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venerdì 16 giugno 2023

In San Pietro. Incontro internazionale sulla fratellanza umana versus Corpus Domini

Qui l'indice dei precedenti.
In San Pietro. Incontro internazionale
sulla fratellanza umana versus Corpus Domini

Corpus Domini a Roma? Assolutamente No; ma è stato organizzato un incontro internazionale in piazza San Pietro, il World Meeting on Human Fraternity. L'evento, programmato con molti mesi di anticipo, ha avuto la priorità sulle celebrazioni del Corpus Domini in Vaticano, sia nella pianificazione che nello svolgimento. così annunciato dai media Vaticani: [qui]
"Nel primo meeting internazionale in piazza San Pietro ispirato all'enciclica Fratelli Tutti [vedi] di Papa Francesco oltre trenta premi Nobel hanno letto una dichiarazione in cui chiedono un mondo più giusto e fraterno, invitando tutti gli uomini di buona volontà a sottoscriverla. Il cardinale Parolin: abbiamo una strada da percorrere. Preghiere e affetto da tutta la piazza per Papa Francesco, in una giornata che ha coinvolto, associazioni, cantanti e artisti e otto città da tutti i continenti"
L'incontro, si è concluso con la lettura di una dichiarazione, firmata dal cardinale Pietro Parolin, a nome di papa Francesco, il cui testo è stato letto dal Premio Nobel per la Pace 2006 Muhhamad Yunus. Siamo anche nel filone della Dichiarazione di Abu Dhabi [vedi] molto contestata ma senza alcun esito. E purtroppo prosegue lo sviluppo dei frutti avvelenati e io consolidamento di insegnamenti distorti e distorcenti.
L'ho seguito in diretta con doloroso raccapriccio, posto che non ho sentito una sola volta pronunciare il Nome di Cristo Signore. Un discorso socio-politico di una banalità sconcertante che potete trovare di seguito, nel quale è stata inserita persino la transizione ecologica...

Usquequo Domine? Fino a quando, Signore? 
... Già detto e ripetuto, ma giova ribadirlo. Siamo tutti "fratelli" in quanto siamo tutti creature di Dio. Si tratta, dunque, di una fratellanza solamente creaturale. Ma noi cristiani per fratellanza intendiamo quella in Cristo Signore, in quanto figli nel Figlio per il sigillo impresso dal Battesimo che è anche una chiamata e dunque una responsabilità... Dio, infatti, ha un solo figlio unigenito, nostro Signore Gesù Cristo. Noi cristiani, innestati in Cristo mediante il battesimo e la fede, siamo figli adottivi di Dio e non solo sue creature. Ed è un dato ontologico che non appartiene  all'ordine materiale.
Se, dunque, parliamo di fratellanza soltanto in termini umani non è altro che quella illuminista che, in mancanza del Signore, alla prima occasione degenera.
C'è un solo Signore dell'umanità e un solo Re che unisce le membra del suo corpo mistico; un solo Spirito che è l'anima di questo corpo; e un solo Dio, Gesù Cristo, che può alimentare la speranza e la pace - quella vera che viene da lui solo - anche in tutti gli aspetti del vivere civile e non solo "nel contesto dell’architettura dei diritti umani". 
Stiamo parlando della salvezza e della visione eterna di Dio che colmerà e supererà i desideri più alti che si possano concepire. E tutti gli uomini sono chiamati a far parte del Corpo mistico di Cristo per grazia di Dio. Nessun'altra "religione" o cosiddetta religione può dare "speranza" o "pace, giustizia, uguaglianza" all'umanità. Nessuna di esse può essere un cuore che unisce le membra attraverso un'associazione meramente umana, totalmente incapace di realizzare questa meravigliosa unione tra i suoi membri tramite la Grazia che viene dall'alto, dal Signore nostro e della Storia, l'unico che rende possibili "le scelte che nutrono la fraternità personale, quella del cuore"....

Ti converti e credi al Vangelo? Roba nel passato… 
Il testo che trovate sotto riportato conferma le affermazioni del cardinale Roche sulla nuova teologia [qui - qui - e dal card. Cantalamessa qui].
Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, ha invitato premi Nobel, celebrità e speso migliaia di dollari in pubblicità e organizzazione. La Basilica Vaticana è stata riempita d'altro ma svuotata della sua essenza: la preghiera.
È stato persino allestito nell'atrio della basilica un banchetto. Nessuna messa, nessuna preghiera. Durante i primi vespri della solennità del Corpus Domini, il luogo della cristianità si trasforma in un vero e proprio circo.

Tuttavia, mentre San Pietro appare sempre più disertato, crescono in maniera esponenziale le comunità legate alla Tradizione composte soprattutto di giovani e famiglie. Basti pensare agli echi del recente pellegrinaggio Parigi-Chartres [qui e precedenti], con il coinvolgimento del vescovo, e al grande risveglio nei confronti del Rito Romano antico che percorre tutta la Francia e non solo. Traditionis custodes e tutte le successive ulteriori restrizioni [qui] si sono rivelate un vero e proprio boomerang che coinvolge non solo la partecipazione alla Messa dei secoli ma anche la crescita esponenziale di nuovi sacerdoti e seminaristi sempre più interessati all'antico Rito e ad una formazione tradizionale [qui].

Un unico conforto nello scoramento dell'ora presente: l'incontro è stato un flop monumentale. Lo leggiamo nel Tweet ripreso nell'immagine a lato e tradotto di seguito: 

"Scarsissima affluenza oggi per Human Fraternity - Fratelli Tutti Event. A giudicare dalle sedie predisposte, il Vaticano si aspettava una folla molto più numerosa."

* * *
Ecco il testo del documento, di conio tutt'altro che pastorale, ma  socio-politico e totalmente antropocentrico:

Roma, Piazza San Pietro, 10 giugno 2023
Dichiarazione sulla fraternità umana

«Siamo diversi, siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace» (Papa Francesco). Ogni uomo è mio fratello, ogni donna è mia sorella, sempre. Vogliamo vivere insieme, da fratelli e sorelle, nel Giardino che è la Terra. È il Giardino della fraternità la condizione della vita per tutti.
Siamo testimoni di come in ogni angolo del mondo l’armonia perduta rifiorisce quando la dignità è rispettata, le lacrime vengono asciugate, il lavoro è remunerato equamente, l’istruzione è garantita, la salute è curata, la diversità è apprezzata, la natura è risanata, la giustizia è onorata e le comunità abbracciano solitudine e paure.
Insieme scegliamo di vivere le nostre relazioni basate sulla fraternità, che è alimentata dal dialogo e dal perdono, che «non implica il dimenticare» (FT, n. 250), ma il rinunciare «ad essere dominati dalla stessa forza distruttiva» (FT, n. 251) di cui tutti soffriamo le conseguenze.
Uniti a Papa Francesco vogliamo ribadire che «la vera riconciliazione non rifugge dal conflitto, bensì si ottiene nel conflitto, superandolo attraverso il dialogo e la trattativa trasparente, sincera e paziente» (FT, n. 244). Questo nel contesto dell’architettura dei diritti umani. Lo vogliamo gridare al mondo nel nome della fraternità: Non più la guerra! È la pace, la giustizia, l’uguaglianza a guidare il destino di tutta l’umanità. No alla paura, alla violenza sessuale e domestica! Cessino i conflitti armati.
Diciamo basta alle armi nucleari e alle mine antiuomo. Mai più migrazioni forzate, pulizia etnica, dittature, corruzione e schiavitù. Fermiamo l’uso manipolativo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, anteponiamo e fecondiamo di fraternità lo sviluppo tecnologico.
Incoraggiamo i Paesi a promuovere sforzi congiunti per creare società di pace, come ad esempio, l’istituzione di un Ministero per la pace. Ci impegniamo a bonificare la terra macchiata dal sangue della violenza e dell’odio, dalle disuguaglianze sociali e dalla corruzione del cuore. All’odio rispondiamo con l’amore.
La compassione, la condivisione, la gratuità, la sobrietà e la responsabilità sono per noi le scelte che nutrono la fraternità personale, quella del cuore.
Far crescere il seme della fraternità spirituale inizia da noi. Basta piantare un piccolo seme al giorno nei nostri mondi relazionali: la propria casa, il quartiere, la scuola, il luogo di lavoro, la piazza e le istituzioni in cui si prendono le decisioni.
Crediamo anche nella fraternità sociale che riconosce uguale dignità per tutti, alimenta l’amicizia e l’appartenenza, promuove l’educazione, le pari opportunità, condizioni di lavoro dignitose e la giustizia sociale, l’accoglienza, la solidarietà e la cooperazione, l’economia sociale solidale e una giusta transizione ecologica, una agricoltura sostenibile che garantisca l’accesso al cibo per tutti, per promuovere relazioni armoniose, radicate nel rispetto reciproco e nella cura del benessere per tutti.
In questo orizzonte è possibile sviluppare azioni di prossimità e leggi umane, perché «la fraternità ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza» (FT, n. 103). Insieme vogliamo costruire una fraternità ambientale, fare pace con la natura riconoscendo che “tutto è in relazione”: il destino del mondo, la cura del creato, l’armonia della natura e stili di vita sostenibili.
Desideriamo edificare il futuro sulle note del Cantico delle Creature di san Francesco, il canto della Vita senza fine. La trama della fraternità universale tesse l’ordito delle strofe del Cantico: tutto è in relazione e nella relazione con tutto e con tutti è la Vita.
Pertanto noi, riuniti in occasione del primo Incontro Mondiale della Fraternità Umana, rivolgiamo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà il nostro appello alla fraternità. I nostri figli, il nostro futuro possono prosperare soltanto in un mondo di pace, giustizia ed uguaglianza, a beneficio dell’unica famiglia umana: solo la fraternità crea umanità.
Sta alla nostra libertà volere la fraternità e costruirla insieme in unità. Sottoscrivi insieme a noi questo appello per abbracciare questo sogno e trasformarlo in prassi quotidiane, affinché giunga alle menti e ai cuori di tutti i governanti e a chi, ad ogni livello, ha una piccola o grande responsabilità civica.”.

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