il dispiegarsi di una dinamica autoreferenziale centrata su preoccupazioni interne alla vita della Chiesa?</i></div>
<br /><div style="text-align: justify;">Ottima domanda. Quello che è certo, infatti, è che il papa dice sia che non bisogna essere autoreferenziali e, allo stesso tempo, una delle missioni che lui si è assegnato o che gli hanno assegnato i cardinali nell'eleggerlo è quella di riformare la Chiesa. Quindi ovviamente, quando riforma la Chiesa, c’è una dimensione autoreferenziale perché ci prendiamo cura della struttura, della curia e dell’istituzione in generale.<span><a name='more'></a></span></div><br /><div style="text-align: justify;">Dall'esterno vediamo il modo in cui concilia le due cose: riforma la struttura in modo che si prenda cura di cose diverse da essa. Penso che la sua dinamica sia dire che la Chiesa deve essere un ospedale da campo, che i sani non hanno bisogno dei medici, ma chi ha bisogno dei medici è chi non sta bene, quindi occorre andare incontro a chi non sta bene.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma di conseguenza ci sono molte discussioni interne, in particolare durante il sinodo sulla sinodalità. Si vede che non gli piacciono le commissioni e i comitati. Lo abbiamo visto di nuovo anche in una lettera scritta di recente ai partecipanti al sinodo tedesco. Cerca di alleggerire queste strutture, ma è vero che si tratta di una vera preoccupazione per papa Francesco. Ci sono diverse tensioni e contraddizioni in lui. Una di queste tensioni, infatti, è che si tratta di un Papa che avrà passato molto tempo a dire che dobbiamo aprirci al mondo esterno, ma che avrà speso molto tempo a riformare l'interno.</div><br /><div style="text-align: justify;"><i>Ci troveremmo quindi in una sorta di momento di transizione che punterebbe verso un momento in cui la Chiesa, grazie a queste riforme, sarebbe meno centrata su se stessa.</i></div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">SÌ. In ogni caso è la sua volontà. Non so se funzionerà perché le riforme nella Chiesa sono mosse di sessant’anni, cento anni. Ciò che separa due concili è un tempo molto lungo; stiamo parlando di secoli anziché di decenni. La Chiesa cattolica è una struttura oggetto di una lenta riforma. Inoltre, se si riformasse più rapidamente, non esisterebbe più. La protegge, la sua tipica difficoltà nel riformarsi. Ma in ogni caso sì, possiamo prenderlo come un momento di transizione. Tuttavia, non sappiamo davvero se la transizione alla fine avverrà. Potenzialmente siamo in un momento di transizione e lo sapremo con il prossimo papa. Non lo sapremo con questo.</div><br /><div style="text-align: justify;"><i>Durante i lavori preparatori dell'ultimo conclave si è parlato molto di riforma della curia romana. Alla fine, dopo dieci anni di lavoro, è stata istituita la tanto attesa costituzione apostolica </i>Praedicate Evangelium<i> </i>(2022) [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/08/due-cardinali-e-uno-storico-accusano.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/05/riforma-della-curia-la-vittima-sara-la.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/10/per-una-vera-riforma-della-chiesa.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/10/praedicate-evangelium-in-contraddizione.html" target="_blank">qui</a>] <i> per la riforma della curia romana. Come è stato detto, anche la Chiesa è impegnata in questo processo di approccio sinodale al governo della Chiesa. I dettagli non sono del tutto chiari, ma vediamo che c’è uno spirito di riforma. Come viene accolto dai fedeli, dalle persone che cercano di interpretare la vita della Chiesa? Secondo lei soddisfano le aspettative e i bisogni espressi? Sono implementati in modo coerente?</i></div>
<br />
Direi che nella Chiesa ci sono diversi livelli di riforma che vanno dal più piccolo al più grande. È stata attuata una riforma della curia, una delle tappe della quale è stata la <i>Praedicate Evangelium</i>. Si scopre che questa riforma è il culmine di una riflessione, ma allo stesso tempo deve ancora essere attuata. Vale a dire che nella curia romana ci sono dicasteri che avrebbero dovuto confluire e che non si sono confluiti. Uno degli elementi molto importanti di questa costituzione è il mandato quinquennale. Lo sapremo tra quattro anni. Questa sarà ancora una delle domande: dopo cinque anni, le persone se ne andranno davvero o chiederemo loro di andarsene o prolungheremo il periodo a tempo indeterminato. Ci sono molte domande che rimangono. Le nomine non sono ancora complete, ci sono ancora dei buchi nell'organigramma. Questa è la prima parte.<br /><br /><div style="text-align: justify;">Quello che è certo è che Papa Francesco, e quindi è un po' una transizione per il futuro, non vuole solo riformare le strutture, ma riformare anche lo spirito della struttura. Con spirito cartesiano francese diremo: le leggi e lo spirito delle leggi; è un po’ la struttura e lo spirito della struttura. Lo spirito della struttura è quello di voler mettere al centro i poveri. La grande riforma di Papa Francesco per me non è una riforma strutturale, è l’aver saputo mettere in gioco l’ambiente, i poveri.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Naturalmente Giovanni Paolo II ha affrontato anche il tema della priorità data ai poveri. Francesco non l'ha inventato, ma lo ha comunque messo al centro dell'azione pastorale e dell'azione missionaria. Ha detto che un cattolico non può essere missionario senza prendersi cura dei poveri. Questa è ancora un’enfasi che non c’era sotto i papi precedenti. E per quanto riguarda l’ambiente, è lo stesso. <i>Laudato Si'</i> [<a href="http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/06/il-papa-verde-e-il-suo-nuovo.html" target="_blank">qui</a> - <a href="http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/06/pensieri-in-liberta-sulla-nuova.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/05/la-laudato-si-in-parrocchia-qualche.html" target="_blank">qui</a>], il tema ecologico [<a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/10/laudate-deum-o-nuovo-dogma-climatico.html" target="_blank">qui</a>], anche se era importante, soprattutto per Benedetto XVI, lo ha messo al centro della dottrina. È senza dubbio una riforma che resterà, ecco i poveri, i migranti, l’ecologia: i tre punti su cui martella continuamente. D’altronde tutto questo lo dice con il concetto di ecologia integrale, nella Laudato Si’. Non è una riforma strutturale, è davvero una riforma fondamentale e una priorità. Si vede chiaramente che le questioni di moralità sessuale sono piuttosto passate in secondo piano: sono importanti, ma non sono più l'ingresso dell'imbuto, devono essere parte della progressione del percorso di un uomo o di una donna che cerca di credere in Dio e cerca di essere accompagnato dalla Chiesa cattolica.</div><br />
Quel che è certo è che la vera struttura da lui riformata fu la curia romana. Infatti, per il resto della Chiesa universale, non ha cambiato le strutture. Quindi dopo c'è una volontà, ma sarà la continuazione del sinodo. C'è il desiderio di infondere un'altra cultura, una cultura della discussione, della consultazione. Il Papa auspica che i vescovi, prima di decidere, possano almeno consultare ciò che pensano le anime loro affidate, e poi discernere, e poi decidere. È certo che c’è una volontà da quella parte, ma nelle strutture non vedo alcun cambiamento strutturale molto forte guidato da Papa Francesco.<br /><br />
In questo senso, una delle contraddizioni – almeno apparenti – del pontificato di papa Francesco è questa dualità tra un approccio pastorale e un approccio più dottrinale. L'approccio del papa è davvero segnato dal primato della pastorale. Ciò si riscontra in tutti i suoi scritti e nei suoi discorsi; alcuni arrivano addirittura a dire che ciò avviene a scapito della chiarezza dottrinale. Quali sono secondo lei i frutti, ma anche le potenziali insidie di questo cambio di paradigma?
<br /><br />
Per quanto riguarda la pastorale e la dottrina, quello che è certo è che mette davvero in risalto la pastorale. Questa è la porta d'ingresso, e poi saliamo a quella dottrinale. Questo è davvero l’approccio latinoamericano. Quando parli con i teologi latinoamericani, e in particolare con quelli argentini che sono a Roma, che viaggiano avanti e indietro con l'America Latina, ti spiegano che la teologia del popolo è partire da ciò che vive la gente e andare verso la dottrina mentre il nostro approccio occidentale – la teologia tedesca, ma non solo – è piuttosto quello di elaborare una dottrina e poi applicarla a una messa. Si tratta di due approcci diversi, ma che, nella mente del papa, non sono necessariamente contraddittori.<br /><br />
Trattandosi di un approccio diverso, la recezione è difficile perché soprattutto i cattolici occidentali hanno ancora difficoltà a comprenderlo. Si tratta di un cambiamento radicale nella logica, ma questo approccio è molto meglio compreso nelle Chiese del Sud rispetto all’approccio dei papi precedenti. Gli occidentali soffrono, ma le persone del Sud stanno meglio.<br /><br />
Del resto per me Papa Francesco è anche il papa dello spostamento della Chiesa cattolica verso il sud del mondo. Cioè è un papa del Sud. Ha dei limiti, perché l’Argentina è un paese davvero unico in America Latina e anche Francesco si identifica ancora un po’ come europeo, ma è pur sempre il papa che ha effettuato lo spostamento verso il sud. Viviamo in un’epoca in cui la demografia fa sì che i cattolici al Sud siano sempre più numerosi e al Nord sempre meno. E sta avvenendo anche lo spostamento delle responsabilità.<br /><br />
Oggi i domenicani, i gesuiti sono tutti guidati da ragazzi del Sud. Lo riconosce e con questo cambiamento teologico lo riconosce anche. Se avete una prospettiva religiosa, direte che è un segno dei tempi ed è positivo che ci sia questo papa in questo momento, e che 25 anni fa non avrebbe funzionato. Ma dal punto di vista demografico, sociologico, forse meno “confessante”, ti lascio scegliere la prospettiva che preferisci, è anche un buon papa.<br /><br />
È forse questo che spiegherebbe le incomprensioni del suo insegnamento proprio intorno a queste questioni di morale sessuale e familiare?<br /><br />
Ha un rapporto con la vecchia Europa, e con l'Occidente in generale, che gli dà ancora un po' fastidio. Dice molto che vede nelle Chiese occidentali, europee, americane, americane (non parla molto del Canada, ma penso che ti metta nello stesso gruppo degli Stati Uniti), chiese divise dove si parla di argomenti che non sono necessariamente di interesse.<br /><br />
Per Papa Francesco la liturgia è un dibattito che non lo è, è un dibattito che lo stanca molto, dove non siamo sufficientemente rivolti ai poveri e dove siamo un po’ come bambini viziati. Da secoli abbiamo la cultura cattolica, il potere, la teologia, il denaro e oggi, poiché c'è il senso di perdita, ci lamentiamo solo della perdita e della gloria passata.<br /><br />
Non per niente questo papa condanna ogni mattina quello che lui chiama “ indietrismo ” . È una parola che ha inventato in italiano. Indietro significa indietro quindi non so come potremmo tradurre in francese infatti, il ritorno al passato, la tendenza a tornare indietro. Questa è la tendenza reazionaria. Questa parola ha una connotazione un po' politica, ma la nostalgia del passato è una cosa che lui odia, che gli ripugna perché è in questo software del Sud e capiamo che se sei cattolico del Sud del mondo, infatti, tu non pensare mai in termini di perdita. Gli unici che ragionano in termini di perdita da cattolici siamo noi, sono quelli del Nord perché prima era sempre meglio. Infine, se si pensa che ciò che era meglio era il potere politico, la maggioranza e l'uniformità culturale, ebbene sì, era meglio prima. Ma in realtà i latini, gli africani e gli asiatici non hanno questa nostalgia. Dice agli occidentali e anche per questo hanno difficoltà a sentirlo: “Non pensate in termini di perdite, è inutile. »<br /><br />
<i>Da un punto di vista esterno alla Chiesa, si vede chiaramente il Papa che insiste su quella che chiama fraternità umana, concordia, amicizia universale, ma paradossalmente, in alcune aree del mondo (pensiamo agli Stati Uniti-Uniti), percepiamo che questa fraternità, all'interno della Chiesa, sta svanendo o talvolta è addirittura gravemente compromessa. Come viene percepita questa tensione all'interno del Vaticano?</i><br /><br />
Quello che è certo è che in Vaticano c'è un dibattito intorno alla questione dell'unità della Chiesa. Per definizione, l'ossessione del Vaticano e del Papa, perché è lì per questo, è l'unità della Chiesa. Questa è sempre la preoccupazione del papa: l’unità della Chiesa. Dopotutto è il suo compito prioritario!
<br /><br />
Detto questo, sì, in Vaticano c’è la consapevolezza che questo è un Papa che crea tensioni. Le crea in curia per via del supo stile di governo. Questo è un altro paradosso di papa Francesco: è allo stesso tempo un papa molto sinodale, che vuole lasciar parlare la gente, che vuole piuttosto decentralizzare certe questioni, che vuole lasciare che siano i vescovi o i preti a decidere al loro livello e, nello stesso tempo, è un papa molto, molto fermo. È il governo dei Gesuiti. È un papa che esercita il potere assoluto in Vaticano. C'è infatti questa questione delle tensioni, è abbastanza forte, è dibattuta e percepita.<br /><br />
C'è infine da dire che il Vaticano è uno straordinario crogiolo della Chiesa universale, vale a dire che arrivano tantissime informazioni e, allo stesso tempo, sono tante le cose che sfuggono in Vaticano e che la gente non vede.<br /><br />
<i>Lei ha parlato del fatto che la pastorale è focalizzata soprattutto sui poveri, sui migranti, sull'ecologia integrale. Sebbene questi temi non siano in opposizione alla morale sessuale, tuttavia la sostituiscono nell’attenzione dei media. Nella sala stampa vaticana, come viene percepito questo cambiamento dai media? Ovviamente il Papa è ben consapevole che la Chiesa ha una missione di evangelizzazione attraverso questi temi</i>.<br /><br />
È una bella domanda. Penso che il suo cambiamento, il suo spostamento di tema – non voglio dire la sua apertura o la sua chiusura perché in effetti mi sembrerebbe di dare un giudizio e non è così – ma penso che il fatto che sia cambiato il tema, che ha invertito le priorità, ha prodotto comunque una grande popolarità per il Papa fuori dalla Chiesa e tra un certo numero di fratelli e sorelle. Ciò ha valso a questo papa una popolarità molto alta. Non so se contribuisce all'evangelizzazione, ma comunque, dal punto di vista mediatico, è un papa molto popolare.<br /><br />
<i>Direbbe che questo cambiamento di temi aumenti la credibilità della Chiesa nel mondo di oggi?</i><br /><br />
Non lo so. Non lo so perché allo stesso tempo la credibilità della Chiesa nel mondo di oggi è molto compromessa anche dagli scandali sessuali. Varia molto a seconda della compagnia. In Francia oggi la Chiesa cattolica non ha un grande posto nello spazio pubblico, in Spagna anche, ma poi dipende dal Paese. Ci sono Paesi in cui occupa un posto importante: si pensi alla Repubblica Democratica del Congo o alla Repubblica Centro-africana, dove l'arcivescovo di Bangui è stato recentemente chiamato a ricoprire il ruolo di presidente <i>ad interim</i>. Ha rifiutato, ma così è. Nella Repubblica Democratica del Congo, la Chiesa cattolica è l’unica istituzione che più o meno regge.<br /><br />
Dipende molto dalle realtà locali, ma penso che il papa, dall'esterno, sia più un aiuto alla credibilità della Chiesa o, comunque, a una forma di popolarità, ma non basta. Per quanto riguarda le questioni di moralità sessuale, continua sicuramente a interessare molto i media. Come giornalista permettetemi di difendere un po’ la mia azienda: penso che se interessa ai media è perché interessa anche alle persone. È interessante notare che prima dell’assemblea sinodale dello scorso ottobre ci è stato detto: “Ah! Voi media siete ossessionati dalle questioni morali, sono sempre le stesse domande: donne prete, celibato e omosessuali”. Ebbene, la cosa più dibattuta nel sinodo – e si noti che non c’erano giornalisti, a porte chiuse con 440 persone dentro – beh, sono state le persone LGBT, le donne diacono e il celibato dei preti! È vero che può esserci una sorta di ossessione mediatica su questi temi, ma essi interessano anche alla gente e interessano anche all’interno della Chiesa.<br /><br />
Oggi il dibattito sui divorziati risposati è una questione interna alla Chiesa cattolica. Posso dirvi che all'esterno non importa a nessuno. Quando fuori parli della questione dei divorziati risposati la gente ti guarda: “Ma perché? Qual è il dibattito? ". Non capiscono nemmeno.<br /><br />
<i>Possiamo quindi ricordare che uno dei temi piuttosto dominanti nel pontificato di papa Francesco è la presenza di tensioni e paradossi. Ha detto: “Ce ne sono diversi”, non li ha nominati tutti, ma ovviamente è un tema importante</i>.
<br /><br />
SÌ. C’è il papa che è sinodale e allo stesso tempo verticale, questo è chiaro. Ci sono infatti diversi paradossi. C’è il Papa che allo stesso tempo vuole aprire la Chiesa, dire che la Chiesa non deve essere autoreferenziale e che sta organizzando un sinodo sulla sinodalità, quanto di più autoreferenziale possa esistere. Ed è questo che rende il personaggio interessante.</div>
<div>_____________________<br />
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]</div>
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-60823657438376282.post-84348142979633047422023-12-13T13:04:00.002+01:002023-12-13T14:08:21.215+01:00Parigi: la rinascita dei seminaristi francesi<div style="text-align: justify;">Nella nostra traduzione da <a href="https://riposte-catholique.fr/archives/184966" target="_blank">Riposte Catholique</a> uno sguardo sulla situazione delle vocazioni sacerdotali in Francia, in questa temperie significativamente più numerose nei contesti legati alla Tradizione. Precedenti <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/05/cosi-in-francia-il-clero-giovane.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2023/06/per-una-formazione-tradizionale-dei.html" target="_blank">qui</a> - <a href="https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/search?q=vocazioni+Francia" target="_blank">qui</a></div><hr />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTAtfiZxoihCcw_Tc1r0JthytYH9TKqG_1FOSiWm4IDbVB0GhkaXzYUUMI0tOeFHGUngSfbAxisuOEhPc1iGCYA36jFzED_9FSzJP8UiJCnHjtWhPpZkGHMFb9CmV27C5n5_tD9UwIHkNPIzI4neZ5jSJ2vucnGmI-eggxR9AYFuESNMqVh1guCVtl5cQ/s1280/rassemblement-seminaristes1.jpg" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="960" data-original-width="1280" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTAtfiZxoihCcw_Tc1r0JthytYH9TKqG_1FOSiWm4IDbVB0GhkaXzYUUMI0tOeFHGUngSfbAxisuOEhPc1iGCYA36jFzED_9FSzJP8UiJCnHjtWhPpZkGHMFb9CmV27C5n5_tD9UwIHkNPIzI4neZ5jSJ2vucnGmI-eggxR9AYFuESNMqVh1guCVtl5cQ/w280-h210/rassemblement-seminaristes1.jpg" width="280" /></a></div><div style="text-align: justify;">La lettera delle '<i>Sentinelle</i>' – quei fedeli che pregano per il ripristino delle messe tridentine ingiustamente cancellate da Mons. Aupetit a Parigi, a Saint-Georges de la Villette, Notre-Dame du Travail ecc. – si sofferma sull’incontro nazionale dei seminaristi svoltosi a Parigi, dal 1 al 3 dicembre. </div><div><div style="text-align: justify;">“ La scorsa settimana, da venerdì 1 dicembre a domenica 3 dicembre, è stata caratterizzata, a Parigi, dal raduno di tutti i seminaristi diocesani di Francia, che sono stati – solo – circa 600. Il venerdì è stato giorno di culto in diverse chiese di Parigi; il sabato mattina, mons. de Moulins-Beaufort ha presieduto una messa a Saint-Eustache, e ha poi risposto alle loro domande; e la domenica, una messa a Saint-Sulpice è stata presieduta dal cardinale Aveline, arcivescovo di Marsiglia.<span><a name='more'></a></span></div><br /><div style="text-align: justify;">Abbiamo così potuto vedere con i nostri occhi la generazione dei preti francesi di domani, il che ha confermato ciò che di loro già conoscevamo. Con una certa ansia, viste le foto di gruppo davanti a Notre-Dame o davanti a Saint-Sulpice: il loro gruppo che, nell'isieme, non costituisce davvero una folla.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma abbiamo potuto constatare che questo piccolo resto è l'esatto contrario delle generazioni formatesi negli anni di piombo post conciliari e perfino dei parigini-doc degli anni di Lustiger. Quelli di oggi, che appaiono timidi e un po' moderati, sono tra <i>tradis</i> e <i>tradismatici</i>, se mi sono consentite queste categorizzazioni approssimative. In ogni caso li si sarebbero visti bene al pellegrinaggio di Chartres.</div><br /><div style="text-align: justify;">Vengono trattati come tali: il sabato vien loro fatto cantare la messa <i>De angelis</i>, Kyrie, Sanctus, Agnus, “Chez nous suis Reine” come canto d'uscita, e infine vengono portati sulla piazza antistante Notre-Dame per cantare un <i>Magnificat</i> in latino (<a href="https://riposte-catholique.fr/archives/184737" target="_blank">vedi</a>: <i>Raduno dei seminaristi: la messa presieduta da Mons. de Moulins-Beaufort – Riposte-catholique</i>).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E come tali si comportano. Durante la messa domenicale, che abbiamo potuto seguire su KTO (Messa del raduno dei seminaristi di Francia 2023 - KTOTV), abbiamo potuto individuare una serie di dettagli significativi: il paramento (camice bianco stretto da un cordone, per quasi tutti, e nessun camice pendente, o anche tonaca e cotta per i diaconi), l'atteggiamento (quasi tutti a mani giunte), i gesti (quasi tutti si inginocchiano sempre alla consacrazione). La comunione è stata particolarmente interessante. Non pretendo di aver fatto un resoconto infallibile, ma mi è parso che la maggior parte si genuflettesse prima, che la metà ricevesse la comunione sulle labbra e che almeno un quarto, forse un terzo, la ricevesse in ginocchio e sulle labbra (senza che i preti mostrassero la minima esitazione nel somministrarla).</div><br /><div style="text-align: justify;">Dicono che il diavolo sta nei dettagli, ma credo che si possa dire la stessa cosa anche del Buon Dio, almeno per questi dettagli. Avrei voluto – sono incorreggibile, direte voi – fare un sondaggio tra loro, con domande del tipo: “Sei favorevole alla libertà di celebrare la liturgia tradizionale? »; «Quando sarai prete celebrerai la Messa tridentina? »; " A volte ? Spesso ? »; eccetera. Non ho dubbi: il risultato sarebbe stato una bomba.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questi giovani, infatti, non sono molto lontani, a volte per niente, da quelli che popolano i seminari tradizionali. E sono come i giovani cattolici di oggi, i cui vescovi constatano con orrore che preferiscono la messa in latino. È molto incoraggiante, ma anche triste, pensare alla repressione che spesso subiscono e che li spinge a fuggire nella Comunità di Saint-Martin o ad unirsi ai seminari tradizionali.</div><br /><div style="text-align: justify;">Questa settimana, nelle nostre veglie col Santo Rosario per la libertà della liturgia tradizionale, a Saint-Georges de La Villette, mercoledì alle 17, davanti a Notre-Dame du Travail, domenica alle 18, e davanti all'arcivescovado uffici, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, nella nostra preghiera a Maria porteremo in particolare l'intenzione delle vocazioni sacerdotali, di queste vocazioni sacerdotali.</div></div>
<div>_____________________<br />
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]</div>
<div>A I U T A T E, anche con poco,<br />l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni<br />IBAN - Maria Guarini<br />IT66Z0200805134000103529621<br />Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731</div>michttp://www.blogger.com/profile/00578005881187652932noreply@blogger.com0