
Sant'Agostino adottava l'uso onnicomprensivo del termine «Catholica» nel presupposto che fosse inequivocabilmente riferito all'«Ecclesia», non in quanto sinonimo, ma nella consapevolezza della «ratio Ecclesiae», perché la Chiesa - lasciando da parte la vexata questio tra substistit in ed est - o è cattolica oppure non è Chiesa. (Brunero Gherardini)
venerdì 23 maggio 2025
La Chiesa deve rimuovere le conseguenze dell'Amoris Laetitia e della sottostante teologia morale eretica

Card. Arinze: «Gli esseri umani non possono cambiare l’ordine voluto da Dio». Card. Eijk spiega perché non si possono benedire certe coppie
«Gli esseri umani non possono cambiare l’ordine voluto da Dio»
martedì 20 maggio 2025
Indice articoli: Bergoglio lobby, ambiguità
- Giubileo 2025, Bergoglio dedica una giornata ai pellegrini gay e a tutta la comunità Lgbtqia+
- Le dimissioni dell'Arcivescovo di Canterbury. Papa Francesco e il cambio di un'epoca
- I vescovi norvegesi firmano dichiarazione ecumenica: «Esistono solo due sessi»
- Silenzioso e sorridente, Papa Francesco offre un’apertura ai sostenitori del 'transgender'
- Transessuali indonesiani elogiano Papa Francesco per il «messaggio» pro-LGBT
- Paolo Pasqualucci: La “Porta Larga” spalancata da Papa Francesco
- Cosa spinge Papa Francesco a cercare di normalizzare le relazioni omosessuali?
- Papa Francesco dice a importanti comici pro-aborto che le loro battute “fanno sorridere Dio”
- Bergoglio, “l’amore omosessuale è un dono”?
- Una cum grembiulini?
- Vaticano, Papa e cardinali a lezione dalla donna-vescovo anglicana più battagliera: «La parità di genere rientra nei disegni di Dio»
- La deriva sempre più drammatica della Dottrina della Fede e conseguenze socio-politiche
- Francesco Bergoglio – la speranza o il necroforo del Congo?
- La Conferenza episcopale tedesca premia un documentario LGBTQ
- Benedizione coppie gay. Card. Arinze: «Gli esseri umani non possono cambiare l’ordine voluto da Dio». Card. Eijk spiega perché non si può fare
- Dichiarazione di S.E. Carlo Maria Viganò a proposito delle “benedizioni” di coppie omosessuali celebrate in Belgio
- La scuola dei gesuiti con la bandiera arcobaleno e BLM dichiarata non più cattolica
- L’arcivescovo Van Looy non sarà cardinale
- Qual è il vero scopo del sinodo sulla sinodalità? Sinodo Lgbt?
- Parma. Veglia diocesana presieduta dal Vescovo contro l'omotransfobia
- Ma il papa è protestante? La leadership del pontefice è stata catastrofica per il cattolicesimo
- Sempre più forte in Francia la pressione sul sigillo sacramentale
- È più facile ottenere una parrocchia per un prete pedofilo che per un prete di rito latino
- Francesco scrive al gesuita pro Lgbt per complimentarsi
- Una parabola triste e desolata
- La Chiesa rivendica l'osservanza del Concordato
- Card. Bassetti sul Ddl Zan. Gian Pietro Caliari: Purtroppo non è dislessia senile. Molto peggio.
- Card. Bassetti e la logica del compromesso: il testo della legge Zan “andrebbe più corretto che affossato”
- I vescovi italiani si sono fatti sentire sul ddl Zan, ormai incardinato in Parlamento
- ddl Zan. Posizioni ecclesiastiche non tutte condivisibili e riflessioni politico-sociologiche da non sottovalutare
- Svezia: timido risveglio di fronte alla deriva transgender
- Inarrestabile la grave deriva omofila sia in ambito civile che ecclesiale
- Il Vaticano pubblica il rapporto McCarrick. Mistificazioni in vista
- La clamorosa ingerenza di Bergoglio nelle presidenziali USA: contro Trump e per l'abortista Biden
- Sul papa e sul potere anticristico dei Media
- Il vescovo Athanasius Schneider reagisce ai commenti favorevoli di Papa Francesco sulle unioni civili
- Mons. Viganò. Bergoglio, lobby gay e ambiguità volute
- Card. Raymond Burke: «I fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. I pastori a correggere e chiarire»
- Bufala? Aspettiamo a dirlo - se il Vaticano non smentisce, non lo è.
- Dopo le dichiarazioni anticipate dai media, Mons. Carlo Maria Viganò a proposito del docufilm «Francesco»
- Vaticano e omoeresia. Che fine hanno fatto i risultati dell'inchiesta che Benedetto XVI ha consegnato al suo successore?
- Note di Joseph Ratzinger su 'La Chiesa e gli abusi'
- Analisi: L’arcivescovo McCarrick, il vescovo Zanchetta, Papa Francesco e il vertice vaticano sugli abusi
- Il Vaticano annulla il voto dei vescovi statunitensi sulle misure di riforma in ordine agli abusi sessuali
- Documento vaticano e sinodo episcopale provano a imporre propaganda "LGBT" alla Chiesa. Accadrà anche a Dublino per l'Incontro Mondiale delle Famiglie
- Un insigne psicologo critica ferocemente il nuovo documento sul gender del Vaticano definendolo un compromesso col “neopaganesimo”
- Discorso a conclusione summit febbraio 2019
- Crux riporta che Papa Francesco avrebbe letto un libro sull'omosessualità in Vaticano... e che gli sarebbe piaciuto
- La crisi provocata dagli abusi sessuali dei sacerdoti riesuma un’antica eresia
- Omosessualismo e tradizione
- Gerard J.M. van den Aardweg. “L’ispirazione omosessuale soggiacente alla Relazione Provvisoria del Sinodo Episcopale sulla famiglia, tenutosi nell’ottobre 2014”
- La Chiesa, che ignora l'omosessualità, deve rimuovere le conseguenze dell'Amoris Laetitia e della sottostante teologia morale eretica
- Il mese di giugno è diventato il Pride Month...
- James Martin in udienza dal Papa : «Ho condiviso preoccupazioni e speranze delle persone Lgbt»
- Documento vaticano e sinodo episcopale provano a imporre propaganda "LGBT" alla Chiesa. Accadrà anche a Dublino per l'Incontro Mondiale delle Famiglie
- Il Card. Sarah confuta il gesuita pro gay
giovedì 15 maggio 2025
Luigi Negri, Arcivescovo emerito di Ferrara e Comacchio (La Verità, 28 luglio 2017)
lunedì 12 maggio 2025
Gerard J.M. van den Aardweg. “L’ispirazione omosessuale soggiacente alla Relazione Provvisoria del Sinodo Episcopale sulla famiglia, tenutosi nell’ottobre 2014”
Gerard J.M. van den Aardweg
È l’autore di On the Origins and Treatment of Homosexuality: A Psychoanalytic Reinterpretation (Sulle origini e sul trattamento dell’omosessualità: una reinterpretazione psicoanalitica) e The Battle for Normality: Self-Therapy for Homosexual Persons (La battaglia per la normalità: autoterapia per le persone omosessuali). È un’autorità mondiale nella cura delle persone omosessuali, visto come il fumo negli occhi dalla lobby gay, ovviamente. Nei suoi precisi e documentati interventi, ha ripetutamente dimostrato la totale infondatezza scientifica della tesi dell’esistenza del “gene” dell’omosessualità. Merita certamente di essere riprodotta qui una sua intervista, apparsa sul sito “LifeSite” il 3 marzo 2015. L’Autore vi critica pesantemente e con grande franchezza di linguaggio la grave deriva omofila presente nella Relazione Intermedia del Sinodo dell’anno scorso, dovuta come è noto ai soliti noti. I suoi argomenti ci sembrano estremamente validi e sempre attuali, dal momento che non si può affatto escludere il tentativo di riproporre le “aperture” al vizio contronatura nel Sinodo del 2105, ormai imminente (pensiamo alla recente, scandalosa intervista dell’erratico cardinale austriaco Christoph von Schönborn, uno degli invitati pontifici al Sinodo, esaltante l’omosessualità, in particolare quando si realizzi in una relazione stabile tra due “persone”!).
del Sinodo Episcopale sulla famiglia, tenutosi nell’ ottobre 2014”
mercoledì 7 maggio 2025
Anche il vescovo Schneider lancia una crociata di preghiera mondiale per il prossimo Conclave e un nuovo papa "zelante"
Che il Signore nella Sua infinita misericordia ascolti le preghiere, le lacrime e i sacrifici di tutti i veri cattolici che amano la nostra Madre Chiesa, che in questi giorni implorano umilmente e con fiducia l'infinita Misericordia di Dio per il miracolo dell'elezione di un Papa, che brucia di zelo per la gloria di Cristo e la salvezza delle anime, rafforzi i fratelli nella fede, essendo senza compromessi fedele al suo nome e al suo dovere di Successore di Pietro e Vicario di Cristo sulla terra.Che attraverso un nuovo Papa, ardente con lo zelo per la gloria di Cristo e la salvezza delle anime, il Signore giunge all'assistenza della Sua Chiesa, difendendo il gregge di Cristo dai lupi intrusi, dai "religiosi" non credenti e mondani che senza precedenti bruciano l'incenso davanti agli idoli delle ideologie della nostra età, avvelenando spiritualmente così la vita della Chiesa, che assomiglia a una nave in mezzo alla tempesta, in cui "le sentine dei vizi si gonfiavano e le tavole marce già scricchiolavano per il naufragio", come Papa San Gregorio Magno descrisse lo stato della Chiesa Romana al momento della sua assunzione dell'ufficio pontificio.Possa il Signore, attraverso un nuovo Papa ardente di zelo per la gloria di Cristo e per la salvezza delle anime, venire in aiuto della Sede Apostolica, che ai nostri giorni giace spiritualmente incatenata, simile alle catene materiali in cui fu imprigionato l’Apostolo Pietro agli inizi della vita della Chiesa, liberando la Sede Apostolica dalle catene dell'allineamento con l'agenda globalista materialista, moralmente depravata e anticristiana di questo mondo.Possa il Signore donarci un nuovo Papa, che, ardente di zelo per la gloria di Cristo e per la salvezza delle anime, sia pronto a difendere l'integrità della Fede Cattolica, della Liturgia Cattolica e della disciplina ecclesiastica, anche a costo della suprema testimonianza della propria vita per amore di Gesù Cristo e delle anime immortali.Possano tutti i veri figli e figlie della Chiesa implorare il miracolo dell'elezione di un nuovo Papa, che sia pienamente cattolico, pienamente apostolico e pienamente romano.Questo si può ottenere attraverso la preghiera, specialmente con le Sante Ore di Adorazione Eucaristica, la recita del Santo Rosario, i sacerdoti e i vescovi offrendo il sacrificio della Santa Messa a questa intenzione, e anche mediante sacrifici personali, che possono consistere nel portare pazientemente le croci della propria vita, nelle sofferenze corporali e spirituali, nelle mortificazioni corporali, nel digiuno e soprattutto negli atti di amore soprannaturale verso Dio e verso il prossimo.Crediamo che il Signore verrà in aiuto della Sua Chiesa, che ai nostri giorni somiglia a una nave nella notte "in mezzo al mare, affaticata a remare, perché il vento era loro contrario." Possa il Signore venire di nuovo "verso la quarta vigilia della notte, camminando sul mare e dicendo: Coraggio, sono io, non abbiate paura".
martedì 6 maggio 2025
Una inammissibile e reiterata ingerenza. Ebrei versus FSSPX
(ASCA) - Città del Vaticano, 10 nov - Davanti alla possibilità di una riconciliazione definitiva tra il Vaticano e i tradizionalisti lefebvriani, il rabbino David Rosen, responsabile del dialogo interreligioso per l'American Jewish Committee, ribadisce che "le nostre preoccupazioni sono già state espresse e ho ricevuto l'assicurazione da parte del card. Kurt Koch (presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani e per la Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo, ndr) che non c'è possibilità di arrivare ad una riconciliazione che comprometta Nostra Aetate", il documento del Concilio Vaticano II considerato come un punto di svolta nei rapporti tra cattolici e ebrei dopo due millenni di ostilità e sospetto.
"Per il resto - ha aggiunto Rosen al termine dell'incontro avuto questa mattina con papa Benedetto XVI insieme agli altri leader religiosi di Israele - è una questione interna della Chiesa cattolica".
Nostra Aetate, ha spiegato ancora il rabbino interpellato sul suo colloquio con il card. Koch, "non è in discussione". Questo, ha aggiunto, non significa che un riconoscimento esplicito del documento conciliare faccia parte della proposta di accordo sottoposto dalla Santa Sede alla Società Sacerdotale San Pio X ma che, dal punto di vista pratico, "ogni riconciliazione richieda in effetti l'accettazione di Nostra Aetate".
Quanto all'opportunità della trattativa vaticana, "posso avere le mie opinioni, ma non ho il diritto di intervenire nelle scelte interne di un'altra religione" [eppure è quello che sta facendo!]. "Mi aspetto - ha concluso - che la Santa Sede sia esplicita nel ripudiare la negazione dell'Olocausto nel caso di una riconciliazione", per rassicurare il mondo ebraico, anche se il vero problema, ha tenuto a sottolineare, non è tanto mons. Williamson quanto "chiarire che Nostra Aetate non è sul tavolo".
"Se la pace con i lefebvriani significa rinunciare alle aperture del Concilio, la Chiesa dovrà decidere: o loro o noi!": così il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo di Segni, in un passaggio di un'intervista al mensile 'Il consulente Re' uscito il giorno prima della giornata della memoria.Di Segni rievoca, al proposito, il discorso pronunciato in sinagoga in occasione della recente visita del Papa, quando, in riferimento alle "aperture" del Concilio vaticano II, ha affermato: "Se venissero messe in discussione, non ci sarebbe più possibilità di dialogo". Ora il rabbino spiega, in riferimento al discorso del giorno prima del Papa alla congregazione per la Dottrina della fede: "E' stata l'ultima aggiunta al discorso, dopo che venerdì mattina 15 gennaio c'è stata una strana apertura ai lefebvriani...".
Necessità di uscire dal sepolcro e guarire dal passato per poter avere un futuro.
Considerazioni sulle parole del Rabbino. Indebite interferenze
Derive sincretiste e moderniste e processo di giudaizzazione presenti nella Chiesa
A che stadio siamo del processo di giudaizzazione. Dove sta andando la Chiesa?
«Non vi è una Nuova Alleanza che si contrapponga a una Vecchia Alleanza, non vi è neppure un’unica Alleanza Vecchio-Nuova che costringerebbe gli ebrei a farsi cristiani o i cristiani a farsi ebrei. Vi è un’unica Torah eterna che contiene molte Alleanze, i molti modi in cui il Santo, benedetto Egli sia, rivela il suo amore per gli uomini e indica le vie per giungere all’incontro con Lui»salvo che loro restano "il popolo dell'Alleanza" e noi i goym... Nella conclusione, Morselli cita Elia Benamozegh, il grande rabbino livornese che in un’opera postuma pubblicata a Parigi nel 1914 scriveva:
«La riconciliazione sognata dai primi cristiani come una delle condizioni della Parusia, o avvento finale di Gesù, il ritorno degli ebrei nel seno della Chiesa, senza di cui le diverse confessioni cristiane sono concordi nel riconoscere che l’opera della redenzione rimane incompleta, questo ritorno si effettuerà non come lo si è atteso, ma nel solo modo serio, logico e durevole, e soprattutto nel solo modo proficuo al genere umano. Sarà la riunione dell’ebraismo e delle religioni che ne sono derivate, e, secondo la parola dell’ultimo dei profeti, il sigillo dei veggenti, come i dottori chiamano Malachia, “il ritorno del cuore dei figli ai loro padri”» (Ml 3,24).
«Il dialogo ebraico-cristiano era giunto negli ultimi mesi a un punto di crisi che sembrava insormontabile, intorno alla questione della conversione degli ebrei. In un recente incontro tra Autorità rabbiniche e Autorità episcopali italiane si è chiarito che non vi è nessuna intenzione da parte della Chiesa Cattolica di operare attivamente per la conversione degli ebrei e che di conversione si parla solo in una prospettiva escatologica». [citazione dall'articolo di Morselli sopra indicato - cfr. brano del Comunicato della CEI riportato di seguito]
Conclusione«Il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha incontrato oggi i rabbini Giuseppe Laras, Presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana, e Riccardo Di Segni, Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma. “Il Cardinale – si legge in un comunicato diffuso dalla Cei - ha voluto porgere loro gli auguri per l’inizio dell’anno ebraico pregandoli di estenderli a tutti gli ebrei italiani”. Durante l’incontro il cardinale ha affrontato con i due rabbini alcune questione rimaste “aperte” con la comunità ebraica in seguito alla pubblicazione dell’“Oremus et pro Iudaeis”. A questo proposito il comunicato afferma: Non c’è, nel modo più assoluto, alcun cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa Cattolica ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II. A tale riguardo la Conferenza Episcopale Italiana ribadisce che non è intenzione della Chiesa Cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei”... “La fede nel Dio dei Padri, ricevuta in dono – si è affermato al termine dell’incontro - rende responsabili i credenti cristiani ed ebrei per l’edificazione di una convivenza basata sul rispetto dell'Insegnamento di Dio”.»[Non possiamo ignorare che il riferimento ai dieci comandamenti gli ebrei lo fanno anche quando ne attribuiscono l'osservanza ai "noachidi". Ricordiamoci che Noè non fa parte della Storia della Salvezza, che comincia con Abramo, e che i noachidi sono tutti i non-ebrei compresi noi, mentre l'identità che essi ancora sentono è quella del Popolo Sacerdotale al quale appartengono l'Alleanza e le promesse. Mentre la Chiesa si profonde in questo riconoscimento, altrettanto non può dirsi da parte loro nei confronti della Chiesa e dei cristiani, che appartengono alla Nuova ed Eterna Alleanza per essi inconcepibile e già rifiutata! - ndR].
- Gli ebrei che rifiutano Cristo rifiutano la predilezione.
- Per tornare ad essere prediletti dovranno innestarsi nella nuova storia che inizia e si perpetua con Cristo.
- L'unico soggetto della predilezione è la Chiesa. Gli ebrei increduli restano fuori a causa dell'irrevocabilità per loro scelta.
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:: Mons. Brunero Gherardini - "Sugli ebrei, così serenamente"
:: G. Copertino - "Tra noi e loro la pietra angolare non il negazionismo"
:: F. Colafemmina - "Archivi e ipocrisie. L'antidefamation League e Pio XII"
:: Maria Guarini, Se non si esce dal sepolcro. Il Papa allo Yad Vashem
:: La preghiera per gli ebrei nella liturgia del Venerdì Santo
:: Maria Guarini, Modifica della “Dottrina della sostituzione” della Sinagoga con la Chiesa in
“dottrina delle due salvezze parallele”
domenica 4 maggio 2025
Dichiarazione sull'Accordo segreto Sino-Vaticano
Mons. Carlo Maria Viganò
Dichiarazione
sull'Accordo segreto sino-vaticano
La violazione dell’Accordo Sino-vaticano
Lettera aperta del prof Josef Seifert al card decano Gian Battista Re
Lettera aperta del
Prof. Dr. phil. habil. Josef Maria Seifert
All'Eminenza Cardinale Decano Gian Battista Re
Gaming, 24 aprile 2025
Mi rivolgo a Lei, caro Cardinale Decano Re, perché solo Lei detiene ora l'autorità di consentire che, prima del prossimo Conclave, abbia luogo un'indagine sull'accusa di eresia sollevata contro Papa Francesco.
Lei detiene, fino all'elezione del prossimo Papa, la massima autorità nella Chiesa cattolica, inviterà, in unione con il Camerlengo Kevin Joseph Cardinale Farrell, i Cardinali qualificati di tutto il mondo di età inferiore agli 80 anni a eleggere il nuovo Papa e potrà determinare la data del prossimo Conclave.
Terza Domenica dopo Pasqua ("Iubiláte Deo") / La speranza del ritorno e la Presenza
Terza Domenica dopo Pasqua
Iubiláte Deo, omnis terra,
psalmum dícite nómini eius, date glóriam laudi eius, allelúia. |
Acclamate al Signore da tutta la terra, cantate un inno al suo nome, rendetegli gloria, elevate la lode. Alleluia. |
La dignità del popolo Cristiano
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Ancora un poco e non mi vedrete; e un altro poco e mi vedrete; perché vado al Padre |
sabato 3 maggio 2025
3 Maggio. Invenzione della Santa Croce
Invenzione della Santa Croce
II trionfo della Croce
Rifare l’unità della Chiesa 'Confirma fratres tuos' (Lc 22, 32)
Rifare l’unità della Chiesa
Confirma fratres tuos (Lc 22, 32)
Don Claude Barthe
venerdì 2 maggio 2025
Conclave. Eijk e Sarah danno il tono alla Prima Congregazione. Sarah il più applaudito
Conclave. Eijk e Sarah danno il tono alla
Prima Congregazione. Sarah il più applaudito.
Vademecum per il prossimo Vicario di Cristo
Per piacere al mondo:
• salutare con il meraviglioso “Laudetur Jesus Christus”.
Se Dio è dalla tua parte
giovedì 1 maggio 2025
Perché non "tifo" Pietro Parolin
mercoledì 30 aprile 2025
La Ue finanzia il Corano e cancella il cristianesimo
La Ue finanzia il Corano e cancella il cristianesimo
martedì 29 aprile 2025
Una doppia persecuzione: La testimonianza del Cardinale Zen di Hong Kong
Una doppia persecuzione:
Il martire o il diplomatico – chi ha in mente il miglior interesse della Chiesa?
di Dr. R. Jared Staudt
Catholic World Report, 9 giugno 2022
lunedì 28 aprile 2025
Pratica del Tempo Pasquale
Pratica del Tempo Pasquale
La gioia spirituale.
domenica 27 aprile 2025
Domenica in albis, 'Octava dies' di Pasqua
«Quasi modo géniti infántes, alleluia, rationabile, sine dolo lac concupiscite (I Petr. 2,2), alleluia, alleluia. Exultate Deo, adiutori nostro, iubilate Deo Jacob (Ps. 80,2) Gloria Patri ...» |
«Quasi come bimbi appena nati, alleluia desiderate il latte spirituale e puro (1 Pt 2,2) alleluia, alleluia. Esultate in Dio, nostra forza, giubilate nel Dio di Giacobbe (Sal 80,2). Gloria al Padre ...» |
« Il nostro Divin Risorto ha voluto che la sua Chiesa così ne comprendesse il mistero, poiché, avendo intenzione di mostrarsi una seconda volta ai suoi discepoli, riuniti tutti assieme, ha aspettato, per farlo, il ritorno della Domenica. Durante tutti i giorni precedenti ha lasciato Tommaso in preda ai suoi dubbi; solamente oggi è voluto venire in suo soccorso, manifestandosi a questo Apostolo in presenza degli altri e obbligandolo a deporre la sua incredulità di fronte alla più palpabile evidenza. Oggi, dunque, la Pasqua riceve da Cristo il suo ultimo titolo di gloria, aspettando che lo Spirito Santo discenda dal cielo per venire a portare la luce del suo fuoco e fare, di questo giorno, già così privilegiato, l'era della fondazione della Chiesa Cristiana ». (Dom Prosper Guéranger)
venerdì 25 aprile 2025
La Santa Tunica di Argenteuil
di Don Denis Puga, FSSPX
Papa Francesco: la fine di un pontificato modernista e la crisi della Chiesa
modernista e la crisi della Chiesa
Un pontificato senza radici: l’accoglienza a tutti i costi
Il cardinale Müller: «Francesco? Ambiguo su gay, donne e Islam. Non possiamo accettare che i comunisti nominino i vescovi»
giovedì 24 aprile 2025
Note sulla "Preghiera per gli ebrei" e sulle sue modifiche nei diversi Messali
Note sulla "Preghiera per gli ebrei" e sulle sue modifiche nei diversi Messali
Premessa
Messale Romano 1955 |
Tavola sinottica delle variazioni intervenute negli anni
Messale quotidiano dei fedeli, a cura di J. Feder, ed. ital. A cura di A. Bugnini, 1963 | Missale Romanum anno 1962 promulgatum, Ristampa a cura di C. Johnson e A. Ward, C.L.V. - Ed. Liturgiche, 1994 | Messale Romano Latino - Italiano per le domeniche e feste, LEV, imprim.: 12 marzo 1965 | Variationes in Ordinem hebdomadae sanctae inducendae: (9 marzo e 19 marzo 1965) |
8. | 8. Pro conversione Iudaeorum | 8. Pro conversione Iudaeorum | 8. Pro Iudaeis. |
Oremus et
pro Iudeis: ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum;
ut et ipsi agnoscant Iesum Christum Dominum nostrum.
Omnipotens sempiterne Deus, qui Iudaeos a tua misericordia non répellis:
exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcaecatione deferimus; ut,
agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis ténebris eruantur.
|
Oremus et pro Iudeis: ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum; ut et ipsi agnoscant Iesum Christum Dominum nostrum. | Oremus et
pro Iudeis: ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum;
ut et ipsi agnoscant Iesum Christum Dominum nostrum.
Omnipotens sempiterne Deus, qui Iudaeos a tua misericordia non répellis:
exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcaecatione deferimus; ut,
agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis ténebris eruantur.
|
Oremus et
pro Iudaeis: ut Deus et Dominus noster faciem suam super eos illuminare
dignetur; ut et ipsi agnoscant omnium Redemptorem, Iesum Christum Dominum
nostrum.
Omnipotens sempiterne Deus, qui promissiones tuas Abrahae et semini
eius contulisti: Ecclesiae tuae preces clementer exaudi; ut populus
acquisitionis antiquae ad Redemptionis mereatur plenitudinem pervenire.
Per Dominum nostrum.(1) |
Da un'intervista a Mons. Angelo Amato (CDF) da Avvenire 11 luglio
VATICANO - LE PAROLE DELLA DOTTRINA a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello - La preghiera per gli Ebrei: “un tentativo completamente nelle mani di Dio”
Messale Romano 1962 |
Alcuni circoli ebraici ed alcuni organi di stampa hanno fatto rumore in
occasione della recente promulgazione del Motu proprio di Benedetto XVI sulla Messa
antica, temendo la reintroduzione della preghiera per gli Ebrei, quella da
cui Papa Giovanni tolse l’aggettivo ‘perfidi’.
Forse pochi sanno che la orazione solenne per gli Ebrei del Venerdì Santo ha
una corrispondente nella cosiddetta birkat ha-minim (benedizione contro gli eretici) della
liturgia giudaica, che è la seguente: “Che per gli apostati non ci sia speranza;
sradica prontamente ai nostri giorni il regno dell’orgoglio; e periscano in un
istante i nazareni (ndr. i giudeo-cristiani) e gli eretici: siano cancellati dal
libro dei viventi e con i giusti non siano iscritti. Benedetto sei tu che
pieghi i superbi”.
Così recita la XII benedizione della liturgia sinagogale nella forma primitiva.
Mentre in quella del Talmud babilonese più diffusa oggi: “Per i calunniatori e
gli eretici non vi sia speranza, e tutti in un istante periscano; tutti i Tuoi
nemici prontamente siano distrutti, e Tu umiliali prontamente ai nostri giorni.
Benedetto Tu, Signore, che spezzi i nemici e umili i superbi”.
Quanto all’Orazione solenne del Venerdì Santo, la versione italiana del Messale Romano del 1962 dice: “Preghiamo anche per gli Ebrei, affinché il Signore Dio nostro tolga il velo dai loro cuori, in modo che essi pure con noi riconoscano Gesù Cristo Signor Nostro. Preghiamo. O Dio onnipotente ed eterno, che non rigetti dalla tua misericordia neppure gli Ebrei, esaudisci le suppliche che ti rivolgiamo per questo popolo accecato, affinché ammetta che il Cristo è la luce della tua verità, ed esca così dalle tenebre”.
In quella del Messale Romano del 1970 è stata così modificata: “Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza”. Preghiera in silenzio. “Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta benigno la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione”.
Osservando comparativamente le formule, si nota che quella giudaica si serve delle invettive proprie di taluni salmi e testi profetici (per esempio il Salmo 58), non estranee nemmeno al Nuovo Testamento; quella cristiana dell’antico Messale riecheggia l’invito di San Paolo alla comunità cristiana, a pregare per tutti gli uomini (cfr. 1 Timoteo 2,1), quindi anche per i giudei, quando le rammenta l'irrevocabilità dell'elezione divina d’Israele (cfr. Romani 11,29) [ma non si può lasciar correre : 11.29: Dirai certamente: i rami sono stati tagliati perché io vi fossi innestato! ; ignora 11,20 : Bene; essi però sono stati tagliati per mancanza di fede, mentre tu rimani innestato grazie alla fede. Tu non insuperbirti, ma abbi timore! -ndR] [e, poi, vedi infra: la confutazione delle "due salvezze parallele" -ndR] ed il mistero della sua conversione alla fine dei tempi (cfr. Romani 11,25-26). Secondo De Clerk, questa preghiera potrebbe essere “segno di grande antichità delle orationes sollemnes, oppure potrebbe risalire a un periodo in cui i giudei erano molto numerosi a Roma. Quanto all’orazione del nuovo Messale, il tema è il popolo di Abramo, depositario delle ‘irrevocabili’ promesse divine e chiamato comunque “alla pienezza della redenzione”. Questa è stata sempre la coscienza della Chiesa che nell’orazione domanda a Dio che si affretti la realizzazione di quella promessa.
Dunque, non è il caso che i nostri ‘fratelli maggiori’ continuino a scandalizzarsi della preghiera che i cristiani innalzano a Dio per loro, quando dovrebbero agire a modificare la loro, visto che nella prima forma e anche in quella del Talmud babilonese, non è stata tolta la maledizione di Dio che non si concilia col suo amore universale. .
Un po’ di storia.
Accanto ai minim (dissidenti) si menzionavano i nozrim, i nazareni, cioè i seguaci di Gesù di Nazareth, perché “spariscano all’istante, cancellati dal libro della vita e non scritti con i giusti. Benedetto sei tu che umili i superbi” (cfr. G. De Rosa, Gesù di Nazareth e l’Ebraismo di ieri e di oggi. Dal rifiuto all’appropriazione esclusiva. “La Civiltà Cattolica”, 15 (2000), n 12). Nel medesimo periodo venne comminata infatti la scomunica contro i giudeo-cristiani, i quali pur pretendendo di rimanere dentro la sinagoga, la dividevano nella fede, proteggevano i “gentili”, soprattutto i romani, e distruggevano il principio dommatico della habdàlàh ossia la separazione tra circoncisi e non (cfr. H.Herts, Daily Prayer Book with commentary. Introductions and notes, New York 1971, p 142 s.). Così nel Medioevo la pensava Maimonide e ai nostri giorni il rabbino americano J.Petuchowski (cfr. S.Ben Chorin, Il giudaismo in preghiera. La liturgia della sinagoga, Cinisello B.1988, p 80). Tuttavia oggi non tutti gli ebrei nominano i nazareni e i dissidenti, ma si limitano ai calunniatori, i cattivi e i nemici.
Quanto alle Orazioni solenni del Venerdì Santo e alla Orazione universale o dei fedeli nella Messa, si riallacciano alla tradizione apostolica di pregare per tutti: in particolare perché trascorrano una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità, quale “cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (cfr. 1 Timoteo 2,1-3). Tracce di tale preghiera si ritrovano in Clemente di Roma, Policarpo di Smirne, Giustino, Tertulliano e Cipriano, che sottolineano la richiesta a Dio di giungere alla conoscenza della verità e alla salvezza eterna. Sarà Prospero d’Aquitania (390-455), autore del celebre “ut legem credendi lex statuat supplicandi” a riferirvisi con più evidenza. L’autore non intendeva istituire un automatismo, quasi che dalla preghiera derivi la norma della fede, ma dire che diventa norma di fede quella preghiera connessa con la dottrina cattolica conclusa con la morte dell’ultimo apostolo. In certo senso la liturgia deve esprimere la fede cattolica e apostolica, oltre che l’unità e la santità della Chiesa.
Tuttavia, la descrizione più antica delle orationes sollemnes è contenuta nei Capitula, un documento annesso alla lettera di Papa Celestino I ai Vescovi della Gallia, scritto tra il 435-442. In particolare nella preghiera pro Judaeis dice: “ut Judaeis, ablato cordis velamine, lux veritatis appareat”. La frase evidentemente richiama da un lato San Paolo (2 Cor. 3,12-16) e dall’altro la orazione che, attraverso Leone Magno e i libri liturgici romani altomedievali noti come Ordines, giunge fino alla forma del Messale romano del 1962. Dunque le fonti liturgiche che ci tramandano le orationes sollemnes risalgono alle tradizioni gelasiana, gregoriana e gallicana codificate nei Sacramentari e negli Ordines romani.
L’Oratio pro conversione iudaeorum, la sesta delle orazioni solenni, nel
Messale del 1970 è intitolata semplicemente “pro iudaeis”. L’appellativo
‘perfidi’ è stato tolto, sebbene significasse semplicemente ‘increduli’, in
certo senso meglio del minim, i dissidenti della birkat giudaica.
Per l’analisi e la traduzione dell’espressione, approvata già nel 1948 dalla
Congregazione dei Riti, rimandiamo agli studi esistenti; ma già nel 1936 il
grande esegeta protestante diventato cattolico Eric Peterson, aveva pubblicato
uno studio in cui mostrava che l’epiteto voleva dire fedifrago, in quanto i
giudei avevano stretto un patto conal quale erano
venuti meno. Tale significato, applicato anche ai pagani, si trova in alcune
opere di Cipriano e di Ambrogio. Sant’Agostino rifacendosi alla giustizia della
fede in San Paolo, la traduce con ingiustizia e mancanza di fede. Sulla stessa
linea anche Gelasio e Gregorio Magno.
A questo punto si può dedurre che la Oratio pro iudaeis appare in certo senso speculare alla birkat ha-minim giudaica, la maledizione contro gli eretici; quasi una ‘risposta’, poiché il dato liturgico non è mai astratto, ed entrambe risalgono allo stesso periodo, come abbiamo visto. Alla scomunica comminata ai giudeo-cristiani e all’accusa di “eresia” da parte dei giudei - forse durante il sinodo di Jabne tra 90 e 100 d.C., - che volevano in tal modo sancire la rottura definitiva del Giudaismo ufficiale con i cristiani, questi avrebbero ‘risposto’ con l’inserzione della “preghiera per i giudei”. Al di là di ogni polemica, è “ragionevole ritenere che la storia di entrambe le preghiere, il cui contenuto era certamente noto sia ad ebrei che a cristiani alla fine del I secolo, si sia intrecciata, dando così forma al testo liturgico così come ci è pervenuto, salvo, ovviamente, le inevitabili modifiche che, generalmente, i testi liturgici subiscono nel corso dei secoli” (Annamaria Abrusci, Storia ed evoluzione delle Orazioni solenni. Il caso della preghiera Pro Iudaeis, tesi di magistero presso l’ISSR di Bari, anno 2000-2001, p 111-112, pro manuscripto). Ciò dimostra ancora una volta l’influsso della liturgia ebraica e giudaica in specie su quella cristiana. La preghiera non può essere modificata in contraddizione con la dottrina cattolica e apostolica. Volentieri, dunque, oggi pregheremo anche con le nuove formule del Messale Romano di Paolo VI dove si supplica il Signore che “il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione”.
La Chiesa prega per la conversione di tutti gli uomini
“Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza e non facciamo come Mosé che poneva un velo sul suo volto, perché i figli di Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero. Ma le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell’Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto” (2 Corinzi, 3, 12-16).
Questo testo paolino è notoriamente la fonte dell’orazione per gli ebrei fino al Messale del 1962. Oggi non pochi cattolici hanno timore della conversione e così pure gli ebrei, i quali vorrebbero che la Chiesa cattolica non sia se stessa, almeno nei loro confronti. Ora la conversione è l’essenza del Vangelo di Gesù, e ha designato il cammino verso di Lui di popoli e nazioni (cfr. gli studi di E. Peterson sull’interpretazione di Romani 9-11 e il significato della conversione). Facendo la verità nella carità e nel rispetto della libertà, la Chiesa ha come priorità l’annuncio del Vangelo che è la verità piena e definitiva sull’uomo e alla quale l’uomo è chiamato a convertirsi. E’ Cristo che ha dichiarato: “Il tempo è compiuto… convertitevi e credete al vangelo” (Marco 1,15), non ‘dialogate e mettetevi d’accordo’. San Pietro ha descritto la conversione come un percorso irreversibile: dalla parola dei profeti, lampada che brilla in luogo oscuro fino allo spuntare della stella del mattino (cf. 2 Pietro 1,19); i Magi avevano cercato la verità al seguito della stella, finché trovarono la luce vera (cfr. Matteo 2,2); san Paolo, dopo essere andato a tastoni come in un luogo buio (cf. Atti 17,27) fino ad essere investito da Cristo verità incarnata e convertirsi a Lui.
La Chiesa, come ha detto il Concilio, è sacramento anche in rapporto alle religioni, cioè non solo segno ma strumento di salvezza per tutti [coloro che accolgono il Signore -ndR]. Si comprende così che il cristianesimo è una religione universale che fa conoscere il vero Dio d’Israele (cfr. Giovanni Paolo II, “Varcare la soglia della speranza”, Milano 1994, p.112). [In ogni caso il Concilio ha prodotto anche la Dichiarazione Nostra aetate -ndR]
Il tema della salvezza in Gesù Cristo necessaria per ogni uomo è stato riaffermato nella Dichiarazione Dominus Jesus. Il dialogo con gli ebrei nasce dalla “coscienza del dono di salvezza unico e universale offerto dal Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito” (n. 13). Proprio mostrando in Cristo il compimento del Giudaismo, la Chiesa è passata ad affrontare il mondo pagano “che aspirava alla salvezza attraverso una pluralità di dèi salvatori” (ivi).
Il dialogo è parte integrante della coscienza missionaria della Chiesa; fondato sulla consapevolezza della pari dignità di tutti gli uomini, a qualsiasi religione appartengano, e nello stesso tempo sul primato di Gesù Cristo e della sua dottrina “in confronto con i fondatori delle altre religioni” (Dominus Iesus, n. 22 ).
La Chiesa propone il regno di Dio come signoria universale di Gesù Cristo (cfr J.Ratzinger -Benedetto XVI, “Gesù di Nazaret”, Città del Vaticano 2007, cap III); Benedetto XVI cita nel suo libro l’erudito rabbino Jacob Neusner che in un saggio del 1993 aveva evidenziato tutta la differenza tra la Torah e Gesù. Se e quando tutti gli uomini entreranno nella Nuova Alleanza della Chiesa, compresi gli ebrei, è questione da lasciare allo Spirito Santo (cfr. Varcare…, p. 112). La preghiera per gli ebrei esprime la convinzione che l’incontro e il dialogo è “un tentativo che sta completamente nelle mani di Dio” (Gesù di Nazaret, p 248), con un messaggio: “Allora non abbandoneranno la loro obbedienza - (alla Torah che permette di vedere Dio “di spalle”, Ivi, p 310-311), - ma essa verrà da fonti più profonde e perciò sarà più grande, più sincera e pura, ma soprattutto anche più umile” (Ivi, p 249). (1)
Così si capiscono di più le richieste di perdono e il gesto di Giovanni Paolo II al ‘muro del pianto’ e ancora prima l’intervento del Cardinale Joseph Ratzinger alla Conferenza internazionale ebraico-cristiana di Gerusalemme nel 1994, dove svolse la tesi della riconciliazione, essenza di due fedi, ricordando che il sangue versato da Cristo non grida vendetta ma appunto riconciliazione. Nessuna intenzione da parte cattolica, dunque, di incentivare l’antigiudaismo - e speriamo da parte ebraica nemmeno l’anticristianesimo - ma conoscenza e rispetto reciproco, anche delle espressioni della propria fede, pregando gli uni per gli altri. (Agenzia Fides 26/7/2007).
[E tuttavia, per evitare ogni equivoco, vedi: M. Guarini, La “Dottrina della sostituzione” della Sinagoga con la Chiesa è stata modificata con quella delle "due salvezze parallele”]
________In breve la situazione per il Rito Ambrosiano:
Il testo è identico a quello del Rito Romano. Nel Rito Ambrosiano non ci si genuflette.(2) Ricordo che in Rito Ambrosiano l'ammonizione "Flectamus genua" la canta il Primo Diacono dalla parte del Vangelo prima che si canti l'Orazione, che dunque si ascolta in ginocchio, mentre il "Levate" lo canta il Secondo Diacono dalla parte dell'Epistola dopo il canto di ciascuna Orazione. Le Orazioni dispari della rubrica succitata sono quelle che cominciano con Oremus..., e hanno carattere introduttivo, mentre quelle pari sono quelle che cominciano con Omnipotens sempiterne Deus, e hanno carattere d'implorazione.
Ultima curiosità: nell'Orazione per i Pagani ci si genuflette, ma non si risponde "Amen" alla fine dell'Orazione introduttiva.
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(1) Questa differenza emerge in modo eclatante nella traduzione italiana ufficiale, che sostituisce quello che un tempo fu il tuo popolo eletto (versione del 1965: l'alleanza è un fatto passato e compiuto) con il popolo primogenito della tua alleanza (versione del 1970: l'alleanza può essere considerata ancora vigente).
(2) Da notare che nel Messale stampato nel '54 era espressamente detto di non dire né Amen, né Oremus, né Flectamus, ma di procedere subito all'orazione: ma il fatto di non inginocchiarsi all'orazione per i Giudei miscredenti - come appunto deve correttamente essere inteso il testo - deriva dal non voler ripetere il gesto di quei Giudei che si inginocchiarono davanti al Signore per scherno durante la sua Santa Passione.