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lunedì 31 gennaio 2022

Don Bosco e l'epidemia di colera del 1854

Oggi ricorre la memoria di san Giovanni Melchiorre Bosco, uno dei più grandi santi della storia della Chiesa. Un gigante che con la sua opera non solo salvò innumerevoli ragazzi, ma inaugurò un nuovo ramo nell'albero della Chiesa, quello dei salesiani. Tantissimi santi appartenenti alla famiglia salesiana ne hanno diffuso l'insegnamento e hanno fondato istituti.
Tra il 1854 e il 1855 in Italia comincia a diffondersi una malattia che porterà alla morte migliaia e migliaia di persone: il colera.
Nel 1854 anche Torino ne viene colpita. Don Bosco era stato avvertito in anticipo per grazia divina che presto si sarebbe diffusa anche a nella sua città e vi avrebbe fatto strage.
Il santo avvertì i suoi ragazzi dell’oratorio dicendo loro: “Voi state tranquilli: se farete quanto vi dico, sarete salvi da quel flagello. – Che cosa dobbiamo fare? – gli avevano chiesto i giovani. – Prima di tutto vivere in grazia di Dio; portare al collo una medaglia di Maria SS. che io benedirò e darò a ciascuno e a questo fine recitare ogni giorno un Pater, Ave e un Gloria coll’Oremus di S. Luigi e la giaculatoria: Ab omni malo libera nos, Domine – .
Con lo scoppio del colera cominciarono a morire molte persone. Nei primi giorni dell’infezione, quanti erano i colpiti, tanti erano i morti. Secondo le stime dell’epoca, su cento casi si avevano in media sessanta decessi.
La gente viveva in uno stato di angoscia e sgomento. Cessava il commercio, le botteghe venivano chiuse, molte persone fuggivano per paura. Non si conosceva alcun rimedio per curare il morbo.
All’annuncio dei primi casi a Torino, il clero si disse subito pronto ad aiutare le autorità civili e a soccorrere i malati.
Il Municipio stesso, appena comparve imminente lo scoppio del flagello, diede uno splendido esempio di pietà. Dopo avere adottato le misure sanitarie necessarie, implorò l’aiuto della Vergine Maria ordinando una funzione religiosa nel Santuario di Maria SS. Consolatrice.
Don Bosco per primo si prodigò per gli ammalati. Egli usò ogni possibile mezzo di precauzione, fece ripulire il locale, aggiustare altre camere, diminuire il numero dei letti nei dormitori e migliorare il vitto, sobbarcandosi gravissime spese.
Ma non si affidò ai soli provvedimenti terreni. Egli ben sapeva che il vero aiuto non poteva venire che da Dio.
Prostrato davanti all’altare pregava il Signore così: “Mio Dio, percuotete il pastore, ma risparmiate il tenero gregge”; e rivolgendosi alla Vergine Maria aggiungeva: “Maria, Voi siete madre amorosa, e potente; deh! Preservatemi questi amati figli, a qualora il Signore volesse una vittima tra noi, eccomi pronto a morire, quando e come a Lui piace”.
Sabato 5 agosto, festa della Madonna della Neve, don Bosco raccolse i ricoverati attorno a sé. Annunciando la comparsa del flagello raccomandava a tutti sobrietà, temperanza, tranquillità di spirito e coraggio, e insieme confidenza in Maria Santissima, una buona confessione e la santa Comunione.
Con queste parole istruì i suoi ragazzi, affidandoli a Dio per mezzo di Maria: “Causa della morte è senza dubbio il peccato. Se voi vi metterete tutti in grazia di Dio e non commetterete alcun peccato mortale, io vi assicuro che nessuno di voi sarà toccato dal colera; ma se mai qualcuno rimanesse ostinato nemico di Dio, e, quel che è peggio, osasse offenderlo gravemente, da quel momento io non potrei più essere garante né di lui, né per qualunque altro della Casa”.
I giovani accolsero l’invito di don Bosco e subito si accostarono ai Sacramenti, menando da quel giorno una condotta esemplare.
Ogni sera molti lo circondavano per esporgli i propri dubbi o manifestargli le piccole mancanze della giornata, e don Bosco, da amorevole padre, non mancava mai di dare loro ascolto e conforto.
Egli per primo assisteva con eroica abnegazione i contagiati.
Nessuno dei ragazzi di don Bosco, lui compreso, si ammalò di colera, pur venendo continuamente a contatto con ammalati.
Abbandonarsi completamente a Dio senza riserve, vincendo ogni paura e rispetto umano, e mettersi sotto la protezione della Vergine Maria, sono i principali rimedi per affrontare qualsiasi evento nefasto.
Don Bosco indicò ai suoi ragazzi la Confessione e la Comunione come le armi più forti e i veri strumenti di protezione.
Preghiera di Don Bosco
O Maria Ausiliatrice, Madre benedetta del Salvatore,
validissimo è il tuo aiuto in favore dei cristiani.
Per te le eresie furono sconfitte
e la Chiesa uscì vittoriosa da ogni insidia.
Per te le famiglie e i singoli furono liberati
ed anche preservati dalle più gravi disgrazie.
Fa’, o Maria, che sia sempre viva la mia fiducia in te,
affinché in ogni difficoltà possa anch’io sperimentare che tu sei veramente
il soccorso dei poveri, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi,
la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori
e la perseveranza dei giusti.

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