Pagine di rilievo

martedì 26 novembre 2019

E.M.Radaelli: “Al cuore di Ratzinger al cuore del mondo”

Vedi precedente qui: Enrico Maria Radaelli, Dove Gesù dice Bianco, Ratzinger dice Nero.

Questo libro mi è stato donato ed è stato per qualche tempo sulla mia scrivania, fino a che un bel giorno ho deciso di dare una risposta a quella domanda che il titolo un po’ sibillino, fin da subito, mi aveva smosso: “Cosa significa?”.
Leggendo il libro si capisce che il titolo è indovinato perché la parola cuore, che immediatamente evoca il concetto di profondità, intimità e centro, riassume la meta dell’indagine che l’autore si prefigge: quella di arrivare al centro o meglio all’origine di tanta devastazione della Chiesa da cinquant’anni a questa parte. E non si crederebbe mai possibile scoprire che questo cuore sia abitato niente meno che dall’ex papa Benedetto XVI.
Il libro è un’analisi minuziosa dell’opera di Joseph Ratzinger intitolata Introduzione al Cristianesimo, pubblicata nel 1969 e venduta in tutto il mondo in migliaia di copie, insomma un best seller mondiale che il suo augusto autore ha voluto riconfermare, senza cambiare una virgola, con un Saggio introduttivo alla nuova edizione del 2000. Il libro di Radaelli si legge piacevolmente grazie all’ironia e all’umorismo dell’autore, nonostante le inevitabili (poche) ripetizioni e i tecnicismi (anch’essi pochi a dire il vero).

La disamina di Radaelli, stimato e noto docente universitario di Filosofia, è strutturata in paragrafi, ottanta in tutto, ognuno dei quali riporta un titolo in grassetto che riassume l’argomento o, per meglio dire, il problema trattato. La struttura del libro è pensata probabilmente per agevolare il lettore nel percorso di analisi delle parole controverse scritte da Ratzinger, la cui prosa, tendente al lirismo, spesso è molto sfuggevole e non ben comprensibile ad una prima veloce lettura. Infatti si scopre che l’allora cardinale, tra pizzi e merletti letterari, “lancia bombe su bombe” ed il lettore, pur essendo bombardato, non se ne accorge ma si lascia trasportare dalle leggere onde sonore di termini dolci e suadenti. Non credo sia stato facile il lavoro di Radaelli: raschiare via lo strato zuccherino o il districarsi tra periodi lunghi e sinuosi per arrivare all’essenza del discorso sostenuto dall’autore del libro.

Si inizia con il dubbio scettico: scopriamo che per Ratzinger il dubbio ha preso il posto della Fede, ossia del dubbio non si deve dubitare: “É la struttura fondamentale del destino umano poter trovare la dimensione definitiva dell’esistenza unicamente in questa interminabile rivalità fra dubbio e Fede, fra tentazione e certezza”; le parole così poetiche di Ratzinger, dice Radaelli, sono tradotte in soldoni dal cardinale Martini nel suo “Ciascuno di noi ha in sé un credente e un non credente, che si interrogano a vicenda”.

Si prosegue con altre affermazioni piazzate qua e là nel testo ratzingeriano che, prese da sole per meglio comprenderle, hanno una portata devastatrice clamorosa. Un esempio? “La Fede di Israele non è caduta dal cielo bensì si definisce nel confronto con la Fede degli altri, in una scelta polemica e attraverso un’interpretazione diversa”, oppure parlando del nome Yahwe “molti dati della ricerca parlano di nuovo in favore del fatto che la formazione di questo nome sia stata effettivamente opera di Mosè, il quale ha potuto  con esso infondere nuova speranza ai membri del suo popolo in schiavitù”.

Se qualcuno pensasse che le frasi del cardinale Ratzinger possano essere interpretate in altra maniera, anche Radaelli lo ha pensato ed infatti per ciascun problema rivelato  propone una dialettica alla luce del Magistero; l’esito tuttavia è sempre a sfavore di Ratzinger, perché l’errore alla fine risalta in tutta la sua portata.

In realtà il libro non pesca frasi disseminate senza seguire un senso logico, anzi il senso del libro del cardinale emerge ben chiaro grazie a questa disamina. E purtroppo sembra che il dubbio iniziale con cui si apre il libro, come un tarlo, abbia eroso buona parte della Dottrina. Emerge, infatti, con sgomento, anche se ad un occhio attento, come difatti nota Radaelli stesso, non può passare inosservato il fatto che la maggior parte degli autori citati e presi in prestito da Ratzinger per scrivere la sua Introduzione siano protestanti o rappresentanti del modernismo o peggio atei, che il cardinale si abbevera alle fonti di Hegel e di Teilhard de Chardin, gesuita teologo e paleontologo a cui si deve la scoperta del “Cristo Cosmico”, abbandonando così la Metafisica classica per proseguire su strade insidiose che portano lontano dall’ortodossia.

É interessante notare che il modo di procedere e di esprimersi di Ratzinger, così come Radaelli lo ha evidenziato, è in perfetta linea con il metodo modernista di affrontare questioni eticamente vincolanti: il dire senza mai mettere un punto, ma anzi utilizzare vocaboli che posso essere interpretati alla bisogna, in modo che si possa rigirare la frittata quando si è messi alle strette. Infatti l’autore spesso nel testo invoca il ritorno del pronunciamento dogmatico sottolineando, difatti, come negli ultimi tempi la Chiesa non si sia più pronunciata ex cathedra in quanto se lo facesse non potrebbe più tollerare le eresie moderniste e tutto quel che si vede fare ora cesserebbe di esistere visto che il pronunciamento dogmatico per sua natura viene da Dio ed è Verità da credersi, pertanto tutte le falsità crollerebbero all’istante.

Partendo dal dubbio si arriva ad una lenta ma progressiva, inarrestabile erosione della Fede, esplicitata al meglio nelle pagine (140 e seg.) in cui Radaelli affronta il processo di mitizzazione della Bibbia a cui Ratzinger sembra non volersi sottrarre. La storia di Adamo ed Eva viene quasi ridimensionata a mito a causa dell’interpretazione assai contorta del peccato originale che si evince dal testo e che nel libro di Radaelli è ben inquadrata ed analizzata.

Viene da chiedersi come mai questi esimi teologi sono così propensi ad accreditare il dubbio fino a spingersi ad avallare l’interpretazione scettica della Sacra Scrittura e poi sono così propensi a dare credito alla certezza fallace della scienza che pretende tramite l’evoluzionismo di far dipendere l’uomo da una bestia. L’uomo ha quindi bisogno di certezze e Dio, conoscendo la sua creatura, si è fatto conoscere proprio da essa sapendo che ne ha bisogno; allora per quale motivo sostituire la vera certezza con qualcosa di fallace? Il fatto quindi che si dia tanta importanza al dubbio è smentito nei fatti dal bisogno di certezza, di Fede. Eppure questo paradosso non è accolto da Ratzinger che procede dritto per la sua strada. Una strada in cui si ipotizza il non pensabile, che non risparmia neanche la Vergine Santissima: “la dottrina della divinità di Gesù non verrebbe intaccata qualora Gesù fosse nato da matrimonio umano” e così via.

I paradossi più eclatanti che affiorano dal libro, tuttavia, sono due: il primo riguarda la Fede sulla quale il papa emerito si è espresso recentemente sottolineandone la drammatica assenza in questo nostro tempo, e ci chiediamo con quale convinzione visto che buona colpa ne ha il dubbio scettico tanto a lui caro; il secondo, invece, riguarda tanti cattolici che guardano, in questo tempo di crisi totale, a Benedetto XVI come al papa conservatore, come a colui che Dio terrebbe a presidio della Chiesa, e che dopo la lettura di questo libro capirebbero che Ratzinger non è poi così tanto diverso da papa Francesco.

Il testo di Radaelli ha il pregio di svelare tutte le insidie di un libro che è stato osannato a profusione e che sembra essere stato digerito dai più senza battere ciglio. Ma l’autore si chiede: “Come mai nessuno tra i competenti si è pronunciato a riguardo? Perché non è suonato nessun campanello d’allarme, tanto più che i concetti espressi nel libro sono stati ribaditi dallo stesso Ratzinger nel 2000?

La domanda assume un tono accorato, così com’è il tono di tutto il libro di Radaelli, che non è semplicemente un libro di critica, ma un tentativo doveroso di correzione filiale. Proprio per questa sua intenzione il testo ha anche una valenza educativa, in quanto scritto da un docente di Filosofia cattolico fervente che sa rendere ragione della propria Fede.
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Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, pro manuscripto, Aurea Domus, Milano 2017, pp. 370, è disponibile nelle librerie Àncora (Milano e Roma), Coletti (Roma), Hoepli (Milano), Leoniana (Roma).
Oppure si può richiedere all’autore: http://enricomriaradaelli.it/emr/aureadomus/aureadomus.html.

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