Ricorre oggi, 8 giugno, la pubblicazione (nel 1948) del romanzo distopico "1984" di George Orwell.
Molto più citato a forza di copia/incolla che non letto, assieme al più breve e semplice "La fattoria degli animali" rappresenta un classico imprescindibile per chi è appassionato di politica e odia ogni forma di coercizione della libertà.
La Neolingua, il Bispensiero, il Ministero della Verità e il Ministero dell'Amore, assieme agli slogan "La guerra è pace", "L'ignoranza è forza", "La libertà è schiavitù", sono ben vivi nella memoria di chi quel libro ha capito e amato, pur nella sua tragica cupezza senza speranza.
Sentir parlare oggi di "resilienza", "transizione climatica", "Bella ciao inno ufficiale", "DDL Zan" e "cancel culture", nonché riscontrare l'odio feroce contro il maschio bianco cristiano eterosessuale, fa pensare che qualcuno abbia preso il romanzo come programma politico, anziché come denuncia contro tutti i totalitarismi di Stato.
Nella foto, scena del film tratto dal libro nella quale Winston Smith si rifugia a pensare e scrivere (atto sedizioso!) nell'unico angolo della casa fuori dalla visuale dello schermo televisivo, divenuto fonte perenne di propaganda e telecamera di controllo sempre accesa in ogni casa. (Davide Lovat)
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