Pagine di rilievo

giovedì 26 agosto 2021

Son stati giorni che han lasciato il segno e stare al mondo è già di più un impegno

Quel che scrive Andrea Sandri e riprendo di seguito non vale solo per i terremoti. Basta trasporne il senso alla  cosiddetta pandemia, ad esempio....
Ci vorrebbero, insieme alle conoscenze e competenze attuali nel campo della tecnica e delle tecnologie, applicate alle discipline più importanti,  persone capaci di catalizzarne le applicazioni per l'autentico bene comune, che non è solo un bene collettivo ma parte da ogni persona. Per ricostruire un tessuto sociale sano, civile e dunque cristiano, vero asse portante di ogni generazione. Un po' quello che ci ha portati fin qui ma che si sta sempre più sgretolando, dissolvendo anche a causa delle nostre mancanze e tiepidezze (lo dico pensando alle mie ma penso valga per tutti) alle quali cerchiamo di riparare. Qui sta il nostro impegno di scavatori, scalpellini, custodi, divulgatori.
E nella scelta sapiente delle parole di Sandri ci sono molti spunti per ulteriori analisi  e sintesi.

La metafora anticipata del crollo di un'intera nazione

Dispiace constatare che gran parte delle vittime sopravvissute al terremoto riponga la propria speranza nello Stato, nella sua legislazione e nella sua amministrazione. Terremoti purtroppo ci sono sempre stati e le ricostruzioni non sono mai state un problema impossibile, soprattutto in epoche prestatali. Esisteva una tradizione architettonica ed edilizia tramandata, che risparmiava ai malcapitati l'attesa di architetti ed esperti, e il giorno dopo i padroni di casa potevano rimettere pietra su pietra. Il resto era affidato al mutuo scambio tra famiglie: scalpellini, muratori, falegnami, fabbri, vasai, spaccapietre, tutti i ceti erano a disposizione. Il prete benediceva ogni lavoro. La sicurezza antica fu reale e storica, non formale, legislativa, autorizzativa. Imitava l'ordine dell'essere e della creazione. Era fuori-legge, non attendeva di essere costituita e garantita dallo Stato, da un parlamento e da un governo. Era ontologica, aliena alla fallacia di ogni dover essere. Era un'ασφάλεια greca, una intima non-sdrucciolevolezza, anche dopo il crollo, e ασφαλές, non sdrucciolevoli, erano l'Olimpo e la casa delle Muse, come Itaca. Era una sicurezza paterna e aristocratica. (Andrea Sandri)

3 commenti:

  1. "Era una sicurezza paterna e aristocratica."

    Basta pensare che fine ha fatto la figura del padre e purtroppo vale tanto per il pater familias quanto per il Pater...
    La stessa fine che ha fatto l'aristocrazia intesa come "il governo dei migliori" sostituita dal governo dei più proni ai potenti tecnocrati sovranazionali

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  2. La sicurezza "paterna e aristocratica" non impediva ai Greci di essere quasi sempre in guerra tra di loro e di massacrarsi spesso e volentieri.

    Rileggiamo "La Guerra del Peloponneso" di Tucidide.
    L'anarchia greca fu risolta alla fine da Alessandro Magno, con la creazione appunto di uno Stato, unitario per i Greci, in realtà provincia dell'impero macedone.
    L'anarchica Grecia, senza uno Stato suo, unitario, restò "provincia" per secoli, passando dai Macedoni ai Romani. Storia simile, fatte le opportune differenze, per l'Italia post-romana.
    Rinacque, la Grecia, ma come centro di un impero, quando Costantino fondò Costantinopoli, nel 303, per motivi strategici, quale nuova capitale dell'Impero romano. Roma era già in decadenza, come città capitale, e stava diventando il mito di se stessa, "l'idea di Roma".

    Non si può fare a meno dello Stato, come istituzione. IL punto è : quale tipo di Stato.
    La polemica cattolica contro lo Stato è antica. DA un lato contro lo statalismo, dall'altro contro lo Stato in quanto tale. INvece di proporre l'idea di uno Stato cristiano, i cattolici c.d. "tradizionalisti" negano lo Stato in quanto tale. C'è chi vorrebbe tornare oggi a Pio IX, al "non expedit" quale atteggiamento dei cattolici verso la politica e verso lo Stato. Il "non expedit" si rivelò un errore clamoroso, che permise a socialisti, massoni etc di riempire il vuoto lasciato dai cattolici, costretti ad estranearsi dalla cosa pubblica.
    La politica attuale anticristiana e antinazionale non è colpa dello Stato ma delle forze politiche avverse che ne hanno occupato le istituzioni, tra le quali molti cattolici, quelli di sinistra o "progressisti" che dir si voglia. Queste forze seguono ideologie tutte avverse all'idea stessa dello Stato. I comunisti sono "statalisti" ma sempre con l'idea di arrivare all'estinzione dello Stato (utopia sanzionata da Lenin in "Stato e rivoluzione").
    Manca una riflessione cattolica seria e approfondita sul concetto dello Stato, in relazione ai gravi problemi dell'ora presente.
    H.

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  3. Grazie Historicus,
    Ero consapevole di questa implicazione che è ben sviluppata e argomentata nel tuo commento.
    La necessità, o quanto meno la realtà fattuale, dello stato non è certamente ignorata da Sandri (anche se in questo caso si riferisce ad un ordine precedente l'istituzione dello stato e su questo si focalizza insieme a ciò che lo garantiva) e risulta implicita nella mia riflessione introduttiva. Dello scritto di Sandri, che è un pensiero in libertà e non un articolo, avevo colto proprio la densità suscettibile di ulteriori riflessioni.
    Ma ci fa bene recuperare anche il rigore di un discorso meno sommario e sbrigativo.

    Purtroppo è vero che manca una riflessione cattolica seria e approfondita sul concetto dello Stato, in relazione ai gravi problemi dell'ora presente.

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