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sabato 1 ottobre 2022

Continuano le profanazioni: in Belgio lo Yoga si fa in chiesa

Estrapolo da Informazione Cattolica [qui]

Continuano le profanazioni: in Belgio lo Yoga si fa in chiesa
 
Ogni mercoledì dei mesi di luglio e agosto scorsi, la chiesa Saint-Jacques-sur-Coudenberg (di San Giacomo a Coudenberg, Anversa, in Belgio), ha offerto lezioni di yoga ai suoi parrocchiani.

I banchi della navata centrale vicino all’altare sono stati rimossi appositamente per consentire ai partecipanti di avere a disposizione un ampio spazio per lo ‘yoga nello spazio sacro’.

È superfluo dire che queste lezioni di yoga hanno avuto il pieno sostegno del parroco Bruno Aerts e del vescovo locale Johan Bonny.

Ecco un’altra prova, purtroppo, dell’infiltrazione dell’induismo nella spiritualità e nell’ascesi cattolica. Come ha già Pietro Licciardi, in questa disciplina non solo vi è la ripetizione meccanica di alcune parole – in realtà formule magiche – ma per praticarlo occorre accettare alcune norme etiche e disciplinari che sono fortemente influenzate da contenuti religiosi indù che sono l’opposto di quelli cristiani.

Fine dello yoga è la conquista dell’auto-dominio attraverso uno sforzo personale, il che porta a girare sempre intorno a se stessi ignorando la realtà del peccato e presupponendo possibile una forma di deificazione dell’uomo.

E infatti a chi raggiunge gli ultimi gradi di iniziazione sono promessi certi poteri come la levitazione, la conoscenza del passato e del futuro, il conoscere la mente altrui, oltre alla capacità di camminare sul fuoco senza bruciarsi, o sull’acqua senza affondare.

Insomma, si comincia a giocherellare in maniera innocente e ingenua con certe tecniche che promettono di superare lo stress e mantenere la forma fisica – o di pregare con maggiore intensità – e ci si ritrova poi a fondere gli esercizi fisici con quelli spirituali, mediante i mantra, magari abilmente camuffati con parole tratte dalle Sacre scritture. L’esito, scontato, è uno solo; provate voi a indovinare quale.

Agli sprovveduti “cattolici” che pregano con le gambe intrecciate e nella posizione del loto anziché in ginocchio come hanno sempre fatto santi e mistici, ricordiamo che la preghiera non si poggia su esercizi fisici e su metodi tecnici-spirituali, ma sulla fede e la fedeltà al Signore e alla Sua Chiesa.

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