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venerdì 3 settembre 2021

L'Italia è diventata la pattumiera o il laboratorio distopico d'Europa?

Dopo le più recenti riflessioni già espresse qui - qui, alcune reazioni a caldo alle nuove comunicazioni del Presidente del consiglio che ieri ha sostanzialmente pronunciato il "noi tireremo dritto", dando l'idea di ignorare o disprezzare alcune domande piene di senso, e di metter tutto nel facile calderone "no vax".

Surreale conferenza stampa con l'affondo di Draghi su terza dose ed obbligo vaccinale, senza risparmiarsi l'uscita: "Dai no vax violenza odiosa". 
Su trasporti e scuola il presidente del Consiglio dice che la preparazione è stata "ben fatta" e che "ce l'abbiamo messa tutta", peccato che nessuno se ne sia accorto.  
Poi annuncia la volontà di estendere il green pass, nonostante sia una misura economicida e inutile a combattere il contagio, e dice sì all'introduzione dell'obbligo vaccinale. 
Qual è la ratio di queste scelte prive di giustificazione scientifica, visto che i vaccinati possono contagiare ed essere contagiati?

C'è una domanda che si fa sempre più pressante. Una "crisi sanitaria" ha confini?

Vorremmo capire: da anni si proclamano intenti comuni, "ce lo chiede l'Europa", abbiamo una Unione Europea che stabilisce norme omogenee e cogenti sulle più svariate materie... abbiamo versato lacrime e sangue per le restrizioni imposte dall'Europa... ed oggi perché non c'è una comune linea d’azione contro una "malattia", peggio ancora, una pandemia?

Come mai questa disomogeneità nei provvedimenti, con l'Italia capofila delle restrizioni più assurde?

Ci sono per caso disegni ed obiettivi diversi?

Intanto, nonostante l'emergenza e i rigidi provvedimenti cui sono sottoposti gli italiani, continua l'arrembaggio sulle nostre coste degli invasori islamici, che poi si spalmano incontrollati su tutto il territorio nazionale. I droni e gli ingenti dispiegamenti di forze dell'ordine vengono impegnati non per stupratori, spacciatori e delinquenti che infestano le nostre città, ma solo per i cittadini che manifestano il dissenso insieme a dubbi inascoltati e per questo sono criminalizzati dal coro unanime delle fonti scientifiche (quelle di regime) governative e mediatiche. E dalle più alte cariche si plaude il ministro che si comporta da quinta colonna della sostituzione etnica...
Tra l'altro è di questi giorni la notizia che i clandestini si rifiutano di fare i tamponi anche perché così non sono né identificabili né rimpatriabili. Ma che càspita controllano nei centri di accoglienza e non ci sono leggi da far rispettare?  O valgono solo per noi anche quando sono anticostituzionali col pretesto ormai stantìo dell'emergenza? Siamo davvero il paese di Pulcinella!

Nessun giornalista in quelle conferenze grottesche, come quella di ieri, ha il coraggio di fare domande simili? Niente, prendono parola sbavanti per chiedere "Sig. Presidente, a quando l'obbligo??". Poi tornano a cuccia soddisfatti dopo aver scondinzolato al padrone.

Che paese disastrato! Se prima era l'Europa e chiedercelo  ora chi?

Il mio breve articolo si chiudeva qui. Ma proprio ora leggo su La Stampa il ragionamento di un filosofo di sinistra come Cacciari che, conservando un briciolo di onestà intellettuale, insiste nel porre domande e nel fare alcune considerazioni. Titolo: “Il diritto di avere risposte sui vaccini e la democrazia malata (anche) di Covid”. Lo condenso di seguito perché è leggibile solo per gli abbonati (ringrazio chi me lo ha inviato). Interessante l'accenno alla normativa europea e alle decisioni che scavalcano il parlamento in virtù dello stato di emergenza per giustificare Dpcm ad libitum.

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Il professor Massimo Cacciari torna oggi all’attacco affermando che la gestione della pandemia ha aggravato la crisi di un sistema in cui il Parlamento è sempre meno centrale. Per questo prima di vaccinare bisogna riflettere sul mancato rispetto delle libertà individuali del cittadino: «Vorrei sentire dai giuristi: è o non è in contraddizione col regolamento UE 2021/953, che vietava ogni discriminazione, l’istituzione del Green Pass, nei termini in cui diventerà legge in Italia? E ai nostri illustri costituzionalisti vorrei chiedere: non sembra loro che la possibilità di obbligare a trattamenti sanitari dipenda dal pieno “rispetto della persona umana”? Non pensano che conditio sine qua non perché di rispetto per qualcuno si possa parlare è che costui venga correttamente informato? Risulta loro di essere stati precisamente informati su andamento dell’epidemia, vaccino, vaccini, loro possibili conseguenze, ecc.? E da chi avrebbero potuto? Dai bugiardini dei Big Pharma in continua evoluzione? Navigando in rete tra diecimila notizie in contrasto? È un peccato discuterne, è anti-scientifico, è iscriversi a CasaPound?».

Riguardo la vaccinazione, sostiene Cacciari, «molti medici di base e curanti la sconsigliano ai loro pazienti, ma non osano firmare alcun certificato. In questa situazione non sarebbe prudente attendere prima di imporre la vaccinazione a milioni di adolescenti e bambini, che presentano un caso grave ogni qualche milione di contagiati? Come la mettiamo col diritto? Qui c’è un soggetto, che di per sé non rischia nulla o quasi, cui viene imposto un trattamento di cui si ignorano le potenziali conseguenze, a favore pressoché esclusivo di altri. In Germania sono no-vax perché hanno creduto di non procedere in questa direzione?». Dunque è necessario che durante la conversione in legge del decreto «vengano indicati con chiarezza i criteri in base ai quali verrà posto fine allo “stato di emergenza”. La decisione non può essere assunta ad libitum in base all’ennesimo Dpcm. Da decenni il Parlamento perde progressivamente di centralità e autorevolezza. È un’occasione per tentare di invertire la deriva, non perdiamola».

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