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venerdì 14 aprile 2023

Mons. Viganò / Comunicato a proposito delle recenti dichiarazioni sul caso di Emanuela Orlandi

Indice degli interventi precedenti e correlati.
Comunicato
a proposito delle recenti dichiarazioni
sul caso di Emanuela Orlandi


Nei giorni scorsi sono state diffuse le dichiarazioni di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente della Prefettura della Casa Pontificia, scomparsa nel 1983. Questa dolorosa vicenda esige che la verità sulla fine di Emanuela sia portata alla luce da rigorose indagini: lo impongono il rispetto per i familiari e la giustizia.

Ma se la richiesta di verità da parte della famiglia è del tutto legittima, suonano totalmente inaccettabili e inaudite le gravissime insinuazioni del fratello Pietro su Giovanni Paolo II, che a suo dire sono basate sulle dichiarazioni del dott. Alessandro Diddi, Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Il quale avrebbe detto a Pietro Orlandi «di aver ricevuto il mandato, dal Segretario di Stato e da papa Francesco, di fare chiarezza al cento per cento e di indagare a 360 gradi e non fare sconti a nessuno, dalla base al vertice». In questo modo Bergoglio insinua che anche i suoi Predecessori sarebbero coinvolti nella scomparsa di Emanuela Orlandi, che sarebbero implicati e avrebbero coperto crimini abominevoli, mentre accredita se stesso come persona integerrima e determinata a fare giustizia.

Se le dichiarazioni del fratello di Emanuela Orlandi corrispondono al vero, il Promotore di Giustizia ha commesso una gravissima violazione dei propri doveri di riservatezza a cui è tenuto ogni Magistrato. Dinanzi a tali deprecabili esternazioni la Santa Sede avrebbe dovuto intervenire prontamente, e la rimozione del dott. Diddi avrebbe dovuto essere immediata. Il fatto che ciò non sia avvenuto dimostra che il Promotore di Giustizia agisce in esecuzione di ordini ricevuti «dal Segretario di Stato e da papa Francesco» e che gode dell’appoggio di Bergoglio.

Non si spiegherebbe altrimenti la divulgazione di accuse infondate e vili insinuazioni sul conto di Papa Wojtyla, accompagnate da farneticanti ricostruzioni fatte da criminali pluripregiudicati.

Scaricando ogni responsabilità sui propri Predecessori, Bergoglio intende evidentemente deviare l’attenzione dei media dagli orribili scandali che lo vedono coinvolto insieme a indegni personaggi presenti in Vaticano o da lui promossi nelle sedi episcopali.

L’assordante silenzio della Santa Sede e della Conferenza Episcopale Italiana dimostra una inquietante complicità a questa vergognosa operazione da parte di chi, aldilà dei proclami, si è circondato di personaggi spregevoli e moralmente compromessi, garantendo loro protezione e impunità.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
14 Aprile 2023

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