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Dura lezione quella degli ultimi anni! Che almeno essa sia compresa e riesca proficua alle altre Nazioni! «Erudimini, qui gubernatis terram! » (Ps. 2, 10). Questo è il voto più ardente di chiunque ami sinceramente l’umanità. Vittima di un empio logorio, di un cinico disprezzo della vita e dei diritti dell’uomo, essa non ha che un solo desiderio, non aspira che a una cosa sola: condurre una vita tranquilla e pacifica nella dignità e nell’onesto lavoro. E per questo essa brama che si ponga termine alla sfrontatezza, con cui la famiglia e il focolare domestico negli anni della guerra sono stati malmenati e profanati; sfrontatezza che grida al cielo e si è tramutata in uno dei più gravi pericoli non soltanto per la religione e la morale, ma anche per la ordinata convivenza umana; mancanza che ha soprattutto creato le moltitudini dei dissestati, dei delusi, dei desolati senza speranza, i quali vanno ad ingrossare le masse della rivoluzione e del disordine, assoldate da una tirannide non meno dispotica di quelle che si sono volute abbattere.
Le Nazioni, segnatamente quelle medie e piccole, reclamano che sia loro dato di prendere in mano i propri destini. Esse possono essere condotte a contrarre, con loro pieno gradimento, nell’interesse del progresso comune, vincoli che modifichino i loro diritti sovrani. Ma dopo aver sostenuto la loro parte, la loro larga parte, di sacrifici per distruggere il sistema della violenza brutale, esse sono in diritto di non accettare ché venga loro imposto un nuovo sistema politico o culturale, che la grande maggioranza delle loro popolazioni recisamente respinge. (Pio XII, Nell'accogliere, 2 giugno 1945)
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