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giovedì 7 gennaio 2021

Un'America spaccata in due, in crisi epocale che non finirà con Trump e si riverbera oltre i suoi confini

Non merita giudizi sommari l'assalto al Campidoglio, che ha interrotto la speciale sessione plenaria per la certificazione della vittoria di Joe Biden alla presidenza, nonostante sia apparso come una farsa. Non va sottovalutata l'esasperazione provocata da queste elezioni contestate, dove tutto è parso funzionare come un orologio svizzero contro una sola parte, come un copione già scritto e anche annunciato dalla Pelosi. Non dimentico i lunghi mesi di violenza politica di sinistra rimasta impunita e di un processo elettorale opaco, con l’elezione attendibilmente “rubata”. Sullo sfondo, una polarizzazione culturale, prim'ancora che politica, con l'incombente minaccia della “Cancel Culture”. Non mi lascerei sviare dalla violenza sciatta e perdente, che è costata quattro vite e potrebbe mandare in fumo un capitale politico fornendo un assist immeritato ai Democratici. 
Non mi lascerei neppure sviare dal tipo con le corna o da altre figure folcloristiche che di fatto sviliscono quanto accaduto e che c'è chi dimostra essere degli infiltrati (vedi immagini sotto riportate, prese dai social, da leggere ingrandite). Mi preoccuperei piuttosto dei milioni di cittadini silenziosi e sfiduciati dopo decenni di delegittimazione che Trump stava comunque riscattando, che certo non riconoscono come legittimi rappresentanti Biden/Kamala e le loro derive etiche e culturali. E non solo per loro; ma per tutto il nostro Occidente morente in balia di governanti asserviti ad interessi e poteri sovranazionali che ne minacciano seriamente il futuro, con l'occupazione di tutti i gangli vitali delle strutture politiche, amministrative, culturali, economiche, dell'informazione. Per ora mi fermo qui. Vedremo cos'altro ci consegnerà la cronaca delle prossime ore. (Maria Guarini)

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