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martedì 16 febbraio 2021

Card. Raymond Leo Burke. Tutti, anche i laici, hanno il dovere di combattere la menzogna nella Chiesa

"Il termine migliore per descrivere lo stato attuale della Chiesa è confusione, che ha la sua origine nel mancato rispetto della verità. Ognuno di noi, secondo la sua vocazione nella vita e i suoi doni particolari, ha l'obbligo di dissipare la confusione e di manifestare la luce che viene solo da Cristo..."
Lo stesso card. Burke ma anche mons. Schneider hanno detto e ripetuto più volte che il nostro ruolo non è tacere, ma riaffermare la verità servendoci di ogni mezzo a disposizione, tecnologie comprese... il blog è pieno di loro insegnamenti ed esortazioni. E qui il Cardinale ribadisce che è una menzogna affermare che Dio vuole la pluralità di religioni. Si riferisce direttamente alla Dichiarazione di Abu Dhabi che aveva già confutato qui (Indice degli interventi qui). Il problema è che sia i pastori illuminati che noi laici da diversi fronti continuiamo a confutare e a riaffermare la verità; ma quella che si diffonde anche grazie alla grancassa mediatica è la menzogna, i cui effetti dissolutori vengono esponenzialmente accresciuti dalle iniziative anche a livello mondiale continuamente messe in atto (esempio qui - qui)... Il che rende la nostra testimonianza efficace solo per chi ha orecchie per intendere e la Chiesa visibile continua a vivere il suo periodo più buio. E non possiamo ignorare le conseguenze che dall'ordine metafisico passano a quello reale: tant'è che anche il mondo civile attraversa una crisi mai vista... Vedo la grande responsabilità di chi ha autorità; meno chiare le soluzioni... (M.G.)

Tutti, anche i laici, hanno il dovere di combattere la menzogna nella Chiesa 
card. Raymond Leo Burke

Il termine migliore per descrivere lo stato attuale della Chiesa è confusione; confusione che spesso confina con l'errore. La confusione non è limitata all'una o all'altra dottrina o disciplina o aspetto della vita della Chiesa: riguarda l'identità stessa della Chiesa.

La confusione ha la sua origine nel mancato rispetto della verità, o nella negazione della verità o nella pretesa di non conoscere la verità o nella mancata dichiarazione della verità che si conosce. Nel suo confronto con gli Scribi e i Farisei in occasione della Festa dei Tabernacoli, Nostro Signore parlò chiaramente di coloro che promuovono la confusione, rifiutando di riconoscere la verità e di dire la verità. La confusione è opera del Maligno, come insegnò Nostro Signore stesso, quando disse queste parole agli scribi e ai farisei: «Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità». (Gv 8, 43-45).

La cultura della menzogna e la confusione che genera non ha nulla a che fare con Cristo e con la Sua Sposa, la Chiesa. Ricordate l'ammonizione di Nostro Signore nel Discorso della Montagna: «Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno» (Mt 5,37).

Perché è importante per noi riflettere sullo stato attuale della Chiesa, segnato com'è da tanta confusione? Ognuno di noi, come membro vivente del Corpo Mistico di Cristo, è chiamato a combattere la buona battaglia contro il male e il Maligno, e a mantenere la corsa del bene, la corsa di Dio, con Cristo. Ognuno di noi, secondo la sua vocazione nella vita e i suoi doni particolari, ha l'obbligo di dissipare la confusione e di manifestare la luce che viene solo da Cristo che è vivo per noi nella Tradizione vivente della Chiesa.

Non dovrebbe sorprendere che, nello stato attuale della Chiesa, coloro che tengono alla verità, che sono fedeli alla Tradizione, siano etichettati come rigidi e come tradizionalisti perché si oppongono all'agenda prevalente della confusione. Essi sono dipinti dagli autori della cultura della menzogna e della confusione come poveri e carenti, malati che hanno bisogno di una cura.

In realtà, noi vogliamo solo una cosa, cioè poter dichiarare, come San Paolo alla fine dei suoi giorni terreni: «Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione» (2 Tim 4, 6-8).

È per amore di Nostro Signore e della sua presenza viva con noi nella Chiesa che lottiamo per la verità e per la luce che essa porta sempre nella nostra vita.

Oltre al dovere di combattere la menzogna e la confusione nella nostra vita quotidiana, come membri viventi del Corpo di Cristo, abbiamo il dovere di far conoscere le nostre preoccupazioni per la Chiesa ai nostri pastori – il Romano Pontefice, i Vescovi e i sacerdoti che sono i principali collaboratori dei vescovi nella cura del gregge di Dio. Il canone 212, uno dei primi canoni nel Titolo I, "Obblighi e diritti di tutti i fedeli", del Libro II, "Il Popolo di Dio", del Codice di Diritto Canonico recita:
«§1. Consapevoli della propria responsabilità, i fedeli cristiani sono tenuti a seguire con cristiana obbedienza le cose che i sacri pastori, in quanto rappresentano Cristo, dichiarano come maestri della fede o stabiliscono come governanti della Chiesa
 §2. I fedeli cristiani sono liberi di far conoscere ai pastori della Chiesa le loro necessità, soprattutto spirituali, e i loro desideri.
 §3. Secondo la conoscenza, la competenza e il prestigio che possiedono, hanno il diritto e talvolta anche il dovere di manifestare ai sacri pastori la loro opinione su questioni che riguardano il bene della Chiesa e di far conoscere la loro opinione al resto dei fedeli cristiani, senza pregiudicare l'integrità della fede e dei costumi, con riverenza verso i loro pastori e attenti al comune vantaggio e alla dignità delle persone».
Le fonti del can. 212, che è nuovo nel Codice di Diritto Canonico, sono gli insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, specialmente il n. 37 della Costituzione Dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, e il n. 6 del Decreto sull'Apostolato dei Laici, Apostolicam actuositatem.

Come sottolinea la legislazione canonica i fedeli laici sono chiamati a far conoscere le loro preoccupazioni per il bene della Chiesa, anche rendendole pubbliche, rispettando sempre l'ufficio pastorale come è stato costituito da Cristo nella fondazione della Chiesa attraverso il Suo ministero pubblico, soprattutto attraverso la Sua Passione, Morte, Risurrezione, Ascensione e Invio dello Spirito Santo a Pentecoste. Infatti, gli interventi dei fedeli laici con i loro pastori per l'edificazione della Chiesa non solo non diminuiscono il rispetto dell'ufficio pastorale ma, di fatto, lo confermano (cfr. Lumen Gentium no.37).

Purtroppo, oggi, da alcuni nella Chiesa, la legittima espressione di preoccupazioni circa la missione della Chiesa nel mondo da parte dei fedeli laici, è giudicata come una mancanza di rispetto per l'ufficio pastorale.

La già formidabile sfida presentata da una secolarizzazione sempre crescente e più aggressiva è resa ancora più formidabile da diversi decenni di mancanza di una sana catechesi nella Chiesa. Soprattutto, nel nostro tempo, i fedeli laici guardano ai loro pastori per esporre chiaramente i principi cristiani e il loro fondamento nella tradizione della fede come è trasmessa nella Chiesa in una linea ininterrotta.

Una manifestazione allarmante dell'attuale cultura della menzogna e della confusione nella Chiesa è la confusione sulla natura stessa della Chiesa e sul suo rapporto con il mondo. Oggi si sente dire sempre più spesso che tutti gli uomini sono figli di Dio e che i cattolici devono rapportarsi alle persone di altre religioni e di nessuna religione come figli di Dio. Questa è una bugia fondamentale e fonte della più grave confusione.

Tutti gli uomini sono creati a immagine e somiglianza di Dio, ma, dalla caduta dei nostri primi genitori, con la conseguente eredità del peccato originale, gli uomini possono diventare figli di Dio solo in Gesù Cristo, Dio Figlio, che Dio Padre mandò nel mondo, affinché gli uomini potessero diventare di nuovo suoi figli e figlie attraverso la fede e il Battesimo. È solo attraverso il sacramento del Battesimo che diventiamo figli di Dio, figli e figlie adottivi di Dio nel Suo unigenito Figlio. Nelle nostre relazioni con persone di altre religioni e di nessuna religione, dobbiamo mostrare loro il rispetto dovuto a coloro che sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio ma, allo stesso tempo, dobbiamo testimoniare la verità del peccato originale e della giustificazione attraverso il Battesimo. Altrimenti, la missione di Cristo, la sua Incarnazione Redentrice e la continuazione della sua missione nella Chiesa non hanno senso.

Non è vero che Dio vuole una pluralità di religioni. Egli ha mandato il Suo Figlio unigenito nel mondo per salvare il mondo. Gesù Cristo, Dio Figlio Incarnato, è l'unico Salvatore del mondo. Nelle nostre interazioni con gli altri, dobbiamo sempre dare testimonianza della verità su Cristo e sulla Chiesa, affinché coloro che seguono una falsa religione o non hanno alcuna religione possano ricevere il dono della fede e cercare il Sacramento del Battesimo.

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