Pagine di rilievo

domenica 13 febbraio 2022

Pio XII - Parole per ogni tempo

Colpiscono le parole del Vicario di Cristo – specie quelle di Pio XII di cui facciamo tesoro per il nostro oggi – che sono senza tempo, perché sono ricolme di amore e verità che restano scolpiti nell'eterno presente di Dio e raggiungono gli uomini di ogni epoca. Mai come oggi, nel deserto di fede e di umanità che stiamo attraversando, ce n'è estremo bisogno.

Ai malati
Quante volte abbiamo sentito stringente nel cuore il desiderio di venire a voi, di passare in mezzo a voi, in qualche modo come faceva Gesù nella sua vita terrena, benedicendo e guarendo – raggiungere tutti senza eccezione, dovunque voi siate, negli ospedali, nei sanatori, nelle cliniche, nelle case private, parlare a ciascuno di voi, nella intimità, come se ognuno di voi fosse il solo, e chini sul vostro giaciglio, farvi sentire tutta la tenerezza del Nostro affetto paterno, applicare ai vostri dolori il balsamo che, se non sempre guarisce, sempre almeno conforta e solleva, il balsamo della Passione del dolce Salvatore nostro Gesù Cristo… Levate in alto lo sguardo, diletti figli e figlie, a Colui, che vi darà la forza di portare la vostra croce con viva fede e cristiana fortezza, a Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Egli ha voluto provare le miserie di questa vita terrena, i mali e le afflizioni, gli spasimi e i tormenti più atroci che vengono dagli uomini. Egli vi precede con la sua croce: seguitelo. Egli porta la sua croce, innocentissimo: portate anche voi la vostra, in penitenza e in espiazione dei peccati vostri e altrui. Egli porta la croce per la pace del mondo: portatela anche voi con Lui, per ottenere a voi e a tutto il genere umano la pace con Dio e la pace tra le nazioni.
L’Eucaristia
Finché sui campi del nostro globo spunterà una spiga di grano e penderà un grappolo d’uva, e un sacerdote salirà pensoso del sacrificio l’altare, l’Ospite divino sarà con noi; e il credente curverà nella fede la mente e il ginocchio innanzi a un’Ostia consacrata, come all’ultima cena gli apostoli nel pane e nel vino consacrato che il Salvatore dava loro dicendo: Questo è il mio corpo; Questo è il mio sangue; adorarono Cristo, il Maestro divino con quella pura e alta fede che crede ai portenti della sua parola, e di cui si sostanzia l’interna adorazione, fede senza la quale è vano segno il piegare di un ginocchio. Da quell’ora del Cenacolo cominciarono i secoli del Dio dell’Eucaristia; il giro del sole ne illuminò i passi con le sue aurore e i suoi tramonti; le scavate viscere della terra lo accolsero salmodiando; negli eremi, nei cenobii, nelle basiliche, sotto gli aerei pinnacoli s’inchinarono a lui pastori e popoli, principi ed eserciti. Nelle sue conquiste si avanzava coi suoi araldi e sacerdoti oltre í mari e gli oceani, e dall’Oriente all’Occidente, da un polo all’altro il Redentore ormai pianta ogni dì i suoi tabernacoli, perseverando contro l’ingratitudine degli uomini in trovare le sue delizie a stare con essi, solo bramoso di effondere a loro salvezza i tesori delle sue grazie e della sua magnificenza. (28 aprile 1939)

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