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sabato 9 dicembre 2023

Bergoglio tradisce la Chiesa, ma mi fa pena, e prego per lui.

Dalle segnalazioni dei lettori.
Bergoglio tradisce la Chiesa, ma mi fa pena, e prego per lui.
 
Confesso di nutrire un’istintiva antipatia (scaturita istantaneamente e ancora mi chiedo perchè) per l’uomo Jorge Mario Bergoglio da quando e come si è presentato alla mia vita esistenza nel marzo 2013.
Confesso una crescente disistima per il suo agire da pontefice, progressivamente sedimentatasi nel considerare più che probabile l’illegittimità del ruolo che occupa.

Ciò detto vedo un signore anziano, molto mal messo con la salute, ultimamente esagerato nelle sue esagerazioni e perciò patetico.
Forse anche a voi sarà capitato di smettere di provando pena per Fantozzi nella forzatissima situazione che si vorrebbe comica… Ecco: se invece del ridere cambiate il sentimento che viene suscitato, ad un certo punto la pena pende il sopravvento su tutto.
L’amore per i nemici è un tema forte del Vangelo. Ritorna anche negli scritti di San Paolo, nella prima lettera di Pietro, anche nella Didachè.
Come tutti gli argomenti più “scandalosamente” cristiani anche questo sfida la nostra fede. Moralmente amare il nemico è impossibile, ma Gesù non cerca la nostra moralità, ma il nostro dare noi stessi, attingendo a ciò che non potremmo darci da noi stessi.

Anche la pena di per se stessa non è sufficiente, senza un po’ di amore verso una povera anima finita nel gorgo dell’errore.

Il povero Jorge Mario ha beneficiato di molto amore ricevuto da chi, diversamente da quelli come me, in questi anni hanno sinceramente pregato per lui, prendendolo sul serio per quel che le cronache dicono che egli sia.
Perdere la pace, arrabbiandosi, è un danno per chi la perde e non per chi lo provoca: chi fa la volontà di Dio la pace non la perde.
Gesù chiama ancora “amico” Giuda al Getsemani.
Perché? Per non dar ragione alle ragioni del cuore quando dovesse predicare vendette e giustizia sommaria, senza la divina misericordia.

Oltre la legge del taglione, ma anche oltre ogni altra legge umanamente intesa, con i suoi giudici e tribunali troppo spesso asserviti ad interessi poco giusti. Oltre anche lo scontare la pena da parte del colpevole, se dovessero rimanere nel profondo vendetta e rancore per lui.

Tutto questo per essere santi… beati. Santi al modo di Dio (Lv 19,2). La posta in gioco è alta ed è un vero peccato accontentarsi di meno.
Non ci si arriva di botto: si parte odiando, d’impulso, a volte umanamente non senza qualche motivata ragione. Non bisogna assecondare questo sentimento, anche se esso va riconosciuto ed ammesso.
Per Jorge Mario io l’ho provato. Poi bisogna esserne responsabili nel non alimentarlo in altri.

Il frutto maturo di questo lavoro è un barlume d’amore per il nemico.

Nel mio caso, lo confesso, viene dalla pena. Un nemico che fa pena è un uomo che fa pena e non un nemico. Questo è genuinamente cristiano, fino a giungere all’amore per il nemico.
Non ci sarà giustizia? Sarebbe una bestemmia, ma la vera giustizia la farà solo Dio.
Guardando ai tribunali umani attuali è dura darGli torto!

Nei confronti di Jorge Mario ancor più importante della mia preghiera per la sua anima, perchè si ravveda, è la mia preghiera a Dio perchè io sappia amare i miei nemici.

In fondo a Jorge Mario devo molto: grazie a questi ultimi anni ho potuto approfondire molto la mia fede cristiana.
Ad ogni sua provocazione ha fatto riscontro una maggior devozione, più fede, più radicalità nel seguire il Signore, in ambito ecclesiale in ambito civile.

Gli antichi Padri del deserto solevano dire che il nemico va considerato come il tuo medico. Se Gesù è il vero medico della carne malata e della vanagloria, il nemico fa la funzione dell’esame che smaschera il male in noi: con quei dati non posso dirmi sano e rifiutare le cure! Un po’ come accade per le tenebre, che permettono di percepire la luce.

Allora Jorge Mario è un nemico che diventa meno estraneo, più determinante per il mio desiderio di salvezza , più meritevole di attenzione e del mio amore, anche se non nego nulla della mia percezione del suo ruolo come traditore e persecutore della Chiesa.
Non perchè io sia bravo, ma perchè, grazie anche a lui ho orientato lo sguardo al Cielo e tenendolo lì, fisso per quanto riesco, attendendo l’Avvento del Signore e solo la sua gloria, possono scaturirmi pensieri che parlano sinceramente anche dei nemici, perchè cessino di insultare la bontà di Dio e perchè, anche con la mia povera preghiera, si riconcilino con la volontà di Dio.

No: non vale la pena maledire nessuno.
Non per amor mio, ma per amore di Cristo: e questo fa la differenza. Crocifissa (e poi risorta). R.S.

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