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domenica 4 luglio 2021

La Messa inizia con il Confiteor

Inserisco in calce il testo originale del Confiteor, quello della Tradizione, posto che tra le novità, nella recente traduzione dell'Editio typica del Messale NO del 2002, troviamo la doppia introduzione del termine «sorelle» insieme a «fratelli». Come se fino ad oggi i fedeli ignorassero che nel termine «homo» e in tutte le corrispondenti declinazioni linguistiche siano comprese anche le donne appartenenti alla stessa comunità orante... 
A proposito del nuovo Confiteor della Messa riformata di Paolo VI, oltre al taglio di tutti i riferimenti a S. Michele Arcangelo, alla Vergine e alla Comunione dei Santi, (sostituiti con l’orizzontalità di “voi fratelli”) c'è da notare anche la variazione del : confesso "A voi fratelli" anziché tibi pater (al sacerdote. E nel Rito antico è lui, nel suo Confiteor, a pronunciare il vobis fratres). Variazione evidentemente attribuibile alla nuova enfasi antropocentrica sull'Assemblea e alla dimensione comunitaria che tende ad escludere quella di ogni fedele che, invece, non può essere sottovalutata nel rapporto col Signore, che è diretto, personale, prima che comunitario (la comunità è fatta di persone e consegue al loro essere unite in Cristo, non è un io-collettivo). A questo proposito, un approfondimento potete trovarlo qui. Sulle più recenti traduzioni dei Messali inserite nel discorso più ampio vedi qui


«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno»

La Messa ha inizio con il Confiteor, una preghiera in cui confessiamo i nostri peccati e chiediamo alla Beata Madre e ai santi di intercedere presso Dio per la nostra colpevolezza, perché solo i puri di cuore vedranno Dio. Nostro Signore stesso inizia la sua Messa con il Confiteor, ma il suo è diverso dal nostro perché Lui non ha peccati da confessare. È Dio, quindi è senza peccato. «Chi di voi può dimostrare che ho peccato?» (Gv 8,46). Di conseguenza il suo Confiteor non può essere una preghiera per il perdono dei suoi peccati, ma dei nostri. 

Altri avrebbero urlato, imprecato, si sarebbero dimenati mentre i chiodi trapassavano loro mani e piedi. Invece, nel cuore del Salvatore non c’è posto per lo spirito di rivalsa, nessuna minaccia di vendetta esce dalle sue labbra verso i suoi assassini, neanche la preghiera di ottenere la forza per sopportare il dolore. L’amore incarnato dimentica l’ingiuria, la sofferenza, e al culmine dell’agonia rivela qualcosa dell’altezza, della profondità e dell’ampiezza dello straordinario amore di Dio, pronunciando il suo Confiteor: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Non ha detto: «Perdonami», ma «Perdona loro». 

Il momento della morte era certamente il più propizio per riconoscere i propri peccati, poiché nell’ultimo solenne istante la coscienza afferma la propria autorità; eppure, non esce un gemito di penitenza dalle sue labbra. Egli è stato associato ai peccatori, ma mai al peccato [vedi]. Nella morte come nella vita non è stato consapevole di un solo dovere incompiuto verso il Padre celeste. E perché? Perché un Uomo senza peccato non è un uomo, è più di un semplice uomo. Egli è senza peccato perché è Dio, ecco la differenza. Noi leviamo la nostra preghiera dall’abisso della consapevolezza di peccare: Egli innalza il suo silenzio dalla propria, intrinseca, assenza di peccato. Quella sola parola, «perdona», testimonia che Lui è il Figlio di Dio.

(Fulton J. Sheen, dal prologo di “Il Calvario e la Messa”, opera all’interno del libro “Signore, insegnaci a pregare” edizioni Ares)

Testo del Confiteor nel Rito Romano Antico

Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michǽli Archángelo, beáto Joánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sánctis et tibi, pater: quia peccávi nimis cogitatíone, verbo et ópere: (ci si batte il petto per tre volte) mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michǽlem Archángelum, beátum Joánnem Baptistám, Sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, ómnes Sanctos, et te, pater, oráre pro me ad Dóminum Deum nostrum. Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre Vergine Maria, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, padre, di aver molto peccato, in pensieri, parole ed opere: ci si batte il petto tre volte, dicendo: per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E perciò supplico la beata sempre Vergine Maria, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi, e te, padre, di pregare per me il Signore Dio nostro.

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