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giovedì 22 luglio 2021

Indice degli interventi sulla Traditionis custodes

La Bellezza perenne ci consola e ci sostiene
Il Motu proprio Traditionis custodes può essere considerato un atto più grave dell’esortazione Amoris laetitia. Non soltanto, ha delle applicazioni canoniche di cui l’esortazione post-sinodale è priva, ma mentre la Amoris laetitia, sembra concedere l’accesso all’Eucarestia a chi non ne ha diritto, Traditionis custodes priva del bene spirituale della Messa apostolica coloro che a questo bene irrinunciabile hanno diritto e di cui hanno bisogno per perseverare nella fede, così come ne ha bisogno il mondo per le ricadute spirituali che ne derivano. Benedetto XVI aveva dichiarato che il Rito Antiquior numquam abrogatum insieme al pieno diritto ogni sacerdote di celebrarlo in qualsiasi parte del mondo. Traditionis custodes fa di quel diritto un privilegio, e dunque passibile di revoca. Ma è un atto arbitrario perché la liceità della Messa tradizionale non scaturisce da un privilegio, ma dal riconoscimento di un diritto soggettivo del singolo fedele, laico, chierico o religioso che sia. Di fatto quella di Benedetto XVI non è una concessione, ma il riconoscimento del diritto di usare il Messale del 1962, «mai abrogato», col quale rendere a Dio il culto pubblico autentico che gli è dovuto e di trarne i benefici spirituali. 

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