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martedì 1 marzo 2022

Informazione con l'elmetto, sentimenti pilotati, maggior coinvolgimento in una guerra voluta dagli USA

Sulla guerra in Ucraina precedenti: qui - qui - qui. Richiamo l'attenzione dei lettori anche sui numerosi commenti ai diversi articoli di cui ai link, che offrono notizie, approfondimenti e spunti di ruflessione interessanti.

[Odessa 2014, la Casa dei Sindacati in fiamme]
Ieri sera verso le undici vado sulla piattaforma polacca Playok dove gioco le mie partite a scacchi e scopro che ogni tavolo include due bandierine ucraine, al che mando al gestore una mail per dire che non mi sta bene, che quello è il modo di esprimere solidarietà non al popolo ucraino ma al governo filo Nato Zelensky, una scelta di campo che non posso avallare. Mi rispondono: «If you justify Putin’s war, you are an idiot. Leave the site as soon as possible» (Se giustifichi la guerra di Putin sei un idiota. Lascia il sito al più presto possibile). Non giocherò più a scacchi su quel sito, me ne troverò un altro. Qualche giorno fa, il portiere polacco della Juve Szczesny: «Spero che la Fifa escluda la Russia dal Mondiale». Ieri, l’ex calciatore polacco Boniek, ora vicepresidente Uefa: «Oggi nel calcio non c’è posto per la Russia, per un paese che ha invaso un altro paese». Tre chiari segnali che la Polonia è stata energicamente chiamata in campo nella guerra contro la Russia.
Da noi si fanno passi da gigante. Sempre nel calcio, le dichiarazioni si sprecano, e domenica le partite sono cominciate con cinque minuti in ritardo in solidarietà con l’Ucraina. Sabato manifestazioni di piazza per lo più antirusse. Oggi il governo italiano si presenterà al Parlamento per chiedere il sì all’invio di blindati leggeri, mitragliatrici, munizioni, armi anticarro e forse pure missili Stinger, leggeri ma capaci di abbattere un elicottero. E mentre la nostra “informazione” cala sempre più giù l’elmetto (gli ingenui si domandano: perché molti giornalisti si mostrano in elmetto quando non c’è n’è bisogno?), si inventa immagini di guerra – il Tg2 che trasmette immagini di un videogioco e di una vecchia parata spacciandoli per bombardamenti a Kiev. Nei più, addestrati da due anni di gestione pandemica che guarda caso sfocia nel prolungamento dello stato d’emergenza per tutto il 2022, alberga un sentimento di mortificata partecipazione agli eventi ucraini. Come se lì si stesse consumando un eccidio di massa. A dimostrazione di quanto sia pilotabile l’emotività collettiva, per nulla sollecitata nei violenti bombardamenti iracheni o afghani o libici o siriani, per non citare quelli della nostra vicina Belgrado. È sempre così: quando vengono a mancare centri politici significativi in grado di orientare le masse nella comprensione degli eventi, le agenzie informative dominanti hanno campo libero per condizionare la sensibilità collettiva. Così ci troviamo pur brave persone, nostri amici conoscenti parenti e colleghi, che con gran semplicità ma con convinta indignazione ti rampognano: «Però la guerra non va bene, qui ci vanno di mezzo i bambini!».
La propaganda di guerra veicola menzogne di guerra, come accadde nel 1989 in Romania a Timisoara, dove, per dimostrare la spietatezza del tiranno di turno, in questo caso Ceausescu, per la prima volta nella storia dell’umanità dei cadaveri appena sepolti o allineati sui tavoli degli obitori furono disseppelliti e torturati per simulare davanti alle telecamere il genocidio che doveva giustificare il cambio di regime (i famosi “regime change” con cui gli Usa deliziano paesi non allineati da una trentina d’anni, lasciando stare il passato remoto). Così come per i presunti bambini prelevati dalle incubatrici dalle milizie dell’altro spietato Saddam o per le fosse comuni dell’ancora spietato Gheddafi, che in realtà riguardavano un normale cimitero di Tripoli con tombe pre-scavate pronte per l’inumazione delle salme.
Propaganda di guerra che non si fa scrupolo di agitare lo spauracchio di profughi ucraini; ucraini fuori microfono definiti nel programma di Lucia Annunziata beffardamente «camerieri, badanti e… amanti». Propaganda di guerra che non si fece scrupolo qualche anno fa di usare i profughi siriani per suscitare il riflesso condizionato dell’indignazione contro un altro spietato dittatore, Assad, il cui popolo era allietato dai bombardamenti dei prezzolati Isis e “democratici” siriani.
Propaganda di guerra che accompagna il coinvolgimento crescente nello scenario ucraino dei paesi “liberi” con equipaggiamenti, armi e finanziamenti; e che abbisogna del necessario coinvolgimento dei popoli. Gli stessi popoli ai quali si è fatto ignorare il dato che la guerra in quell’area è in corso da ben otto anni, da quando cioè è stato foraggiato il colpo di stato nel 2014 (“regime change”) con armate neonaziste alla caccia dei russi d’Ucraina – come il famigerato reggimento “Azov” inquadrato nella Guarda Nazionale dell’Ucraina – con migliaia e migliaia di morti nel russo Donbass (la separazione lì è stato un atto dovuto!) e nelle altre aree russofone. Quanta indignazione si è manifestata in seguito al terribile eccidio del 2014 di 48 (ma in verità molti di più) lavoratori e lavoratrici brutalizzati (donne prima stuprate e quelle incinte sventrate) e poi bruciati vivi nella Casa dei Sindacati di Odessa dove si erano rifugiati per sfuggire alle bande neonaziste? DOVE ERANO e DOVE SONO ora gli antifascisti nostrani?
Un coinvolgimento ben preparato dalla propaganda ambientalista sulla necessità della “transizione ecologica” di stampo gretino. Uno stordimento ambientalista funzionale alla preparazione delle popolazioni europee ad abituarsi all’idea di fare a meno del fondamentale gas russo, senza del quale gran parte della produzione rallenta paurosamente (specialmente per noi italiani che dipendiamo al 40% da quel gas, con Di Maio corso ad Algeri a mendicare un aumento di fornitura). Con gli Usa che hanno costretto l’UE a darsi martellate sui cosiddetti rinunciando al gas russo (la Germania ha “dovuto” sospendere l’approvazione del concluso Nord Stream 2) perché si rifornisca del SUO altamente inquinante e impattante gas da scisti, estratto dal sottosuolo con chimica ed esplosioni, poi liquefatto e messo a -160° su navi cisterna speciali, scaricato in porti attrezzati (ce ne sono pochissimi) e rigassificato nelle altrettanto pochissime centrali speciali (in Italia solo due), e infine messi in tubi che non ci sono.
Una “transizione ecologica” per la quale dovremmo seguire i consigli della Gabanelli, o andare per boschi a tagliar legna, o mettere pale sui balconi… ma quale energia muoveranno gli apparati produttivi? Gas che mancherà (il consiglio dei ministri di ieri ha licenziato un decreto nel quale, tra l’altro, «si rende immediatamente attuabile» il razionamento di gas utilizzato «dalle centrali elettriche» e «nel settore termoelettrico»), carburante alle stelle, migliaia e migliaia di aziende che chiuderanno, licenziamenti di massa, insomma una bella e rassicurante prospettiva di povertà… il tutto per assicurare agli Usa il mantenimento della sua supremazia. Generosi o minchioni?
Obiettivi Usa? Dichiarato: la Russia. Non dichiarato: l’asse Berlino-Mosca. Intanto sul fronte della vendita del gas la Russia dirotta sui mercati asiatici: oltre alla Cina intasca anche l’India. Due paesi che insieme fanno più di due miliardi e mezzo di persone (contro i circa 400 milioni dei paesi Ue).
Mia modesta convinzione. Almeno per il momento non scoppierà la terza guerra mondiale. Perché ciò possa accadere dovrà essere soddisfatta una precisa precondizione: che tutti i principali contendenti abbiano eserciti regolari di leva addestrati alla bisogna e che le armi trabocchino negli arsenali militari. Gli Usa non difettano in armamenti ma mancano di un esercito di leva, l’Ue non ha né gli uni né gli altri, la Cina ha bisogno ancora di tempo per dotarsi del necessario armamentario. Attenzione, in Sudamerica c’è uno stato non di poco conto che non si è associato alla condanna alla Russia: il Brasile di Bolsonaro (e te credo, è fascista! strepitano i nostri cari antifà). (Antonio Catalano)

2 commenti:

  1. Il Corriere a tutta pagina:
    «Mamma, non sono più in Crimea. Sono in Ucraina, c'è una guerra vera qui. Bombardiamo tutte le città e puntiamo anche i civili. Ho paura»

    Ogni giorno pillole di propaganda da dare in pasto al popolino.
    Che la guerra sia un orrore non ci piove. Ma la pletora di informazioni della grancassa mediatica a senso unico fa venire il voltastomaco.

    Questi sono gli stessi signori che hanno diffuso la notizia secondo cui i 13 soldati ucraini asserragliati sull'isola dei serpenti, avevano rifiutato la resa e avrebbero combattuto eroicamente sino alla fine pur non di non arrendersi all'invasore russo .... notizia che tutti i giornali italiani hanno ripreso, paragonando questo evento alla battaglia delle termopili ..... salvo poi scoprire, per ammissione di questi stessi signori, che i 13 marinai si sono arresi e sono prigionieri a Sebastopoli ... per non parlare della leggenda del "ghost" di Kiev ... una sorta di barone rosso ucraino che nelle prime 12 ore avrebbe abbattuto quasi 50 aerei ucraini, e rivelatosi poi inesistente .... l'ospedale pediatrico di Kiev dato per bombardato, per poi smentire anche questo ... e poi la ciliegina .... Kiev è assediata, carri armati russi per le strade etc ... ma poi si scopre che in realtà russi si sono messi in marcia solo adesso ..... cioè ... in questa guerra non c'è una mezza notizia che sia vera e lo stato maggiore ucraino è il primo che diffonde fake news (legittimamente, dal loro punto di vista), ma i giornali italiani dovrebbero controllare meglio le notizie ....

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  2. L’Occidente moderno, dove trionfano i Rothschild, Soros, Schwab, Bill Gates e Zuckerberg, è la cosa più disgustosa della storia del mondo. Non è più l’Occidente della cultura mediterranea greco-romana, né il Medioevo cristiano, e nemmeno il ventesimo secolo violento e contraddittorio. È un cimitero di rifiuti tossici della civiltà, è anti-civilizzazione.

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