Grazie al prof. Caliari per questo suo contributo. Qui l'indice dei precedenti su Covid, vaccini e dittatura sanitaria.
«Where is the wisdom we have lost in knowledge?
Where is the knowledge we have lost in information?»
di Gian Pietro Caliari
L’opportunismo è una patologia endemica della politica italiana.
Fin dalla sua unificazione nel 1861, i protagonisti della vita pubblica del Bel Paese - siano essi propriamente politici o ultimamente e più frequentemente dei meri tecnocrati - sono sempre scesi spregiudicatamente a compromessi, per tornaconto personale o comunque per trarre il massimo vantaggio dalle condizioni e dalle opportunità del momento.
Si potrebbe liquidare così l’ultima fatica letteraria del Master in Command dell’attuale pandemonio pandemico, il professor Walter Ricciardi, dall’illuminante titolo, Pandemonio: Quello che è successo, quello che non dovrà più succedere.
Sarebbe, tuttavia, ingeneroso trattare così l’autore e il suo sforzo letterario come una mera operazione di transumanza dalla narrazione pandemica e infodemica a lidi più sicuri per il suo personale futuro, ora che ovunque si levano distinguo, dissociazioni e persino le prime scomode, e talora criminali, verità.
Come coraggiosamente denunciato dal professor Udi Qimron, immunologo e docente della Facoltà di Medicina dell’ Università di Tel Aviv: “Dall’alto della vostra arroganza, avete anche ignorato il fatto che alla fine la verità sarà rivelata. E comincia a essere rivelata. La verità è che avete minato la fiducia del pubblico in voi a un livello senza precedenti, e avete eroso il vostro status di fonte di autorità” (Lettera aperta al Ministro della Salute, in: Haaretz, 12 gennaio 2022).
Un commento più adeguato per l’opera di Ricciardi sembra essere, invece, quello che Thomas Stearns Eliot pone come interrogativo esistenziale nel suo Poema The Rock: “Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza? Dov'è la conoscenza che abbiamo perso nell’informazione?”.
Nelle riunioni concitate tra i responsabili della salute dei diversi Paesi europei e le polemiche tra clinici, virologi ed epidemiologi, che Ricciardi narra nel suo libro, in questo estenuante pandemonio pandemico, saggezza e conoscenza sono state le più illustri assenti.
Al loro posto, convitati di pietra, si sono assisi il panico e il terrore!
“Non c’è più grande mascherata, infatti” - come scriveva già nel 2010 il filosofo e politologo francese Jean Baudrillard - “che questo panico globale, di questa sacra unione nel panico. La comunità internazionale è ora frenetica ed epilettica dal virus del terrore e dal terrore dei virus. Il terrore è moltiplicato dalla grottesca profusione di misure di sicurezza che finiscono per procurare un perverso effetto autoimmune: gli anticorpi si rivoltano contro il corpo e provocano danni maggiori di quelli del virus. […] La sicurezza è il miglior mezzo per diffondere il terrore” (The Agony of Power, 2010, p. 17).
L’assenza ingiustificata e persino criminale di saggezza e conoscenza, poi, ha portato a scelte e imposizioni che hanno creato e stanno ancora creando danni incalcolabili e, forse, irreversibili a livello individuale e sociale, danni morali e culturali, strutturali ed economici, che hanno compromesso, forse irrimediabilmente, le future generazioni del nostro Paese.
L’assenza ingiustificata e persino criminale di saggezza e conoscenza, infine, ha prodotto un’infodemia del terrore - abilmente orchestrata dai Padroni del Caos - con la sciente complicità di una classe giornalistica, ben volentieri complice nella sua “servitù volontaria”, per loschi interessi di visibilità, di carriera e di lucro.
Un branco criminale di editori e giornalisti trasformatisi in “volonterosi complici” del Moloc Pandemico che hanno eretto il pandemonio pandemico al supremo altare cui sacrificare anche l’ultimo brandello della saggezza e della conoscenza e, in ultima analisi, della Verità!
In quella che è descritta come “la drammatica lotta alla pandemia”, per la quale il Ricciardi è stato chiamato “il 22 febbraio 2020 a fare da consulente del ministro Roberto Speranza”, l’autore dimentica - non da ultimo - che il pandemonio pandemico è stata l’occasione, forse insperata o persino pianificata, per l’instaurazione di un regime autocratico, dittatoriale e anticostituzionale che ha privato i cittadini italiani del loro status libertatis, del loro status civitatis, e ha osato persino goffamente intromettersi nel loro status familiae, disquisendo per settimane sul sofismo del “congiunto”.
Con il favore delle tenebre, un autoproclamato supremo legislatore, con il sostegno di una nuova Scienza eretta a Nuova Dogmatica Religione della Dea Salute, ha trasformato i cittadini in sudditi oppressi dal sanitariamente corretto del “modello italiano cui guardano tutti gli altri Paesi”.
Privata di ogni forma elementare di umana saggezza, il “modello Italia” ha reso i più fragili e i più anziani dei suoi cittadini carne da macello d’ignavi e codardi spergiuri, dimentichi di aver assunto l’obbligo “di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento; di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale” (Giuramento d’Ippocrate).
E da ultimo, e con un crescendo allucinante, facendosi beffa e gioco, nel loro delirio, del loro sacro dovere “di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l’eliminazione di ogni forma discriminazione in campo sanitario” (Ibidem).
Assente è stata la Saggezza in questo pandemonio pandemico. Quella saggezza che dovrebbe contraddistinguere il governante e lo distingue dal farabutto.
Saggio sarebbe stato prendere atto che la vita terrena è una malattia mortale, tanto più quando l’età avanza o i morbi l’opprimono.
Saggio, fin dal febbraio 2020, sarebbe stato mettere al sicuro le persone più anziane e deboli, attivando una medicina di prossimità efficiente e rapida, col progressivo progredire delle conoscenze acquisite circa il virus Covid-19, naturale o chimerico che sia.
Saggio sarebbe stato impedire la diffusione del terrore mediatico, evitando la macabra conta giornaliera di dati imprecisi e disaggregati, che ha contribuito a destabilizzare l’immunità psicologica della popolazione.
Saggio sarebbe stato lasciar vivere tutti coloro - la gran parte - che non correvano alcun rischio alcuno, invece, di obbligarli per la paura di morire a smettere di vivere!
La saggezza avrebbe, poi, imposto d’impedire la ridda e le gazzarre televisive e mediatiche di autoproclamati e autocelebrati esperti che, invece, di diffondere conoscenza hanno, a piene mani, diffuso menzogne.
Assente è stata, poi, la Conoscenza. La conoscenza, infatti, non corrisponde alla scienza e, tanto meno, alla scienza medica.
Nel pandemonio pandemico si è voluta ergere ad assoluto metafisico la relatività sperimentale delle conoscenze mediche, spacciando soluzioni, che procedono sempre per trials and errors, come dogmi irrefutabili.
La conoscenza è stata, poi, asservita a non più oscuri fini mercantili elevando una terapia sperimentale ad antidoto miracoloso e salvifico.
Così non è stato! Ma tutti lo sapevano o, meglio, adesso si scopre che dicono di saperlo.
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità un vaccino “is a simple, safe, and effective way of protecting you against harmful diseases, before you come into contact with them” (è una semplice, sicuro ed efficace modo di proteggerti contro malattie dannose, prima che tu entri in contatto con esse).
Oggi la conoscenza ci dice che gli attuali “vaccini” non proteggono prima, vale a dire non rendono immuni né impediscono la trasmissione, ma - si sostiene - proteggono dalle forme più gravi di malattia. Ergo, non sono vaccini!
Dalle mascherine al green pass, la conoscenza immunologica ci dice una semplice verità: i virus non si possono fermare.
La conoscenza, infine, avrebbe dovuto spingere a tenere in debito conto coloro che autorevolmente sostenevano che: “l’incidenza della mortalità da COVID-19 è più di mille volte superiore negli anziani e nei malati rispetto ai giovani. Infatti, per i bambini, COVID-19 è meno pericoloso di molte altre patologie, tra cui l’influenza” (Dichiarazione di Great Barrington, 4 ottobre 2020).
E che in scienza e conoscenza proponevano: “L’approccio più umano, che bilancia i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge, è quello di permettere a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo al meglio coloro che sono a più alto rischio. Noi chiamiamo questa strategia: Protezione Focalizzata” (Ibidem).
Nella sua fatica letteraria, il professor Ricciardi ci dice una una sola e decisiva verità: l’Italia non possiede più un sistema sanitario all’altezza delle sfide contemporanee e future.
Un’affermazione questa che nessuno può non sottoscrivere.
Dal governo Mario Monti 2011, passando per Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni 2018, in sette anni si calcolano fra i 37 e i 50 miliardi di euro i tagli al Sistema Sanitario Nazionale.
I dati OCSE, poi, aggiornati al luglio 2019 dimostrano che l'Italia si attesta sotto la media sia per la spesa sanitaria totale (3.428 dollari contro 3.980), sia per quella pubblica (2.545 contro 3.038), precedendo solo i Paesi dell'Europa orientale oltre a Spagna, Portogallo e Grecia. Nel periodo 2009-2018 l'incremento percentuale della spesa sanitaria pubblica si è attestato al 10%, rispetto a una media del 37%.
Ovviamente, tutto ciò a cortese comando della Commissione dell’Unione Europea, dell’austerity e della spending review!
Ricciardi, tuttavia, si dimentica un piccolo dettaglio. Dal 2014 al 2019 è stato prima commissario straordinario e poi presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, dove implementando le varie spending review lo ha riordinato, sopprimendo fra l’altro il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e protezione della salute.
Appunto! Quello che è successo, quello che non dovrà più succedere.
“Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza? Dov'è la conoscenza che abbiamo perso nell’informazione?” potremmo ancora chiederci con Eliot.
La pandemia di un virus, naturale o chimerico che sia, in realtà, si è trasformata in un globale esperimento d’ingegneria sociale e politica, dove a nessuno dei Padroni del Caos, è importato della vita e della morte di alcuno!
Questo è quello che è successo!
Saggezza e conoscenza - insieme alla prudenza, auriga omnium virtutum, saranno necessarie alle future generazioni perché quello che è successo grazie alle attuali e sciagurate classi dirigenti non possa e non debba mai più succedere. (Gian Pietro Caliari)
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