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lunedì 10 maggio 2021

Lunedì delle Rogazioni - (In calce le invocazioni)

Nella Santa Messa di ieri, V Domenica dopo Pasqua, il nostro sacerdote ha dedicato una parte dell'omelia per richiamare e farci scandire le Rogazioni, in preparazione dell'Ascensione al Cielo del Signore, che si celebra questo giovedì 13 (a Sant'Anna in via Merulana alle ore 16 non mancherà la Santa Messa). 
In questa temperie la Chiesa tutta dovrebbe far risuonare le suppliche di liberazione, nelle quali si chiede al Signore che storni da noi ogni disgrazia umana, diabolica e naturale. 
Per i primi cristiani la Festa dell'Ascensione era la più importante (ancor più della Pasqua). Si tratta del momento culminante dell'Azione divino-umana del Signore, che precede e consente l'invio del Suo Spirito che vivifica la Sua Chiesa: la ricollocazione alla destra del Padre dell'umanità redenta, riscattata dalla Sua passione e morte in Croce e rigenerata dalla Risurrezione.
Le Rogazioni si svolgevano in forma di triduo. Almeno una celebrazione avveniva con la processione verso il luogo stabilito o almeno fino al sagrato della chiesa per rivolgere a Dio suppliche perché assicurasse i beni spirituali e la prosperità della terra allontanando sventure e calamità. E ogni volta il momento più solenne era quello della “benedizione cosmica”, impartita in direzione dei quattro angoli dell’universo. “A fulgure et tempestate, A peste, fame et bello” recitava il celebrante. “Libera nos Domine”, rispondevano i fedeli. Il rituale si ripeteva in punti prestabiliti. La processione si fermava. Il sacerdote ripeteva la formula, pregava e benediceva i quattro punti cardinali. 
Visto che non possiamo più prendere parte alle Processioni delle Rogazioni, possiamo, almeno, recitare le Litanie dei santi in unione con la Chiesa: "si avrà parte nei benefici di una istituzione così santa, e si contribuirà ad ottenere le grazie che la cristianità, in questi tre giorni, sollecita da tutti i luoghi; avremo anche compiuto atto di vero cattolico".  In calce trovate le litanie dei santi precedute dalle Rogazioni estratte per cui vuole soffermarcisi particolarmente.

Lunedì delle Rogazioni

Le Rogazioni e il Tempo Pasquale.
Oggi comincia una serie di tre giorni consacrati alla penitenza. Questa coincidenza inaspettata sembra, a prima vista, una specie di anomalia nel Tempo pasquale; tuttavia, quando vi si riflette, si giunge a riconoscere che l'istituzione ha un nesso intimo con i giorni in cui siamo. È vero che il Salvatore, prima della Passione, diceva che non si può far digiunare gli amici dello sposo mentre lo sposo è con loro (Lc 5,34); ma queste ultime ore che precedono la sua dipartita per il cielo, non hanno forse qualcosa di melanconico? e, ieri stesso, non ci sentivamo portati naturalmente a pensare alla tristezza, rassegnata e contenuta, che opprime il cuore della divina Madre e quello dei discepoli, alla vigilia di perdere colui la cui presenza era per essi la pregustazione delle gioie celesti?

Origine delle Rogazioni.
Dobbiamo ora render conto del come, ed in quale occasione, il Ciclo liturgico si è completato, in quest'epoca, con l'introduzione dei tre giorni, durante i quali la santa Chiesa, ancora raggiante degli splendori della Risurrezione, sembra volere improvvisamente retrocedere fino al lutto quaresimale. Lo Spirito Santo, che la dirige in qualunque cosa, ha voluto che, poco dopo la metà del quinto secolo, una semplice Chiesa delle Gallie desse principio a questo rito che si estese poi rapidamente a tutta la cattolicità, dalla quale fu ricevuto come un complemento della liturgia pasquale.
La Chiesa di Vienna, una delle più illustri e delle più antiche della Gallia meridionale, circa l'anno 470, aveva come Vescovo san Mamerto. Calamità di ogni genere erano venute a portare la desolazione in questa provincia, di recente conquistata dai Burgundi. Terremoti, incendi, fenomeni paurosi agitavano le popolazioni, come fossero stati segni della collera divina. Il santo Vescovo che desiderava risollevare il morale del suo popolo e portarlo a Dio, la cui giustizia aveva bisogno di essere placata, prescrisse tre giorni di espiazione, durante i quali i fedeli dovevano darsi ad opere di penitenza e andare in processione al canto dei salmi. Per mettere in pratica questa pia risoluzione, furono scelti i tre giorni che precedono l'Ascensione. Senza prevederlo, il santo Vescovo di Vienna gettava così le basi di una istituzione che tutta la Chiesa avrebbe poi adottato [1].
Cominciarono i Galli, come era giusto. Sant'Alcino Avit, che successe quasi immediatamente a san Mamerto nella sede di Vienna, attesta che la pratica delle Rogazioni era già consolidata in quella Chiesa [2]. San Cesario d'Arles, al principio del sesto secolo, ne parla come di un uso già esteso altrove, designando almeno con queste parole tutta quella porzione di Galli che allora si trovavano sotto il giogo dei Visigoti [3].
Leggendo i canoni del primo concilio di Orléans tenuto nel 511 e che raccoglieva tutte le province che riconoscevano l'autorità di Clodoveo, si nota chiaramente che essi affermano come l'intera Gallia non tardò ad adottarlo. I regolamenti del concilio, a proposito delle Rogazioni, danno una chiara idea dell'importanza che si annetteva a questa istituzione. Non solamente è prescritta l'astinenza dalle carni durante quei tre giorni, ma il digiuno è di precetto. Vi si ordina ugualmente di dispensare dal lavoro le persone di servizio, affinché possano prendere parte alle lunghe funzioni che si terranno in quei tre giorni (can. 27). Nel 567, il concilio di Tours sanzionava pure l'obbligo del digiuno durante le Rogazioni (can. 17); e in quanto all'obbligo dell'astensione dal lavoro durante quei tre giorni, si trova anche riconosciuto nei Capitolari di Carlo Magno e di Carlo il Calvo.

La processione delle Rogazioni.
Il rito principale nelle Chiese dei Galli durante questi tre giorni consistette, fin dall'origine, in quelle marce solenni, accompagnate da supplichevoli cantici, che furono chiamate Processioni, perché esse sfilano da un luogo all'altro. San Cesario d'Arles ci dice che quelle che avevano luogo per le Rogazioni, duravano sei ore intere, di modo che quando il clero si sentiva troppo stanco per la lunghezza dei canti, le donne cantavano a loro volta per lasciare ai ministri della Chiesa il tempo di respirare [4]. Questo dettaglio, che troviamo negli usi delle Chiese dei Galli in quell'epoca primitiva, può aiutarci a pesare l'indiscrezione di quelli che, nei tempi moderni, hanno insistito per l'abolizione di alcune processioni che occupavano una parte notevole della giornata, pensando che una manifestazione così lunga dovesse essere per se stessa considerata come un abuso.
La partenza della Processione delle Rogazioni era preceduta dall'imposizione delle ceneri sulla testa di quelli che vi avrebbero preso parte, ossia dell'intero popolo, perché tutti vi partecipavano. Aveva poi luogo l'aspersione dell'acqua benedetta; dopo di che, il corteo si metteva in cammino. La Processione era formata dal clero e dal popolo di parecchie Chiese secondarie che procedevano sotto la croce di una Chiesa principale, il clero della quale presiedeva la funzione. Tutti, sacerdoti e laici, camminavano a piedi nudi. Si cantavano le Litanie, i Salmi, le Antifone, e ci si recava a qualche Basilica, designata per la Stazione, dove si celebrava il santo Sacrificio. Durante la strada si visitavano le Chiese che s'incontravano per via, cantandovi un'Antifona, per lodare il mistero, od il santo, sotto il cui titolo erano state consacrate.

Grandi esempi.
Tali erano alle origini, e tali sono stati per un pezzo, i riti osservati durante le Rogazioni. Il monaco di San Gallo che ci ha lasciato memorie così preziose su Carlo Magno, ci dice che il grande imperatore in quei giorni si toglieva i calzari come l'ultimo dei fedeli e camminava a piedi nudi seguendo la croce, dal suo palazzo fino alla Chiesa della Stazione [5]. Nel XIII secolo santa Elisabetta di Ungheria dava pure il medesimo esempio; era ben felice, durante le Rogazioni, di confondersi con le povere donne del popolo, camminando anch'essa a piedi nudi, ricoperta di una rozza veste di lana. San Carlo Borromeo, che rinnovò nella Chiesa di Milano tanti usi dell'antichità, non trascurò certo quello delle Rogazioni. Mediante la sue cure ed i suoi esempi, rianimò nel popolo l'antico zelo per una pratica così santa, esigendo dai suoi diocesani il digiuno durante tre giorni, digiuno che egli stesso osservava a pane ed acqua. La Processione, alla quale tutto il clero della città era tenuto ad assistere e che cominciava con l'imposizione delle ceneri, partiva dal Duomo, allo spuntar del giorno, e non vi rientrava che alle tre o alle quattro del pomeriggio, avendo visitato: il lunedì tredici chiese; nove il martedì; e undici il mercoledì. In una di esse l'Arcivescovo celebrava il santo Sacrificio e indirizzava la parola al suo popolo [6]. Se si paragona lo zelo dei nostri padri per la santificazione di queste tre giornate, con la noncuranza che oggi, specialmente nelle città, accompagna la celebrazione delle Rogazioni, non potremo fare a meno di riconoscere anche qui uno dei segni dell'indebolimento del senso cristiano nella società moderna. Eppure, quanto importanti sono i fini che si propone la santa Chiesa in queste Processioni, alle quali dovrebbero prendere parte tutti i fedeli che hanno la possibilità di farlo e che, invece di consacrare quel tempo al servizio di Dio per mezzo delle opere di vera pietà cattolica, lo passano in devozioni private, che non potranno attirare su di essi le stesse grazie, né portare alla comunità cristiana i medesimi aiuti di edificazione!

Le Rogazioni nella Chiesa d'Occidente.
Le Rogazioni dalla Gallia si estesero rapidamente in tutta la Chiesa d'Occidente. Nel VII secolo erano già stabilite nella Spagna, e non tardarono poi ad introdursi in Inghilterra e, più tardi, nelle nuove Chiese della Germania, man mano che esse venivano fondate. La stessa Roma l'adottò, nell'801, sotto il Pontificato di san Leone III. Fu poco tempo dopo che le Chiese dei Galli, avendo rinunciato alla Liturgia Gallicana per prendere quella di Roma, ammisero nei loro usi la Processione di san Marco. Ma si ebbe questa differenza: che a Roma si conservò alla Processione del 25 aprile il nome di Litania maggiore, e si chiamarono Litanie minori quelle delle Rogazioni; mentre in Francia, queste ultime furono designate con l'appellativo di Litanie maggiori, riservando il nome di minori per la Litania di san Marco.
Ma la Chiesa romana, senza disapprovare la devozione di quelle dei Galli, che avevano creduto bene dover introdurre nel Tempo Pasquale tre giorni di osservanza quaresimale, non adottò tale rigore. Le ripugnava di rattristare col digiuno la lieta quarantena che Gesù risorto aveva accordato anche ai suoi discepoli; si limitò dunque a prescrivere solo l'astinenza dalle carni durante questi tre giorni, pratica che fu mantenuta nel corso dei secoli, fino al momento in cui, per l'indebolimento generale dei costumi cristiani della nostra epoca, fu costretta a modificare l'antica disciplina su questo punto. La Chiesa di Milano che, come abbiamo visto, conserva, con tanta severità, l'istituzione delle Rogazioni, l'ha trasportata al lunedì, martedì e mercoledì che seguono la domenica nell'Ottava dell'Ascensione, ossia dopo i quaranta giorni consacrati a celebrare la Risurrezione.
Bisogna, dunque, per restare in questo vero equilibrio da cui la Chiesa romana mai si distacca, valutare le Rogazioni come una santa istituzione che viene a temperare le nostre gioie pasquali, ma non ad annullarle.
Il colore viola, adoperato per la Processione e per la Messa della Stazione, non ha più lo scopo d'indicarci ancora la dipartita dello Sposo (Ct 8); ma ci avverte che la separazione è vicina; e l'astinenza, che un tempo era imposta in questi tre giorni, pur non essendo accompagnata dal digiuno, era già una manifestazione anticipata del dolore della Chiesa, conscia che la presenza del Redentore le sarebbe stata presto rapita.
Oggi il diritto ecclesiastico non menziona più il lunedì, martedì e mercoledì delle Rogazioni tra quei giorni in cui la legge dell'astinenza obbliga ancora i fedeli [7]. È ben triste che l'indebolimento del sentimento cristiano nelle generazioni del tempo nostro, e le domande di dispense sempre più numerose, abbiano reso necessario quest'abbandono dell'antica disciplina. È un'espiazione di meno, un'intercessione di meno, un soccorso di meno, in un secolo già così povero dei mezzi per i quali la vita cristiana si conserva, diviene indulgente il cielo, si ottengono grazie di salvezza. Possano i veri fedeli concludere che l'assistenza alle Processioni di questi tre giorni è divenuta più opportuna che mai, e che è urgente, unendosi alla preghiera liturgica, di compensare in questo modo, l'abolizione di una legge salutare che datava da così lungo tempo, e che, nelle sue esigenze pesava tanto leggermente sulla nostra mollezza! Possa una sì venerata istituzione, sanzionata dalle leggi della Chiesa e dalla pratica di tanti secoli, restare sempre in vigore in quella Francia che, col suo esempio, ha imposto a tutto il mondo cattolico la solennità delle Rogazioni! Secondo l'attuale disciplina della Chiesa, le Processioni per le Rogazioni, la cui intenzione è d'implorare la misericordia di Dio offeso per i peccati degli uomini, ed ottenere la protezione celeste sui beni della terra, sono accompagnate dal canto delle Litanie dei Santi, e completate da una messa speciale che si celebra sia nella Chiesa della Stazione, sia nella Chiesa stessa da dove la Processione è partita, a meno che non debba fermarsi in qualche altro Santuario.

Le Litanie dei Santi. [qui]
Non si stimeranno mai troppo le Litanie dei Santi per il potere e l'efficacia che hanno. La Chiesa vi ha sempre ricorso in tutte le grandi occasioni, come ad un mezzo atto a rendersi propizio l'aiuto di Dio, rivolgendosi a tutta la corte celeste.

Se non potessimo prendere parte alle Processioni delle Rogazioni, che si recitino, almeno, queste Litanie in unione con la Chiesa: si avrà parte nei benefici di una istituzione così santa, e si contribuirà ad ottenere le grazie che la cristianità, in questi tre giorni, sollecita da tutti i luoghi; avremo anche compiuto atto di vero cattolico. 

La Messa delle Rogazioni è uguale per i tre giorni. Tutto vi parla della necessità e del potere della preghiera. La Chiesa riveste il colore quaresimale che ne esprime le intenzioni espiatrici, ma tutto in lei emana la fiducia e la speranza di essere esaudita; si sente che ella si appoggia sull'amore del suo Sposo risorto.
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1. Bisogna tuttavia riconoscere che Mamerto non fu il creatore di questa solennità; egli non fece che precisarne lo svolgimento liturgico e fissarne la data. Effettivamente, noi vediamo che queste processioni avevano luogo anche a Milano, non durante i tre giorni che precedono l'Ascensione, ma nella settimana seguente; e in Spagna, il concilio di Girona, tenuto nel 517, ordinava processioni nel giovedì, venerdì e sabato dopo la Pentecoste. D'altronde, Sidone Apollinare, contemporaneo di Mamerto, dice che queste processioni esistevano già prima di Mamerto, ma che egli dette loro una solennità più grande (Rev. Ben., t. XXXIV. p. 17).
2. Omelia sulle Rogazioni.
3. Discorso CLXXII, tra i discorsi di sant'Agostino.
4. Discorso CLXXIV. Herbertus Turritanus, Miracul., l. I, c.xxi.
5. De Rebus bellicis Caroli Magni, c. xvi.
6. Giussano, Vita di san Carlo Borromeo.
7. CIC, can. 1252.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 201-208)

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Le Rogazioni (estratto dalle litanie dei Santi [qui])
Dopo l'invocazione riassuntiva ai Santi e due brevi acclamazioni a Iddio, iniziano le suppliche di liberazione, nelle quali si chiede che il Signore buono e filantropo storni da noi ogni disgrazia umana, diabolica e naturale. Questa parte delle litanie è particolarmente importante nella processione delle Rogazioni, specie per le richieste inerenti al clima e alle calamità naturali, e si recita subito prima della benedizione dei campi.
Lo Schuster precisa che per "morte sempiterna" s'intende la morte dell'impenitente, sicuramente destinato alla dannazione perpetua.
Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis.
Propitius esto, parce nos, Domine.
 Propitius esto, exaudi nos, Domine.
Ab omni malo, libera nos, Domine.
Ab omni peccato,
Ab ira tua,
A subitanea et improvisa morte,
Ab insidiis diaboli,
Ab ira et odio et omni mala voluntate,
A spiritu fornicationis,
A fulgure et tempestate,
A flagello terraemotus,
A peste, fame et bello,
A morte perpetua,
Santi e Sante tutti di Dio, intercedete per noi.
Sii indulgente, risparmiaci, o Signore.
 Sii indulgente, ascoltaci, o Signore.
Da ogni malvagità, liberaci, o Signore.
Da ogni peccato,
Dalla tua ira,
Dalla morte improvvisa e inaspettata,
Dalle insidie del demonio,
Dall’ira, dall’odio e da ogni desiderio cattivo, Dallo spirito d’immondezza,
Dal fulmine e dalla tempesta,
Dal flagello del terremoto,
Dalla pestilenza, dalla carestia e dalla guerra, Dalla morte sempiterna,

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Il testo delle Litanie per la recita fluida e concentrata.
Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.
Christe, eléison. Christe, eléison.
Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.
Pater de cælis Deus, miserére nobis.
Fili, Redemptor mundi, Deus, miserére nobis Spiritus Sancte, Deus, miserére nobis
Sancta Trinitas, unus Deus, miserére nobis.
Sancta Maria, ora pro nobis.
Sancta Dei Genetrix, ora pro nobis.
Sancta Virgo virginum, ora pro nobis.
Sancte Michael, ora pro nobis.
Sancte Gabriel, ora pro nobis.
Sancte Raphael, ora pro nobis.
Omnes sancti Angeli et Archangeli, orate pro nobis.
Omnes sancti beatorum Spirituum ordines, orate pro nobis.
Sancte Ioannes Baptista, ora pro nobis.
Sancte Ioseph, ora pro nobis.
Omnes sancti Patriarchae et Prophetae, orate pro nobis.
Sancte Petre, ora pro nobis.
Sancte Paule, R. Sancte Andrea, ora pro nobis.
Sancte Iacobe (maior), ora pro nobis.
Sancte Ioannes, ora pro nobis.
Sancte Thoma, ora pro nobis.
Sancte Iacobe (minor), ora pro nobis.
Sancte Philippe, ora pro nobis.
Sancte Bartolomaee, ora pro nobis.
Sancte Matthaee, ora pro nobis.
Sancte Simon, ora pro nobis.
Sancte Thaddaee, ora pro nobis.
Sancte Matthia, ora pro nobis.
Sancte Barnaba, ora pro nobis.
Sancte Luca, ora pro nobis.
Sancte Marce, ora pro nobis.
Omnes sancti Apostoli et Evangelistae, orate pro nobis.
Omnes sancti discipuli Domini, orate pro nobis.
Omnes sancti Innocentes, orate pro nobis.
Sancte Stephane, ora pro nobis.
Sancte Laurenti, ora pro nobis.
Sancte Vincenti, ora pro nobis.
Sancti Fabiane et Sebastiane, ora pro nobis.
Sancti Ioannes et Paule, ora pro nobis.
Sancti Cosma et Damiane, ora pro nobis.
Sancti Gervasi et Protasi, ora pro nobis.
Omnes sancti martyres, orate pro nobis.
Sancte Sylvester, ora pro nobis.
Sancte Gregori, ora pro nobis..
Sancte Ambrosi, ora pro nobis.
Sancte Augustine, ora pro nobis.
Sancte Hieronyme, ora pro nobis.
Omnes sancti Pontifices et Confessores, orate pro nobis.
Omnes sancti Doctores, orate pro nobis.
Sancte Antoni, ora pro nobis.
Sancte Benedicte, ora pro nobis.
Sancte Bernarde, ora pro nobis.
Sancte Dominice, ora pro nobis.
Sancte Francisce, ora pro nobis.
Omnes sancti Sacerdotes et Levitae orate pro nobis.
Omnes sancti Monachi et Eremitae, orate pro nobis.
Sancta Anna, ora pro nobis.
Sancta Maria Magdalena, ora pro nobis.
Sancta Agatha, ora pro nobis.
Sancta Lucia, ora pro nobis.
Sancta Agnes, ora pro nobis.
Sancta Caecilia, ora pro nobis.
Sancta Catharina, ora pro nobis.
Sancta Anastasia, ora pro nobis.
Omnes sanctae Virgines et Viduae, orate pro nobis.
Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis.
Propitius esto parce nos, Domine.
Propitius esto, exaudi nos, Domine.
Ab omni malo, libera nos, Domine.
Ab omni peccato, libera nos, Domine.
Ab ira tua, libera nos, Domine.
A subitanea et improvisa morte, libera nos, Domine.
Ab insidiis diaboli, libera nos, Domine.
Ab ira et odio et omni mala voluntate, libera nos, Domine.
A spiritu fornicationis, libera nos, Domine.
A fulgure et tempestate, libera nos, Domine.
A flagello terraemotus, libera nos, Domine.
A peste, fame et bello, libera nos, Domine.
A morte perpetua, libera nos, Domine.
Per mysterium sanctae Incarnationis tuae, libera nos, Domine.
Per adventum tuum, libera nos, Domine.
Per nativitatem tuam, libera nos, Domine.
Per baptismum et sanctum ieiunium tuum, libera nos, Domine.
Per crucem et passionem tuam, libera nos, Domine..
Per mortem et sepulturam tuam, libera nos, Domine.
Per sanctam resurrectionem tuam, libera nos, Domine.
Per admirabilem ascensionem tuam, libera nos, Domine.
Per adventum Spiritus Sancti Paracliti, libera nos, Domine.
In die iudicii, libera nos, Domine.
Peccatores, te rogamus, audi nos.
Ut nobis parcas, te rogamus, audi nos..
Ut nobis indulgeas, te rogamus, audi nos.
Ut ad veram paenitentiam nos perducere digneris, te rogamus, audi nos.
Ut Ecclesiam tuam sanctam regere et conservare digneris, te rogamus, audi nos.
Ut domum Apostolicum et omnes ecclesiasticos ordines in sancta religione conservare digneris, te rogamus, audi nos.
Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris, te rogamus, audi nos.
Ut regibus et principibus christianis pacem et veram concordiam donare digneris, te rogamus, audi nos.
Ut cuncto populo christiano pacem et unitatem largiri digneris, te rogamus, audi nos.
Ut omnes errantes ad unitatem Ecclesiae revocare, et infideles universos ad Evangelii lumen perducere digneris, te rogamus, audi nos.
Ut nosmetipsos in tuo sancto servitio confortare et conservare digneris, te rogamus, audi nos.
Ut mentes nostras ad caelestia desideria erigas, te rogamus, audi nos..
Ut omnibus benefactoribus nostris sempiterna bona retribuas, te rogamus, audi nos.
Ut animas nostras, fratrum, propinquorum et benefactorum nostrorum ab aeterna damnatione eripias, te rogamus, audi nos.
Ut fructus terrae dare et conservare digneris, te rogamus, audi nos.
Ut omnibus fidelibus defunctis requiem aeternam donare digneris, te rogamus, audi nos.
Ut nos exaudire digneris, te rogamus, audi nos.
Fili Dei, te rogamus, audi nos.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, parce nobis, Domine.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, exaudi nos, Domine.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.

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