Dottrina sociale. L’ENCICLICA DI PIO XI
L’attualità sorprendente della Quas Primas
È da poco passata la Solennità di Cristo Re [qui]. Forse qualcuno è andato a rileggersi l’enciclica Quas primas di Pio XI (11 dicembre 1925). Chi lo ha fatto avrà forse notato che nell’enciclica vengono date delle indicazioni pastorali su come agire da cattolici in conseguenza di questo principio della Regalità anche sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. Dopo aver precisato i fondamenti scritturistici e dogmatici della Regalità di Cristo, dopo aver precisato che si tratta di una regalità spirituale e morale ma anche sociale, Pio XI elenca una serie di conseguenze pratiche che ne derivano per l’azione dei cattolici. È veramente sorprendente l’attualità di queste indicazioni. Vediamole brevemente.
La prima è la lotta contro il laicismo «peste della età nostra». Attualissima questa indicazione dato che, al contrario, una larga fetta della Chiesa cattolica oggi fa di tutto per laicizzarsi. Proprio in questi giorni il messaggio di papa Francesco alla Cop 28 oppure, più semplicemente, le indicazioni del vescovo di Senigallia di insegnare la religione cattolica nelle scuole pubbliche in modo laico hanno confermato – se ce ne fosse stato bisogno – questa tendenza alla secolarizzazione della fede cattolica.
La seconda è la rivendicazione del diritto della Chiesa di ammaestrare le genti, di fare leggi e di governare i popoli per condurli all’eterna felicità. La laicità e il laicismo, che in fondo sono la stessa cosa, oggi vi si oppongono drasticamente.
La terza è l’inaccettabilità di eguagliare la religione cristiana con altre religioni false. Dopo la Dichiarazione di Abu Dhabi, l’impegno per la società multireligiosa e la nuova Onu delle religioni contro i cambiamenti climatici, l’indicazione di Pio XI sembra provenire da un altro mondo e da un’altra Chiesa.
La quarta è il rifiuto che essa [la religione cristiana] venga sottomessa al potere civile, all’arbitrio dei principi e dei magistrati. Ne abbiamo visto qualcosa durante i due-tre anni di Covid.
La quinta è di impedire che la religione di Cristo venga sostituita da un sentimento religioso naturale. Si tratta della nuova religione vagamente umanistica, senza dogmi, planetaria e delle “buone pratiche” soprattutto ecologiste verso cui si sta incamminando la Chiesa cattolica.
L’ultima è che gli Stati ripongano la loro religione nell'irreligione e nel disprezzo di Dio. La politica, si diceva, doveva essere distinta dalla religione, ma in pratica vi si è dapprima separata e poi opposta.
Ognuno di questi punti andrebbe approfondito dato che si tratta di aspetti vitali per la religione cattolica. Però anche queste poche parole possono essere utili per comprendere che le capacità previsionali di Pio XI erano notevoli, che le sue indicazioni erano preziose e, soprattutto, che non sono state seguite. (Stefano Fontana) - Fonte
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