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mercoledì 13 aprile 2022

La decisione di dare armi agli ucraini

Persino la Meloni atlantista ieri sera a 'fuori dal coro'. E Alessandro Orsini, uno dei pochi non allineati, auspica milioni di schede bianche e un partito pacifista. Tra l'incudine della servitù atlantista e il martello di un disimpegno totale siamo messi proprio male. 
Con l'atlantismo spinto saremmo trascinati in una prevedibile catastrofe; con le schede bianche vincerebbero i sinistri che non disertano mai le urne e sono i diretti responsabili della piega presa dagli eventi. E non occorre un partito pacifista; ma politici che perseguano il bene comune e la pace vera, quella che non è mai separata da verità e giustizia e che solo il Signore dà ai Suoi...
Poi ci sono le sirene dei detonatori, quelli che enfatizzano gli eventi pro-Ucraina al fine ai alzare l'asticella dell'indignazione e corrispondenti reazioni.  Mentre resta  il dovere di ragionare sui  fatti, anche quando non coincidono con la propria visione politica, e soprattutto quando fanno fare alla guerra un salto di qualità, come l'impellente chiamata alle armi che risuona da troppi fronti.
Inoltre, soprattutto in un contesto del genere, le parole hanno un senso e non possono essere usate a caso. Zelenski - e chi per lui - loda Biden per aver accusato i Russi di genocidio. “Genocidio” nel dizionario e secondo l’Onu significa “Metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio degli individui e l'annullamento dei valori e dei documenti culturali”. In Ucraina è in corso una guerra, e alla guerra non sono estranei i  massacri, ma rispetto al genocidio ce ne corre.... E allora quello in corso nel Donbas negli ultimi 8 anni non andrebbe considerato, a maggior ragione, un genocidio visto che lì erano gli ucraini a prendersela con un determinato gruppo, quello russofono, non solo con le armi ma anche attraverso leggi che intendevano privarlo della propria eredità linguistica e culturale.
Potrei proseguire  con molte riflessioni analoghe; ma per ora riprendo quella più legata all'attualità. (M. G.)

La decisione di dare armi agli ucraini  

Borrel «Torno con una lista di armi di cui gli ucraini hanno bisogno.  E noi la seguiremo.»

Quando ripeto che la sinistra è la migliore ancella del capitalismo in salsa global liberista, quella progressista per intenderci, non è perché sia fissato o abbia qualche conto personale da regolare con questa parte politica; è che la realtà continuamente conferma questa tesi, la quale si può negare solo ricorrendo a una dose di sfacciataggine da cavallo. 

Sinistra paladina di quei valori astrattamente a difesa di libertà e democrazia, pacchetto contenente l’essenza dei valori del mercato globale, cui individuo e popoli devono soggiacere in nome della supremazia assoluta del profitto. Sinistra che nutre odio viscerale per il sovranismo… salvo che non sia quello ultranazionalista ucraino a sfondo nazistoide. Sinistra che intenzionalmente confonde i valori dell’età globale con quelli dell’Occidente, e il progresso con le proprie maniacali e perverse idee di azzeramento dell’antica civiltà dalla quale proveniamo. Sinistra che col suo governo in Spagna (socialisti, Pomedos e compagnia cantante) approva un progetto di riforma della scuola dell’obbligo in cui lo studio della filosofia e della storia sarà rimpiazzato da nuove materie come “memoria democratica”, “ecofemminismo”, “etica della cura”, “diritti LGBTQI+”; e con le altre materie che saranno trattate secondo un approccio che sostituirà alle “conoscenze” “gli atteggiamenti e le emozioni”. Quando questo cancro sarà debellato da un radicale e impietoso intervento chirurgico prima che tutto il corpo sociale vada in metastasi?

Non c’è nessuna contraddizione tra questa ristrutturazione globalista (che prima o poi proporranno anche da noi) nella scuola iberica e l’intrepida e guerrafondaia azione dell’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, il socialista spagnolo Joseph Borrel i Fontelles. Borrell, così come i nostri sinistri, tanto sensibili ed empatici, perfino per le oche, ringhia rabbia bavosa contro chi osa dubitare della propaganda Usa/nato. Ripeto ancora: solo polpette.

Borrell sta svolgendo una brillante azione a favore del coinvolgimento diretto dell’Europa nella questione ucraina. Naturalmente sotto stretta direzione americana. Tornato dall’incontro con Zelensky ha presentato una «chiara lista delle cose da fare». Lista di armi che devono essere consegnate con urgenza, per vincere «questa guerra sul campo di battaglia». E poi chiarisce, tanto per far capire come stanno le cose, che son queste infine a decidere, altro che sanzioni. «Ciò che fa la differenza in questo momento sono gli aiuti militari». Da lui quantificati finora in 1,5 miliardi di euro.

Biden&soci non hanno alcuna intenzione di favorire per il momento qualsivoglia ipotesi di trattativa. Ha ragione da vendere quindi il ministro degli esteri Lavrov Sergej Lavrov quando afferma: «Quel che ha detto Borrell in questo contesto aggressivo e senza precedenti, cambia significativamente le regole del gioco». «Le ultime dichiarazioni di Borrell» continua Lavrov «indicano che l’Ue vede Kiev come una testa di ponte per sopprimere la Federazione russa. Mai prima d’ora l’Ue ha parlato o agito come un’organizzazione militare». 

Ecco perché il pupazzo Zelensky (che non compie un passo o un selfie senza che Washington non voglia) insiste tanto per la consegna di armi, in attesa della battaglia finale nel Donbass. 

Visto a cosa serve Borrell e con lui tutta la truppa sinistra che, all’insaputa dei popoli europei, ha dichiarato guerra alla Russia? Almeno Mussolini lo fece dal famoso balcone urbi et orbe… altro che democrazia e articolo 11 della Costituzione.

C’è ancora qualche ingenuo in giro a pensare che tutto sia scaturito dall’“invasione” del 24 febbraio? 

A questo punto non resta da augurarci che i mercenari ucraini siano respinti e annientati sulle acque meridionali del Don. (Antonio Catalano)

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