Leggo su Infovaticana che, appena nominato cardinale nel recente concistoro, Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha approfittato di un'intervista per attaccare ancora una volta i suoi nemici prediletti, i fedeli seguaci del rito tradizionale.
In un'intervista alla Radio Vaticana, Roche ha censurato i seguaci della Messa tradizionale per il loro "opporsi ostinatamente" a quanto "ha decretato la Chiesa", "il che è molto grave". Roche ha detto che "alla fine le persone [in Vaticano] devono chiedersi: sono davvero cattolico o sono piuttosto protestante?"
È paradossale che il nuovo cardinale accusi di protestantesimo i seguaci del rito che per secoli ha alimentato la fede dei santi, quando è noto che uno degli obiettivi dell'artefice del Novus Ordo, il cardinale Annibale Bugnini, era rendere la Messa un rito più simile a quello della Cena delle Chiese riformate, al punto da circondarsi di protestanti come consiglieri.
Per il resto, la gerarchia vaticana si è mostrata in questi anni straordinariamente vicina alle Chiese riformate, arrivando a definire l'eresiarca Lutero un "testimone del Vangelo", tanto che è sconcertante sentirne il termine "Protestante" come critica sulla bocca di uno degli uomini più vicini al Papa.
Roche insiste sul fatto che se si rifiutano le "disposizioni" di un Concilio "ci si mette ai margini, ai margini della Chiesa, si sta diventando più protestanti che cattolici".
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