Pagine di rilievo

giovedì 31 dicembre 2020

A 150 anni da Porta Pia, non è stato ancora risolto in Italia il nodo Chiesa-Stato e lo Stato italiano deve ritenersi ancora “illegittimo”? Una tesi che non convince.

Con la consueta rigorosa accuratezza nonché articolate e documentate argomentazioni, Paolo Pasqualucci confuta la tesi - sostenuta in diversi ambiti del mondo tradizionale e nelle specifico da Stefano Fontana [qui] - che lo Stato liberale che ha occupato Roma, non fondato sul diritto naturale, si basa sulla forza e quindi non è legittimo. Ma come la mettiamo con la Conciliazione con cui il Papa chiuse la questione romana, riconoscendo la legittimità del Regno d'Italia? La Conciliazione non la si nomina mai, come se non fosse esistita. Praticamente tra i diversi polemisti "tradizionalisti" è d'uso continuare a ragionare su certi temi a colpi di randello e quando si riferiscono a classici della politica, soprattutto moderni, lo fanno in modo spesso approssimativo. Un pensiero politico cattolico all'altezza dei problemi attuali sembra continui a latitare. Sostanzialmente un certo mondo tradizionale è rimasto al 1859, alla II guerra d'Indipendenza, e là vorrebbe riportare l'Italia. O al 1870, come se dopo non fosse successo niente. Notte fonda. Con questo non sto chiamando in causa Stefano Fontana; mi riferisco piuttosto al filone filo-borbonico che caratterizza alcuni ambiti tradizionali. Quel che ho espresso forse troppo lapidariamente - e altro necessario - lo trovate garbatamente ed esaurientemente sviluppato della trattazione che segue, il cui intento è quello di alimentare la sana dialettica scientifica tra autori diversi. (M.G.)

A 150 anni da Porta Pia, non è stato ancora risolto in Italia il nodo Chiesa-Stato e lo Stato italiano deve ritenersi ancora “illegittimo”? Una tesi che non convince.
Sommario : 1. Una tesi che non convince: lo Stato italiano tuttora “scomunicato” dai Papi e quindi “illegittimo”. 2. Gli Stati vengono riconosciuti soprattutto in base al principio di effettività. 3. Le scomuniche di Pio IX colpirono anche chi aveva votato per l’annessione dei suoi Stati alla Monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II: circa 800.000 persone. 4. La legittimità di uno Stato, in quanto tale, non dipende da un riconoscimento pontificio. 5. Con il Trattato Lateranense del 1929 il Papa ha riconosciuto la legittimità dello Stato italiano, implicitamente rimettendo le scomuniche di Pio IX, ma ogni Stato si rende in sé illegittimo quando le sue leggi violano la legge naturale e divina.
1. Una tesi che non convince: lo Stato italiano tuttorascomunicato dai Papi e quindiillegittimo”.
È la tesi sostenuta di recente su La nuova bussola quotidiana, del 20 settembre 2020 [qui], dal prof. Stefano Fontana, autore di tanti interventi coraggiosi e puntuali in difesa della nostra fede, così maltrattata oggi da tutte le parti. Questo suo intervento, tuttavia, lascia perplessi. Giustamente, egli pone il problema della legittimità dello Stato “liberale” e “laico” contemporaneo, con tutte le sue leggi non solo liberticide ma anche e soprattutto contrarie alla morale naturale e cristiana. Ma lasciano perplessi i suoi argomenti volti a dimostrare che lo Stato italiano, nato dal Risorgimento e dall’unificazione, sarebbe, se ho ben afferrato il concetto, ancora “illegittimo” a causa delle scomuniche comminate a suo tempo da Pio IX. Dopo le scomuniche, osservo, non c’è stata nel 1929 la famosa Conciliazione tra Stato e Chiesa, con la quale la S. Sede, in cambio del ristabilimento di un potere temporale e del riconoscimento ad essa di rappresentare, dal punto di vista terreno, un soggetto libero, sovrano e indipendente secondo il diritto internazionale, ha riconosciuto il Regno d’Italia con Roma capitale, ponendo in tal modo fine alla situazione di illegittimità nella quale il Regno si trovava ai suoi occhi, dopo i misfatti del periodo 1859-1870? Con la Conciliazione non sono state implicitamente rimesse le scomuniche di Pio IX? Ma della Conciliazione il prof. Fontana non fa affatto menzione, l’ignora completamente. E lascia perplessi la tesi secondo la quale la vera legittimazione agli Stati può conferirla s o l o il Romano Pontefice.

Te Deum laudamus, hodie (2020) et semper!

Anche quest'anno, da molti definito annus horribilis ma che diventa mirabilis nella misura in cui non è comunque mancata la Grazia, il nostro Te Deum manifesta la Lode alle tre Persone della Santissima Trinità, nonché le invocazioni e i ringraziamenti verso Dio Onnipotente. Chi volesse ascoltarlo - e recitarlo - in Gregoriano può cliccare qui.

“Te Deum laudamus:
te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem,
omnis terra veneratur.

Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:

"Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae."

Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.

Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.

Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes,
in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.

Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac
cum sanctis tuis in gloria numerari.

Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.

Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.

Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.

Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quem ad modum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.”

mercoledì 30 dicembre 2020

"Vaccino per tutti", un altro documento vaticano

Precedenti, nel blog, sulle trasformazioni dell’Istituto Giovanni Paolo II, che hanno suscitato molto scalpore [qui - qui - qui] e sulla PAV qui - qui - qui - qui] ; sul card. Paglia [qui]. Sui recenti documenti della Pontifica Accademia per la Vita (qui), di seguito troviamo osservazioni significative che ci danno la misura della profonda crisi nella Chiesa. Li riprenderemo per un'analisi più completa.

La Commissione vaticana Covid 19 e la Pontificia Accademia per la Vita hanno pubblicato un nuovo documento sull'uso dei vaccini, ad appena una settimana da quello della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma non è solo un doppione, dice anche cose molto diverse sull'eticità dei vaccini....
Domanda: che bisogno c’era di un altro documento vaticano dopo che sui problemi etici del vaccino si era già pronunciata solo pochi giorni fa la Congregazione per la dottrina della fede? Ora, infatti, torna sull’argomento anche la Pontificia Accademia per la Vita, guidata da monsignor Vincenzo Paglia, con una Nota dal titolo “Vaccino per tutti. 20 punti per un mondo più giusto e sano”, con la collaborazione della Commissione Vaticana Covid 19 che fa capo al dicastero per lo Sviluppo umano integrale.
Vien da pensare che ormai anche tra i dicasteri vaticani sia possibile un pluralismo dottrinale. Oppure c’è un corsa interna a chi arriva prima? O politiche ecclesiastiche che si contrastano? Perché la Nota della Commissione Covid 19 e della PAV, oltre ad essere un doppione, dice cose diverse dalla Congregazione: dichiara senza riserve che il vaccino prodotto anche con l’uso di feti di aborto volontario è un non-problema - si può procedere “con coscienza sicura” - e spinge molto (fino a postulare imposizioni politiche?) per il dovere di vaccinarsi.

Trump onora san Thomas Becket nell’anniversario del martirio

Donald Trump decreta la celebrazione ufficiale dell'l’850° anniversario del martirio di san Tommaso Becket, il primate d’Inghilterra caduto sotto le spade degli sgherri del re Enrico II per la difesa della libertà e immunità ecclesiastica, il 29 dicembre del 1170. Non manca una stoccata a Bergoglio quando cita il Card. Joseph Zen di Hong Kong, vittima della persecuzione comunista cinese [vedi]. Atto esemplare di un capo di stato che spicca nella palude graveolente dei pastori a braccetto col mondo. Commovente la figura di Thomas di Canterbury. Particolarmente in questo nostro tempo. È guerra. Non una guerra con le armi, ma una guerra spirituale, durissima. Ormai si direbbe in campo aperto: son cadute tutte le maschere. Siamo pronti. Siamo in trincea. E di fronte a noi, su di noi, incisa nei nostri cuori, vittoriosa sul mondo e sulle tenebre, ieri, oggi e per sempre, la Santa Croce di Gesù Cristo Nostro Signore di fronte al Quale ogni ginocchio si piega, in cielo, sulla terra e nell’inferno.

Proclamazione per l’850° anniversario
del martirio di san Tommaso Becket

Oggi è l’850° anniversario del martirio di san Tommaso Becket. Era uno statista, uno studioso, un cancelliere, un prete, un arcivescovo e un leone della libertà religiosa. Prima che la Magna Carta fosse redatta, prima che il diritto al libero esercizio della religione fosse sancito nella nostra gloriosa Costituzione come la prima libertà dell’America, Thomas diede la vita perché, come egli disse, la Chiesa potesse raggiungere la libertà e la pace.
Figlio di uno sceriffo londinese e descritto come “un impiegato di bassa nascita” dal re che lo fece uccidere, Thomas Becket divenne il capo della Chiesa in Inghilterra. Quando la corona tentò di invadere il campo d’azione della casa di Dio mediante le Costituzioni di Clarendon, Tommaso si rifiutò di firmare il documento incriminato. Quando il furioso re Enrico II minacciò di trattenerlo in disprezzo dell’autorità reale e chiese perché questo prete “povero e umile” avrebbe osato sfidarlo, l’arcivescovo Becket rispose: “Dio è il sovrano supremo, al di sopra dei re” e “dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”.

martedì 29 dicembre 2020

È l’ultimo Natale dell’era cristiana. E poi?

Accenti gravi, apocalittici. Ma anche la situazione lo è...
È l’ultimo Natale dell’era cristiana e poi? Siamo alla battaglia decisiva contro le forze del Male poi sorgerà un mondo nuovo, ma non quello voluto dai Padroni Universali basato sull'usura: dalle macerie vi sarà un nuovo inizio
Ogni anno, alla vigilia di Natale, ci si prepara alla solenne festività; ci si scambiano gli auguri, nella consapevolezza della perennità di questa ricorrenza, dell’immutabilità del rito della santa Messa nel giorno della nascita del Salvatore. Ma quest’anno è diverso. Quest’anno è speciale, tragicamente speciale: sappiamo che è l’ultimo dell’èra cristiana, che non ce ne saranno altri come è stato finora, mai più. Sappiamo che il cristianesimo, così come lo abbiamo sempre conosciuto, è finito, almeno umanamente parlando: cioè in base a ciò che si può ragionevolmente dedurre in base agli avvenimenti che si sono verificati nel corso degli ultimi decenni, anni, mesi e giorni. Sappiamo che non solo il cristianesimo, ma tutta la nostra civiltà, che dal cristianesimo ha avuto origine, è giunta al capolinea: che nulla sarà più come prima, che il 2020 ha concluso due millenni di storia e, in un certo senso, non solo due millenni, ma tutto l’arco della vicenda umana, fin dagli esordi. Sappiamo che l’intelligenza artificiale, gli organismi geneticamente modificati, una tecnologia digitale sempre più sofisticata, prenderanno il posto dei vecchi modi di vita; che il lavoro, così come lo abbiamo finora conosciuto, e il risparmio, e la famiglia, e il tempo libero, e l’informazione, e la cultura, la sanità, l’istruzione, la giustizia, l’ordine pubblico, la proprietà privata, la circolazione delle persone  e delle merci, le nascite e le morti, le gioie e i dolori, il bene e il male, non saranno più quelli di prima, non risponderanno più ai criteri di prima, ma assumeranno forme inedite, finora sconosciute e perfino impensabili. L’assurdo diverrà la norma e la norma diverrà la pietra difettosa, che i costruttori scarteranno senza esitare, perché la riterranno inutile all’edificazione della casa. In altre parole, stiamo per assistere non solo all’ultimo Natale, ma all’ultimo atto della civiltà umana: stiamo per entrare nella civiltà post-umana, o transumana, o, se preferite farvi ancora qualche illusione, nel cosiddetto nuovo umanesimo. Però state certi che l’uomo, in essa, o almeno l’uomo comune,  l’uomo normale, il padre o la madre di famiglia, il lavoratore, il pensionato, il cittadino che vive del proprio lavoro, paga le tasse e rispetta delle leggi, pensate e attuate per il suo bene e nel suo interesse, spariranno come inutili residui del passato. Ai Padroni Universali non serve nessuna di queste figure, anzi danno loro fastidio. Sono ostacoli da rimuovere. E li stanno rimuovendo. E sono già a buon punto della loro opera infame. 

domenica 27 dicembre 2020

La falsa dignità. Riflessioni su un volume che demolisce l’equivoca ideologia della “dignità dell’uomo”.

Paolo Pasqualucci si era accinto a recensire il libro La dignité humaine. Heurs et malheurs d’un concept maltraité. Sous la direction de Bernard Dumont, Miguel Ayuso, Danilo Castellano, Ed. Pierre-Guillaume de Roux, 2020. L'impresa, strada facendo, si è rivelata più impegnativa del previsto e il risultato è un lavoro di circa 300 pagine. Ne pubblico l'inizio e la fine, per agevolarne la presa d'atto: le parti qui riprese danno già un'idea chiara e netta della tematica. Dunque di seguito trovate: Titolo e Sommario, molto denso + Introduzione (con un importante brano di Kant incluso e relativo commento critico) + Conclusione e relative note.
Per chi vuole approfondire aggiungo il testo integrale in pdf consultabile e/o scaricabile qui.

Paolo Pasqualucci
La falsa dignità. Riflessioni su un volume che demolisce l’equivoca ideologia della “dignità dell’uomo”.

S o m m a r i o : 1. Introduzione: i cinque temi oggetto del presente saggio. 2. La dignità della persona: qualità da intendersi sempre in rapporto alla nostra natura razionale. 2.1 La dignità dell’uomo fondata sulla libera scelta razionale per “aspirare alle cose celesti”: Pico della Mirandola e Giannozzo Manetti. 3. La dignità umana secondo la teologia cattolica ortodossa. 4. La “mutazione” della nozione cattolica di “dignità dell’uomo” provocata dal cattolicesimo liberale e dall’americanismo --- Maritain e Murray SI: 4.1 La percezione della decadenza della Nazione, nella Francia del Primo Dopoguerra. 4.2 La sagra degli umanesimi fabbricati a tavolino, da quello “integrale” di Maritain a quello “marxista”, costruito sui manoscritti giovanili di Marx, scoperti negli anni Trenta. 4.3 L’indebita esaltazione della “antropologia” marxiana. 4.4 Il mito dell’ideologia marxista capace di costituire il rimedio per “l’alienazione” dello homo oeconomicus della società citalista. 5. John C. Murray SI innesta sull’ errore “americanista” l’umanesimo integrale ovvero la democrazia “personalista” di tipo americano. 6. Il “clericalismo” emerso dal Concilio Vaticano II ha propugnato l’idea non cattolica di uno Stato neutrale rispetto ai valori fondamentali, in nome della “dignità dell’uomo”: 6.1 Lo Stato fascista più cattolico della laica Repubblica democratica, largamente condivisa dalle forze cattoliche: l’educazione di massa della gioventù dal “culto della Patria” al “culto della Persona” al tracollo del Sessantotto; 6.2 L’ambiguo compromesso del Concilio con il principio laico della coscienza unica fonte della moralità: 6.2.1 La contraddizione dell’art. 16 di ‘Gaudium et spes’, che fa affiorare un concetto evolutivo della verità, la cui ricerca è condizionata dal rispetto della “dignità umana” intesa come valore assoluto. 6.2.2 Applicazioni nei testi stessi del Concilio del concetto della verità come ricerca della verità. 7. Come l’idea della “dignità dell’uomo”, diventata il valore supremo nei sistemi giuridici occidentale, sia stata applicata in modo anomalo e si sia rivelata inane nella difesa dei princìpi etici fondamentali, venendo anzi usata per distruggerli. 8. Conclusione: la dignità non appartiene all’essenza, all’essere dell’uomo ma al suo m o d o di essere --- è una qualità del nostro comportamento, che ci merita rispetto quando è d e g n o della nostra natura razionale, rimproveri e disprezzo quando i n d e g n o .
1. Introduzione: i cinque temi oggetto del presente saggio.
Che la “dignità dell’uomo” sia ridotta oggi ad uno pseudo-concetto buono a tutti gli usi, si ricava senza ombra di dubbio dalle precise e sottili analisi contenute in questo recentissimo, denso volume collettaneo apparso recentemente in francese: La dignità dell’ uomo. Fatti e misfatti di un concetto bistrattato.[1] Il volume contiene sette saggi, preceduti da una Presentazione e seguiti da una Conclusione generale, entrambe ad opera dei tre curatori.

sabato 26 dicembre 2020

Gesù non era uno 'scarto'. Era ed è il Figlio di Dio della stirpe di David

Indovinello di Natale. Chi ha detto la frase seguente?
“Il Figlio di Dio è nato scartato per dirci che ogni scartato è figlio di Dio”. 
Vediamo. – Scartato – è il participio passato maschile e singolare, del verbo scartare. 
Ciò che viene scartato si definisce uno – scarto – .  Riferito ad un oggetto, scarto è sinonimo di una cosa senza valore, scadente. Riferito a una persona, scarto è sinonimo di fasullo, inetto, incapace. 
Solo per estensione un po’ troppo forzata, potrebbe significare rifiutato o respinto. Suppongo che chi ha proferito la frase sopra riportata abbia voluto dire che la Sacra Famiglia (e pertanto il divino neonato) son stati rifiutati e respinti dalle locande e B&B. Maria e Giuseppe, come gran parte della Giudea, erano in viaggio per il censimento voluto da Cesare Augusto, ed allora (come direbbe il generale dei gesuiti padre Sosa) non c’era booking.com o trivago, per prenotare, e così hanno trovato tutto esaurito. 
Ma per la prima volta ho appreso che Dio si era incarnato in uno scarto
Avevo letto che Dio incarnato discendeva da stirpe reale, la casa di Re David.
E che Erode, temendo potesse un giorno usurpargli il trono, ordinò la strage degli innocenti per ucciderlo. 
Il simbolo della nascita in una grotta e deposizione in una mangiatoia significa che Gesù ha voluto nascere senza ostentazione per invitarci all’umiltà e non cercare l’acclamazione del mondo. 
L’angelo che lo annunciò ai pastori disse “...è nato il Salvatore..”. 
I pastori andarono a riverirlo, poi andarono ad adorarlo persino tre Re portandogli in dono oro, incenso e mirra. A uno scarto? 
Alla grotta di Betlemme non sono andati ad adorare uno scarto (dall'omelia natalizia di Bergoglio).
Maria non è stata madre di uno scartato, ma madre del Salvatore.
Ogni uomo ha bisogno del Salvatore che assunse natura umana per insegnarci a condividere con lui la vita divina.
Questo la Chiesa dovrebbe insegnarci. (P.G. by Stilum Curiae)

venerdì 25 dicembre 2020

Santo Natale 2020

I nostri più fervidi auguri di
Sereno e Santo Natale 2020
O Emmanuel, Rex et legifer noster,
expectatio gentium, et Salvator earum:
veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster.


Christus natus est nobis: Venite adoremus!

giovedì 24 dicembre 2020

Arcivescovo Viganò: assistiamo alle 'prove generali per l'istituzione del regno dell'Anticristo'

Di seguito pubblico l'originale italiano di una recente intervista di mons. Carlo Maria Viganò con la Dr. Maike Hickson per LifeSiteNews, in relazione ad un suo precedente articolo, del quale ho parlato quiIl segno inquietante di un 'vuoto simbolico' dopo il culto della pachamama a San Pietro: l’altare papale inutilizzato da mesi.
Bergoglio non ha più offerto il Sacrificio della Santa Messa sull'altare papale da quando, nell'ottobre 2019, ha accolto una ciotola con la terra dedicata alla falsa dea Pachamama e l'ha posta, contro ogni norma liturgica, proprio sull'Altare Maggiore della Basilica di San Pietro. Il professor Armin Schwibach lo ha descritto come un "vuoto simbolico".
Vedi qui indice articoli sul Sinodo per l'Amazzonia. E qui l'indice degli interventi di Mons. Viganò e correlati.

Arcivescovo Viganò: assistiamo alle
'prove generali per l'istituzione del regno dell'Anticristo'

La 'Dea Ragione' e in parallelo la pachamama
Omnes dii gentium dæmonia
Ps. 95, 5 
Eccellenza, in un mio recente articolo ho fatto notare che l’Altare Papale della Basilica Vaticana non viene utilizzato da quando fu profanato dall’offerta presentata all’idolo della pachamama. In quella circostanza, alla presenza di Bergoglio e della sua corte, fu compiuto un gravissimo sacrilegio. Qual è il Suo pensiero in proposito? 

La profanazione della Basilica Vaticana nel corso della cerimonia conclusiva del Sinodo Panamazzonico ha contaminato l’Altare della Confessione, dal momento che sulla sua mensa è stato posto un vaso dedicato al culto infernale della pachamama. Trovo che questa ed altre analoghe profanazioni di chiese e altari ripropongano in qualche maniera altri gesti analoghi avvenuti nel passato e consentano di comprenderne la vera natura. 

Vigilia del Natale del Signore

Sono stati inseriti i testi (originale latino e trad. italiana) delle formule liturgiche di cui si parla.
Vigilia del Natale del Signore
Stazione a Santa Maria Maggiore
(che conserva antiche reliquie sulla Natività)

Hódie sciétis quia véniet Dóminus:
et mane vidébitis glóriam ejus
(Antífona Breviarium Romanum
Veramente, questa messa della vigilia il 24 dicembre non dovrebbe aver luogo, giacché l’originaria messa vigiliare è quella che celebravasi questa notte dopo l’ufficio notturno nell’oratorio ad praesepe. Però, dopo i Concili d’Efeso e di Calcedonia, la solennità del Natale sali a tanta celebrità, che l’antico rito romano del Natale dové andarne modificato; cosi che esso importò un digiuno e un mese preparatorio a somiglianza della Pasqua. Inoltre la stessa solennità natalizia del 25 dicembre, invece di due messe, una della vigilia e l’altra della festa, con una terza messa intercalare in memoria di sant’Anastasia, fini per ammetterne quattro, e tutte in memoria del mistero; una cioè in sulla sera del 24 dicembre al primo inizio dell’ufficio notturno, una in sulla mezzanotte al primo canto del gallo, una al primo mattino, e l’ultima in sull’ora di terza. Sant’Anastasia ai tempi di san Gregorio passò in seconda linea, e al più ritenne l’onore d’una semplice commemorazione.
La messa quindi assegnata per oggi nel Messale, meglio che il sacrificio vigiliare che importava sempre la precedente pannuchis [vigilia che dedica la notte alla preghiera], rappresenterebbe la messa della preorte, come dicono i Greci, il sacrificio del giorno precedente alla festa, quando dopo nona si celebrava la messa di preparazione e s’iniziava subito la solennità notturnale. Tale precisamente era l’uso della Chiesa Milanese nel medio evo.

mercoledì 23 dicembre 2020

En Grege Relicto. Mons. Viganò sul Presepe in piazza San Pietro.

Al centro di Piazza San Pietro troneggia una tensostruttura metallica, frettolosamente decorata con una luce tubolare, sotto la quale si ergono, inquietanti come totem, poche orribili statue che nessuna persona dotata di senso comune oserebbe identificare con i personaggi della Natività. Lo sfondo solenne della facciata della Basilica Vaticana aumenta l’abisso tra le armoniose architetture rinascimentali e quella indecorosa parata di birilli antropomorfi. 

Poco importa che questi atroci manufatti siano il frutto di studenti di un oscuro Istituto d’Arte abruzzese: chi ha osato mettere insieme questo sfregio al Presepe l’ha fatto in un’epoca che, tra le innumerevoli mostruosità in campo pseudoartistico, non ha saputo fare nulla di bello, nulla che meriti di essere conservato per i posteri. I nostri musei e gallerie d’arte moderna traboccano di creazioni, installazioni, provocazioni partorite da menti malate a cavallo degli anni Sessanta e Settanta: quadri inguardabili, sculture che provocano ribrezzo, opere di cui non si comprende né il soggetto né il significato. E ne traboccano pure le chiese, che non sono state risparmiate, sempre in quegli anni infausti, da ardite contaminazioni di “artisti” apprezzati più per la loro appartenenza ideologica e politica che non per il talento. 

lunedì 21 dicembre 2020

Arcivescovo Viganò. Vaticano: 'pactum sceleris' con la Cina in questa svolta storica senza precedenti

Testo di una riflessione dell'Arcivescovo Viganò pubblicata sabato 19, su "La Verità". Il Dr Tan, direttore del Council on Middle East relations, ha inviato all'Arcivescovo una copia della sua missiva al Segretario di Stato Parolin, riguardante l'accordo segreto con la Cina, alla quale non è seguito nessun riscontro da parte del Cardinale. Con la sua autorizzazione, Mons. Viganò ne rende pubblico il testo (che trovate tradotto di seguito) preceduto dalle sue considerazioni. Qui invece potete leggere il testo della lettera al card. Parolin : Pag.1 - Pag.2; qui i precedenti sulla spinosa questione cinese; qui l'indice degli interventi di Mons. Viganò.

Una spelonca di ladri
Exsurgat Deus, et dissipentur inimici ejus:
et fugiant qui oderunt eum a facie ejus. Salmo 67 

È di questi giorni la notizia che Bergoglio si stia dedicando ad una serie televisiva dal titolo La saggezza del tempo1, prodotta da quella Netflix che proprio ieri pubblicava su Twitter un post2 che sintetizza quale sia il proprio riferimento ideologico: Praise Satan, ossia Sia lodato Satana. E non occorre ricordare quanto questa multinazionale sia coinvolta nella diffusione dell’immoralità e del vizio, ivi compreso lo sfruttamento sessuale dei minori. 

È parimenti di questi giorni l’accordo siglato tra la Santa Sede e l’ONU per promuovere la sostenibilità e l’uguaglianza di genere3, dando contestualmente supporto ad un’organizzazione che diffonde l’aborto e la contraccezione. Nel giorno dedicato all’Immacolata – l’8 dicembre 2020 – quasi come un indegno oltraggio alla Madonna, è stata ufficializzata la nuova partnership tra il Vaticano e il Council for Inclusive Capitalism [qui] promosso da Lynn Forester de Rothschild4, grande amica di Hillary Clinton e di Jeffrey Epstein, dopo aver inviato un messaggio di elogio a Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum e teorizzatore del Great Reset. E per non dare adito a equivoci, dopo i numerosi appelli ad obbedire alle autorità nell’emergenza della psico-pandemia, pare che il vaccino contro il Covid sarà reso obbligatorio per tutti i funzionari della Città del Vaticano, nonostante esso sia prodotto con materiale fetale abortivo e non dia alcuna garanzia di efficacia e innocuità. 

domenica 20 dicembre 2020

Venga il Suo Regno. Kwasniewski sulla Dottrina Sociale della Chiesa.

Questo articolo è apparso per la prima volta nell’edizione cartacea di aprile 2020 di Catholic Family News e ripreso il 18 giugno 2020 dal sito online della medesima testata.

Lorenzetti, Allegoria Buon Governo particolare
Nota del Traduttore [novembre 2020]: alla luce della controversa situazione e delle preoccupanti prospettive seguite alle elezioni americane del 2020, e della confusa discussione sull’insegnamento della Chiesa in documenti, contesti istituzionali ed eventi recenti come la “Economy of Francesco”, il Dr. Peter Kwasniewski è lieto di estendere al pubblico italiano questa serie di articoli sulla Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), materia che ha insegnato a livello universitario. Si coprirà una vasta gamma di argomenti afferenti alla DSC, tra cui: la differenza tra gerarchia ed egualitarismo, tra libertà e licenza, il diritto all’uso comune dei beni, il disaccorto tra distributisti e capitalisti, l’incompatibilità tra socialismo e DSC, e altro ancora. Auspicabilmente, questa serie fornirà ai lettori un solido sguardo d’insieme sulla DSC e su molti dei suoi aspetti, dotandoli così di una visione chiara per una società umana articolata secondo il pensiero di Cristo e della Sua Chiesa.
Parte I: Introduzione

Nei miei anni di insegnamento universitario della Dottrina Sociale della Chiesa (in seguito, “DSC”), c’è un fatto che mi ha sempre colpito: la prima cosa che i miei studenti volevano sentire, all’inizio del corso, era una spiegazione del perché mai qualcosa del genere, anzitutto, esiste. Volevano capire da dove fosse nata o, per dirla più schiettamente, perché una religione incentrata sulla vita eterna, conseguita tramite la fede soprannaturale e i sacramenti efficaci per grazia divina, dovrebbe interessarsi di questioni relative a costituzioni e leggi, al lavoro e ai salari, alla proprietà e alla gestione delle imprese, e così via. Non è una domanda sciocca: perché, infatti, la Chiesa dovrebbe interessarsi della vita sociale dell’uomo, compresa la politica e l’economia? 

sabato 19 dicembre 2020

Il segno inquietante di un 'vuoto simbolico' dopo il culto della pachamama a San Pietro: l'altare papale inutilizzato da mesi

Leggo un articolo di Maike Hichson pubblicato il 18 dicembre su LifeSiteNews che sottolinea un dato tanto inquietante quanto significativo finora passato inosservato: e cioè che l'Altar Maggiore della Basilica di San Pietro, l'Altare Papale1, collocato sulla tomba di Pietro, è inutilizzato ormai da molti mesi. 
Il professor Armin Schwibach - vaticanista residente a Roma da oltre trent'anni, professore di filosofia e corrispondente del sito cattolico austriaco Kath.net - lo descrive come un "vuoto simbolico". 
È un fatto che giunge non soltanto a ridosso dei blocchi a causa del coronavirus, ma anche dopo che Bergoglio, nell'ottobre 2019, ha accolto una ciotola con la terra dedicata alla falsa dea Pachamama e l'ha posta, contro ogni norma liturgica, proprio su quell'altare.

Il professor Schwibach, su Twitter il 17 dicembre ha pubblicato una foto dell'altare papale presso il quale, per secoli, solo il Papa offre il Santo Sacrificio della Messa e così ha commentato: “L'altare papale spogliato e oggi inutilizzato. Ora una sorta di buco riconoscibile al centro della basilica". Alla richiesta di LifeSiteNews di spiegare il significato del commento e della foto, il professor Schwibach ha detto che il Papa non ha più offerto il Sacrificio della Santa Messa su questo altare da quando c'è stato il blocco a causa del covid. La Santa Messa di Pasqua è stata celebrata sull'altare della Cattedra di San Pietro, collocato dietro l'altare maggiore della basilica, alla presenza soltanto di una sparuta assemblea. I primi minuti del video della Messa mostrano l'Altar Maggiore vuoto mentre viene usato l'altare alle sue spalle. Anche il 12 dicembre, festa della Madonna di Guadalupe, Papa Francesco ha celebrato la Messa sull'altro altare alle spalle dell'Altar Maggiore, passandovi accanto visibilmente senza inchinarsi. Per tutti questi mesi, l'altare papale è stato abbandonato, creando un "vuoto simbolico". Queste le parole di Schwibach. 

Paolo Pasqualucci - Il «regno della donna» ha distrutto i valori tradizionali

Il Decreto legge Zan incombe. Purtroppo i giochi sono chiari da tempo. E non abbiamo dalla nostra neppure la Gerarchia ecclesiastica; il che è molto grave e indice di una crisi innanzitutto spirituale e conseguentemente antropologica davvero epocale. Ma almeno non desistiamo dal dar voce anche alla visuale non corrotta di chi difende la verità su tutti i fronti. Abbiamo già pubblicato un testo di P. Pasqualucci [qui] sul tema successivamente sviluppato nel libro oggi proposto.

Il libro
Oggi, non siamo forse in pieno “regno della donna”? E questa vera e propria ginecocrazia ci sta facendo forse progredire verso il meglio? Domanda ovviamente retorica.
Questo “regno”, che vede le donne in schiere sempre più fitte non più spose e madri ma volutamente senza-famiglia, mascolinamente presenti dappertutto e sempre più aggressive e numericamente prevalenti nei confronti degli uomini, cui vogliono strappare lo scettro del comando in tutti i settori del vivere civile ed ecclesiastico, si è rivelato sempre più un vero e proprio regno della barbarie, visto che i “valori” che esso vuole diffondere e imporre sono: l’ugualitarismo assoluto tra l’uomo e la donna, smentito già dalla differenza naturale tra i due sessi, che incide anche sulla psiche individuale e i rispettivi comportamenti; la libertà sessuale più completa; il libero aborto, per di più pagato dallo Stato; l’omosessualismo, in tutte le sue forme; la maternità senza il marito, il padre, la famiglia stessa, secondo l’impulso individuale del momento, anche questa a spese dello Stato – senza nemmeno l’uomo, con le inseminazioni artificiali, concesse anche alle lesbiche; le stravaganti teorie neganti il carattere naturale delle differenze sessuali…

venerdì 18 dicembre 2020

FSSPX: “Deprechiamo sottomissione vescovi a governo; non anticiperemo Messa di Mezzanotte”

Comunicato del Superiore del Distretto italiano

San Tommaso Becket, vescovo e martire, trafitto
dalle guardie del re Enrico II nella cattedrale
 per avere difeso la giustizia e la Chiesa
Cari fedeli,
tutti sanno che la Chiesa ha il potere di intervenire nelle materie puramente disciplinari inerenti alla sacra liturgia, come più volte ha fatto nelle riforme liturgiche susseguitesi nei vari secoli; non ha invece il potere di intervenire sugli aspetti direttamente dogmatici della sacra liturgia come sarebbero, ad esempio, la materia e la forma dei sacramenti ove esse siano state direttamente indicate da Nostro Signore Gesù Cristo. 

Tutti vedono, ugualmente, come circostanze di tempo e di luogo della celebrazione dei sacri riti siano affare puramente disciplinare, e pertanto suscettibili, di per sé, di subire cambiamenti ove particolari circostanze o necessità lo richiedono. Questo sarebbe il caso, ad esempio, dell’orario delle Messe di Natale. 

mercoledì 16 dicembre 2020

Oggi inizia la Novena di Natale

Il 16 dicembre inizia la Novena di Natale per preparare il cuore alla venuta di Gesù, tempo per fermarsi ad adorare il Signore che è il nostro Tutto. È re onnipotente che si fa umile e s’incarna in un Bambino. 
Tutte le Parrocchie la celebrano comunitariamente. Chi non può farlo, può unirsi spiritualmente aiutato dai testi che seguono.

Parti da dirsi ogni giorno
+ Deus, in adiutòrium meum intende. Domine, ad adiuvandum me festina.
Dio, volgiti in mio aiuto. Signore, affrettati a soccorrermi. (Salmo 69,2)
In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +. Amen.

Canto delle «Profezie»
Responso: Regem venturum Dominum, venite, adoremus.
(Il responsorio va recitato o cantato anche alla fine di ogni strofa)
1. Jucundare, filia Sion, et exulta satis, filia Jerusalem.
Ecce Dominus veniet, et erit in die illa lux magna, et stillabunt montes dulcedinem, et colles fluent lac et mel; quia veniet Propheta magnus, et ipse renovabit Jerusalem.

2. Ecce veniet Deus et homo de domo David sedere in throno, et videbitis et gaudebit cor vestrum.
3. Ecce veniet Dominus protector noster, Sanctus Israel, coronam regni habens in capite suo: et dominabitur a mari usque ad mare, et a flumine usque ad terminos orbis terrarum.
4. Ecce apparebit Dominus, et non mentietur: si mora fecerit, expecta eum, quia veniet, et non tardabit.
5. Descendet Dominus sicut plùvia in vellus, orietur in diebus eius iustitia et abundantia pacis: et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei.
6. Nascetur nobis parvulus et vocabitur Deus fortis; ipse sedebit super thronum David patris sui, et imperabit; cuius potestas super humerum eius.
7. Bethlehem, civitas Dei summi, ex te exiet Dominator Israel, et egressus eius sicut a principio dierum aetemitatis, et magnificebitur in medio universae terrae; et pax erit in terra nostra dum venerit.

Alla vigilia di Natale si aggiunge
8. Crastina die delebitur iniquitas terrae, et regnabit super nos Salvator mundi.

Regem venturum Dominum, venite, adoremus.
Prope est iam Dominus: venite, adorémus.
Responso: Ecco il Signore viene, venite adoriamo.
(Il responsorio va recitato o cantato alla fine di ogni strofa)
1. Rallégrati, popolo di Dio, ed esulta di gioia, città di Sion: ecco verrà il Signore e ci sarà grande luce in quel giorno e i monti stilleranno dolcezza, scorrerà latte e miele tra i colli perché verrà il grande profeta ed egli rinnoverà Gerusalemme.
2. Ecco, verrà il Signore Dio, un uomo della casa di Davide salirà sul trono; voi lo vedrete ed esulterà il vostro cuore.
3. Ecco, verrà il Signore, nostra difesa, il Santo d’Israele con la corona regale sul capo; il suo dominio sarà da mare a mare e dal fiume fino agli ultimi confini della terra.
4. Ecco apparire il Signore: non mancherà alla parola data; se ancor non giunge, ravviva l’attesa, poiché certo verrà e non potrà tardare.
5. Scenderà il Signore dal cielo come rugiada sul vello: nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace; lo adoreranno i potenti del mondo e lo serviranno tutte le nazioni della terra.
6. Nascerà per noi un bambino e sarà chiamato « Dio forte »; siederà sul trono di Davide suo padre e sarà nostro sovrano: ed avrà sulle spalle la potestà regale.
7. Betlemme, città dell’Altissimo, da te uscirà il dominatore d’Israele; nascerà nel tempo, egli, l’Eterno e nell’universo sarà glorificato: quando egli verrà fra noi, ci farà dono della pace.

Alla vigilia di Natale si aggiunge
8. Domani sarà sconfitto il male della terra e regnerà su noi il Salvatore del mondo.

Ecco il Signore viene, venite adoriamo.
Il Signore è vicino, venite adoriamo.

(Nota: Tutte le strofe dal n.1 al n.7 devono essere recitate o cantate ogni giorno dal 16 fino al 23 dicembre; la Vigilia di Natale, il 24 dicembre, si aggiunge la strofa n. 8) 

“Veni, Emmanuel: captivum solve Israël”! Una Meditazione sul Natale di Mons. Viganò.

Nell'imminenza del Santo Natale, Meditazione di mons. Carlo Maria Viganò su quanto abbiamo vissuto e ciò che ci aspetta. Per chi fosse interessato al nutrito indice dei precedenti.
NOLITE TIMERE
MEDITAZIONE NELL’ATTESA DELLA NASCITA
DEL SANTISSIMO REDENTORE

Dormi, o Celeste: i popoli
Chi nato sia non sanno;
Ma il dì verrà che nobile
Retaggio tuo saranno;
Che in quell’umil riposo,
Che nella polve ascoso,
Conosceranno il Re.

Manzoni, Il Natale










Tra meno di due settimane, per grazia di Dio, si concluderà questo 2020 segnato da avvenimenti terribili e da grandi sconvolgimenti sociali. Mi sia permesso formulare una breve riflessione, con la quale rivolgere uno sguardo soprannaturale tanto al recente passato quanto all’imminente futuro. 

I mesi che ci lasciamo alle spalle rappresentano uno dei momenti più bui nella Storia dell’umanità: per la prima volta, dalla nascita del Salvatore, le Sante Chiavi sono state usate per chiudere le chiese e limitare la celebrazione della Messa e dei Sacramenti, quasi anticipando l’abolizione del Sacrificio quotidiano profetizzata da Daniele, che avverrà durante il regno dell’Anticristo. Per la prima volta la Pasqua di Risurrezione ha costretto molti fra noi ad assistere alle funzioni via internet, privandoci della Comunione. Per la prima volta ci siamo accorti, con dolore e sgomento, della diserzione dei nostri Vescovi e dei nostri parroci, asserragliati nei loro palazzi e nelle loro canoniche per timore di un’influenza stagionale che ha mietuto quasi lo stesso numero di vittime degli ultimi anni. 

Santità e universalità del Gregoriano

San Pio X, nel suo motu proprio Tra le sollecitudini, parla de restauro della musica sacra [vedi indice articoli]. Il documento è del 22 novembre 1903. C’è un passaggio in cui si parla del canto Gregoriano. “La musica sacra deve possedere nel grado migliore le qualità che sono proprie della liturgia, e precisamente la santità e la bontà delle forme, onde sorge spontaneo l’altro suo carattere, che è l’universalità. (…) Queste qualità si riscontrano in grado sommo nel canto gregoriano, che è per conseguenza il canto proprio della Chiesa Romana, il solo canto ch’essa ha ereditato dagli antichi padri, che ha custodito gelosamente lungo i secoli nei suoi codici liturgici, che come suo direttamente propone ai fedeli, che in alcune parti della liturgia esclusivamente prescrive.”

martedì 15 dicembre 2020

Mons. Schneider parla del suo nuovo volume 'Christus vincit' e delle questioni più urgenti del nostro tempo

Pubblichiamo di seguito un'intervista  concessa a MiL da mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana, dopo l'uscita del suo nuovo volume - con Diane Montagna - Christus vincit, che offre un incisivo e cristallino esame sulle controversie presenti nella Chiesa e sulle questioni più urgenti del nostro tempo, offrendo chiarezza e speranza ai cattolici sotto assedio. Egli affronta temi come la diffusa confusione dottrinale, i limiti dell'autorità papale, i documenti del Vaticano II, la Fraternità San Pio X, le ideologie anticristiane e le minacce politiche, il Terzo Segreto di Fatima, il Rito Romano tradizionale, il Sinodo sull'Amazzonia e molti altri.

Nella prima parte del libro Lei ripercorre le vicende della Sua famiglia in Unione Sovietica: come è stato possibile trasmettere la fede sotto il regime e come era vissuta in casa sua?

La fede era trasmessa quasi esclusivamente in famiglia, dentro casa. Avevamo il buon vecchio catechismo tedesco, un libro intitolato Storie bibliche, con belle illustrazioni e una breve sintesi degli eventi più importanti della Sacra Scrittura. Avevamo manuali e raccolte di preghiere tradizionali. Mia madre impartiva regolari lezioni di catechismo a noi bambini (eravamo quattro), è stata per me la prima (e migliore) catechista. Ogni giorno pregavamo tutti quanti insieme: al mattino e alla sera. Erano preghiere brevi, ma recitate sempre insieme. Avevamo il “culto domenicale”, cioè la domenica mattina, chiuse le finestre e la porta della casa, i miei genitori radunavano noi bambini per un’ora di preghiere, un’ora santa, poiché non c’erano sacerdoti. Era una atmosfera catacombale, propria di una vera chiesa domestica. Ci univamo spiritualmente con tutte le Sante Messe che venivano celebrate in quel momento nel mondo e facevamo la Comunione spirituale. Questo “culto domenicale” della chiesa domestica in famiglia è una delle memorie più care e sante della mia vita. 

lunedì 14 dicembre 2020

Card. Burke: Le forze del male usano il Covid per imporre il Great Reset al mondo

Punti salienti dell'Omelia del cardinale Raymond Leo Burke, tenuta sabato scorso presso il Santuario Nostra Signora di Guadalupe [qui]. Incentrata sulla situazione generata dal Covid 19, negli Stati Uniti e nel mondo, illustrando l’uso perverso della crisi che i Poteri stanno mettendo in atto usando la paura; e l’inefficacia della Chiesa nel rispondere a questa sfida.

In un momento in cui “abbiamo bisogno di essere vicini l’uno all’altro nell’amore cristiano, le forze mondane ci isolerebbero e ci farebbero credere di essere soli e dipendenti da forze laiche, il che ci renderebbe schiavi del loro programma senza Dio e assassino”, ha detto il cardinale Raymond Burke durante l’omelia del sabato. 

Burke, il fondatore del Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, ha tenuto una potente omelia a La Crosse, Wisconsin, luogo di pellegrinaggio sabato sera. “Veniamo a Nostra Signora di Guadalupe nel suo giorno di festa con il cuore turbato e pesante. La nostra nazione sta attraversando una crisi che minaccia il suo stesso futuro di libero e democratico. La diffusione in tutto il mondo del materialismo marxista, che ha già portato distruzione e morte alla vita di tanti, e che ha minacciato le fondamenta della nostra nazione per decenni, sembra ora impadronirsi del potere di governo sulla nostra nazione”, ha iniziato il suo sermone Burke. 

Cinque vescovi contro i vaccini prodotti con feti abortiti

Dopo alcune semplicistiche posizioni del mondo cattolico sull’utilizzo di vaccini prodotti con linee cellulari di feto abortito, anche in riferimento all’attualità del vaccino anti-COVID, un cardinale e quattro vescovi fra cui Mons. Athanasius Schneider tuonano contro l’utilizzo di questi farmaci [qui], dichiarando fermamente che un cattolico non può in alcun modo partecipare, nemmeno in maniera indiretta e remota, ad un grande crimine contro Dio e contro l’umanità come l’aborto. Di seguito la loro presa di posizione già apparsa sulla rivista americana Crisis.

L'uso di vaccini derivati da linee cellulari fetali abortite è in contraddizione con la dottrina della Chiesa e la relativa pratica non è moralmente accettabile

Nelle ultime settimane, agenzie di stampa e varie fonti di informazione hanno riferito che, in risposta all’emergenza COVID-19, alcuni Paesi hanno prodotto vaccini utilizzando linee cellulari di feti umani abortiti. 
In altri paesi, tali vaccini sono in fase di pianificazione. Un coro crescente di ecclesiastici (conferenze episcopali, singoli vescovi e sacerdoti) ha affermato che, nel caso in cui non fosse disponibile alcun vaccino alternativo che utilizzi componenti eticamente leciti, sarebbe moralmente consentito per i cattolici ricevere vaccini prodotti con linee cellulari di bambini abortiti. 
I sostenitori di questa posizione invocano due documenti della Santa Sede: il primo, della Pontificia Accademia per la Vita [vedi: quiqui], si intitola «Riflessioni morali sui vaccini preparati da cellule derivate da feti umani abortiti» ed è stato pubblicato il 9 giugno del 2005; la seconda, un’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede, si intitola «Dignitas Personae, su alcune questioni bioetiche», ed è stata pubblicata l’8 settembre del 2008. Entrambi questi documenti consentono l’uso di tali vaccini in casi eccezionali e per un tempo limitato, sulla base di quella che nella teologia morale viene chiamata cooperazione al male materiale, remota e passiva. 

domenica 13 dicembre 2020

Indice interventi Arcivescovo Carlo Maria Viganò

Interventi Arcivescovo Carlo Maria Viganò
sulla crisi nella Chiesa

a partire dalla sua scottante Testimonianza sul Caso McCarrick
Reazioni, altri sviluppi e interventi correlati


Permanere nella verità di Cristo

Riprendo un vecchio articolo che non ha perso di attualità. La Verità non sta nella maggioranza e va difesa nonostante diventi sempre più difficile andare contro corrente.
Permanere nella verità di Cristo

Premessa
Noto con preoccupata perplessità che alcune figure di riferimento della gerarchia ecclesiale, che si sono levate focalizzando il discorso sui noti temi caldi del sinodo, giustamente sottolineano che non si può sganciare la morale dalla verità dalla quale la morale scaturisce e affermano che la pastorale non può essere sganciata dalla dottrina; ma ignorano completamente le distorsioni innescate dai punti controversi del Concilio. Non saprei dire se per prudenza – vista l’aria che tira – o per assuefazione da mitridatizzazione. E quindi c’è da chiedersi se e quando potranno venire al pettine i nodi generati proprio da quei semi di trasformazione subdolamente indotta in chiave di una 'continuità' dichiarata ma in termini sofisti, oggi ben individuati (più volte espressi e di seguito ribaditi), sui quali tuttavia è di fatto preclusa ogni discussione e rifiutato il confronto.