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venerdì 11 giugno 2021

Negli Usa l’esercito è una fucina di vocazioni: «Il 4% degli ordinati del 2021 vestiva l’uniforme»

Si è svolto il 31 maggio, come di consuetudine l’ultimo lunedì del mese di maggio, il Memorial Day, ossia la giornata in cui gli Stati Uniti d’America commemorano tutti i soldati americani caduti nel corso delle varie guerre.

In tale occasione, molto sentita a livello della popolazione, l’arcivescovo Timothy Broglio (a lato), dal 2007 ordinario militare per gli Usa, ha rilasciato un’intervista a EWTN News In Depth durante la quale ha fatto un’affermazione forte, che ad alcuni potrebbe finanche risultare stonata, data l’aura di stucchevole pacifismo di cui spesso è investito il cattolicesimo negli ultimi anni: i militari, ha infatti detto, «rimangono oggi la più grande singola fonte di vocazioni al sacerdozio negli Stati Uniti».

D’altronde i numeri, in tal senso, sono chiari, secondo quanto rilevato dall’ultimo sondaggio del Centro di ricerca applicata nell’apostolato (Cara): «Il 4% dei consacrati negli Stati Uniti nel 2021», ha infatti continuato Broglio citando il documento, «indossava l’uniforme e circa 13 provenivano da famiglie in cui sia mamma o papà erano nell’esercito». E, rimanda ancora il rapporto, «circa un ordinando su venti che ha risposto (5%) ha prestato servizio nelle forze armate statunitensi […]» e «uno su nove ordinandi rispondenti (11%) riferisce che uno o entrambi i genitori hanno avuto una carriera militare nelle forze armate statunitensi». Oltre a questi dati sui consacrati, confortano anche quelli relativi ai seminaristi: sono 43 coloro che stanno studiando per una diocesi territoriale o un ordine religioso ma anche per l’arcidiocesi per i servizi militari, e che quindi una volta ordinati avranno la possibilità di prestare servizio nelle forze armate.

Certo, non si tratta di una decisione facile. Perché se è pur vero che alcuni sacerdoti che decidono per questa via vengono incaricati per essere cappellani ospedalieri nei presidi medici che ospitano i veterani di guerra, è altrettanto vero che molti vengono invece inviati là dove la guerra la si combatte: una condizione che Broglio ha definito una «vera sfida» e un «sacrificio tremendo», che può anche comportare la morte per riuscire a portare i sacramenti ai soldati. Oltre al pericolo fisico per la propria vita, poi, per loro è un continuo spostarsi, anche questo non senza pericoli, per poter raggiungere zone e persone diverse, dare conforto spirituale (anche magari a soldati non cattolici), confessare e celebrare la Santa Messa.

E che il ruolo di questi sacerdoti “al fronte”, nel senso letterale del termine, sia di primaria importanza, lo dimostrano proprio le copiose conversioni che si registrano tra i militari: spesso laddove la vita si fa più precaria, è forte l’incentivo ad andare a fondo, a interrogarsi su se stessi e sul mondo.

Tra gli esempi in tale direzione, vi è quello del coreano Cameron Song Sellers, abbandonato a soli tre anni dalla madre dopo la guerra di Corea e quindi adottato da una coppia americana, colonnello militare ora in pensione che, dopo aver servito l’America in zone come la Bosnia, l’Afghanistan e l’Iraq, ha ora deciso di servire il Signore. E poco importa se ha cinquant’anni ed è ancora alle prese con gli studi da seminarista in California: cappellani dell’esercito che, secondo quanto ha affermato in un’intervista anche nel suo caso rilasciata a EWTN News In Depth, «sono molto simili ai medici», «sono misteriosi», «ma quando ne hai davvero bisogno, sei così felice che siano lì» hanno cambiato il corso della sua vita, e lui ha intenzione di rimanere fedele a quello che ha visto. Interrogato sulle motivazioni che l’hanno portato fino a dove è ora, afferma innanzitutto di aver provato sulla propria pelle come i sacramenti lo abbiano guarito, anche nella ferita del suo passato, e aver quindi maturato il desiderio di poterli amministrare a sua volta, dando ad altre persone la possibilità di rafforzare il proprio legame con il Signore. E un’altra domanda dirimente nella scelta invece è stata: «Moriresti per la tua parrocchia?». La risposta è stata: «Sì». Ed eccolo così avviato a diventare miles Christi. - Fonte

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