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giovedì 26 ottobre 2023

Burkina Faso: la fede resta viva nonostante il jihad

Oasi di fede viva in un mondo secolarizzato con la minaccia incombente dell'islamismo. Qui l'indice degli articoli sul filo-islamismo.
Burkina Faso: la fede resta viva nonostante il jihad

Cattedrale di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso
Il Burkina Faso sta vivendo da diversi mesi l’espansione jihadista sul suo territorio. Ma l'escalation di violenza ha un effetto inaspettato agli occhi degli osservatori: il ritorno di molti cristiani a una pratica religiosa che talvolta avevano avuto la tendenza ad abbandonare.

"È un messaggio bellissimo e pieno di fede", spiega Maria Lozano. Questa attivista della ONG Aiuto alla Chiesa che soffre (AED) ha avuto l'opportunità di parlare con i sacerdoti del Burkina Faso che le hanno detto che molti residenti, constatando che "le loro vite sono in pericolo, sono più propensi a tornare al cristianesimo per prepararsi per la vita eterna, qualora dovesse accadere il peggio".

Per Maria Lozano "questo la dice lunga sulla fede di queste persone, sul fatto che per loro questa vita sulla terra non è il fine ultimo, che c'è una vita dopo la morte, quella che a volte noi stessi dimentichiamo".

Questa osservazione, che rimane un paradosso dal punto di vista umano – ma Tertulliano non scriveva già nel II secolo che "il sangue dei martiri è il seme del cristianesimo"? – è stato osservato anche da padre Pierre Rouamba: "è davvero sorprendente constatare che i cristiani, che avevano in una certa misura abbandonato la pratica religiosa prima della crisi, ritornano alla fede in un momento in cui i terroristi fanno tutto il possibile per sradicare ogni traccia del cristianesimo", rimarca il religioso.

Perché la furia del jihad non è riuscita a spegnere la miccia che ancora arde: "mentre i terroristi vietano ai cristiani di entrare nelle chiese, le famiglie si riuniscono nelle case per ravvivare la fiamma della fede attraverso sessioni di catechismo e preghiere comuni, quando non ci sono sacerdoti" spiega il religioso.

"Il Burkina Faso è uno dei Paesi in cui i cristiani sono più perseguitati al mondo. Negli ultimi dieci anni la situazione è peggiorata davvero in modo spaventoso, è difficile viaggiare su strada, al punto che i sacerdoti stanno pensando di optare per l'elicottero", spiega Maria Lozano.

Fatti corroborati dal rapporto 2023 sulla libertà religiosa pubblicato lo scorso giugno che conferma che il Burkina Faso è uno dei 13 Paesi africani dove i cristiani sono più perseguitati. Un rapporto che elenca anche Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Niger, Somalia, Eritrea e Libia come i Paesi dell'Africa dove è più difficile vivere da cristiani.

Il terrorismo religioso che non risparmia i musulmani che rifiutano di unirsi al jihad: "sul posto ho constatato che i musulmani moderati hanno subito la stessa sorte, ma i cristiani restano il principale obiettivo degli attentati, perché considerati nemici a causa della loro fede", riferisce l'attivista dell'AED.

Dal 2015 il Burkina Faso è coinvolto nella spirale di violenza perpetrata da gruppi jihadisti affiliati allo Stato Islamico (IS) e ad Al-Qaeda. Secondo la ONG Armed conflict location and event data project Acled (Acled), specializzata in conflitti armati e dati sugli eventi, gli abusi hanno causato più di sedicimila morti tra civili e militari, di cui oltre cinquemila dall’inizio del 2023.

Questa violenza ha anche portato allo sfollamento di oltre due milioni di persone all’interno del paese. A metà luglio 2023, il presidente e capitano Ibrahim Traoré, salito al potere un anno fa con un colpo di stato, ha deplorato "gli attacchi sempre più ricorrenti contro i civili", giudicando che i jihadisti abbiano mostrato "codardia".
(Fonti: Crux/Le Monde – FSSPX.Actualités)

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