Pagine di rilievo

lunedì 28 febbraio 2022

IL VOLTO SANTO: chi lo contempla consola Gesù.

Questa settimana ricorre la festa del Volto Santo di Nostro Signore. Una bellissima devozione da recuperare. Per questo continuiamo a disseppellire, e comunque a ricordare o a riscoprire i tesori de La Catholica. Per l'occasione, possiamo cercare di approfondire il volto santo per eccellenza, la Sindone [qui - qui - qui - qui]. La sua storia, le sue peripezie (non del tutto chiare ma tracciabili), la sua veridicità.

La devozione che caratterizza il martedì precedente le ceneri (inizio del tempo di Quaresima) può aiutarci a intensificare l’adorazione e la confidenza con il Signore Gesù. La pratica devota nasce dall’invito rivolto dalla Beata Vergine Maria, nel maggio del 1938, quando apparve con uno scapolare in mano a suor Pierina De Micheli che stava pregando davanti al Santissimo Sacramento nel suo convento a Milano.

Su una faccia dello scapolare vide scritto “Illumina Signore il tuo volto su di noi” e sul retro c’era un’Ostia (che significa vittima) recante impresso “Resta con noi o Signore”. Ne seguirono ulteriori rivelazioni private con l’invito a supplire allo scapolare con una medaglia da portare, recitando ogni giorno 5 Gloria al Volto Santo. Alla Beata Madre De Micheli la SS.ma Vergine spiega che il male dilaga e si tendono reti diaboliche per estirpare la fede dai cuori. E’ necessario un rimedio: il Volto Santo di Gesù.

Il canonista p. Gerald Murray afferma che il contenuto dei Responsa “va oltre ciò che è canonicamente ammissibile”

Nella nostra traduzione da Rorate Caeli. Importante intervista al canonista padre Gerald Murray, in cui vengono spiegati tutti i modi in cui i Responsa vanno oltre Traditionis Custodes e quindi non godono di legittimità canonica. Qui la sua posizione su Amoris Laetitia. Nell'ipotesi che TC e Responsa debbano essere presi sul serio, le precisazioni di padre Murray sono inconfutabili e devono essere portate all'attenzione dei vescovi. Nella sostanza, i Responsa offrono indicazioni autorevoli su disposizioni che non si trovano nel documento che chiariscono, e in questo caso vanno al di là di quanto è canonicamente ammissibile. Vi è quindi un fondato dubbio che queste disposizioni godano di autorità canonica. Qui l'indice degli articoli su TC e Responsa.

Il canonista p. Gerald Murray afferma che il contenuto dei Responsa
“va oltre ciò che è canonicamente ammissibile”
Recentemente sono state pubblicate due valutazioni — basate sul diritto canonico — dei Responsa ad dubia della Congregazione per il Culto Divino. La prima è stata scritta dal domenicano p. Pius Pietrzyk, OP, STL, JD, JCD, ed è stata pubblicata qui da Edward Pentin. La seconda è un'intervista di Diane Montagna a p. Gerald Murray, un esperto di diritto canonico ben noto per le sue numerose apparizioni su EWTN; il testo completo si può trovare qui. Entrambi i canonisti sostengono che la Traditionis Custodes e i Responsa sono strumenti canonicamente validi e hanno valore legale; entrambi riconoscono però candidamente le irregolarità, le contraddizioni e le disordinate ambiguità tanto all'interno dei documenti quanto in riferimento l’uno all’altro, per non parlare delle innumerevoli crisi pastorali che essi hanno causato. Entrambi consigliano ai vescovi di fare pieno uso, senza impedimenti, del loro diritto canonico di dispensare da disposizioni dannose o irrilevanti e, in generale, di fare ciò che è necessario per soddisfare le lodevoli aspirazioni spirituali e i fondamentali bisogni  dei sacramenti dei loro greggi. Grati per il consenso di The Remnant, riportiamo di seguito alcuni passaggi chiave dell’intervista a p. Murray. — PAK
La Costituzione Apostolica Pastor Bonus regola le attività delle diverse Congregazioni della Curia Romana. L’articolo 15 afferma che “le questioni vanno trattate secondo il diritto … ma con mezzi e giudizi pastorali, attenti alla giustizia e al bene della Chiesa e specialmente alla salvezza delle anime”.

domenica 27 febbraio 2022

Domenica di Quinquagesima, da L’Anno Liturgico di Dom Prosper Guerangér

Vedi: L'inizio del ciclo pasquale con la Dominica in septuagesima [qui] ; Dominica in sexagesima [qui]

Domenica di Quinquagesima

La vocazione di Abramo

L’argomento che presenta oggi la Chiesa da meditare è la vocazione di Abramo.

Scomparse le acque del diluvio, la terra cominciò di nuovo a riempirsi di uomini; ma insieme comparve la corruzione, e l’idolatria venne a colmare la misura dei disordini. Ora prevedendo il Signore nella sua divina sapienza, la defezione dei popoli, volle costituire una nazione che gli sarebbe stata particolarmente devota, e nella quale si sarebbero conservate le sacre verità destinate a diffondersi fra i Gentili. Questo nuovo popolo doveva cominciare da un solo uomo, padre e tipo dei credenti, Abramo. Pieno di fede e di obbedienza verso il Signore, egli era chiamato ad essere il padre dei figli di Dio, il capo di quella generazione spirituale, alla quale appartennero ed apparterranno fino alla fine dei tempi tutti gli eletti, sia dell’Antico Testamento che della Chiesa Cristiana.

Fare gli eroi con le vite degli altri

È la Vergine Orante della Cattedrale di Santa Sofia di Kiev. 
La verità è che nessuno si è speso davvero per la pace in Ucraina. E di certo non l'hanno fatto coloro che oggi sventolano arcobaleni (squallidi stendardi dell'Occidente svirilizzato, ma anche disumanizzato, che ha rinnegato le sue radici cristiane) e gridano indignati senza più alcun valore autentico da difendere perché sono già stati calpestati su tutti i fronti. Ma la Vergine intercederà per tutti, anche per la manica di ipocriti automi senza cervello che illuminano i monumenti d'Europa, che non considerano le cause prossime e remote di questa guerra e ancora vanno dietro a chi soffia sul fuoco anziché tentare di spegnerlo. L'ennesima guerra per la quale al solito sono sempre gli innocenti a pagare — e non solo in Ucraina — per via dei temibili effetti incontrollabili di un incendio che rischia di allargarsi diventando inestinguibile finché, Dio non voglia,  non avrà divorato quel che resta dell'Occidente europeo e della sua morente civiltà.  Di seguito un post di Toni Capuozzo che fotografa il momento puntuale e riflette. 

Fare gli eroi con le vite degli altri
Nelle ore più buie ci si aggrappa all’unica domanda urgente: dov’è il Male in questo momento, e dove il Bene? Non c’è dubbio che il Male è l’aggressione di Putin, e che il Bene sia fermarla. Come? Scommettere che la resistenza di Kiev avrà ragione di un’invasione via via più pesante, e sperare che logori Putin sul campo e persino in casa sua fino a impantanarlo? Le sanzioni, armi a doppio taglio, funzionano nel lungo periodo, non ora e adesso [e fanno più male ai sanzionatori più fragili e meno avveduti che ai sanzionati -ndr]. Gli aiuti in armi salvano la coscienza, non cambiano la battaglia. Serve sacrificare Zelensky sull’altare, immolare migliaia di vite per vincere la guerra dell’immagine e incollare la figurina gelida di Putin per sempre sull’album dei cattivi della Storia?

venerdì 25 febbraio 2022

Guerra in Ucraina, il Papa all’Ambasciata russa per esprimere preoccupazione

Aggiornamento: Il giorno prima della visita all'ambasciatore di cui alla notizia sotto riportata, il presidente ucraino aveva risposto ad un messaggio di Bergoglio sull'account Twitter @Pontifex, che invitava, in russo e in ucraino oltre che in altre lingue, a pregare per la pace in Ucraina e per il cessate il fuoco... Ha chiesto un esame di coscienza a tutti i leader: Putin che è ortodosso come Biden è cattolico, e Zelensky che è un ebreo devoto.
Il leader ucraino ringrazia su Twitter il Vescovo di Roma «per le preghiere per la pace e il cessate il fuoco in Ucraina. Il popolo ucraino sente il sostegno spirituale di sua Santità».
Ma c'è stata anche una telefonata: «Oggi il Pontefice ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Volodymyr Zelenskyi». Lo comunica l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede. Papa Francesco «ha espresso il suo più profondo dolore per i tragici eventi che stanno avvenendo nel nostro Paese».

Il Papa ha voluto manifestare la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina recandosi personalmente questa mattina, intorno a mezzogiorno, nella sede dell’Ambasciata della Federazione russa presso la Santa Sede, guidata dall’ambasciatore Alexander Avdeev. Giunto in un’utilitaria bianca, il Papa è rimasto nell’edificio in via della Conciliazione numero 10 per oltre mezz’ora, come confermato dal direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni. 
[...]
È di ieri, invece, “nell’ora più buia” per l’Ucraina, la dichiarazione del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Ricordando l’appello del Papa drammaticamente urgente dopo l’inizio delle operazioni militari russe in territorio ucraino, il porporato ha osservato che “i tragici scenari che tutti temevano stanno diventando purtroppo realtà”, ma che “c’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per l’esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra”. “Noi credenti – ha detto Parolin - non perdiamo la speranza su un barlume di coscienza di coloro che hanno in mano i destini del mondo”. - Fonte

Dall'ultima udienza dello scorso mercoledì abbiamo appreso che il Papa ha indetto per il 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per «salvare il mondo dalla follia della guerra»  (cosa non solo buona, ma perfettamente tradizionale e che ricorda l'appello di Pio XI per i cristiani tutti sotto l'iniziale persecuzione dell'URSS, non solo cattolici ma anche ortodossi). C'è da dire che il 2 marzo è il giorno delle ceneri che segna l'inizio della Quaresima e la Chiesa, per quel giorno, come per il Venerdì Santo, già prescrive il digiuno, strumento ascetico tra i più antichi, adottato da Cristo stesso, ormai negletto in Occidente. Bene, chi può digiuni, per la pace in Europa certamente, e per altre cause anche, ma prima di tutto per curare e guarire dalle proprie passioni e dai propri vizi e dalla propria mancanza di carità...

In Canada un assaggio di cosa ci aspetta: moneta e identità digitali la più grande minaccia alla libertà

Ormai in Canada la manifestazione si è conclusa con un nulla di fatto. La reazione del presidente Trudeau è stata sproporzionata. La polizia ha usato la forza contro la protesta pacifica dei camionisti appoggiata da gran parte della popolazione: camion sequestrati, multe e ritiro delle licenze, 170 persone arrestate, conti correnti bloccati e perfino la minaccia di togliere i figli ai manifestanti. Precedente qui. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica e correlati.

In Canada un assaggio di cosa ci aspetta:
moneta e identità digitali la più grande minaccia alla libertà

Lo Stato non può e non deve essere intermediario e socio occulto delle transazioni economiche tra liberi cittadini, perché questo equivale ad avere il potere di giudicare e sanzionare ogni pensiero e opinione.
Chi ha seguito le proteste del Freedom Convoy in Canada saprà che la scorsa settimana Trudeau ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale (Emergency Act), poi revocato, per reprimere e riportare all’ordine i manifestanti (pacifici) di Ottawa, ricorrendo anche alla violenza attraverso l’uso delle forze dell’ordine.
Ma oltre alla violenza fisica, c’è un altro tipo di violenza, più subdola, che proprio in questi giorni ha mostrato tutti i suoi effetti.

Il nuovo arcivescovo di Algeri segue Bergoglio ma contraddice Cristo e san Paolo

Ecco dove porta il modernismo ecumenista e antropocentrico delle attuali gerarchie conciliari apostate.
Mons. Jean-Paul Vesco è il nuovo arcivescovo di Algeri. Vescovo di Orano dal dicembre 2012, è stato insediato nella sua sede arcivescovile il 12 febbraio. In occasione di questa intronizzazione ha rilasciato un’intervista al quotidiano Dimanche.
Nato nel 1962, Jean-Paul Vesco è entrato nell’ordine domenicano all’età di 32 anni dopo essere stato un avvocato d’affari. Trascorse alcuni anni in Algeria, poi tornò in Francia, essendo stato eletto provinciale dei domenicani di Francia. Nel 2013 è stato nominato Vescovo di Orano da Benedetto XVI.

Papa Francesco lo ha nominato arcivescovo di Algeri nel dicembre 2021. Ha preso il suo posto il 12 febbraio. In questa occasione ha rilasciato un’intervista a Laurence d’Hondt per conto del giornale Dimanche (Belgio). Alcune delle sue risposte sono a dir poco sbalorditive.

Una strana nozione di evangelizzazione
Per spiegare quale sarà il suo ruolo a capo della diocesi di Algeri, il nuovo arcivescovo esordisce citando papa Francesco durante l’incontro con l’ayatollah Ali el-Sistani: “Molto spesso bisogna rischiare per fare il passo della fratellanza. Ci sono critiche, si dice che il Papa è incosciente, che si sta muovendo contro la dottrina cattolica.”

giovedì 24 febbraio 2022

Abbiamo la guerra in Europa

Iniziata l'invasione russa dell'Ucraina. Si può ipotizzare che Putin abbia puntato ad una guerra lampo, con manovre a tenaglia da nord, sud, est.. Resta da vedere come si configurerà la resistenza. Di seguito un collage dei primi commenti.
Non si tratta solo delle due regioni filorusse orientali, di fatto già occupate dai russi. È un attacco in grande stile, pare, a tutto il paese, cominciando dagli aeroporti, basi aeree e navali. Secondo i canoni della guerra moderna, bisogna conquistare subito il dominio del cielo (e del mare), vanno quindi prese tutte le basi necessarie, a cominciare dagli aeroporti. Siamo al redde rationem per tutti gli errori compiuti dall'Occidente, a cominciare dalla insistita estensione della Nato all'Est.
Emergono tuttavia sgradevoli fantasmi del passato sovietico. Le menzogne di Putin, quando ripeteva che non c'era nessun piano per invadere l'Ucraina. Il linguaggio usato: punire "i fascisti" {?} di Kiev, "denazificare l'Ucraina", e altri termini. È lo stesso linguaggio della Russia sovietica che fu e che ora riappare. Non si poteva continuare a negoziare, servendosi dell'Unione europea, di Macron etc, per ottenere la neutralizzazione dell'Ucraina?

Significato e valore del Summorum Pontificum nell'attuale clima di incertezza e smarrimento

Dopo un mese sarebbe uscita Traditionis custodes. Riprendiamo l'Intervento riproposto da mons. Oliveri. Con l'aria che tira,  è una interessante riflessione sulla Messa tradizionale che è e resta di piena attualità. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes

È desiderio di S.E. Rev.ma Mons. Mario Oliveri 
“a causa del clima di incertezza e smarrimento che sconvolge il presente, riproporre all’attenzione di tutti il mio secondo Intervento alla “Tre Giorni del Clero” tenuta nei giorni 18-20 Settembre 2007 per ribadire oggi come allora, con rinnovata convinzione, all’ interno della più ampia riflessione circa l‘immutabile natura della Liturgia, l’importanza del Motu Proprio “Summorum Pontificum” del Papa Benedetto XVI”.
Albenga, 7 Giugno 2021
+Mario Oliveri, Vescovo Emerito di 
Albenga - Imperia

* * *
Intervento del Vescovo, I parte:

Presentazione del Motu Proprio “Summorum Pontificum” 

La riflessione che abbiamo compiuto questa mattina sulla natura immutabile della Liturgia rende facile ed agevole la comprensione del significato e del valore del Motu Proprio Summorum Pontificum circa la celebrazione della Santa Messa in forma ordinaria secondo la riforma del Messale promulgata dal Papa Paolo VI, ed in forma straordinaria secondo il Messale del 1962 di Giovanni XXIII, che ha apportato semplici variazioni rispetto al Messale di San Pio V, o meglio, che ha introdotto le variazioni avvenute sotto il Pontificato di Pio XII. Il significato ed il valore - a mio giudizio di fondamentale importanza - del Motu Proprio di Benedetto XVI consiste nell’aver ricordato, implicitamente e sebbene non expressis verbis che la riforma liturgica, voluta e chiesta dalla Costituzione Conciliare Sacrosanctum Concilium, e quindi attuata sotto il Pontificato di Papa Paolo VI, non ha mutato la natura o la sostanza della Divina Liturgia, non ha toccato - non ha voluto farlo né lo poteva fare - ciò che appartiene all’essenza del Divin Sacrificio della Santa Messa: intatta è rimasta la Santa Messa in ciò che essa è per istituzione divina, intatta è rimasta la sua natura sacrificale (di vero Sacrificio, di vera ri-presentazione sacramentale del Sacrificio del Calvario, come anticipato da Cristo stesso nell’Ultima Cena, della Santa Cena sacrificale di Cristo con i suoi Discepoli, con quelli che Egli aveva scelti perché fossero i suoi Apostoli, con coloro che per sua volontà aveva chiamati a diventare capaci di rendere presente il Mistero di Cristo Salvatore, nel tempo e nello spazio, donec veniat, fino al compimento del Regno.

Le tentazioni della chiesa in Germania: il capo dei vescovi polacchi scrive a quello tedesco

In una lettera a monsignor Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, l'arcivescovo polacco Gadecki esprime la sua preoccupazione per il cammino sinodale di Germania: «Non dobbiamo cedere ai modelli della cultura dominante». Vedi precedenti sul tema  qui - qui - qui

Il presidente della Conferenza episcopale polacca Stanislaw Gadecki, ha espresso la sua preoccupazione per il “cammino sinodale” della chiesa tedesca in una lettera inviata suo omologo tedesco, Georg Bätzing. In una nostra traduzione di lavoro pubblichiamo di seguito stralci di questa lettera che si trova integrale sul sito della Conferenza episcopale polacca.

«Caro Vescovo Georg,
la Chiesa cattolica in Germania e in Polonia sono unite da più di mille anni di storia comune. […] Tenendo presente questa comunione di fede e di storia tra Polonia e Germania, vorrei esprimere la mia profonda preoccupazione e ansia per le informazioni che sono state recentemente ricevute da alcuni ambiti della Chiesa cattolica in Germania. In spirito di carità cristiana, quindi, mi permetto di indirizzare a Lei – quale Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca – questa lettera, piena di sollecitudine fraterna e in spirito di corresponsabilità per il deposito della santa fede apostolica affidata a noi da Cristo. […]

mercoledì 23 febbraio 2022

Sanare la rottura: Per un ristabilimento universale degli ordini minori, secondo il perennis sensus della lex orandi della Chiesa

Importante l'affermazione di mons. Athanasius Schneider che i servizi liturgici minori (non richiedenti l'ordinazione sacramentale) sono una forma particolare di esercizio del sacerdozio comune, è estranea alla tradizione bimillenaria della Chiesa universale, sia in Oriente che in Occidente. Precedenti sugli Ordini minori [qui - qui con mia nota in calce]. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes e Responsa.

Sanare la rottura:
per un ristabilimento universale degli ordini minori,
secondo il perennis sensus della lex orandi della Chiesa


Papa Benedetto XVI ha ribadito il seguente principio, perennemente valido nella vita della Chiesa fin dai tempi apostolici: "Nella storia della liturgia c'è crescita e progresso, ma nessuna rottura" (Lettera ai vescovi a corredo della Lettera Apostolica motu proprio data Summorum Pontificum, 7 luglio 2007).

La teoria, espressa da Papa Paolo VI nel motu proprio Ministeria Quaedam (15 agosto 1972) e poi diffusa nella vita e nella pratica della Chiesa e sancita legalmente da Papa Francesco con il motu proprio Spiritus Domini (10 gennaio 2021) [qui- qui], che afferma che i servizi liturgici minori (non richiedenti l'ordinazione sacramentale) sono una forma particolare di esercizio del sacerdozio comune, è estranea alla tradizione bimillenaria della Chiesa universale, sia in Oriente sia in Occidente. Questa idea rappresenta una novità che si avvicina alle visioni liturgiche delle comunità protestanti. Inoltre, manifesta anche una concessione alle esigenze del movimento femminista nella vita della Chiesa, poiché colloca le donne all'interno del presbiterio vestendole con abiti clericali come l'alba, l'abbigliamento comune del clero di diverso grado (vescovo, sacerdote, diacono).

martedì 22 febbraio 2022

Venti di guerra. Si placheranno?

Ricevo e pubblico. Certamente la realtà è ancor più complessa; ma c'è  del vero in quel che possiamo leggere di seguito.  
Aggiungo che la vulgata dei media di regime insiste nel presentare Putin come l'erede della Russia sovietica di cui ambirebbe ripristinare l'egemonia. Ma nel suo discorso di ieri - oltre a quanto riportato a seguire - Putin ha chiarito che la Russia moderna è totalmente altro rispetto all'esperienza comunista. Anzi, ha criticato apertamente Lenin Stalin e il Partito Comunista Sovietico definendoli "nemici del Popolo". Dunque non è per niente erede di quella Unione Sovietica lì. La sua Russia, oltre ad essere un caleidoscopio di etnie, ha una radice Cristiana e ancorata alla tradizione, che è ben altra cosa dal comunismo sovietico. Quel che mi preoccupa, oltre al pericolo oggettivo, è che, nell'attuale quadro geopolitico che la vede coinvolta, l'Italia rischia di essere schierata con la parte sbagliata.
Venti di guerra

Vladimir Putin si rivolge al Popolo Russo e, riferendosi ai governanti di Kiev, dice che «è importante comprendere che non hanno mai avuto le tradizioni di una vera nazione, ma solo modelli esteri senza radici». Modelli esteri senza radici. Appunto. Queste affermazioni vanno comprese fino in fondo.

Bergoglio nomina vescovo il teologo che “arruolò” l’anti-Ratzinger et alia

Don Roberto Repole è da qualche giorno il nuovo arcivescovo-metropolita di Torino e di Susa (due sedi oggi riunite in persona episcopi). 
Non meriterebbe parlarne se non fosse che è il teologo che nel 2018 ha curato la pubblicazione degli undici volumetti della Libreria Editrice Vaticana “La teologia di papa Francesco” che Benedetto XVI rifiutò di recensire. Ne abbiamo dato notizia in diretta [qui].
A suo tempo, nel corso di una conferenza stampa, mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, cercò di far credere all’opinione pubblica che Benedetto XVI approvasse tale iniziativa e il nuovo paradigma teologico che vi era esposto. Lo fece manipolando la lettera con cui invece Benedetto XVI aveva addirittura negato la propria recensione. Fu tale lo scandalo che il Viganò fu costretto a dimettersi, ma papa Francesco lo fregiò incarico particolare nella stessa Segreteria per la Comunicazione.
Curatore della collana in predicato è il teologo torinese don Roberto Repole che, nell’occasione, si servì di colleghi teologi — in linea con la sua attitudine a mantenersi in un dialogo vivo con la cultura del mondo contemporaneo — i quali si erano già distinti per la loro opposizione al magistero dei precedenti pontificati mentre, nell'attuale, finalmente si trovavano nel loro elemento. Tra essi il tedesco Peter Hünermann che «durante il mio pontificato si è messo in luce per aver capeggiato iniziative anti-papali ... inoltre attaccò in modo virulento l’autorità magisteriale del Papa specialmente su questioni di teologia morale», come ha scritto [qui] Benedetto XVI nella sua lettera di diniego a recensire la collana.

Éric Zemmour: L'ultima possibilità di sopravvivenza della Francia?

Quel che vale per la Francia, vale anche per noi e per tutti gli altri paesi europei. Per questo riprendiamo l'articolo di seguito evidenziando la seguente citazione: "No, la Grande Sostituzione non è una fantasia". – Éric Zemmour, candidato alle imminenti elezioni presidenziali francesi, YouTube, 15 dicembre 2021. Precedenti qui - qui - qui - qui.

Éric Zemmour: L'ultima possibilità di sopravvivenza della Francia?

Parigi, 18 dicembre 2021. La nazionale algerina di calcio vince la Coppa Araba in Qatar. Decine di migliaia di tifosi algerini, sventolando bandiere algerine, si precipitano sugli Champs-Élysées a Parigi. Le vetrine dei negozi vengono distrutte. I disordini durano fino al tramonto. Si scandiscono slogan del tipo: "Lunga vita all'Algeria", "Per Allah, il Corano", e anche "Fanc**o la Francia!" e "Fanc**o, Zemmour!" Alla polizia viene ordinato di non intervenire, ma viene comunque attaccata.
Il giorno dopo, Jean Messiha, ex membro del Partito [di Marine Le Pen ] Rassemblement National, rileva in televisione: "La Grande Sostituzione e l'odio etnico, possiamo vederli".
Éric Zemmour, candidato ebreo alla presidenza francese, non commenta e si limita ad affermare in un'intervista: "Scene divenute tristemente banali".

lunedì 21 febbraio 2022

Nuova ordinazione per l'Istituto del Buon Pastore in Brasile

Come già preannunciato qui, Sua Eccellenza Dom Fernando Guimarães, arcivescovo militare del Brasile, ha ordinato un nuovo sacerdote per la Santa Madre Chiesa, per l'Istituto del Buon Pastore, nella cappella dell'Istituto Nostra Signora Addolorata a Brasilia. Di seguito alcune immagini. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes.
Cliccare sulle immagini per vederle ingrandite.

Dopo Traditionis custodes, Decreto di Bergoglio conferma gli statuti della FSSP

Sono arrivate le attese disposizioni riguardanti la situazione della FSSP dopo le restrizioni della Traditionis custodes: che pubblico senza indugio, in attesa di ulteriori disposizioni per le altre comunità ex Ecclesia Dei che dovremmo ipotizzare analoghe anche in virtù del passaggio chiave del comunicato che cita gli Istituti in genere. Implicitamente confermato quanto dicevamo qui sull'uso dei libri liturgici. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes e Responsa

Comunicato ufficiale
della Fraternità Sacerdotale San Pietro


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Friburgo, 21 febbraio 2022
Venerdì 4 febbraio, due membri della Fraternità Sacerdotale San Pietro, i Reverendi Benoît Paul-Josep, Superiore del Distretto di Francia, e Vincent Ribeton, Rettore del Seminario San Pietro di Wigratzbad, sono stati ricevuti in udienza privata dal Santo Padre Francesco, per circa un’ora.
L’incontro è si è svolto in un clima molto cordiale. Rievocando la nascita della Fraternità nel 1988, il Papa si è detto molto colpito dall’iniziativa dei suoi fondatori, dalla loro volontà di restare fedeli al Romano Pontefice e dalla loro fiducia nella Chiesa. Egli ha detto che quel gesto doveva essere «preservato, protetto e incoraggiato».
Nel corso dell’udienza, il papa ha specificamente tenuto a precisare che gli Istituti come la Fraternità San Pietro non sono interessati dalle disposizioni generali del Motu Proprio Traditionis Custodes, poiché l’uso dei libri liturgici antichi è all’origine della loro esistenza ed è previsto dalle loro costituzioni.
In seguito, il Santo Padre ha emanato un decreto firmato di suo pugno e datato 11 febbraio, giorno in cui la Fraternità è stata solennemente consacrata al Cuore Immacolato di Maria [vedi], con cui conferma, per i membri della Fraternità, il diritto di usare i libri liturgici in vigore nel 1962, e cioè: il Messale, il Rituale, il Pontificale e il Breviario Romano.
Riconoscenti al Santo Padre, i membri della Fraternità San Pietro sono grati per questa conferma della loro missione. Essi invitano tutti i fedeli che si sentono a loro vicini come famiglia spirituale ad assistere o ad unirsi in preghiera alla Messa, domani, festa della Cattedra di San Pietro, ed a pregare per il Sommo Pontefice. - Fonte

domenica 20 febbraio 2022

Contro il tentativo di distruggere la liturgia tradizionale : « fare chiasso ! »

Avevo cominciato a tradurre la Lettre 840 di Paix Liturgique e mi accorgo di essere stata preceduta da MiL, da cui riprendo il testo di seguito. Qui l'indice degli articoli su Traditionis Custodes e sui Responsa.

« Fate  chiasso ! »: era l'invito del Papa ai giovani di tutto il mondo nel 2015, che il testo qui pubblicato cita come la giusta risposta al conformismo tirannico imposto dalla nuova liturgia. L'ultimo intervento della Congregazione per il Culto Divino, il 18 dicembre, che ha ulteriormente inasprito Traditionis custodes, ha provocato infatti molteplici reazioni di incomprensione. Così, il sito Aleteia, del gruppo Média-Participations (a cui appartiene Famille chrétienne) si fa eco di una “viva incomprensione”, non solo tra i tradizionalisti, ma tra molti fedeli (qui). 
In un'intervista realizzata poco prima dei Responsa della Congregazione e pubblicata il 22 dicembre su Valeurs actuelles (card. Sarah: “Che male porterebbe la messa tradizionale? Che danno?” - Le Salon Beige), il cardinale Sarah ha parlato della preoccupazione dei seminaristi tradizionalisti, che oggi si sentono minacciati: “Sono d'accordo con Benedetto XVI. Ciò che era santo e sacro ieri non può essere destinato a scomparire oggi. Che fastidio porterebbe la messa tradizionale? Quali danni? Se [questi seminaristi] possono imparare a incontrare Cristo in una Messa celebrata in silenzio, nel rispetto del sacro, non esitino". 

Domenica di Sexagesima, da L’Anno Liturgico di Dom Prosper Guerangér

Vedi: L'inizio del ciclo pasquale con la Dominica in septuagesima [qui

Domenica di Sexagesima

Noè e il diluvio

Nel corso di questa settimana la santa Chiesa ci presenta la storia di Noè e del diluvio universale.
Nonostante i severi ammonimenti, Dio non era riuscito ad ottenere la fedeltà e la sottomissione dell’umanità e fu costretto ad infliggere un tremendo castigo a questo nuovo nemico. Trovato però un uomo giusto, farà ancora una volta nella sua persona alleanza con noi. Ma prima vuol far conoscere che è Sovrano e Padrone nel momento da lui stabilito; l’uomo che andava così fiero della sua esistenza, s’inabisserà sotto le rovine della sua dimora terrestre.
A base degli insegnamenti della settimana, poniamo innanzi tutto alcuni brani dal libro del Genesi, estratti dall’Ufficio dell’odierno Mattutino.

sabato 19 febbraio 2022

'Fidem Servare' e 'Competentias quasdam decernere' sono le premesse perché il sinodo tedesco indirizzi le conclusioni del Sinodo sulla Sinodalità del 2023.

Non a caso appare la scelta dell’11 febbraio 2022 - nono anniversario della celebre Declaratio di Benedetto XVI - per i Motu Proprio Fidem Servare [qui] e Assegnare alcune competenze [qui], quest’ultimo così urgente che neppure si è attesa la traduzione latina che pure dovrebbe essere la fonte originale e, dunque, canonicamente vincolante per la fedele interpretazione.

Pastores praevaricati sunt in me,
et, quae nihil prosunt, secuti sunt.

di Gian Pietro Caliari

Del profeta Geremia conosciamo direttamente la biografia perché è lui stesso a presentarcela all’inizio del suo testo profetico: “Parole di Geremia figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che dimoravano in Anatòt, nel territorio di Beniamino. A lui fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia figlio di Amon, re di Giuda, l'anno decimoterzo del suo regno, e quindi anche al tempo di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, fino alla fine dell'anno undecimo di Sedecìa figlio di Giosìa, re di Giuda, cioè fino alla deportazione di Gerusalemme avvenuta nel quinto mese” (Geremia, 1, 1-3).

Da questa succinta ma chiara presentazione, apprendiamo che Geremia era un levita, il cui padre Chelkia era della tribù di Beniamino, che visse e profetò durante gli anni degli ultimi re di Giuda: Giosìa, Ioiakim, Sedecìa.

Cosa ci tocca sentire: «La fine delle messe di 'fede' diversa (cioè le Messe tridentine!), una opportunità per Cristo! »

Indice degli articoli su Traditionis custodes e sui Responsa.

Leggo e traduco da La Croix del 10 febbraio, una reazione a Traditionis custodes dell'altra campana, quella dei modernisti. Notevole perché esprime apertis verbis il riconoscimento senza più infingimenti che vige un'altra lex orandi e dunque un'altra lex credendi. Col linguaggio non più definitorio, ma immaginifico e affabulatore introdotto dal concilio [qui].
Insomma, ecco esplicitati i nuovi paradigmi della Chiesa 2.0 di conio conciliarista e la prova lampante dell'ermeneutica di discontinuità mascherata per decenni dalla ratzingeriana cosiddetta continuità nella riforma del nuovo soggetto-Chiesa di conio storicista anziché fondata sull'oggetto-rivelazione. Ed è evidente dall'eloquio degli autori il conseguente spostamento dei cardini su cui si fonda la Fede, di fatto traferiti dalla conoscenza all'esperienza, dalla ragione al sentimento, che scade nel sentimentalismo. La fede retta che implica una spiritualità sana nasce dal connubio equilibrato tra conoscenza ed esperienza.
Il papa attuale sembra incarnare in pieno l'esperienza a scapito della conoscenza, nella prassi ateoretica, nei discorsi approssimativi quando non svianti, privi di approfondimenti e spiegazioni, insieme alle direttive da pena capitale della tradizione, di cui ci inonda. Quanto al testo che segue ci sarebbe da scrivere un volume di confutazioni di una tale congerie di falsità e fraintendimenti che mi pare vadano anche oltre la diminutio riscontrata finora nella messa riformata. Mi limito ad inserire alcune mie chiose - non esaustive ma in base alle immediate risonanze - nei punti incriminati. Ed ora entriamo nel testo.

venerdì 18 febbraio 2022

La Chiesa Cattolica Apostolica e poi Romana, può diventare Diocesana? Usque tandem?

Ego rogavi pro te, Petre, ut non deficiat fides tua

Il 15 febbraio 2022, è entrato in vigore il “motu proprio” Competentias quasdam decernere [qui] con il quale Bergoglio trasferisce ai vescovi locali competenze finora assegnate dal Codice di Diritto Canonico alla Santa Sede.
Di fatto, con la  mutazione di alcune norme del codice di diritto canonico e del codice dei canoni delle chiese orientali si apre la possibilità per ogni “regione ecclesiastica” (Diocesi singole o Conferenze episcopali nazionali) di elaborare in proprio – con la sola conferma (non più approvazione) di Roma – ciò che riguarda la gestione dei seminari, la formazione sacerdotale la redazione di catechismi ed altri settori importanti della vita ecclesiale. Evidentemente potranno aversi anche Liturgie differenziate... Si può ipotizzare persino la genderizzazione, le scelte pro lgbt...
Anche qui siamo a un deja vu di conio ormai stantio. E la confusione, ma soprattutto il dramma di una chiesa irriconoscibile, aumenta.

Gaza, aperta al pubblico una chiesa bizantina del V secolo

Dopo un lungo restauro, la settimana scorsa è stato inaugurato il sito archeologico scoperto 25 anni fa. Padre Gabriel Romanelli (ascolta intervista): una grande gioia per i cristiani e per la piccola comunità cattolica

Il 24 gennaio scorso, dopo tre anni di restauri, nella Striscia di Gaza sono state aperte alle visite le vestigia di un'antica chiesa bizantina del V secolo. Si tratta di uno dei due antichi luoghi di culto cristiani oggi visitabili a Gaza.
A venticinque anni dalla sua scoperta, l’antica chiesa di Jabaliya – in località el-Mukheitim, 4 chilometri a nord di Gaza City – sta vivendo una nuova vita. Dopo un ampio progetto di restauro durato più di tre anni, il 24 gennaio scorso si è svolta la cerimonia di apertura al pubblico del sito archeologico, sotto l’egida del ministero del Turismo e delle Antichità di Gaza e alla presenza dell’arcivescovo greco-ortodosso locale Alexios. I primi visitatori hanno potuto ammirare i resti di questa chiesa edificata nella seconda metà del V secolo su una superficie di circa 800 metri quadrati. Con il monastero di Sant’Ilarione, la chiesa rappresenta l’unico altro sito archeologico cristiano accessibile al pubblico nell’enclave palestinese.

La Pontificia accademia per la vita non da meno del sistema: invece di confutare nel merito, scredita una scienziata cattolica

Un interessante articolo da Curch Militant, Precedenti, nel blog, sulle trasformazioni dell’Istituto Giovanni Paolo II, che hanno suscitato molto scalpore [qui - qui - qui] e sulla PAV qui - qui - quiqui - qui - qui - qui] ; sul card. Paglia [qui].  Qui l'indice degli articoli sulla dittatura sanitaria e correlati.

Aveva definito i contenuti di una pubblicazione pontificia “un’utopia terrena senza Dio”, e il Vaticano, per tutta risposta, l’ha attaccata sul piano personale.

Il caso riguarda la dottoressa Doyen Nguyen, medico, accademico e teologa morale, con specializzazione in ematologia diagnostica e bioetica.

Le sue critiche riguardano il documento della Pontificia accademia per la vita intitolato Humana Communitas in the Age of Pandemic: Untimely Meditations on Life’s Rebirth, (La comunità umana nell’era della pandemia: riflessioni inattuali sulla rinascita della vita) da lei definito un testo “senza Dio, senza Cristo, senza Chiesa, senza speranza e senza fede”.

In risposta alle critiche, l’Accademia si è scagliata contro la dottoressa in un tweet, evitando di rivolgersi alla scienziata-teologa come alla dottoressa Nguyen: “La signora Doyen Nguyen critica l’Accademia su COVID19 come ‘professore’ dell’Angelicum. Ma ha insegnato solo per un anno come invitata. Il suo titolo come professore di @_Angelicum non è corretto come tutta la sua argomentazione. Si prega di leggere @PontAcadLife guardando all’intero contenuto, non a porzioni: http://academyforlife.va“.

giovedì 17 febbraio 2022

Un sacerdote del Rhode Island seguito sui social afferma che la Chiesa DEVE tornare alla messa antica

Nella nostra traduzione da Liturgyguy.com un articolo tanto più interessante e significativo, in quanto viene da un sacerdote non tradizionalista, che però trae le sue conclusioni senza pregiudizi. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes  e Responsa.

Padre Giacomo Capoverdi è un sacerdote della diocesi di Providence, Rhode Island, con quasi 5.000 amici e follower sui social media. Che io sappia p. Capoverdi non offre pubblicamente la Messa tradizionale in latino, il che rende il seguente testo ancora più d'impatto. È condiviso qui dalla sua pagina Facebook col suo permesso.

So che ci saranno alcuni che non saranno d'accordo con me. Ne avete il diritto. Ma secondo la mia opinione e l'esperienza di 25 anni di sacerdozio, come Chiesa stiamo sprofondando rapidamente e siamo in grossi guai. La maggior parte dei nostri problemi sono interni.

Credo che l'unica via d'uscita da questa confusione sia tornare a fare ciò che ha fatto la Chiesa quando era in auge. Dobbiamo tornare alla Messa di Papa Giovanni XXIII, la Forma Straordinaria, in ogni parrocchia e iniziare a guidare i seminaristi come si faceva prima della metà degli anni Sessanta.

Totalitarismo percettivo - Narrazione manipolatrice di un’élite politico-oligarchica avida e lugubre

I politici italiani rappresentano la punta del potere machiavellico e mafioso, a volte perfino difficili da imitare all'estero per mancanza di una popolazione poco colta e succube come la nostra. Respingiamo i turisti stranieri, ma non le persone che arrivano illegalmente (ed illegalmente campano sulle nostre spalle con annessi e connessi di destabilizzazione non esclusa la sostituzione etnica). C'è certamente qualcosa che sfugge (o forse non sfugge se si pensa al preternaturale); si tenta di dare un nome a questo regime, un nome alla sindrome di servilismo entusiasta e passivo della massa, alle tecniche di persuasione, descrivere, analizzare eppure, qualcosa sfugge, forse nella sua enormità e nelle vischiose arti dei manovratori. Riprendo il testo che segue per le suggestioni che offre e per affidarlo ad una più approfondita riflessione. Nella prima immagine ho voluto cogliere l'ossessiva allusione di Magritte al mistero di ogni cosa che ci circonda, un enigma per lui senza alcuna soluzione che investe ognuno di noi. Per noi la soluzione esiste ma al momento non La vediamo all'opera, sembra dormire sul cuscino della barca, anche se non vogliamo essere uomini di poca fede... A seguire, una cruda analisi della situazione socio-economica. (M.G.)
Totalitarismo percettivo

Si spenderanno fiumi di inchiostro per descrivere questa coscrizione coattiva e massificata del consenso: si parlerà di ipnosi estesa, si parlerà di mediocrità del Male, si parlerà di convergenze psico-sociali, storiche, più o meno plausibili, più o meno ficcanti. Viviamo una parentesi allucinatoria e soverchiante all'interno della quale ogni regola di buon senso è stata letteralmente polverizzata: il nostro mondo - come attraversato uno specchio magico - si è improvvisamente capovolto, quando non liquefatto. In realtà quel "quid" che riassuma esaustivamente la totalità di questa deriva schizoide non verrà mai isolato - per usare una terminologia cara ai poltronari sadosanitari - se non indagando a fondo e con onestà il rapporto che intercorre tra il Corpo Sociale, il Corpo Fisico e il Corpus Percettivo.
Il Corpo Sociale definisce tutte le connessioni psicologiche, sociali, economiche, che traghettano il grande flusso del comune sentire. È l'insieme non solo delle persone, ma delle vite delle persone e del modo in cui quelle stesse vite vengono vissute e regolate all'interno di una Società.

mercoledì 16 febbraio 2022

L'attesa riforma della Curia. La Congregazione per la Dottrina della fede si sdoppia

Dal Vaticano giunge notizia dell'emanazione del Motu proprio "Fidem servare", datato 11 febbraio 2022, con cui Bergoglio modifica la struttura interna della Congregazione per la Dottrina della Fede. Una riforma della Curia romana annunciata da tempo e il cui provvedimento istitutivo, la Costituzione apostolica in sostituzione della Pastor Bonus del 1988 sarà chiamata, forse, Praedicate Evangelium.
Quello che un tempo era il Sant’Uffizio - e prim'ancora Santa Inquisizione - aveva ricevuto la denominazione Congregazione per la Dottrina della Fede con la riforma voluta da papa Paolo VI, che poneva l'accento sulla correzione piuttosto che sulla condanna, sull'onda del conciliare vietato vietare. Ora sarà oggetto di una riforma strutturale che ne ricomporrà l'organigramma.
Si tratta di un organismo la cui primaria importanza è comunque innegabile, tanto che un tempo era presieduto direttamente dal pontefice. Ora, invece, Fidem servare imprime mutamenti profondi innanzitutto con la suddivisione del dicastero in due Sezioni:

Hong Kong / Il cardinale Zen nel mirino della stampa di regime. Giro di vite in arrivo?

Quattro articoli del giornale Ta Kung Pao associano il cardinale al movimento di protesta del 2019 e al campo democratico silenziato dalle autorità con la legge sulla sicurezza. La mossa lascia presagire un giro di vite contro le attività religiose. Tra i possibili primi bersagli le scuole cattoliche e protestanti. Qui l'indice degli articoli sulla questione cinese.

La stampa di Hong Kong prende di mira il novantenne cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito della città e noto sostenitore del movimento democratico locale. Come mette in luce Nina Shea su Epoch Times, nell’ultima settimana di gennaio sono apparsi sul governativo Ta Kung Pao quattro articoli in cui si accusa il porporato di aver incitato nel 2019 gli studenti a rivoltarsi contro una serie di misure governative. Shea è direttrice del Centro per la libertà religiosa dell’Hudson Institute.

Il cardinale Zen è inviso a Pechino per le sue critiche al controllo esercitato dal Partito comunista cinese sulle comunità religiose. Egli ha condannato la rimozione delle croci dall’esterno delle chiese in Cina e ha celebrato negli anni messe in ricordo dei martiri di Tiananmen a Pechino: i giovani massacrati dalle autorità il 4 giugno del 1989 per aver chiesto libertà e democrazia. Il cardinale è anche contrario all’accordo tra il Vaticano e la Cina sulla nomina dei vescovi.

martedì 15 febbraio 2022

Confermato l'incontro tra Bergoglio e il superiore della Fraternità San Pio X

Leggo e traduco da Le salon beige. Avevamo già avuto la notizia da alcuni commenti dei giorni scorsi dell'incontro tra Bergoglio e don Pagliarani e lo avevamo messo in relazione sia col nuovo corso dettato da Traditionis Custodes che col rapporto di antica data consolidatosi in Argentina [le circostanze e l'esito qui]. Ora non resta che attendere il comunicato.

Confermato l'incontro tra Bergoglio
e il superiore della Fraternità San Pio X


Il Distretto americano della Fraternità San Pio X a breve renderà pubblica una dichiarazione su questo incontro. Martedì 8 febbraio papa Francesco ha ricevuto in udienza don Davide Pagliarani. Dall'elezione di quest'ultimo, è la prima volta che il nuovo superiore generale della Fraternità San Pio X incontra l'attuale pontefice. Precedentemente, mons. Fellay aveva avuto l'occasione di incontrare papa Benedetto XVI (il 29 agosto 2005) e papa Francesco (il 1° aprile 2016). Quanto a mons. Lefebvre, aveva incontrato Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Questa visita sottolinea il persistere delle relazioni tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X, che non si sono mai interrotte anche se hanno attraversato un periodo di raffreddamento tra il 1988 e il 2000. Sembra dimostrare che l'attenzione riservata dal papa al movimento di mons. Lefebvre sia immutata. Il pontefice argentino aveva gradualmente concesso ai membri della Fraternità San Pio X le facoltà di confessare, celebrare le nozze, ordinare, giudicare in prima istanza, eccetera.
Sacerdote italiano, don Pagliarani è stato per sei anni superiore del seminario argentino della Fraternità. Tuttora nel suo governo è assistito da mons. de Galarreta, di nazionalità argentina, uno dei quattro vescovi ordinati da mons. Lefebvre, e da don Bouchacourt, che a più riprese ha incontrato il card. Bergoglio quando entrambi erano a Buenos Aires.

Dicono che 'non c'è correlazione' anche con gli anni '30

Poi, se si parla di affinità con quanto accadeva negli anni trenta dicono che 'non c'è correlazione'. Sembra scritto oggi. È una pagina di Silone, dal suo primo romanzo, Fontamara, pubblicato dapprima nel 1933 in lingua tedesca in Svizzera - dopo esser stato scritto nella Confederazione elvetica tra il 1929 e il 1931 - al tempo in cui era riparato all'estero per sfuggire alle persecuzioni del Regime fascista. Da oggi,  tra gli altri, anche i cinquantenni non vaccinati non possono andare a lavorare.

«Per andare a Roma adesso ci vuole il passaporto» gridò Berardo. «Ogni giorno ne inventano un'altra».
«Perché?» domandò Baldissera. «Non è più dell'Italia?»
Il suo racconto fu molto confuso.

«Stavo alla stazione» disse. «Avevo fatto il biglietto. È entrata una pattuglia di carabinieri e han cominciato a domandare le carte a tutti, a chiedere le ragioni del viaggio.
Io ho subito detto la verità e cioè che volevo andare a Cammarese per lavorare. 

Han risposto: "Bene, hai la tessera?».
Che tessera?
"Senza tessera non si lavora. «Ma che tessera?» Impossibile di avere una spiegazione chiara.
Mi han fatto restituire il prezzo del biglietto e mi han messo fuori della stazione. 

La Congregazione per il Culto Divino non detiene ogni potere

Nella nostra traduzione da Le salon beige. Avevamo già ripreso il comunicato qui. Di seguito l'intervista al Priore su Présent, che ribadisce con fermezza la posizione della comunità. Qui l'indice degli articoli su Traditionis Custodes e sui Responsa.

A seguito del Motu Proprio Traditionis custodes del 16 luglio 2021 e ai responsa ad dubia della Congregazione per il Culto Divino del 4 dicembre 2021 (promulgati il 18 dicembre):
Noi, monaci benedettini dell’Immacolata del Monastero Santa Caterina da Siena di Taggia, fondato il 1° agosto 2008 da Mons. Mario Olivieri, eretto come Istituto di vita consacrata di diritto diocesano il 21 marso 2017 e traferito presso la diocesi di Ventimiglia-Sanremo il 18 novembre 2020 per decreto del vescovo della diocesi, Mons. Antonio Suetta, abbiamo promesso di essere fedeli alla nostra Costituzione approvata dalla Santa Sede e sulla quale abbiamo pronunciato i nostri sacri voti di religione. In particolare, come sancito nel prologo, noi ci siamo impegnati davanti a Dio e davanti alla Chiesa a conservare sempre «la liturgia della messa, celebrata come [nostro] rito proprio, tanto all’interno quanto all’esterno del monastero, secondo la forma più che millenaria della Santa Chiesa Romana e “mai abrogata” (motu proprio Summorum Pontificum), nella sua lingua latina e nel suo canto gregoriano»; questo impegno solenne include l’uso dell’antico rituale e pontificale romani, come mostrano le cerimonie di ordinazione fin dall’inizio della nostra fondazione; tutto ciò per fedeltà alla teologia cattolica formulata dal Concilio di Trento, che, fissando definitivamente i “canoni” del rito della messa, ha elevato una barriera infrangibile contro tutte le eresie che potrebbero attentare all’integrità del mistero della Santa Messa. Come Mons. Antonio Suetta ha affermato pubblicamente in televisione il 24 agosto 2021, noi siamo «i custodi e i testimoni della più antica Tradizione della Chiesa». È così quindi, e non diversamente, che noi resteremo fedeli; costi quel che costi.

lunedì 14 febbraio 2022

L’apparizione mariana in Ucraina e la promessa «irrevocabile» di libertà

Dei venti di guerra che soffiano minacciosi in Europa tra Stati Uniti e Russia in Ucraina, desideriamo parlare come segue. 
Ricordiamo che La Rus di Kiev, futura Ucraina e culla di quella che poi sarebbe diventata la Russia, ricevette il messaggio e il battesimo cristiano grazie ai santi principi Olga e Vladimiro tra X e XI secolo, grazie ai quali Kiev entrò nell'Europa e nella Cristianità, in un'epoca in cui tra Roma e Costantinopoli, seconda Roma, c'era ancora pace e unità. Oggi venti di guerra tra Russia e Ucraina (meglio, tra Stati Uniti e Russia su suolo ucraino) minacciano quei confini e quei popoli e minacciano la traballante pace europea; dalla prima Roma, preghiamo volentieri per la terza Roma e per la pace in essa!
"I' vo gridando: Pace, pace, pace" (dal "Canzoniere" di Francesco Petrarca). L'unica soluzione: in foto, la statua della Regina Pacis che Benedetto XV volle erigere nella Basilica di Santa Maria Maggiore in piena Grande Guerra, per impetrare la fine del conflitto.  (Cito Roberto De Albentiis). Noi Le chiediamo, oggi, che interceda per tenerlo lontano.

L’apparizione mariana in Ucraina
e la promessa «irrevocabile» di libertà

Di fronte ai venti di guerra il Padre e Capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, ieri ha predicato ai fedeli riuniti nella Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo a Kiev. Ha ricordato che quest’anno si celebrerà il 35° anniversario dell’Apparizione di Hrushiv. «Alcuni di voi ricorderanno», ha detto Shevchuk, «che anche nei giorni bui dell’Unione Sovietica, la Madre di Dio venne dal nostro popolo a Hrushev. […] E oggi chiamiamo questa rivelazione l’annuncio della nostra libertà. Allora la Beata Vergine Maria sembrò rivelarci il piano di Dio per l’Ucraina, che l’impero del male sarebbe crollato. E questa non per opera dell’uomo, ma per opera di Dio».

Andare avanti come se nulla fosse cambiato.

Ciò che i liturgisti 'esperti' che inquadrano i recenti Responsa sembrano fraintendere è che il Missale Romanum, il Rituale Romanum, il Pontificale Romanum, il Breviarium Romanum, Il Ritus Servandus, il Manuale di Preghiere e il Canon Missae Pontificalis sono un tutt'uno. Non c'è nessuna accozzaglia che tenga. Non si può permettere uno senza permettere gli altri. Si mettono fuorilegge tutti o nessuno.

Ma forse è meglio non ricordarglielo, per limitare i danni... La cosa migliore da fare è semplicemente ignorarli e andare avanti come se nulla fosse cambiato.

Il sacerdote scrive una lettera al papa

Don Emanuele Personeni, nonostante sia stato «esonerato da ogni incarico pastorale» da parte del vescovo di Bergamo perché etichettato tra i no-vax, ha dato il via al suo pellegrinaggio contro le «ingiustizie perpetrate con la scusa della pandemia» insieme ai suoi parrocchiani. Ovviamente la cronaca di regime lo ha ripreso in chiave critica [vedi]. Ora, insieme ai parrocchiani e ad altri, ha scritto una Lettera al papa. Conosciamo l'inefficacia di iniziative del genere e pensiamo che anche lui ne sia consapevole; ma, alla fine, esse risultano testimonianze erga omnes che arrivano a chi ha orecchie per intendere...

Lettera a Papa Francesco

Papa Francesco, da cristiani di alcune comunità parrocchiali, laici e preti, ti raggiungiamo con questa lettera quale segno della nostra partecipazione alla tua premura pastorale nei confronti della Chiesa e dell’umanità intera.

Siamo consapevoli che il tuo video-appello alla vaccinazione come “atto d’amore” è stato possibile in virtù delle informazioni che all’epoca le autorità sanitarie possedevano circa l’efficacia e la sicurezza dei vaccini anti-covid. Non possiamo nasconderci tuttavia che nel corso degli ultimi mesi il quadro pandemico sia profondamente mutato e che la vaccinazione di massa non sia riuscita nell’intento di immunizzare dal contagio. Non è un’accusa, é un dato di fatto. Non solo. Gli effetti collaterali da vaccino attestati dagli organismi di vigilanza americani, europei e italiani hanno raggiunto livelli tali da spingere organismi tecnico scientifici indipendenti a suggerire la necessità di una ri-valutazione della strategia vaccinale complessiva, soprattutto presso la popolazione giovanile e adulta.

Come resistere alle strutture di pensiero e di vita che oggi impediscono di comprendere Dio

Se ci guardiamo attorno, percepiamo un’umanità che si sta svuotando di Dio. Non dico solamente del Dio vivo e vero, di Cristo Signore, ma del sentimento religioso in quanto tale. Non solo diventa sempre più difficile accettare la sfida della fede cristiana, ma sembra diventare persino impensabile. Tante volte, in passato, intere popolazioni hanno udito il messaggio di Cristo e lo hanno rifiutato. Oggi si costruisce una società in cui non solo diventa sempre più diffuso questo rifiuto, ma si espandono strutture di pensiero e di vita che impediscono di comprendere Dio, il fatto religioso in quanto tale. Non è che Dio si rivela e io lo rifiuto, no: Dio semplicemente non può esistere, non può rivelarsi e dunque io non devo neppure rispondere.

Questo vuoto di Dio si diffonde anche tra i cristiani e persino tra i pastori. Ho sentito uno di loro affermare che certi insegnamenti dogmatici devono essere modificati perché non hanno basi scientifiche. Non posso e non voglio giudicare la coscienza – il che spetta a Dio solo, a me pregare per questo pastore – ma posso guardare al messaggio che ha lanciato. E mi pare si possa solo dire questo: che si rasenta l’apostasia. Non tanto per il contenuto in sé, per l’atteggiamento verso il singolo insegnamento, quanto per la base di pensiero che vi sottostà. E cosa vi si scorge? Si vede l’idea per cui la fonte dell’insegnamento cristiano non è Dio: non si crede più ad un Dio che si rivela, che si comunica a noi.

domenica 13 febbraio 2022

Cardinale Müller: “Per i fedeli cattolici è un tempo di tribolazione e terrore psicologico”

Riprendo da Duc in altum un articolo di Edward Pentin con alcune importanti nuove dichiarazioni del cardinale Gerhard Müller su ciò che sta succedendo nella Chiesa in Germania. Precedenti qui. Richiamo l'attenzione sulla mia nota in calce.

I fedeli cattolici stanno affrontando un periodo di persecuzioni, tribolazioni e “terrore psicologico”, una prova senza precedenti perché proviene dall’interno dei loro stessi Paesi di antica tradizione cristiana. È quanto afferma il cardinale Gerhard Müller nl corso di un’intervista esclusiva, durante la quale lancia una forte accusa allo stato della Chiesa in Germania e alla cosiddetta “via sinodale”, un controverso processo di riforma pluriennale nato dalla crisi degli abusi sessuali da parte del clero.
Il prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede afferma che questi attacchi provengono da parti “secolarizzate” della Chiesa e si verificano frequentemente nei luoghi di lavoro o nelle scuole.