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domenica 13 agosto 2023

Mons. Viganò / Intervista Con Matt Gaspers di “Catholic Family News”

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Intervista
Con Matt Gaspers di “Catholic Family News”

13 Agosto 2023

Eccellenza, siamo ora nel decimo anno del pontificato di Francesco. Dal suo “Chi sono io per giudicare?” a Amoris Lætitia, dalla Dichiarazione di Abu Dhabi all’incidente di Pachamama (e al Sinodo in corso sulla sinodalità), abbiamo assistito a scandali papali davvero senza precedenti nell’ultimo decennio – scandali che toccano sia la fede che la morale. Secondo lei, qual è stata la questione più dannosa di questo pontificato e come può la Chiesa riprendersi da essa?

È difficile – e credo che molti concorderanno con me – identificare la questione che ha maggiormente influito negativamente nell’azione e nelle parole di Bergoglio. Ogni suo gesto è deliberatamente provocatorio e istrionico, volutamente pensato per lasciare sconcertato l’interlocutore, o per offenderlo, o per prendersi gioco di lui. Chi pensa che Bergoglio sia uno sprovveduto si sbaglia: ogni sua parola è detta per suscitare scandalo, per prendere le distanze da tutti i suoi predecessori, per criticare il passato della Chiesa, falsarlo, travisarlo con semplificazioni irritanti. E soprattutto: non afferma mai. Se avete notato, le sue esternazioni più controverse non sono frutto di una dichiarazione autonoma, ma la risposta a domande poste da altri, secondo le indicazioni ricevute, perché sembri che l’argomento sia stato scelto dall’intervistatore o dall’interlocutore. Se ci fate caso, tutte le più sconcertanti affermazioni – dal “Chi sono io per giudicare” all’ultimo “Dio ti ama come sei” – sono risposte a domande. Ce lo conferma Bergoglio stesso, nel corso della conferenza stampa di ritorno dal Portogallo: “Grazie per il coraggio di fare questa domanda. Grazie” (qui).

In pratica, indipendentemente dall’argomento toccato, tutte le parole di Bergoglio sono basate a priori su una finzione, una menzogna. In alcuni casi queste manipolazioni avvengono con sistemi più elaborati, ma sempre disonesti e sleali: pensiamo alle manovre per imporre la propria linea ai recenti Sinodi, e l’assoluto disprezzo dei regolamenti. A ciò si aggiunga lo sprezzo beffardo con cui attribuisce ad altre circostanze e altre persone quello che fa ostentatamente per primo.

Aldilà dei singoli scandali, credo che il maggior danno recato alla Chiesa da questo “pontificato” sia il discredito e il disonore gettati sul Papato, sulla Chiesa, sul Clero e sui fedeli. Il suo odio per la Tradizione non conosce requie, e questo si ripercuote necessariamente su ciò che di quella Tradizione è espressione naturale: la dottrina, la morale, la liturgia, la spiritualità. La demolizione è sistematica e parte principalmente dall’autorità, corrotta e asservita al nemico, che abusa del proprio potere per lo scopo opposto a quello che lo legittima. La democratizzazione della Chiesa, la collegialità conciliare, la sinodalità di Bergoglio sono colossali menzogne, dietro cui si nasconde la tirannide: il parallelo con i governi assoggettati all’élite globalista è evidente, e conferma un unico coordinamento delle due azioni eversive. E entrambe le istituzioni, come vediamo, sono screditate e delegittimate proprio da chi vi ricopre ruoli di autorità. In questo modo, semmai in futuro questa crisi dovesse conoscere una fine, ripristinare la fiducia nella Chiesa e restituirle la sua autorevolezza sarà umanamente parlando quasi impossibile.

In una recente intervista (qui), ha detto che alcuni cardinali “creati da Benedetto XVI si sono dimostrati completamente inferiori alle aspettative dei fedeli conservatori” e che alcuni di loro “all’ultimo Conclave hanno assistito a cose che non denunciano pubblicamente”. A cosa crede abbiano assistito e perché non le denunciano?

Alcuni cardinali entrati in Conclave nel 2013 sembrano non comprendere la gravità di quanto è avvenuto e sta avvenendo, sotto false apparenze di legalità formale. Li abbiamo sentiti difendere a spada tratta il Papato, dichiarando che gli errori propalati da Bergoglio e le sue estemporanee provocazioni non sono da ritenersi Magistero papale; li abbiamo sentiti chiedere a Bergoglio di sciogliere i Dubia (vedi) senza che questi si sia nemmeno degnato di rispondere, e tutto è finito lì. Ma questa denuncia degli effetti – cioè il “pontificato” presente – è del tutto inutile quando rifiuta, a prescindere, di riconoscere le loro cause nella rivoluzione conciliare. La loro volontà tetragona di “salvare” lo pseudomagistero del Vaticano II, che è causa remota della crisi presente, rende del tutto vana qualsiasi azione in difesa della Chiesa.

Per quel che riguarda il silenzio sugli eventi occorsi durante il Conclave, vedo anche qui prevalere la mentalità legalista sulla necessità impellente di porre fine al colpo di stato eversivo della deep church. La loro principale preoccupazione è non mettere in crisi l’osservanza di norme valide in tempi di relativa normalità, perché non si possa dire che abbiano violato dei precetti umani, mentre con il loro rispetto delle procedure si trovano ad avvallare la violazione dei precetti divini da parte – nientemeno – che dei vertici della Gerarchia cattolica.

Trovo incomprensibile che un membro del Collegio cardinalizio possa confidare ad amici di esser stato testimone di fatti tali da rendere nulla l’elezione di Jorge Mario, e che allo stesso tempo non li voglia denunciare pubblicamente per non infrangere il segreto pontificio: quel segreto che ha già infranto parlandone a qualcuno che non può fare nulla, costringe Sua Eminenza al silenzio dinanzi alla Chiesa, i cui Pastori forse potrebbero dirimere la questione. Ma qui non parliamo del Sigillo della Confessione, ma di questioni che hanno ragione di essere riservate fino a che questo non va in danno dell’istituzione che le ha poste in vigore; altrimenti ci ritroviamo come i farisei del Vangelo, che chiedevano a Nostro Signore se fosse lecito tirar fuori dal pozzo un asino nel giorno di sabato.

Le indiscrezioni di questi Cardinali vertono sull’evidenza di gravi irregolarità, senza fornire ulteriori dettagli. Mi viene in mente quanto avvenne nel 1958, con la questione della fumata inizialmente bianca e poi diventata nera: sembra che l’eletto fosse il Card. Giuseppe Siri, ma che per l’opposizione del regime comunista sovietico si sia forzata la mano costringendo i Padri a eleggere un altro Papa, che guarda caso fu il conciliante Angelo Giuseppe Roncalli.

Se davvero queste confidenze fossero vere, non oso pensare il travaglio morale di chi si appresta a portarsi il segreto nella tomba, quando avrebbe l’opportunità di smascherare i maneggi della Mafia di San Gallo. Se non fossero vere, non avrebbe senso parlarne nemmeno con le persone di maggior fiducia (che però con qualcuno hanno parlato, visto che la notizia è trapelata).

Dal punto di vista umano, crede che il prossimo Conclave non ripeterà l’esito del 2013?

Salvo interventi straordinari della Provvidenza, il Collegio cardinalizio è stato ampiamente screditato da Bergoglio: Caligola si limitò alla minaccia di nominare sacerdote e console il suo cavallo Incitatus; questo invece crea Cardinali che sotto Pio IX sarebbero stati spediti in partibus infidelium. L’esito del prossimo Conclave appare quindi scontato, rebus sic stantibus. Ma se dovessero emergere prove di una qualche grave irregolarità nel Conclave del 2013, questo renderebbe ipso facto nulla l’elezione che ne è seguita, e conseguentemente tutti gli atti di governo e di magistero posti in essere dall’eletto. Tra questi atti, la creazione dei Cardinali, sicché tutti i Concistori di Bergoglio sarebbero nulli: ci ritroveremmo d’incanto alla situazione del 2013 e questo scompaginerebbe i piani di Bergoglio, perché gli Elettori del prossimo Conclave sarebbero certamente meno propensi a ripetere gli errori già commessi e, forti dell’esperienza di questo decennio, potrebbero eleggere il meno peggiore tra loro.

L’anno prossimo, gli Americani affronteranno un’altra elezione presidenziale. Nel 2020, Ella ha sostenuto molto gli sforzi di Donald Trump per ottenere un secondo mandato. Alla luce della sua continua promozione dei vaccini COVID e della sua retorica a favore dell’agenda LGBTQ, credi che i cattolici possano ancora sostenerlo in un altro tentativo per la presidenza? Lo consideri ancora una sorta di “katéchon”?

Il Presidente degli Stati Uniti d’America può essere una sorta di katechon se ha ben chiaro il colpo di stato globale perpetrato dal deep state. Credo che Donald Trump abbia compreso l’inganno di cui è stato oggetto da parte di Fauci e degli altri piazzisti di BigPharma, e che sia anche in grado – come è in grado sul fronte democratico Robert F. Kennery, Jr. – di verificare se il virus SARS-CoV-2 fa parte di un progetto militare, che si è avvalso delle case farmaceutiche solo per la produzione su vasta scala dei sieri (peraltro iniziata significativamente nel 2019, prima della dichiarazione di emergenza pandemica).
Per quanto riguarda altre forme di appoggio più o meno esplicito a movimenti o ideologie in contrasto con la Fede cattolica, vorrei permettermi di suggerire al Presidente di non lasciarsi influenzare dai report e dalle percentuali delle agenzie di comunicazione elettorale, e di pensare alla responsabilità dinanzi a Dio delle decisioni che, come Presidente degli Stati Uniti, egli assume. Il compito del Presidente degli Stati Uniti è di governare il suo popolo per il bene comune, secondo giustizia e nel rispetto della Legge naturale e divina. Se assolverà questo compito, il Signore – che è Onnipotente e che decide delle sorti delle Nazioni e dei singoli – lo benedirà e benedirà il popolo americano; se viceversa egli verrà meno ai suoi doveri e asseconderà la mentalità del mondo e i consigli dei suoi esperti elettorali, non potrà certo aspettarsi che Dio, offeso e disobbedito, aiuti lui e la Nazione.

Va detto che Trump, nei suoi recenti rally, ha denunciato con grande forza le politiche woke e si è impegnato a combattere la transizione di genere e le mutilazioni per i minori, l’indottrinamento gender nelle scuole, l’ipersessualizzazione dell’infanzia e il traffico di bambini. È significativo che, proprio quando aumenta nel popolo la percezione della gravissima minaccia della lobby pedofila, il Dipartimento di Giustizia americano non abbia nulla di meglio da fare che ridurre il livello di allarme sociale: evidentemente la cupola di pervertiti che manovra Biden sente il fiato sul collo.

In ogni caso, preferisco mille Trump a un solo Biden, su questo non c’è alcun dubbio. Anche perché Trump si è mostrato nei fatti ben più vicino all’immagine di politico cattolico di quanto non abbia fatto il sedicente cattolico Biden.

Ha qualche idea su Robert F. Kennedy Jr. e sulla sua campagna per vincere la nomina del Partito Democratico alla presidenza? Dato il suo sostegno all’aborto, un cattolico potrebbe votare per Kennedy in buona coscienza?

Robert Kennedy ha certamente una visione chiara sulla frode pandemica e vaccinale e l’assalto del deep state ai diritti fondamentali degli Americani. Gli aspetti positivi del suo programma politico non tolgono il fatto che sostenga l’aborto e questo lo rende non votabile, soprattutto perché Kennedy si dichiara cattolico pur essendo in grave contraddizione con l’insegnamento della Chiesa e con la Legge naturale. Anche qui occorre un sussulto di orgoglio, che metta da parte i calcoli elettorali e compia una scelta radicale. Il compromesso, oggi, non è più praticabile.

Probabilmente l’evento più significativo da quando Joe Biden è entrato in carica è stato lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, che sembra essere stata provocata almeno in parte da cattivi attori. Cosa pensi che il deep state stia sperando di ottenere attraverso questo conflitto in corso?

La crisi ucraina è stata preparata da anni, allo scopo di distruggere la Federazione Russa tramite un processo di balcanizzazione, così da garantire un’egemonia dell’anglosfera negli equilibri geopolitici internazionali e tenere gli Stati europei in una posizione di subalternità rispetto alla potenza anglo-americana.

Il conflitto avrebbe avuto come conseguenza l’ulteriore avvicinamento di Putin a Xi Jinping, cosa ampiamente prevedibile e che si sarebbe potuta evitare. È d’altronde possibile che l’aver spinto la Russia tra le braccia della Cina potrebbe costituire, nella mente dei gerarchi del Nuovo Ordine Mondiale, il casus belli per una dichiarazione di guerra alla Cina stessa, peraltro coerente con la richiesta della Casa Bianca ai partner europei di porre fine agli accordi commerciali della cosiddetta Via della Seta. Una pretesa, questa, che non solo avrà pesanti ripercussioni per il venir meno di esportazioni verso la Cina e per i prevedibili aumenti delle materie prime e dei semilavorati sinora importanti dalla Cina; ma costituisce la premessa per un’instabilità e una crisi economica che di solito sono l’anticamera di un conflitto, a tutto vantaggio dei venditori di armi e di chi lucra sulla ricostruzione (vedi Iraq, ma anche Grecia). Dubito tuttavia che l’élite disponga del tempo necessario ad ottenere questi scopi: i suoi giorni sono contati, perché la menzogna su cui si fonda il loro potere è ormai scoperta.

Aldilà delle strategie politiche di una parte dell’establishment americano, sappiamo che la guerra in Ucraina è servita anche per nascondere gli scandali della famiglia Biden e insabbiare l’attività dei biolaboratori finanziati dal Pentagono e da enti americani o alleati: in quei laboratori sono stati trovati virus artificiali modificati geneticamente per essere efficaci su determinati gruppi etnici, in violazione degli accordi internazionali. Probabilmente il parziale fallimento del progetto di pandemico – che nel 2015 prevedeva fortissime riduzioni della popolazione mondiale – è dovuto al fatto che Putin abbia anticipato l’inizio dell’operazione militare e fatto prigionieri gli scienziati di quei biolaboratori.

Non dimentichiamo che l’Ucraina è il principale attore nel mercato della maternità surrogata, della predazione degli organi e del traffico di esseri umani anche per alimentare la rete dei pedofili. Le denunce degli organismi umanitari non lasciano dubbi su questi orrori inauditi: bambini uccisi e smembrati per mandare i loro organi nelle cliniche dell’Occidente; soldati ucraini feriti a cui si espiantano gli organi con lo stesso scopo; vite di creature innocenti vendute a ricchi pervertiti per appagare le loro abominevoli deviazioni. E sappiamo bene quanto il deep state sia composto da personaggi ricattabili proprio per questi crimini esecrandi, su cui ha gettato luce il recente film Sound of freedom.

Se la pace in Ucraina fosse il vero obiettivo, quali passi dovrebbero essere fatti per ottenerla?

L’Ucraina agisce come testa di ariete nella proxy war della NATO contro la Federazione Russa, per cui dovremmo anzitutto smettere di considerare Zelenskyj come un interlocutore negli eventuali accordi di pace: se non ha contato nulla nella dichiarazione di guerra e nel proseguimento delle azioni militari sinora condotte, non vedo quale dovrebbe o potrebbe essere il suo ruolo a un tavolo di pace.

Di certo la crisi ucraina può finire immediatamente, se Kiev ritorna ad essere un cuscinetto tra il blocco della NATO – che si era impegnata a non allargarsi a Est – e garantisce l’autonomia del Donbass e l’indipendenza di Donesk e Lugansk. Il problema è che i danni subiti e il colossale indebitamento dell’Ucraina per far fronte agli approvvigionamenti di armi e all’invio di soldati al fronte rende difficile la fine del conflitto, anche perché la vittoria contro la Russia è impossibile senza un coinvolgimento ufficiale di altre nazioni. Finché c’era da mandare vecchi carri armati o qualche volontario, la NATO ha convinto i Paesi membri a sostenere la guerra; ma non credo che essi vogliano far scoppiare una guerra mondiale, nonostante le dichiarazioni farneticanti di alcuni esponenti politici.

Nelle dichiarazioni e interviste passate, Lei ha espresso un notevole sostegno alla Russia nel contesto della guerra. Mentre l’Ucraina ha chiaramente il sostegno dei globalisti occidentali, non è d’accordo sul fatto che la forte alleanza della Russia con la Cina comunista sia altrettanto preoccupante, soprattutto alla luce delle profezie di Nostra Signora di Fatima sugli “errori della Russia”?

Il mio sostegno non è alla Russia in sé, ma a chi in questo frangente si oppone di fatto ai piani del Nuovo Ordine Mondiale. Si sapeva benissimo che un conflitto tra USA e Federazione Russa avrebbe inevitabilmente rinsaldato i legami di quest’ultima con la Cina: c’è solo da sperare che l’alleanza tra Putin e Xi Jinping non sia a solo vantaggio della dittatura comunista cinese, e che si mantengano gli equilibri.

Credo che sia però giunto il momento di uscire dalla gabbia ideologica che ci porta a considerare gli Americani buoni e i Russi cattivi, sulla base di un pregiudizio voluto dal deep state. Come giustamente osservava Giulio Andreotti – prima di essere estromesso dalla politica internazionale dall’intervento dei servizi atlantici con la collaborazione della criminalità organizzata e dei pentiti della mafia – “La Nato si sarebbe dovuta sciogliere per raggiunto fine sociale quando nell’89 è caduto il muro di Berlino” (Repubblica, 28 Ottobre 2004). Finché non ci rendiamo conto che i governi occidentali sono ostaggio di una cupola di eversori che gestiscono il potere contro i popoli, non potremo sconfiggere questo cancro istituzionale che altera gli equilibri internazionali e si nutre di guerre, di carestie, di povertà.

Quando Nostra Signora parla degli “errori della Russia”, dovremmo considerare che essi si sono ormai diffusi in tutto l’Occidente, mentre in Russia l’ateismo materialista e il comunismo sono divenuti minoritari. È in Occidente – e persino in seno alla Chiesa cattolica – che quegli errori sono oggi professati pubblicamente dai governi, in un infernale connubio tra socialismo e liberalismo che è espressione delle due grandi correnti massoniche, quella socialista e rivoluzionaria di matrice francese e quella liberale e istituzionale di matrice angloamericana.

Una delle piaghe nascoste nel nostro mondo oggi è il traffico di bambini. Il nuovo film Sound of Freedom con Jim Caviezel, l’attore che ha interpretato Nostro Signore in La Passione di Cristo di Mel Gibson, fa luce su questa piaga e invita tutte le persone ad aiutarla a sradicarla. Nel frattempo, il Dipartimento di Giustizia di Joe Biden sembra minimizzare il problema (qui). Credi, come fa Caviezel, che ci sia una connessione tra le élite globali, le agenzie governative e il traffico di bambini?

Come ho detto poc’anzi, l’Ucraina è al centro del traffico di minori e della pedofilia, che coinvolge principalmente i membri dell’élite satanica del NWO e le agenzie governative di molti Stati. Non mi stupisco che questa élite cerchi in tutti i modi di minimizzare o nascondere questi crimini esecrandi, ricorrendo anche al potere di cui dispone tramite la politica, i media e il mondo dello spettacolo. Se pensiamo che il figlio di Joe Biden, ritratto con minorenni in pose tanto oscene quanto eloquenti, è ancora a piede libero, dobbiamo domandarci quali forze siano in campo e quanto profonda sia la corruzione dei nostri governanti e dell’intera classe dirigente che vi ruota attorno.

La denuncia di Caviezel ha il merito di portare alla luce questa rete di complicità e di crimini che gridano vendetta al cospetto di Dio, e che non potrà rimanere impunita. Penso anzi che il crollo ormai imminente dell’intero deep state sarà dovuto più all’indignazione dei comuni cittadini per gli orrori da esso perpetrati sui bambini che non dall’evidenza del loro piano criminale di sterminio dell’umanità per mezzo di pandemie e carestie.

Quando sento Klaus Schwab dichiarare: “Climate lockdowns are coming: no more debate necessary”, mi chiedo quanta fretta abbiano questi eversori – Schwab, Gates, Soros ecc. – di portare a compimento il loro progetto infernale per nascondere la realtà di quello che stanno facendo. I loro piani di controllo totale mirano in definitiva a garantirsi l’impunità mediante la manipolazione della Verità e l’imposizione della menzogna.

Alla luce della crescente soppressione della Vera Messa da parte della Gerarchia, quale consiglio darebbe ai Cattolici che sono preoccupati di partecipare alla Messa o ricevere Sacramenti da un sacerdote privo di facoltà scritte o in uno “status canonico irregolare”?

Quando negli anni Settanta Mons. Marcel Lefebvre prese le distanze dalla “chiesa conciliare” e continuò a ordinare sacerdoti che garantissero la celebrazione della Messa cattolica, i primi provvedimenti nei confronti della Fraternità Sacerdotale San Pio X furono di natura canonica: la sospensione a divinis per aver conferito gli Ordini Sacri in un istituto divenuto irregolare da un giorno all’altro. Quello che fino al giorno prima Mons. Lefebvre faceva con l’incoraggiamento del Papa era divenuto illecito. Fu solo tre lustri più tardi, nel 1988, che, con le Consacrazioni episcopali, venne comminata la scomunica, poi revocata da Benedetto XVI. L’Arcivescovo Lefebvre ebbe la forza di testimoniare la propria fedeltà a Cristo anche disobbedendo agli ordini della Gerarchia, ed è grazie a questa santa disobbedienza se chierici e fedeli hanno potuto beneficiare del Motu Proprio Ecclesia Dei prima e di Summorum Pontificum poi.

Anzi, direi di più: molti di quanti oggi si piccano di dare lezioncine di ortodossia cercando di dimostrare l’accettabilità del Vaticano II e di fatto assistono alle celebrazioni in rito antico con l’accordo tacito di non rifiutare il Concilio, possono farlo grazie alla “intransigenza” – ossia alla coerenza di principi – di mons. Marcel Lefebvre, che ha denunciato gli errori di quella infaustissima assise e della riforma liturgica che ne è seguita. Senza il suo coraggio; senza la testimonianza di sacerdoti che venivano strappati dagli altari dalle forze dell’ordine, su richiesta dei Vescovi, mentre celebravano la Messa di sempre, il rito tradizionale sarebbe definitivamente scomparso dalle nostre chiese, come lo è stato per quasi vent’anni.

Mi chiedo dunque: è possibile che l’autorità della Chiesa sia esercitata per impedire quello che la stessa autorità aveva benedetto e lodato prima del Concilio? Può il potere vicario del Papa e dei Vescovi andare contro lo scopo per cui Nostro Signore, detentore di quel potere, ha stabilito per la Chiesa? E ancora: quale credibilità può avere l’autorità dei Pastori, quando essa prima erige a norma universale, poi proibisce, poi ripristina e infine sopprime de facto il medesimo rito? È necessario riconoscere che l’esercizio dell’autorità ecclesiastica è vincolato indissolubilmente allo scopo per il quale Cristo ha istituito la Sacra Gerarchia, e che nessun potere eversore può usurpare questa autorità senza mettersi contro la Chiesa e contro Cristo stesso. Fu un abuso l’abolizione della Messa apostolica da parte di Paolo VI per sostituirla con una sua contraffazione redatta da eretici, ed è un abuso la vanificazione di Summorum Pontificum da parte di Bergoglio: non a caso entrambi sono parte di una “chiesa conciliare” in rottura con la Chiesa Cattolica; una “chiesa” autoreferenziale, staccata dalla Sacra Tradizione, con propri “santi”, propri riti, propria dottrina e propria morale, tutti in netto contrasto con i Santi, i Riti, la Dottrina e la Morale della Chiesa di Cristo.

Chiunque impedisca la celebrazione della Messa tridentina lo fa indefettibilmente per motivi malvagi. Mai nessuno, nella storia della Chiesa, ha osato vietare la celebrazione del Santo Sacrificio in una forma particolare, adducendo la motivazione che esso non esprimeva una nuova ecclesiologia: perché se così avesse fatto, avrebbe implicitamente riconosciuto una nuova impostazione dottrinale in contrasto con quella della Messa, cosa del tutto inaccettabile e inconcepibile per un Cattolico.

Se dunque vi è un’eterogeneità della Messa di San Pio V rispetto alla religione imposta dalla “chiesa conciliare”, è questa che si pone fuori dalla Chiesa, e non chi, nulla mutando, vuole difendere un rito che ha forgiato e forgia tuttora la santità dei fedeli e dei sacerdoti.

Io stesso ho fondato l’Associazione Exsurge Domine (qui il link dove potete effettuare le vostre donazioni) per aiutare i sacerdoti, i religiosi e le religiose che sono perseguitati dalla junta bergogliana. Stiamo costruendo un villaggio monastico in provincia di Viterbo, in Italia, dove accogliere la comunità di monache di Pienza perseguitate dalla Santa Sede e dal loro vescovo. Aiutiamo sacerdoti lasciati senza parrocchia perché celebrano la Messa apostolica, allontanati dal Ministero solo perché non accettano l’apostasia presente. Faccio appello a tutti i Cattolici perché contribuiscano a questo progetto.

I fallimenti della deep church, come quelli del deep state, possono essere nascosti e negati, ma sono evidenti in tutte le loro disastrose conseguenze. Per rimuovere la deep church dal corpo ecclesiale – come si amputa un arto infetto – occorre anzitutto denunciare i falsi pastori, resistere con fermezza ai loro ordini illegittimi, coordinare la cura pastorale delle piccole comunità di “refrattari”. Probabilmente non sarà questo ad assicurarci la vittoria; ma il nostro impegno, il nostro desiderio sincero di servire il Signore e salvare le anime, la nostra testimonianza di coerenza di vita cristiana potranno indurre il Signore a fare quel tutto, che solo il nostro nulla può muovere.

Ed è questo, in fondo, ciò che dà motivo di speranza anche in questi frangenti: non il fatalismo (ortodosso) di chi aspetta l’intervento divino senza muovere un dito; non l’attivismo (protestante) che prescinde dall’aiuto di Dio e ripone in sé ogni speranza; ma il sano pragmatismo (cattolico e romano) che coniuga l’onnipotenza di Dio nel decidere le sorti del mondo con la cooperazione generosa dell’uomo che Egli ha creato e redento. In una parola, la moltiplicazione dei pani e dei pesci.

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