Ancora novità sul famigerato Sinodo sulla sinodalità. Qui l'indice dei precedenti.
Pubblicato l'elenco dei partecipanti al Sinodo
È stato pubblicato dal Vaticano l'elenco dei partecipanti che discuteranno intorno al calamitoso Instrumentum laboris – pubblicato il 20 giugno – durante l'Assemblea plenaria del Sinodo sulla sinodalità, il prossimo ottobre. Contiene 378 nomi.
Il dato notevole, già notato e commentato, è la presenza di membri non vescovi: non solo sacerdoti ma anche laici, tra cui una buona percentuale di donne, religiose e non. Due di loro compaiono tra i presidenti delegati.
Saranno così 96 i membri non vescovi: sacerdoti, religiosi e religiose e laici, cioè più di un quarto dell'Assemblea. Il che ha fatto dire che non si trattava più realmente di un sinodo episcopale, ma di qualcos'altro il cui nome di fatto non esiste nel diritto canonico. Saranno presenti 57 cardinali, e, con poche unità di differenza, altrettante donne: coincidenza o calcolo?
Papa Francesco ha nominato personalmente 50 membri. Ne ha scelti alcuni vicini alle sue idee, come il cardinale Blase Cupich o padre Antonio Spadaro, gesuita, direttore della rivista La Civiltà Cattolica. Altri, invece, sono piuttosto distanti o addirittura contrari, come mons. Stefan Oster, vescovo di Passau in Baviera, oppositore del Cammino sinodale o il cardinale Gerhard Müller.
Saranno sette i francesi votanti del Sinodo: i vescovi di Troyes, Grenoble, Nanterre e Mende, tutti e quattro eletti. A questo si aggiungono il cardinale Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia scelto dal Papa, oltre a suor Nathalie Becquart, sottosegretario del Sinodo e Anne Ferrand, laica consacrata.
Un membro designato da Francesco
Una menzione speciale merita un membro nominato dal Papa: il gesuita James Martin, figura di spicco della lobby LGBT all'interno della Chiesa e sostenitore di una modifica della fede e della morale cattolica sull'omosessualità (qui - qui - qui - qui - qui), è tra coloro scelti personalmente da Francesco per partecipare a la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Il pontefice argentino ha confermato la sua affinità personale, dottrinale e ideologica con il leader della lobby LGBT, che avrà modo di presentare al Sinodo sulla sinodalità tutte le sue tesi contrarie alla Rivelazione e all'attuale Magistero della Chiesa. Avrà ovviamente diritto di voto.
Il gesuita ha recentemente chiesto di ignorare l'insegnamento di San Paolo sull'omosessualità. Ha attaccato la Congregazione (ora Dicastero) per la dottrina della fede quando vietò la benedizione delle coppie omosessuali.
Martin insegna che la Bibbia viene estrapolata dal contesto quando si parla di omosessualità. Su questo punto sfida i giudizi morali della Scrittura. Afferma che il Catechismo della Chiesa Cattolica – che condanna i rapporti omosessuali – può contribuire al suicidio degli omosessuali. Afferma inoltre che i fedeli LGBT non sono obbligati a praticare la castità.
(Fonti: La Croix/cath.ch/Saint-Siège/InfoCatolica – FSSPX.Actualités)
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