Pagine di rilievo

sabato 7 agosto 2021

“Una cricca di gay domina la Chiesa”, la Germania multa prete polacco. Varsavia lo difende

Ci sono cose che non vanno taciute, per amore della verità e per amore della Chiesa. La scottante inchiesta di Benedetto XVI, che aveva in mano i risultati consegnati al suo successore,  è caduta nel nulla [qui]. Ma Ratzinger ad un certo punto si è fatto sentire pur dal 'recinto di Pietro' [qui]. 

Ha accusato la Chiesa cattolica di essere dominata da “una cricca omosessuale”, aggiungendo, qualora vi fossero dubbi, che non si tratta di un complimento: per il prete e teologo polacco Dariusz Oko i suoi colleghi presunti gay sono dei “parassiti”, un “cancro” per l’istituzione di cui fa parte. Se l’articolo fosse stato pubblicato nella sua Polonia, dove il partito di governo PiS presta da tempo il fianco alle posizioni più omofobe nel Paese, con sindaci fieri di definire le proprie città “libere” dalla comunità Lgbtq+, magari l’invettiva sarebbe passata inosservata. Ma l’articolo è finito in una rivista tedesca, e il tribunale di Colonia, in seguito alla denuncia di un prete tedesco, ha condannato l’uomo per incitamento all’odio, infliggendogli una multa da 4.800 euro. Aprendo un caso diplomatico tra Varsavia e Berlino.
Già, perché il governo polacco ha sfruttato l’occasione per polemizzare con la Germania sulla questione dello stato di diritto, stavolta ribaltando i termini: se da anni la Polonia è sotto accusa da parte della Ue per la violazione dei principi d’indipendenza della magistratura, stavolta è Varsavia che punta il dito contro Berlino, sostenendo che la multa inflitta a Oko viola la libertà di espressione. Il viceministro della Giustizia, Marcin Romanowski, non ha usato mezzi termini: a suo avviso, la condanna del tribunale di Colonia dimostra le “tendenze liberticide del sistema giudiziario tedesco” e rappresenta una minaccia ai valori europei.
Il caso non è che all’inizio: Oko, che è sostenuto dalla potente lobby cattolica ultra-conservatrice Ordo Iuris, è ricorso in appello contro la sentenza. Stando alla sua tesi difensiva, descrivere dei preti “un cancro”, “una peste”, poiché gay rappresenterebbe “una attività scientifica” e non incitamento all’odio.
(Selezionato da europa.today.it)

Nessun commento:

Posta un commento