Ci sono ancora dei vescovi nell'orbe cattolico. Un precedente irlandese edificante [qui]. Qui l'indice degli articoli sulla Chiesa in tempo di pandemia.
La missione della Chiesa non può essere sospesa a tempo indeterminato. Con questo messaggio diverse diocesi irlandesi hanno fatto sapere che procederanno con le prime Comunioni e le Cresime già rimandate negli scorsi mesi e programmate in questo periodo, nonostante le indicazioni del Governo prevedano la sospensione a causa delle norme anti contagio in vigore nel Paese.
Lo scorso 28 luglio l’esecutivo di Dublino, nell’ambito delle nuove restrizioni, aveva ribadito: «Si consiglia di non celebrare cerimonie religiose come battesimi, prime comunioni e cresime. Seguiranno ulteriori consigli sulla ripresa di queste cerimonie quando sarà sicuro farlo». A stretto giro sono arrivate le repliche di alcuni vescovi. In primis Kevin Doran vescovo di Elphin, nell’Irlanda occidentale, ha fatto sapere, dopo una consultazione con il clero diocesano, che le cerimonie si sarebbero svolte comunque, chiaramente seguendo il protocollo in vigore. «La missione della Chiesa non può essere sospesa a tempo indeterminato», ha scritto sull’ Irish Independent, in considerazione del fatto, ha precisato, che le indicazioni governative non sono obblighi, bensì raccomandazioni. «Quando celebreremo la prima comunione e la cresima nella diocesi di Elphin nelle prossime settimane – ha fatto poi sapere – osserveremo un limite rigoroso di 50» fedeli presenti.
A stretto giro la medesima decisione è stata presa dai vescovi delle diocesi di Clogher, Larry Duffy, e di Waterford e Lismore, Alphonsus Cullinan, che hanno dato il via libera ai sacramenti così come da programma.
E se il capo del governo Micheál Martin ha risposto spiegando di non approvare «alcuna violazione unilaterale dei regolamenti», l’arcivescovo Eamon Martin, primate d’Irlanda, ha accusato l’esecutivo di aver comunicato in modo «gravemente irrispettoso» le nuove norme. «Siamo inondati di chiamate da parrocchie e sacerdoti» poiché le nuove restrizioni alle cerimonie sarebbero state annunciate con meno di dieci giorni di anticipo e nonostante i protocolli ormai da mesi in vigore in tutte le parrocchie.
«I sacramenti sono di vitale importanza», ha rimarcato il vescovo di Waterford e Lismore, Cullinan, «come vescovo devo prendere in considerazione sia la salute fisica che quella spirituale», poi ha aggiunto «Ho visto grandi folle riunirsi in tutti i tipi di luoghi in questi mesi», comprese le folle agli eventi sportivi «non vedo alcun motivo valido per l’ulteriore rinvio dei sacramenti per i nostri figli». C’è qualcosa di più importante delle regole, sembrano dire i vescovi irlandesi, e vale la pena difenderlo con i fatti. - Fonte
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