Ieri Henry Kissinger, il grande vecchio in persona, ha premiato Mario Draghi, a New York, come "statista dell'anno".
Il premio gli è stato conferito dall' Appeal of Conscience Foundation, presieduta dal rabbino Arthur Scheider. Si tratta di una fondazione che promuove nel mondo la "libertà di culto".
Non si capisce che cosa c'entri Draghi con la libertà di culto, se non si sospettasse a ragione che il culto sia quello del dio denaro. Quindi anche degli interessi così ben tutelati di Big Pharma e di Big Tech. E di Wall Street, ovviamente.
Durante la premiazione, Draghi ha ringraziato Kissinger e Schneier sostenendo che occorre combattere le "autocrazie" (vedi alla voce Russia) in nome dei valori "della democrazia, dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, della solidarietà globale".
Ovviamente Draghi difende la "democrazia" dei mercati finanziari; lo "stato di diritto" della dittatura sanitaria (ricordate il "chi non si vaccina muore. E fa morire"?); la "solidarietà globale" delle armi e delle sanzioni. E i "diritti umani", quelli senz'altro, dell'individuo astratto senza appartenenze, radici e identità.
Infatti il presidente Joe Biden ha ringraziato Draghi per "il suo lavoro che ha fatto avanzare i diritti umani nel mondo". Ci mancherebbe.
Che dire? Che queste notizie sono meravigliose, perché svelano, al di fuori di ogni "complottismo", chi davvero comanda il cosiddetto Occidente. E cosa si celi dietro tante bella e falsa retorica.
P:S: Alla premiazione poteva forse mancare il Vaticano pachamamico di Bergoglio? Ovviamente no. Infatti era presente nella persona del segretario di Stato, Piero Parolin. (Martino Mora)
Draghi vola a New York alla sede ONU, per "rassicurare il mondo finanziario, politico e diplomatico sull' affidabilità dell'Italia".
Tranquilli amici, sembra dire mirando negli occhi un Enry Kissinger che lo guarda come si guarda un discepolo ben riuscito, la ignobile baraccata di Domenica, sarà assolutamente asettica, niente cambierà la rotta del pilota automatico. La vendemmia continua.
E riceve il premio di statista dell'anno, in una sede che non rappresenta assolutamente lo Stato, ma la sua totale dissoluzione.
Guterres lo riceve in pompa magna, parlando da un leggio da dove spunta una bella ruota a spicchi colorati, che la nostra gente più perspicace crede un omaggio alla ruota della fortuna di Mike Buongiorno.
Nello stesso tempo, il presidente del PD, che scriveva a Monti di credere nei miracoli a marca Bilderberg, corre a Berlino.
Insomma, questo paese, esiste solo in quanto dipendente a autorizzato da altri; Il suo amaro destino è deciso in altre sedi, mentre una mandria ormai perduta, si preoccupa del destino di Allegri o dei culi dell'isola dei famosi.
Cinquant'anni di bestialità sapientemente indotta, condita dall'egoismo più suicida che si sia mai visto, sono riusciti in un miracolo inarrivabile (a proposito di Letta): nel culmine di un fondo mai raggiunto prima, la gente non lo vede neanche; e devi spiegare che effettivamente sta piovendo, spesso guardato come un marziano, mentre l'acqua ha superato la cintola e i fulmini ci cadono addosso.
E a proposito di temporali "propiziati", in questa terra di nessuno (e quindi di tutti), nel pieno della tragedia marchigiana che grida vendetta al cielo, le nostre amabili televisioni non hanno di meglio da fare che sintonizzarsi, per tutta la giornata incessantemente, su un altro funerale che non ci riguarda, se non per uno yacht che trent'anni fa fece scendere la notte su questa terra, considerata, proprio dal matusalemme di cui sopra "niente altro che la nostra migliore portaerei nel mediterraneo".
E allora tutti inchinati alla regina; che spogliata dalla morte di tutte le inutilità e le illusioni mondane, ha sicuramente scoperto due cose: che davanti a questo appuntamento inevitabile che riguarda tutti, il sangue blu, le corone e i castelli non contano nulla e che di Re, di Vero Re, che il mondo lo ha salvato con il suo preziosissimo sangue, ne esiste uno e uno solo. (Marco Palladino)
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