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giovedì 16 giugno 2022

Sinodo sulla sinodalità: un disastro annunciato in via di realizzazione

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La fase diocesana del Sinodo sulla sinodalità in Spagna si è conclusa l'11 giugno 2022 con un'assemblea sinodale finale della Conferenza episcopale spagnola, svoltasi a Madrid, e con la chiusura ufficiale della fase sinodale in Spagna. A quest'ultima assemblea hanno partecipato diversi membri sinodali laici.

L'Assemblea ha presentato la sintesi finale dei documenti raccolti durante la fase diocesana. Dall'apertura del Sinodo, 10 ottobre 2021, fino alla sua chiusura in Spagna, 11 giugno 2022, sono state coinvolte tutte le diocesi spagnole, le congregazioni religiose, gli istituti di vita secolare e contemplativa, i movimenti apostolici e molte altre istituzioni apostoliche.

In Spagna, 14.000 gruppi sinodali hanno preso parte a questo cammino comune, coinvolgendo più di 215.000 persone, principalmente laici, ma anche consacrati, religiosi, sacerdoti e vescovi.

Sono state coinvolte tutte le 70 diocesi, con 13.500 gruppi parrocchiali, numerose congregazioni religiose e 11 CONFER regionali, 215 monasteri di clausura, 20 Caritas diocesane, 37 movimenti e associazioni laicali, 21 istituti secolari. Il documento specifica:
"La chiamata di papa Francesco a partecipare al Sinodo è stata accolta con entusiasmo e speranza, e si è compreso che lo scopo di questa fase diocesana non era rispondere a un questionario ma iniziare a inserire la sinodalità come parte fondamentale per l'essere del Chiesa e lo “stile sinodale” che ne deriva come modo appropriato di fare Chiesa."
Il documento fa un'interessante osservazione sulla liturgia
"Troviamo che la liturgia è vissuta in modo freddo, passivo, ritualizzato, monotono e distante. Ciò è in gran parte dovuto a una mancanza di formazione nei suoi contenuti, che porta a un malinteso di cosa sia e cosa significhi, e a una mancanza di partecipazione al suo sviluppo, che porta all'indifferenza."
Al lettore che non è nato ieri, il paragone è evidente: sono gli stessi rimproveri che si rivolgevano alla Messa tridentina per poterla sostituire con una celebrazione entusiasta, gioiosa, attiva... più di 50 anni fa. Che ammissione! Il documento prosegue:
"Per questo è essenziale rafforzare la formazione liturgica e promuovere una partecipazione viva e fruttuosa attraverso la creazione di gruppi di animazione liturgica. Occorre anche riflettere seriamente sull'adattamento delle lingue, degli abiti e di alcuni riti più lontani dal tempo presente", tutte cose iscritte nel Concilio da quasi 60 anni...
Il documento prosegue con i principali temi affrontati: "l'ascolto", che riguarda l'accoglienza delle persone bisognose di sostegno – in particolare i divorziati risposati o le persone LGBT. La necessità della formazione: il documento riconosce che i laici sono spesso poco formati, ma non si impegnano a colmare questa lacuna.

Eppure auspicano la corresponsabilità dei fedeli laici – quindi senza formazione - così come una lotta all'autoritarismo. Come prendere una decisione se si ha solo una formazione carente? Senza dimenticare che l'autorità nella Chiesa è stata data da Dio alla gerarchia e ai suoi assistenti: vescovi e parroci.

Sostengono anche il dialogo con il mondo, "abbandonano la visione di una Chiesa di contenimento per passare a un'autentica Chiesa di uscita". Perché "la Chiesa è percepita come un'istituzione reazionaria, con poche proposte, lontana dal mondo di oggi". A ragione, perché questo mondo, e in particolare quello di oggi, si oppone alla Chiesa.

Occorre arrivare a "certi temi specifici che hanno trovato una forte risonanza".

Che Chiesa è questa?
Questi temi ce lo riveleranno.

"Innanzitutto il riferimento al ruolo della donna nella Chiesa come una preoccupazione, una necessità e un'opportunità. Si apprezza la loro importanza nella costruzione e nel mantenimento delle nostre comunità e si ritiene essenziale la loro presenza negli organi di responsabilità e decisionali della Chiesa."

"Vi è una chiara preoccupazione per la limitata presenza e partecipazione dei giovani alla vita e alla missione della Chiesa."

"La famiglia è considerata un ambito prioritario per l'evangelizzazione."

"Il tema dell'abuso sessuale, dell'abuso di potere e dell'abuso di coscienza nella Chiesa ha avuto un'eco importante, evidenziando la necessità del perdono, dell'accompagnamento e della riparazione."

"C'era un sentimento di maggioranza sulla necessità di istituzionalizzare e rafforzare i ministeri laicali."

"Una particolare attenzione va data al tema del dialogo con le altre confessioni cristiane e le altre religioni. Riconosciamo che abbiamo poca esperienza ecumenica nelle nostre comunità, ma comprendiamo la necessità di stabilire questo dialogo dove non esiste."

Infine, senza attendere l'esito del Sinodo, il documento sottolinea l'appello rivolto a tutti "a camminare insieme e a rinnovare e accrescere il nostro modo di partecipare alla Chiesa, dal profondo del suo mistero, nei due aspetti che la definiscono: comunione e missione."

"Questa chiamata implica rispondere a tre urgenze chiaramente intrecciate: aumentare la sinodalità, promuovere la partecipazione dei laici e superare il clericalismo."

Infine – last but not least – "sebbene si tratti di questioni poste solo in alcune diocesi, e da un numero ristretto di gruppi o di individui, riteniamo opportuno inserire la richiesta che essi formulano circa la necessità di approfondire il discernimento sulla questione del celibato facoltativo dei sacerdoti e l'ordinazione di persone sposate; in misura minore si è posta anche la questione dell'ordinazione delle donne".

Quest'ultima inclusione ha introdotto zizzania tra i vescovi spagnoli, tra coloro che sostengono fermamente la dottrina cattolica e coloro che sono pronti a svenderla sull'altare della sinodalità.

Come era facile prevedere, e come è stato detto da più parti, questo Sinodo, un vero e proprio brainstorming in salsa cattolica, sullo sfondo di un attacco all'autorità e dell'introduzione di una buona dose di democrazia nel governo della Chiesa, porterà inevitabilmente a una cacofonia crescente da cui possono emergere solo più confusione e, in definitiva, divisione. Triste risultato per un "camminare insieme".
(Fonte: InfoCatolica/conferenciaepiscopal.es – FSSPX.Actualités)

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