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domenica 24 gennaio 2021

Se l'Istituto fondato da Giovanni Paolo II preferisce Biden a Giovanni Paolo II, abbiamo un problema e non da poco

Precedenti, nel blog, sulle trasformazioni dell’Istituto Giovanni Paolo II, che hanno suscitato molto scalpore [qui - qui - qui] e sulla PAV qui - qui - qui - qui] ; sul card. Paglia [qui]. Tutti i recenti documenti della Pontifica Accademia per la Vita (qui - qui), ci danno la misura della profonda crisi nella Chiesa. Ed ecco la cronaca recente. Se l'Istituto fondato da Giovanni Paolo II preferisce Biden a Giovanni Paolo II, abbiamo un problema e non da poco.

Infatti la frase pubblicata sulla pagina Facebook dell’Istituto Giovanni Paolo II (cancellata ma recuperata in un commento, vedi immagine): “Difendere il diritto all’aborto non vuol dire difendere l’aborto” abdica alla visione cattolica della libertà perché, nel contrapporsi al magistero di Giovanni Paolo II, esprime una nuova idea della coscienza in rapporto alla legge morale secondo una concezione luterana e kantiana. 
Ogni delitto, anche se mascherato o reso arbitrariamente lecito, è peccato grave che spezza la comunione a diverso livello e grado, dentro e fuori la persona. 
Vale anche per la Roe v. Wade riesumata dal neo-presidente USA. 
Terribile l'obnubilamento del male col consenso sociale che pretende trasformalo in bene e svia quando non anestetizza le coscienze, al di là di qualunque sensibilità politica. Si è attraversato un crinale pericolosissimo per il bene comune ma anche per ogni singola anima.

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