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sabato 10 aprile 2021

Bergoglio e l'ennesima enfasi sulla salvezza di Giuda

La crisi della Chiesa al suo vertice assume connotati sempre più sconcertanti ma soprattutto preoccupa per la sua ingravescente drammaticità. Grande la nostra sofferta impotenza.
L’Osservatore Romano il 1 aprile scorso, Giovedì Santo, pubblica in prima pagina un articolo dal titolo: Giuda e lo scandalo della misericordia. Risulta evidente che il giornale del Vaticano, pur nella ricorrenza del Triduo Pasquale, fa memoria con accenti altisonanti di colui che per trenta denari ha consegnato Gesù ai suoi crocifissori e lo fa proprio lo stesso giorno in cui se ne ricorda il tradimento.  
E così, apprendiamo anche che Bergoglio ha collocato nel suo studio un quadro dove Gesù - che tra l'altro sembrerebbe sceso dalla Croce prima della risurrezione - "abbraccia Giuda dopo averlo tolto dall’albero su cui si è tolto la vita”. Sotto il titolo, giganteggia un’immagine per scegliere la quale occorre avere il gusto dell'orrido, opera di uno sconosciuto artista francese che - spiega l'articolo -  ha tratto ispirazione da una meditazione di Papa Francesco presente in un libro del 2018: Quando pregate dite Padre Nostro. Le meditazioni hanno per oggetto la misericordia di Dio che perdonerebbe unilateralmente i peccati più indicibili, come nel caso di Giuda. 

Ne scrive anche Maurizio Blondet [qui] attribuendo il fatto ad evidenti sintomi di un "Disturbo Narcisista di Personalità, confessione – involontaria ma trasparente, come i sintomi psichici, al di là delle intenzioni di chi ne è affetto  – della miseranda condizione spirituale del soggetto. Perché, se un cattolico – e un alto prelato – ha i suoi motivi per identificarsi con Giuda e cerca di convincersi (e ha bisogno di convincere tutti gli altri credenti) che Giuda è stato perdonato, salvato, lo stato della sua coscienza è terribile. Non Gli parla più."

C'è in più un'aggravante. Gli articolisti adulatori ricordano che nel testo del 2018 Bergoglio citava il capitello della chiesa di Vézelay che pure, in foto, ha appeso dietro la scrivania nel suo studio personale. Ma ciò che si vede in quel capitello appare tutt'altra cosa, falsamente interpretata dal nostro misericordioso al oltranza. Infatti vi è raffigurato un giovane uomo che porta sulle spalle un cadavere che con ogni probabilità è l’impiccato raffigurato nella scena precedente, riconoscibile dalla corda intorno al collo e dal particolare della lingua di fuori. Tra l'altro è difficile riconoscere Gesù nel giovane uomo, non solo per la stupefacente arbitrarietà dell'interpretazione che non trova riscontro in alcun brano evangelico, ma anche perché in raffigurazioni coeve e nella stessa cattedrale di Vezelay, esistono rilievi dove la figura di Gesù appare ben diversa, nelle fattezze del Buon Pastore o in ogni caso con caratteri ben più corrispondenti alla sua autorevolezza.
Questa interpretazione diventa tanto più inattendibile se ricordiamo la preghiera che Gesù rivolge al Padre: «Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura» (Giovanni 17, 12).

Ora, a prescindere dalla sorte di Giuda che solo il Signore conosce e sulla quale si accendono fin troppi dibattiti senza costrutto, quel che importa qui è che si tratta dell'ennesima occasione in cui siamo costretti a riconoscere la deformazione della Chiesa di Cristo e della sua dottrina per adattarla ad interpretazioni personali ed estemporanee che, se non hanno alcuna fondatezza né tanto meno prerogative di magistero, di fatto incidono sull'interiorità di chi ascolta, dal momento che non tutti hanno la formazione o la maturità di fede per riconoscerne la falsità e sono molte le anime che rischiano di essere sviate. 
Mi colpisce, e la condivido di seguito, la conclusione di Blondet: 
"In fondo, se ci si pensa, è lo stesso procedimento che attuano – con successo – i militanti LGBT: deformare la società intera perché si adatti ai loro vizi. Nella società, ciò porta diritto al totalitarismo stravolto e deviato, per il quale i gay militanti entrano nelle scuole per “educare“ i figli degli altri, violando il diritto dei genitori all’educazione dei figli loro... Nella Chiesa porta agli esiti francamente anticristici, di nascondere ai credenti la via del pentimento-salvatore, e indurci all’impenitenza finale. Già nelle messe bergogliane si ascoltano variazioni spaventosamente ereticali per placare il Narciso: “pace in terra agli uomini di buona volontà” (dettato evangelico) è stato modificato “pace in terra agli uomini che Dio ama. Già la formula necessaria (ed esorcistica) del confiteor: “Confesso a Dio onnipotente a tutti i santi, e a voi fratelli.. che ho molto peccato in parole, opere ed omissioni”, è stata raggelato alla svelta nella formula “kyrie eleison”, perché i modernisti estremi sanno ben tornare alla “antica tradizione greca” quando gli fa comodo per non far capire ai fedeli di cosa si tratta. Già nei sacerdoti, anche buoni, è tutto un parlare di “fragilità” scusabili quando dovrebbero dire “peccati”, come dice Valli, è tutto uno scagionare e uno scusare attribuito a Cristo stesso. Temo altamente che nella prossima enciclica si proclami l’assunzione al Cielo di Giuda, perché Bergoglio ha saputo che Cristo lo ha scusato.
Maria Guarini

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