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venerdì 27 agosto 2021

Frasi sulla Torah, i rabbini chiedono chiarimenti a Papa Francesco

Per una volta che una catechesi bergogliana è centrata su Cristo, si risentono i "Fratelli maggiori". Di  fatto sembra che il papa parlasse a nuora per far intendere suocera, ma ha fatto arrabbiare il fratello maggiore che si credeva sordo. Non tutte le ciambelle riescono col buco. Richiamo, con l'occasione, la controversa questione dell’avvenuta mutazione della “sostituzione” con le “salvezze parallele” [qui].
Esposizione dell'accaduto
Il Rabbino Rasson Arousi, Presidente della Commissione del Gran Rabbinato d'Israele per il Dialogo con la Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, ha inviato una missiva in Vaticano, al cardinale Kurk Koch, presidente della suddetta Commissione nonché del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani. La lettera rappresenta la “preoccupazione” delle autorità ebraiche per via di alcune parole del papa nella catechesi dell'11 agosto scorso [qui], incentrata sulla Lettera di San Paolo ai Galati, che suggeriscono che la legge ebraica è obsoleta; il che sarebbe «parte integrante» di un «insegnamento sprezzante verso gli ebrei e verso l’ebraismo, cose che pensavamo fossero state completamente ripudiate dalla Chiesa». Infine il Rabbino chiede di «trasmettere la nostra angoscia a papa Francesco» e al contempo invoca una delucidazione per «assicurare che ogni conclusione dispregiativa sia chiaramente ripudiata».
Sembra che in Vaticano stiano studiando le osservazioni ricevute e si stia valutando la possibile risposta. Si teme una scodinzolante richiesta di scuse.

Nella catechesi dell'11 agosto, Bergoglio aveva evidenziato che «l’Apostolo spiega ai Galati che, in realtà, l’Alleanza con Dio e la Legge mosaica non sono legate in maniera indissolubile», e la Legge «non è alla base dell’Alleanza perché è giunta successivamente, era necessaria e giusta ma prima c’era la promessa, l’Alleanza». Un'argomentazione come questa «mette fuori gioco quanti sostengono che la Legge mosaica sia parte costitutiva dell’Alleanza. No, l’Alleanza viene prima, è la chiamata ad Abramo. La Torah, La legge in effetti, non è inclusa nella promessa fatta ad Abramo». Detto questo, «non si deve però pensare che san Paolo fosse contrario alla Legge mosaica. No, la osservava. Più volte, nelle sue Lettere, ne difende l’origine divina e sostiene che essa possiede un ruolo ben preciso nella storia della salvezza. La Legge però non dà la vita, non offre il compimento della promessa, perché non è nella condizione di poterla realizzare.... i Comandamenti hanno attualità nel senso che sono dei “pedagoghi” che ti portano all’incontro con Gesù. Ma se tu lasci da parte l’incontro con Gesù e vuoi tornare a dare più importanza ai Comandamenti... era il problema dei missionari fondamentalisti che disorientavano i Galati [sulla osservanze giudaiche da parte dei dopo il Battesimo -ndr]. Il Signore ci aiuti a camminare sulla strada dei Comandamenti, ma guardando l’amore a Cristo verso l’incontro con Cristo, sapendo che l’incontro con Gesù è più importante di tutti i Comandamenti».

La lettura più attendibile
In effetti questa lettura della Lettera ai Galati, che tratta della libertà dei cristiani nei confronti di tradizioni estranee all’insegnamento di Gesù, sembra dare ragioni ai programmi di Bergoglio in sintonia con le categorie della rivoluzione culturale del nostro tempo piuttosto che con l'insegnamento costante della Chiesa. 
La sua catechesi lascia intendere che la critica al papa oggi è possibile, come ai primordi del cristianesimo avvenne da parte dello stesso Paolo nei confronti di Pietro sulla dibattuta questione se i pagani convertiti potessero diventare cristiani senza vincoli con la legge mosaica. Pietro insisteva nell'osservanza delle cerimonie legali dell’Antico Testamento, per non scandalizzare i giudei convertiti al Cristianesimo, ma provocando così lo scandalo dei cristiani provenienti dal paganesimo convertitisi al Vangelo. La resistenza pubblica di Paolo fece sì che Pietro correggesse il suo errore che avrebbe potuto portare all’errore dottrinale dei Giudaizzanti.
Intuitivo il parallelo odierno con la questione rinvigorita recentemente dalla Traditionis Custodes in base alla quale sembra ci si debba conformare in tutto alle indicazioni del concilio Vaticano II accogliendo la modernità entro la quale essere buoni cristiani,  in antitesi con la tradizione e con la mens ratzingeriana che implicherebbe la coesistenza del Rito antico insieme al Novus Ordo
In fondo quelli che divergevano da San Paolo erano “i nostalgici di altri tempi, dei tempi prima di Gesù Cristo”. E proprio il fraintendimento della legge “era il problema di questi missionari fondamentalisti che si sono immischiati fra i Galati per disorientarli”. L'allusione e il parallelo sono fin troppo chiari. Ma il dardo ha colpito altrove...

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