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venerdì 19 novembre 2021

Bergoglio: "La costruzione di muri anti-migranti è un ritorno al passato". Ma i ponti si reggono solo su robusti muri!

I polacchi hanno subìto dolorose invasioni da tedeschi e da russi. Sono cattolicissimi e ora non vogliono essere invasi da islamici. E come loro ogni europeo che ancora riconosce le sue radici greco-romane oltre che cristiane. Qui l'indice degli articoli sull'immigrazionismo e sul filo-islamismo.

Prendo le mosse dall'incipit dell'Huffingtonpost per poi proseguire nella mia riflessione.
La storia in questi ultimi decenni ha dato segni di un ritorno al passato: i conflitti si riaccendono in diverse parti del mondo, nazionalismi e populismi si riaffacciano a diverse latitudini, la costruzione di muri e il ritorno dei migranti in luoghi non sicuri appaiono come l’unica soluzione di cui i governi siano capaci per gestire la mobilità umana. In questi quaranta anni e in questo deserto, tuttavia, ci sono stati segni di speranza che ci permettono di poter sognare di camminare insieme come un popolo nuovo verso un noi sempre più grande”. Così Papa Francesco in un messaggio inviato per i 40 anni del Centro Astalli. Le sue parole suonano come una critica aperta e durissima nei confronti della cattolica Polonia, che proprio ieri ha annunciato la volontà di costruire una barriera lunga 180 chilometri lungo la frontiera con la Bielorussia. L’inizio dei lavori è previsto per dicembre, la conclusione entro la metà del 2022, per un costo complessivo di 353 milioni di euro
La riflessione del Papa arriva nel giorno in cui il quotidiano dei vescovi, Avvenire, pubblica un’edizione speciale che documenta la voglia del Continente di sigillare le frontiere e di chiudersi nel proprio egoismo. “Se questa è l’Europa”, il titolo scelto, su uno sfondo blu incorniciato da una corona di filo spinato giallo, a ricordare la bandiera europea.

Al commento allineato al pensiero unico del direttore di Avvenire, che rappresenta la voce dei vescovi, fa eco l'allarme lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, durante un intervento all’Università di Siena, dopo un pistolotto conformista evoca i “principi irrinunciabili dell’etica della convivenza”... Ma quale convivenza e a che condizioni?

In ogni caso la situazione dei confini europei è drammatica. Sorvoliamo sulle minacce e ricatti di Erdogan, da decenni ormai perennemente sul tappeto dal confine orientale. Mentre il nostro ministro dell'interno continua a fare orecchie da mercante e l'Italia è divenuta la discarica del traffico di clandestini da parte delle varie ONG di turno a ritmi che da tempo hanno oltrepassato ogni livello di guardia, sul fronte nord-est, a poche decine di chilometri dal futuro muro polacco-bielorusso è appena iniziata la costruzione di un muro d’acciaio di 508 chilometri lungo il confine lituano-bielorusso. Nuove difese fisiche contro la ’minaccia dei migranti’ che si aggiungono alle imponenti ’barriere di separazione’ presenti sin dal 1993 nelle exclavi spagnole sul continente africano di Ceuta e Melilla, sui cui 20 chilometri complessivi si infrangono da anni le aspettative di migliaia di persone intenzionate a entrare nell’Unione Europea.

Il muro fisico della Polonia non è altro che una delle soluzioni per frenare l'immigrazione clandestina. Ma non basta se non cambia l'andazzo attuale. Occorre anche creare un muro giuridico e sociale che penalizzi l'immigrazione clandestina e ne prosciughi gli interessi ideologici ed economici nonché le relative connivenze. Le cose vanno di pari passo! 

Ciò che di questo evento disturba l'establishment (comprese le gerarchie ecclesiali) è che, con la chiusura del confine, la Polonia mette in piena luce davanti ai popoli europei l'invasione giornaliera senza tregua, che poi è quella che colpisce sotto silenzio l'Italia e la Grecia... È lo shock delle immagini che mette in imbarazzo sia l'UE che i vescovi immigrazionisti, dal misericordismo unidirezionale e irresponsabile, perché non esiste misericordia slegata da ogni logica nonché dalla giustizia verso gli autoctoni a rischio di sostituzione etnica e, prim'ancora, culturale e identitaria... Non vogliamo e rigettiamo il globalismo neutro fluido e senza confini. I confini devono essere valicabili - a determinate condizioni che garantiscono l'ordine civile oltre che naturale, se qualcuno ancora lo riconosce - non aboliti!
E basta col mantra dei ponti al posto dei muri! Non c'è ponte che non si regga su robusti muri di sostegno!

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