Nella nostra traduzione da Acción Litúrgica la dimostrazione di come comincino a farsi palpabili i gravi danni provocati dal motu proprio Traditionis Custodes [vedi indice articoli] non solo per la conservazione della liturgia tradizionale, ma anche per la pace liturgica e l'unità della Chiesa. Appare un caso speculare all'ordinazione dei vescovi della FSSPX in stato di necessità.
Ordinazioni segrete a Brignoles
Il Monastero di San Benedetto, a Brignoles, di fronte al rifiuto dell'Ordinario del luogo Monsignor Dominique Rey e alla possibilità di sradicamento del Rito Romano antiquior dal monastero stesso, ha dovuto ricorrere all'ordinazione segreta di un sacerdote, di un diacono e di un suddiacono, da parte di un Vescovo, di cui non si conosce l'identità, che ha consentito a realizzarle.
Nonostante i monaci di Brignoles abbiano cercato di attuare la loro decisione senza scandalo, e informandone il Vescovo diocesano, tutto è finito in un conflitto tra la diocesi e alcuni monaci che vogliono solo seguire la loro vocazione di adorare Dio con l'antica liturgia della Chiesa.
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Comunicato del monastero [qui]Mentre era ancora in corso il dialogo con il nostro Vescovo, mons. Dominique Rey - avrebbe dovuto tenersi un incontro entro dieci giorni ed era previsto un colloquio telefonico per questa settimana - il Cancelliere della nostra diocesi ha inviato oggi al clero un comunicato incendiario causa di confusione, se non di scandalo, a cui dobbiamo rispondere.
Desideriamo innanzitutto affermare che abbiamo cercato di evitare pubblicità e scandali agendo con discrezione per camminare con il nostro vescovo attraverso un dialogo privato con lui. Alla luce di ciò, l'affermazione del Cancelliere - che contiene inesattezze e falsità canoniche e fattuali, forse dovute a una lettura errata del testo inglese - è precipitosa e solo per questo motivo è più che deplorevole.
Negli ultimi anni la nostra comunità monastica è stata frustrata dalla riluttanza o incapacità del nostro Vescovo di procedere con le ordinazioni necessarie da tempo, nonostante queste fossero state raccomandate da ben tre visitatori monastici, l'ultimo nel dicembre 2021. L'indicazione era fondata su una cosiddetta “prudenza” – anche se è diventato sempre più chiaro che questa “prudenza” si basa sul timore di ripercussioni, timore accresciuto dalla recente visita della Santa Sede al seminario diocesano. Mons. Rey ha più volte ribadito che questa “prudenza” non si basa su alcun dubbio sostanziale sull'idoneità di alcun candidato, sulla necessità del monastero per le ordinazioni, o sul bene che ne scaturirebbe.
Desideriamo dire che comprendiamo molte delle pressioni subìte dal vescovo Rey e che il suo giudizio su queste questioni non deriva da una volontà positiva da parte sua di infliggerci sofferenza, o dal desiderio di agire ingiustamente. Anche dal suo sentirsi intrappolato e incapace di procedere a causa di fattori esterni deriva un'ingiustizia effettiva, la sua buona volontà e paternità sono state una benedizione della quale ringraziamo Dio Onnipotente.
I provvedimenti emanati nell'ultimo anno dalla Santa Sede nei confronti dell'usus antiquior, in particolare le risposte del dicembre 2021 dell'arcivescovo Roche [qui - qui - qui - qui], hanno esacerbato questa situazione. Il divieto generalizzato delle ordinazioni ha messo noi, le nostre vocazioni e i nostri candidati in una posizione impossibile. L'integrità della nostra osservanza, liturgica e monastica, è gravemente compromessa. Ciò che un Successore di Pietro ci ha assicurato essere vero è contraddetto da un altro. Il contenuto dei voti che abbiamo preso davanti a Dio è stato radicalmente alterato. Questa situazione è di per sé uno scandalo ed è insostenibile.
A gennaio mons. Rey ci ha informato che non poteva procedere con le ordinazioni raccomandate nel rapporto della Visitazione dello scorso dicembre. Ci siamo consultati con amici, compresi autorevoli prelati, riguardo alla nostra situazione apparentemente impossibile. Nelle nostre conversazioni abbiamo sottolineato il nostro rispetto per il Vescovo e la nostra comprensione della sua posizione, così come la nostra situazione difficile. Il Priore si è recato in pellegrinaggio per pregare per l'unità della Chiesa presso la tomba di San Pietro nella festa della sua Cattedra. Un prelato autorevole si è offerto di conferire le ordinazioni se il vescovo Rey non fosse stato in grado di farlo. Questa offerta ci ha sorpresi: Non avevamo fatto a nessuno alcuna richiesta di ordinazione.
Il nostro priore ha incontrato ancora una volta il vescovo Rey per vedere se ci fosse qualche altra via da seguire. Ma ancora una volta è apparso chiaro che non poteva prendere in considerazione l'idea di ordinare i nostri monaci. La nostra frustrazione per questa situazione si è trasformata in una paura sostanziale e grave. E se la Santa Sede rimuovesse il Vescovo? E se la Santa Sede ci sopprimesse insieme ad altre comunità tradizionali che sono 'solo' Associazioni di fedeli? Senza un sacerdote non potremmo nemmeno sperare di resistere alla tempesta in attesa di giorni migliori. E se i sacerdoti diocesani che devono offrire la Messa non potessero più venire, saremmo senza Messa, come già accaduto.
Abbiamo portato con noi tutte queste preoccupazioni nelle profondità della Quaresima. Le abbiamo studiate e ci abbiamo pregato su molto. Le abbiamo poste sotto il patrocinio del nostro Santo Padre San Benedetto, il giorno della cui festa abbiamo deciso di accettare l'offerta che ci è stata fatta da questo autorevole Prelato, considerandola una chiamata agli Ordini giustamente fatta da un fedele successore degli Apostoli in circostanze davvero eccezionali.
Abbiamo preso questa decisione in buona coscienza davanti a Dio Onnipotente, sapendo che potrebbe apparire come una disobbedienza materiale, ma con la convinzione che fosse per il bene ultimo delle anime in una situazione davvero straordinaria nella vita della Chiesa temendo che, se non avessimo accettato questa opportunità provvidenziale, le nostre stesse vocazioni e quelle dei giovani che desiderano aggregarsi a noi, sarebbero messe a repentaglio, se non perdute. Ci ha pervasi una grande pace rispetto a questa decisione.
Pertanto, nel mese di aprile, il predetto autorevole prelato, in piena comunione con la Santa Sede, ha ordinato uno dei nostri monaci al Suddiaconato e al Diaconato nei giorni successivi, e ha ordinato il nostro Priore al Sacerdozio secondo l'usus antiquior del rito romano in un luogo discreto fuori dalla Francia. Nessun compenso è stato richiesto o offerto, dato o accettato. Le ordinazioni sono state precedute dai necessari giuramenti e sono state debitamente certificate e testimoniate. Non riveleremo il nome del prelato ordinante.
La pena inflitta a norma del can. 1388 § 1 — se fosse stata effettivamente incorsa, date le disposizioni del can. 1323 — veniva rimessa a norma del can. 1355 § 2. [secondo la numerazione del Codice a dicembre 2021].
Al nostro ritorno abbiamo scritto al vescovo Rey per informarlo e per chiedere di incontrarci e vedere insieme come procedere. Siamo decisi a rimanere fedeli ai nostri voti nella nostra proprietà a Brignoles, qualunque cosa accada. Questo è il nostro dovere e la nostra vocazione davanti a Dio. Abbiamo agito in buona fede, anche se per necessità al di fuori delle norme canoniche, e nonostante tutto desideriamo rimanere in buoni rapporti e comunione con il nostro Vescovo, i suoi successori e la diocesi.
Abbiamo affermato al vescovo Rey che se ritenesse di doverci sanzionare pubblicamente, rimarremo qui e vivremo fedelmente i nostri voti e aspetteremo tempi migliori, proprio come fece Dom Gerard quando fu sanzionato nel 1974 per aver permesso che un vescovo conferisse gli ordini minori ai monaci del suo nascente monastero. Quindici anni dopo fu benedetto come primo abate di Le Barroux.
Per discrezione, e per lasciare libero il Vescovo di decidere come procedere, abbiamo tenuto segreto il fatto delle ordinazioni e non abbiamo esercitato il ministero pubblico. Ma abbiamo anche detto, pregando il vescovo di evitare lo scandalo, di provvedere sacerdoti per la messa. Davanti a Dio Onnipotente non possiamo permettere che il monastero venga nuovamente privato della Santa Messa o dei sacramenti.
Abbiamo chiesto e ricevuto la promessa di conversazioni private prima di vederle poi rifiutate. Abbiamo ricevuto dal Cancelliere richieste perentorie dal tono molto diverso rispetto ai messaggi inviati dal vescovo. Ci sono state riferite inaccettabili indiscrezioni nei nostri confronti da parte del Cancelliere. E infine abbiamo ricevuto una “dichiarazione” di sospensione degli ordini ricevuti, sospensione già canonicamente rimessa.
La dichiarazione odierna del Cancelliere, trasmessaci di terza mano, contiene questioni che non ci sono state comunicate, nonché gravi inesattezze. Non possiamo pensare che il vescovo Rey le abbia autorizzate con cognizione di causa.
Restiamo fiduciosi che il dialogo e la riconciliazione siano possibili. Questa è la nostra fervente speranza e preghiera.
Chiediamo perdono a chiunque possa trovare angosciosa questa situazione, come del resto è per noi, e chiediamo a tutti di comprendere come innanzitutto dobbiamo rimanere fedeli alla nostra vocazione di una vita benedettina tradizionale di preghiera e di lavoro, ratificata e benedetta dal nostro Vescovo nei nostri statuti e costituzioni fondamentali, e ai nostri voti, presi davanti a Dio Onnipotente secondo essi. Viviamo così ormai da più di dieci anni e preghiamo Dio che ci conceda di farlo per molti altri ancora in fruttuosa comunione con Lui.
Va notato che chiunque desideri utilizzare questa come un'occasione per attacchi ad hominem contro uno qualsiasi dei monaci dovrebbe sapere che in nessuna occasione il vescovo ha avuto motivo di censurarli riguardo alla fede o alla morale. Nel rispetto del Priore, che Mons. Rey ha invitato in diocesi e incardinato nel giugno 2009 dopo tutte le dovute consultazioni e le necessarie procedure, va sottolineato che il Vescovo lo ha giudicato idoneo come superiore del monastero tanto recentemente quanto al momento del rinnovo degli statuti nel gennaio 2022. Tutti gli altri monaci sono stati ammessi e formati secondo le procedure corrette, anzi più severe di quelle in essere in altre comunità della diocesi.
Affidiamo il monastero e le nostre vocazioni alla Beata Vergine di Fatima, offrendo tutte le sofferenze che dobbiamo sopportare per la riparazione dei nostri peccati, per la libertà e l'unità della Chiesa, per la nostra diocesi e per il Vescovo Rey. - Fonte
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Che vergogna incredibile. Aveva ragione San Pio X sulla gravità assoluta del. MODERNISMO. Purtroppo questa sintesi di tutte le eresie prospera nella Roma conciliare
RispondiEliminaStefano Gizzi
Che disastro, poveri monaci. Perché la Santa Sede ha tanta paura dell'antica tradizione nei riti e nelle consacrazioni sacerdotali? Questo è accanimento contro la trafizione bimillenaria della nostra Chiesa.
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