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venerdì 23 settembre 2022

La scelta della scuola parentale contro la progressiva secolarizzazione e ideologizzazione della scuola pubblica, sia essa paritaria o statale.

Ricevo da un caro lettore e volentieri pubblico una riflessione riguardo al dovere di noi cattolici di dover scegliere l'istruzione parentale (o, comunque sia, non statale) contro le derive del laicismo attuale.
La scelta della scuola parentale contro la progressiva secolarizzazione e ideologizzazione della scuola pubblica, sia essa paritaria o statale.

Ormai è sempre più chiaro come la situazione della scuola italiana sia del tutto fuori controllo. L’ultimo rapporto ISTAT, infatti, evidenzia un declino sempre più marcato nell’acquisizione delle “competenze” (termine politicamente corretto in cui potenzialmente confluisce di tutto) da parte dei nostri bambini e ragazzi, soprattutto nei campi della comprensione del testo e della matematica. Questo declino non può essere imputato ad una sola causa, né all’ultimo scellerato periodo di governo (incentrato su DAD sgangherate e malfunzionanti e su un’ossessione per norme igienico-sanitarie al limite del patologico che, se fossero state proposte 3 anni fa, sarebbero state ritenute pura distopia).

Le cause profonde sono molte, e non sempre facili da ricondurre ad una precisa fazione o partito politico, quanto piuttosto alla progressiva secolarizzazione e ideologizzazione della scuola pubblica, sia essa paritaria o statale. Naturalmente, la sinistra ha giocato un ruolo fondamentale in questo, e non da adesso ma dagli anni Cinquanta; tuttavia, è anche da evidenziare come le presunte forze “di destra” (in realtà per lo più liberali, e quindi appartenenti alla sinistra storica) abbiano fatto poco o niente per arginare queste derive, che hanno dei connotati ben precisi. Ad esempio, in Italia la scuola parentale e privata viene ancora oggi vista con un certo sospetto, ed il motivo è presto detto: sebbene non sia illegale (contra Lorenzin, quella stessa ex-ministro che ha fatto di tutto per introdurre obblighi vaccinali e riforme della sanità al limite dell’assurdo, ma nel pieno contesto di una politicizzazione progressiva anche di questo aspetto della nostra società non ancora del tutto in mano alla sinistra), il valore di queste scuole e persino delle paritarie stesse (specie quelle di ispirazione cattolica) non viene riconosciuto dal potere politico, che anzi lo osteggia e lo umilia. 

Non si può definire altrimenti questo atteggiamento per cui, in barba alla Costituzione (ma, prima ancora di essa, al buonsenso ed al diritto dei genitori di scegliere la scuola ed il tipo di educazione da impartire ai loro figli), le scuole paritarie e, soprattutto, private e parentali gravano completamente sulle spalle delle famiglie. L’idea (o meglio, l’ideologia statalista) di base infatti è che i figli siano una proprietà dello Stato, il quale decide non solo ciò che è vero e ciò che è falso (usurpando, anche qui, un ruolo che sarebbe proprio della religione, della morale, della filosofia), ma pure ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Il modo migliore, ovviamente, è iniziare l’indottrinamento dei figli fin da subito: sono infatti molto preoccupanti le parole di Letta (ma anche di altre forze politiche, vedasi Italia Viva) e vanno viste in questo contesto le spinte nei confronti di un obbligo scolastico sempre più esteso ed una “alternanza scuola-lavoro” sempre più presente, utile per fare avere alle aziende una marea di schiavi sottopagati sottratti allo studio e sempre meno presenti in famiglia ma non inquadrati in regolari contratti lavorativi. Il leader del PD si è spinto oltre: al Meeting di Rimini (testimonianza del decadimento di un progetto identitario cattolico, naufragato miseramente nel perseguimento del Potere politico perdendo di vista l’essenza evangelica e della Dottrina sociale), infatti, Letta ha detto che pure l’asilo dev’essere obbligatorio per i nostri figli. Questa non è una casualità: leggendo i programmi politici di certe forze di sinistra, infatti, è evidente il desiderio di una sessualizzazione sempre più precoce di bambini e ragazzi (per la gioia di pedofili e pederasti), un progressivo indottrinamento all’ideologia di genere ed al politicamente corretto in salsa gender-woke, insomma ad una generale corruzione, in chiave anti-cattolica ed anti-italiana, dei nostri figli. Con la scusa di contrastare il bullismo (in verità mai così presente come oggi, specie proprio contro coloro che si dichiarano apertamente credenti, unica categoria che tutti vengono incitati ad odiare sin dai faziosi testi in uso in molte scuole) e di “includere” potenti e ricche “minoranze”, si propaganda volontariamente di tutto, con l’obiettivo, neanche troppo celato, di sessualizzare bambini che a malapena sanno leggere e scrivere, scandalizzando proprio quegli innocenti di cui ci ammonisce il Divino Maestro (cfr. Mt 18, 3-7).

Reputare simili atteggiamenti come il prodotto dai mera casualità o trasandata ignoranza od ateismo, e non inquadrarli invece nel genere tentativo di scristianizzare il nostro Paese (peraltro, con la ormai aperta complicità di molte istituzioni ecclesiastiche, che non solo non vegliano più se certe derive ma che, anzi, se ne fanno alfieri – vedasi, per esempio, quanto sta accadendo ora all’eretico Sinodo tedesco), al fine di ricavare una popolazione sempre più manipolabile ed obbediente da plasmare a proprio piacimento, è un atteggiamento quantomeno miope. Lo abbiamo visto proprio in questi ultimi anni: regole assurde sono state prese come verità indiscutibili, “obblighi” che tali non erano (ma che sono stati imposti da scuole, università, datori di lavoro come vere e proprie rivelazioni divine mentre al contempo neppure si poteva andare a Messa e le acquasantiere sono state prosciugate, ventri sterili di un cursus Ecclesiae che ha ormai ben superato la mezza età nella sua incapacità di riferirsi all’Eterno, sempre antico e contemporaneamente sempre giovane) rispettati pedissequamente, fino a follie vere e proprie (vedasi, ad esempio, l’assurdità di gente che fa il bagno in mezzo al mare o a va a correre con la mascherina calata sul volto, peraltro contro una legge dello Stato che impone di essere riconoscibili nei luoghi pubblici e cha ha la priorità su qualsiasi DPCM incostituzionale). In Italia va bene non andare a Messa, va bene commettere anche crimini contro la collettività oltre che al cospetto di Dio (vedasi il lavoro in nero e lo sfruttamento dei clandestini, schiavi utilizzati come manodopera a bassissimo costo al posto degli italiani, in verità affamati anch’essi di lavoro ma, semplicemente, non ancora disposti a faticare per 2 euro l’ora), ma guai a coloro che non mettono la mascherina! Guai a coloro che osano ricordare che c’è una moralità ben più elevata (politica e non) rispetto a quella di soggetti come taluni nostri esponenti politici! Guai a coloro che ribadiscono il primato di una coscienza rettamente formata dinanzi alle leggi dello Stato, e del dovere di rifiutarsi di seguire certi meschini politicanti!

In tutto questo, è imperativa la riscoperta di realtà autenticamente e profondamente cattoliche, in cui sia centrale Dio (dalla preghiera mattutina al Rosario assieme) prima ancora che l’imparare a leggere, scrivere e far di conto. Mentre il resto del mondo abbassa gli standard, perché il confronto con la scuola di cinquant’anni fa (come già detto, in cui si scorgevano i prodromi dello sfacelo attuale ma che almeno era ancora inserita in un contesto sociale per lo più sano) sarebbe impietoso e si preferisce insegnare ai bambini ad andare a scuola dalle drag-queen che non imparare, effettivamente, nozioni ed un’educazione che permetta di renderli cristiani (e, quindi, cittadini) liberi e consapevoli. Sebbene siano numerosi i politici, infatti, che si riempiono la bocca di questi termini travisandoli volutamente (a tal proposito, resta una pietra miliare per capire l’inganno l’enciclica del 20 giugno 1888 di S. S. Leone XIII Libertas, breve e gratuitamente disponibile sul sito ufficiale del Vaticano), pochi oggi sanno davvero cosa siano e cosa comporti l’esercizio della propria libertà, e come questa proceda da Dio e da Dio solo (cfr. Gv 14, 6-7).

In tal senso, però, gli ultimi anni hanno aperto gli occhi a molti: un’istruzione che non forma ma rende ignoranti, che non costruisce ma distrugge, che non si fonda sul Vero e sul Bello ma sulle falsità televisive, sul brutto, sull’immorale, sull’osceno non può insegnare niente a nessuno, foss’anche propugnata dai migliori insegnanti del mondo. In tal senso, infatti, sorgono nuove realtà di scuola parentale un po’ ovunque, dalle “storiche” e ormai ben note iniziative della Fraternità San Pio X a Sant’Albano Laziale e della Scuola Chesterton a San Benedetto del Tronto fino a Precettori.it (un formidabile tentativo di costruire un DAD, o meglio un supporto, per le famiglie cattoliche in scuola parentale, di qualità, costruito attorno alla Santa Messa) sino a realtà come per esempio la famosa “Compagnia dei Tipi Loschi del beato Giorgio Frassati” a Grottamare, in provincia di Ascoli Piceno. L’obiettivo è chiaro, il compito arduo (specialmente da parte delle famiglie, dato che riceveranno poco o nessun sostegno, non solo dallo Stato ma anche dalle stesse parrocchie e “cammini”) ma nessuno potrà sottarsene: l’unico modo per costruire il nostro futuro è custodire il nostro passato e trasmetterlo ai nostri figli, senza rinunciare né alla vera carità cristiana né alla conoscenza. Tutti gli altri tentativi, la decostruzione in corso, il passaggio dagli archetipi agli stereotipi (proprio da parte di coloro che, a parole, desiderano combatterli), infine il diluire la Vera Religione cattolica in una pappetta annacquata e che lasci il peccatore impenitente nelle braccia del diavolo sono destinati a fallire, peggio ancora: a trascinarci tutti quanti nell’abisso da cui sono stati ispirati.
EquesFidus
21/09/2022
Festa di San Matteo Apostolo ed Evangelista

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