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venerdì 29 gennaio 2021

I (pochi) vescovi e cardinali coraggiosi dovrebbero chiamare in causa il papa, ampliando il fronte tenuto sinora dai soli Viganò e Schneider

Anche il cardinale Raymond Burke ha condannato il tentativo del presidente Biden di "codificare come legge" la decisione del 1973 "Roe contro Wade" della Corte Suprema che ha "legalizzato" l'aborto. Durante un'omelia nel Santuario della Madonna di Guadalupe a La Crosse, Wisconsin (24 gennaio), Burke ha definito questa decisione "totalmente ingiusta" criticando Biden per il suo tentativo di imporre alle scuole la "iniqua teoria di genere". Burke ha puntualizzato che il governo Biden minaccia di negare la "libertà religiosa" che il cardinale definisce come la libertà di seguire il piano di Dio per il mondo e per l'uomo, "inscritto nella natura stessa" e "scritto nel cuore di ogni uomo".
Ma se Mons. Barron [quiet alii e ora anche il cardinale Burke condannano giustamente l'abortismo e l'omosessualismo di Biden, costui però se la ride, a mio modesto avviso E perché, se la ride? Perché il papa è dalla sua parte! Incredibile dictu
Ma come, dalla sua parte!? Non ha anche di recente Bergoglio sferzato duramente la pratica dell'aborto? Certo, ma allora perché non ha sostenuto Trump, apertamente e fortemente pro-life? Già, come si spiega? Si spiega così: condanna a parole, perché non può fare altrimenti, ma poi contraddice questa condanna con le sue azioni. 
Le sue azioni in politica vanno nel senso di appoggiare gli abortisti al potere, come Biden e non solo.

Pratica della doppia verità. 
Papa Francesco sta facendo qualcosa di simile con la donna prete. A parole mantiene l'impossibilità dell'ordinazione femminile, dogma di fede, anche se non definito formalmente. Nei fatti, sta facendo di tutto per introdurre il più possibile le donne nella gerarchia della Chiesa, attorno all'altare, di fianco all'altare, davanti all'altare cioè alla tavola protestantica che lo ha sostituito, avviandole piano piano al diaconato, che poi non si sa mai, magari approfittando della scarsità di sacerdoti per imporre di fatto le sacerdotesse...
Sull'omosessualismo, invece, la sua strategia è più diretta, al di là delle ambiguità di circostanza, e non occorre ripetere fatti notori e sconvolgenti. E anche diretta, quando elogia apertamente Lutero e la sua eresia, e quando dissacra il matrimonio, se così possiamo dire, con la famosa autorizzazione a dare la comunione ai divorziati risposati conviventi, sanzionando in tal modo un malcostume vigente da alcuni decenni, nella Chiesa.
Conclusione: possono criticare quanto vogliono, Barron, Burke, Mueller, l'arcivescovo di S. Francisco, vero "Cuor di Leone" [qui], e altri coraggiosi. Ma le loro critiche resteranno sterili perché i falsi cattolici alla Biden e alla Pelosi, e i milioni che li imitano, si trincereranno sempre dietro le "aperture" e le "novità" dottrinali e pastorali del Papa in persona, ivi trovando valide pezze d'appoggio per la loro funesta politica. 
È papa Francesco che i Barron, i Burke, i Mueller, e i (pochi) vescovi coraggiosi dovrebbero criticare, ampliando il fronte tenuto sinora dai soli Viganò e Schneider - chiamandolo finalmente direttamente in causa per gli errori e le eresie che sta spargendo a piene mani, per lo scandalo dei buoni e la gioia di tutti i nemici della Chiesa. 
Finché questi prelati coraggiosi resteranno a metà del guado, la loro difesa della vera fede resterà inane, a mio modesto avviso. Devono decidersi una buona volta ad imitare san Paolo quando ad Antiochia affrontò apertamente san Pietro, rimproverandolo per una colpa che poteva avere serie conseguenze (il mantenimento della purezza rituale giudaica) ma non era nemmeno paragonabile alla devastazione che sta portando Bergoglio oggi in quello che ancora restava della Vigna del Signore. Ancora più coraggio, monsignori ed eminenze, ricordatevi che il Signore vi incita  i n p i e d i  alla Destra del Padre!!
Dixi, et salvavi animam meam-

C'è chi dice:
"Non si può fare niente, assolutamente niente se non pregare"
Preghiamo da tanti anni e in tanti. Con quali risultati? Sembra una presa in giro: più si prega e più le cose peggiorano. Vedi come sono andate a finire le recenti elezioni americane. E allora, smettiamo di pregare e liberi tutti? No, certamente. Dobbiamo continuare a pregare ed anzi pregare più di prima, con fede immutata. La prova continua, sempre più dura ma questo deve fortificare la nostra fede.
Però la nostra azione in difesa della fede deve esser completa. Il Signore vuole da noi un impegno totale, senza pensare al risultato, al domani.
Pertanto, pregare non basta, per chi può intervenire nella disputa, sul piano culturale e teologico. San Paolo non si è limitato a pregare che lo Spirito Santo facesse recedere Pietro dal suo (disastroso, falso) attaccamento esteriore alle pratiche del giudaismo. Glielo ha detto in faccia che stava sbagliando e pubblicamente.
Quanti chierici hanno fatto la stessa cosa con Bergoglio? Solo in due, mons. Viganò e mons. Schneider, in misura diversa. 
In verità, che i papi stavano sbagliando, lo si sarebbe dovuto dir loro sin dai tempi del Vaticano II, cominciando con Roncalli e il suo "aggiornamento". Ma tant'è: a quasi 60 anni da quel funesto Concilio pastorale, con la Chiesa e la società devastate da una crisi morale senza precedenti e avviate all'estinzione, si trovano solo due ecclesiastici che abbiano avuto il coraggio di richiamare il Papa alle sue grave responsabilità nella crisi, chiamando anche in causa il Vaticano II. (E solo in due si opposero al Concilio e alle sue riforme: mons. Lefebvre e De Castro Mayer).

Interpretare il disegno della Provvidenza non è mai semplice, è inutile negarlo. Quante volte ho letto che l'inverno nel quale la Wehrmacht giunse davanti a Mosca fu uno dei più freddi del secolo, cosa che danneggiò enormemente i tedeschi, favorendo la vittoriosa controffensiva sovietica con i siberiani e i mongoli? Dio evidentemente non voleva che Hitler vincesse la guerra.
Però ho anche letto nel nel 1917 l'inverno russo fu pure eccezionalmente freddo, con temperature medie che a Pietrogrado si stabilizzarono attorno ai 12 C sotto zero, il che rese la vita civile quasi impossibile, date le forti penurie di tutti i tipi che già si registravano per colpa della guerra, che aveva messo in grave crisi il sistema dei trasporti. Il freddo eccezionale favorì il crollo del regime e la rivoluzione, che trionfò nel marzo del 17. Era questo, allora, che Dio voleva?
E l'apparire della sciagurata epidemia attuale, non è stato un colpo basso terribile a Trump, avviato ad una quasi sicura riconferma, con l'economia che andava a gonfie vele?
Dio ha dunque permesso (e quindi, in una certa misura, voluto) che Biden, l'abortista e omosessualista, il transgenderista, vincesse?
Addentrandosi in questa "ermeneutica" delle divine intenzioni, si rischia di perdercisi. Se sono chiari gli obiettivi generali dell'economia della salvezza, difficile appare però spesso coglierne il senso (ciò che Dio ha veramente voluto) nel momento storico contingente, mentre ci si è dentro.
A mio modesto avviso, dobbiamo attenerci soprattutto a ciò che il senso comune e la recta ratio ci consentono di capire con certezza e lavorare su di esso.
Ciò che è certo, secondo me, è che non bisogna smettere di lottare contro la degenerazione imperante, che è religiosa, morale, civile, politica, culturale - non solo perché questo è sicuramente ciò che Dio vuole da noi (ognuno secondo i suoi mezzi) ma anche perché l'intelligenza e la cultura in senso proprio non possono accettare questo ludibrio. Bisogna reagire, replicare, dimostrare la vacuità e la povertà intellettuale degli argomenti dell'Avversario. Tacere, è in primis un reato di lesa cultura. (Paolo Pasqualucci)

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