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giovedì 18 maggio 2023

Contraddizioni proprie degli eretici in materia di culto

Ogni tanto pubblichiamo scampoli di riflessioni su aspetti basilati della liturgia. Per tener desta l'attenzione e comprender meglio le ragioni della situazione di crisi in cui siamo. Specificamente sull'Eresia antiliturgica può essere utile approfondire qui.

Novus Ordo Missae / Studio critico
di Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira [qui]

L’eresia anti-liturgica

Nelle sue Istituzioni liturgiche, dom Guéranger mette in rilievo la contraddizione che è propria degli eretici in materia di culto. Egli enuncia quattordici principi che reggono ciò che chiama l’"eresia anti-liturgica" ( vedi ) (Tomo I, pp. 414-425. Vedi anche il concetto di "eresia antiliturgica" alle pp. 405-414), e che è il substrato comune alle innovazioni liturgiche di tutte le eresie.
Riportiamo qui il suo quarto principio che, per certi aspetti, è in rapporto con il tema che stiamo trattando. 
Dopo aver fatto incidentalmente riferimento, nei primi tre punti, alle varie contraddizioni degli eretici, dom Guéranger scrive: 
"Non ci si deve meravigliare della contraddizione che l’eresia presenta nelle sue opere, quando si sa che il quarto principio - o se si vuole - la quarta necessità imposta ai settarii dalla natura stessa del loro stato di rivolta, è un’abituale contraddizione con i propri principi. Così dev’essere perché siano confusi nel giorno che presto o tardi verrà e in cui Dio rivelerà le loro nudità agli occhi dei popoli che hanno sedotto, e anche perché non è dell’uomo essere coerente; solo la Verità può esserlo. In tal modo, tutti i settarii, senza eccezione, incominciano col rivendicare i diritti dell’antichità; essi vogliono purificare il cristianesimo da tutto ciò che l’errore e le passioni degli uomini hanno aggiunto di falso e di indegno di Dio; essi vogliono solo quello che è originario e pretendono di riprendere l’istituzione cristiana dalla sua nascita [1]. A tal fine, sfrondano, cancellano, sopprimono [2]: tutto cade sotto i loro colpi, e quando ci si aspetta di vedere riapparire il culto divino nella sua originaria purezza, ecco che si scopre che è stato sommerso di formule nuove, composte dalla sera al mattino, che sono incontestabilmente umane poiché colui che le ha redatte vive ancora. Ogni setta subisce questo stato di necessità: l’abbiamo visto con i monofisisti, con i nestoriani, e la stessa cosa ritroviamo in tutti i gruppi protestanti. La loro ostentazione a predicare l’antichità serve solo a metterli in grado di scalzare tutto il passato, dopodiché si pongono dinanzi ai popoli sedotti e giurano loro che tutto è buono, che le superfetazioni papiste sono scomparse, che il culto divino è ritornato alla sua originaria santità. Evidenziamo ancora un’altra caratteristica nei cambiamenti che gli eretici introducono nella liturgia. Essa consiste nel fatto che, nella loro rabbia innovatrice, non si accontentano di sfrondare le formule di stile ecclesiastico, che bollano col l’aggettivazione di umane, ma estendono la loro riprovazione alle letture e alle stesse preghiere che la Chiesa ha tratto dalla Scrittura: essi cambiano, sostituiscono, non vogliono pregare con la Chiesa e si scomunicano così da sé stessi, e temono anche fino alla più piccola particella di ortodossia che ha presieduto alla scelta di quei passi" (Dom Prosper Guéranger, Institut. liturg., tomo I, pp. 417-418). - Fonte
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Note di Chiesa e post-concilio
1. quello che Pio XII, nella Mediator Dei, chiama eccessivo ed insano archelogismo
2. Così si esprime Michael Davies in Cambiare il rito per cambiare la fede :
«In una opera in difesa della bolla di Papa Leone XIII “Apostolicae curae”, che dichiarava invalide le ordinazioni anglicane, i vescovi cattolici inglesi mettono giustamente l'accento sulle omissioni del Prayer Book riguardo alla santa cena. L'abbiamo ripetutamente ricordato: nel nuovo rito anglicano della messa, quello del Prayer book del 1549, non troveremo affermate delle eresie, ma omesse verità di fede essenziali. Le omissioni, il “taciuto”, in liturgia è sempre grave, perché rinunciare ad affermare con completezza e chiarezza tutte le verità di fede implicate, può portare a un vuoto di dottrina nei sacerdoti e nei fedeli che nel futuro apre il campo all'eresia: in parole semplici oggi sei cattolico con una messa eccessivamente semplificata, domani senza saperlo ti ritrovi protestante perché la forma della tua preghiera non ha nutrito più la tua fede. Ecco cosa dicono i vescovi cattolici inglesi: “Per dire le cose brevemente, se si compara il primo Prayer Book di Edoardo VI con il messale (cattolico), vi si scoprono sedici omissioni, il cui scopo era evidentemente quello di eliminare l’idea di sacrificio” (Il Cardinale arcivescovo e i Vescovi della provincia di Westminster, A Vindication of the Bull Apostolicae Curae, Londra 1898, p. 154)».

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