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domenica 10 gennaio 2021

Urbi et Orbi di Natale: “ Sì ai vaccini. No al virus dell’individualismo”

Per approfondire il tema dei vaccini, rimando a questi precedenti: quiqui - quiqui -  qui - qui - qui.
Nella benedizione Urbi et orbi del 25 dicembre - con una piazza San Pietro deserta, spettrale - Bergoglio ha dichiarato: “Oggi, in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei vaccini. Ma perché queste luci possano illuminare e portare speranza al mondo intero, devono stare a disposizione di tutti” [...] “Vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!”.
E non finisce qui. Stasera andrà in onda un'intervista di cui Agi fornisce alcune anticipazioni, sotto il titolo: "Le parole con cui Papa Francesco chiude l'era Trump". Il suo autorevole contributo alla corale damnatio del presidente scomodo insieme alla beatificazione del papa adatto a questi tempi secondo il mainstream. Ce n'è per tutti, anche per i vaccini... Segue, nel racconto, un ricordo dei tempi andati: “Quando ero bambino ricordo che c’è stata la crisi della poliomelite e tanti bambini sono poi rimasti paralitici. C’era la disperazione per fare il vaccino. Quando è uscito il vaccino te lo davano con lo zucchero e c’erano tante mamme disperate…
Qui notiamo il solito pressapochismo che confonde... come si fa a mettere sullo stesso piano il vaccino per la polio, testato da generazioni e senza ombra di nuove innovazioni bio-tecnologiche, con quelli anti-Covid attuali?
Si è dunque esposto senza rete, su un tema delicato e controverso con diverse implicazioni che dovrebbero indurre se non altro a maggior prudenza e riflessione. Tra l'altro conferendo la patente d'infallibilità ad uno scientismo dogmatico divenuto il malleus maleficarum del potere dominante da non confondere con la scienza che non è un dogma perché procede attraverso prove sperimentali e verifiche sempre ulteriori.

Del resto recentemente il Vaticano (“Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-1”) ha sdoganato moralmente i vaccini ricavati da cellule di feti abortiti negli anni Sessanta, bypassando la prudenza del documento della Pontificia Accademia per la Vita (2005), con la considerazione che il “tipo di cooperazione al male (cooperazione materiale passiva) dell’aborto procurato da cui provengono le medesime linee cellulari, da parte di chi utilizza i vaccini che ne derivano, è remota”.
Bergoglio si è persino sbilanciato oltre la Nota della Congregazione della Fede dove leggiamo: “Non si intende giudicare la sicurezza ed efficacia di questi vaccini, pur eticamente rilevanti e necessarie, la cui valutazione è di competenza dei ricercatori biomedici e delle agenzie per i farmaci…”.

Dunque è quanto meno imprudente da parte sua proporre i  vaccini come unica luce di speranza, senza peraltro alcun cenno a cure o a terapie alternative, che molti medici ormai considerano sicure ed efficaci. Vaccini tra l'altro inopinatamente ancora sperimentali dei quali non si conoscono i possibili danni  collaterali anche a lungo termine.  Senza considerare la possibile presenza di nanotecnologie dagli effetti discutibili... E ciò al di là e sorvolando qualunque considerazione no-vax o pro-vax. Vaccini in ogni caso assolutamente non assimilabili né all’Eucaristia, né al dono dei Magi a Gesù Bambino, che c'è chi non ha mancato di evocare. 

Ci sovviene infatti il suo tweet del 14 giugno: “Il Signore sa che il male e i peccati non sono la nostra identità; sono malattie, infezioni. E viene a curarle con l’Eucaristia, che contiene gli anticorpi per la nostra memoria malata di negatività. Con Gesù possiamo immunizzarci dalla tristezza”.

Che il male e i peccati non siano la nostra identità esclude il peccato originale, cancellato dal Battesimo, ma che ci lascia "l'inclinazione al male" mentre “La Chiesa, che ha il senso di Cristo, ben sa che non si può intaccare la rivelazione del peccato originale senza attentare al mistero di Cristo” (Catechismo Chiesa Cattolica 1992). Ma quel che è più grave è l’assimilazione dell’Eucaristia ad anticorpi che immunizzerebbero da una “memoria malata di negatività”. Quanto meno riduttivo e fuorviante....

Non meno grave la circostanza che la benedizione Urbi et orbi contenga anche un messaggio politico: “Non possiamo lasciare che i nazionalismi chiusi ci impediscano di vivere come la vera famiglia umana che siamo”. Punto di vista soggettivo frutto della sua visione ideologica sinistrorsa, che nulla ha a che spartire con la dottrina cattolica. E saremmo anche stufi di sentirla reiterata ad ogni piè sospinto, ad uso e consumo della dittatura sanitaria, una delle facce del globalismo ingravescente  che già ci sta soffocando. (Maria Guarini)

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