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lunedì 9 maggio 2022

Quando qualcosa non risponde alle promesse, qualunque cosa si faccia, dovrebbe essere un segno che è un prodotto degli uomini e non di Dio

Una riflessione di Peter Kwasniewski sul recente discorso di Bergoglio [qui] da me tradotta da Defense of the Immemorial Roman Rite: Traditionis Custodes v. Summorum Pont. Quando qualcosa non risponde alle promesse, qualunque cosa si faccia, dovrebbe essere un segno che è un prodotto degli uomini e non di Dio. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes e Responsa.

Riflettendo ancora sul discorso del Papa di ieri (7 maggio) [qui], ciò che più mi stupisce è la totale disconnessione tra la narrazione ufficiale e la realtà sul campo.
Da oltre 50 anni, gli artefici, i sostenitori e gli esecutori della riforma liturgica hanno avuto ogni opportunità, risorsa e vantaggio per promuovere le glorie dei loro nuovi riti. Hanno avuto alle spalle la forza più potente del mondo (il papato) e tutte le conferenze episcopali del globo; tutti i dipartimenti universitari, gli istituti, i seminari e le cancellerie; tutta la propaganda e i diritti di pubblicazione; e finanziamenti quasi illimitati.
Eppure il loro lavoro raramente ha generato un notevole entusiasmo tra i fedeli. Al massimo, è stato accolto come "ciò che le autorità richiedono”. Alcuni lo hanno accettato con rimpianti o dubbi. Alcuni l'hanno usato come scusa per concedersi il gioco di una "Liturgia fai da te” In molti hanno semplicemente lasciato la Chiesa e non sono più tornati. (Vero, le ragioni di quell'esodo erano diverse, ma non c'è dubbio che molti non potessero più riconoscere nella liturgia i segni della vera Chiesa: una, santa, cattolica, apostolica).
Nel frattempo, la liturgia tradizionale continuava, nonostante ogni inconveniente immaginabile. Il Papa era contrario. La maggior parte dei vescovi era contraria. Il clero di solito non si preoccupa di ascoltare i "malcontenti”. I laici spesso non sapevano come organizzarsi o raggiungere i loro scopi. Il suo più grande apologeta in inglese era un insegnante (Michael Davies) [vedi] che nessun liturgista di professione si sarebbe degnato di menzionare.
Eppure, il movimento è ostinatamente avanzato. Alcuni vescovi e cardinali hanno iniziato a celebrare pubblicamente l'antico rito. Le comunità sacerdotali e religiose tradizionali hanno mantenuto un ritmo di crescita costante in un momento in cui le vocazioni erano penose. Poi Giovanni Paolo II ha riconosciuto le "giuste aspirazioni" degli amanti della tradizione, e infine Benedetto XVI le ha riscattate confermando che il tradizionale rito romano non era mai stato abrogato e che rimane un patrimonio "sacro e grande" per tutti di noi. Ancora oggi, la liturgia tradizionale genera un entusiasmo gioioso riconoscibile nelle panche piene, nelle copiose presenze di servizio all'altare, nei cori e negli studiosi che cantano musica di rango, nei gruppi di vario genere, ecc. ecc.
Consideriamo i fatti, allora.
La liturgia riformata ha goduto di ogni vantaggio possibile, e non è riuscita a portare né al notevole recupero di partecipazione dei laici né alla ri-cristianizzazione del mondo promessa come unica giustificazione. In molte nazioni occidentali il numero di persone che frequentano la messa si è ridotto ad una mera frazione dei battezzati, e persino il battesimo, il matrimonio e i funerali in chiesa sono sempre più abbandonati. I preti negli USA sono, ormai, ben consapevoli del fatto che le congregazioni che seguono il Novus Ordo sono diminuite di un terzo a causa della chiusura da COVID. Queste persone non tornano e rappresentano il recente più grande esodo dopo quello dell'immediato post-Concilio.
Nel frattempo, il movimento tradizionale ha sofferto ogni svantaggio, ma fin dal suo inizio a metà degli anni '60 non ha mai smesso di crescere. Esso è ampiamente caratterizzato da famiglie generosamente aperte alla vita e da un abbondante fioritura (in proporzione) di vocazioni sacerdotali e religiose. Fedeli cattolici disgustati dalle politiche legate al COVID (no Messa, no comunione sulla lingua ecc.) [vedi] sono migrati nelle comunità tradizionali e hanno trovato una nuova casa nell'unico posto in città dove potevano trovare una Messa o una venerazione eucaristica; e un altro afflusso si è verificato dopo che il Papa ha fornito pubblicità gratuita con il suo motu proprio.
Gli alberi devono essere giudicati dai loro frutti, dice Nostro Signore. Non abbiamo bisogno di un'udienza con il Papa per poter interpretare i segni del tempo; non abbiamo bisogno di un istituto liturgico di Roma che ci dica dove sta effettivamente avvenendo il rinnovamento liturgico, e dove sta fallendo. (Peter Kwasniewski)

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