Il breve saggio di cui qui si parla, di Enrico Maria Radaelli, si colloca nel contesto delle opere dell’Autore volte a focalizzare i punti cruciali che caratterizzano la crisi che da alcuni decenni grava nella Chiesa cattolica. L'Autore approfondisce uno degli elementi di detta crisi: il nuovo rito della Messa promulgato da Papa Paolo VI il 3 aprile 1969, tuttora in vigore pur con le variazioni che da allora vi sono state apportate.
A proposito del nuovo libro
di Enrico Maria Radaelli:
Ma Dio è pro o contro il Novus Ordo Missæ?
Da come oggi è ridotta la Chiesa: dispersa, frammentata, senza voce sul mondo, sui giovani, senza più un minimo di appeal, e specialmente senza il battito vivo dell’impegno di salvare le anime e il mondo dalle tenebre, ecco: da tutto ciò per Enrico Maria Radaelli è ben evidente che Dio ci sta facendo sapere – « Ogni albero buono fa frutti buoni, ma l’albero cattivo fa frutti cattivi » (Mt 7,17) – che tutta questa incontenibile marea di frutti cattivi che vediamo intorno a noi è dovuta al fatto di nascere da una pianta cattiva.
La realtà estremamente drammatica della Chiesa odierna è da decenni, agli occhi della sua più vasta maggioranza, tanto grave quanto non capita, non colta. Radaelli segnala che, tranne tre Vescovi: René Henry Gracida, Jan Pawel Lenga e Carlo Maria Viganò, non c’è un Pastore della Chiesa che oggi voglia riconoscere la realtà, e la realtà è che la quasi unanimità della Chiesa (si pensi alla crisi ariana dei tempi di sant’Atanasio) è di fatto solo un’antichiesa governata da un antipapa, e da antipapa che non vuole riconoscere di esserlo.
Sicché questo breve ma denso libro di Radaelli: Ma Dio è pro o contro il Novus Ordo Missæ?, riporta il focus dell’attenzione di Pastori e fedeli sul primo e più centrale motivo di tutto ciò: nientedimeno che il Novus Ordo Missæ, come fa capire il sorprendente, inaudito, ardito e persino sconcertante titolo e la potente immagine della copertina.
Quali sono i sentimenti che Dio nutre oggi verso la Sua Chiesa, trasformata com’è in una quasi universale antichiesa? È felice, Dio, oggi, della Sua Sposa, o invece ne è in qualche misura e in qualche modo indignato? E perché?
Radaelli risponde distinguendo, nella neomessa in uso oggi, da una parte la sua grave peccaminosità oggettiva (circoscritta alla realtà oggettiva del rito), dall’altra la possibile alta sublimità soggettiva (cioè il valore che essa può assumere per la singola anima, di celebrante o di fedele), e se, e come e quando questi due aspetti possano coesistere.
In questa recensione per brevità ci limitiamo a esaminare il primo aspetto (l’oggettivo), che è il necessario presupposto, ma rimandiamo caldamente il lettore all’importantissimo secondo aspetto (il soggettivo) ben approfondito nel libro.
Il primo motivo di peccaminosità oggettiva della Messa in Novus Ordo è che essa è manchevole del primo dei quattro fini per cui è celebrata una Messa: il propiziatorio, tranne nella redazione latina della Preghiera eucaristica Ia, l’unica delle quattro che nell’orazione Hanc igitur invoca Dio, con l’offerta presentatagli (« ut placatus accipias »), di placare la Sua pur giusta ira.
Il secondo motivo di peccaminosità oggettiva della Messa in Novus Ordo è che essa è presentata dappertutto unicamente come ‘Cena del Signore’, e non invece come ‘Sacrificio di olocausto’, che poi sarà dato in comunione, certo, divenendo così la ‘Cena’ di cui si dice, sì, ma solo in quanto ‘di olocausto’.
Il terzo motivo di peccaminosità oggettiva della Messa in Novus Ordo (anche qui tranne la redazione latina della Preghiera eucaristica Ia), è che essa, al momento della Consacrazione del vino, non utilizza la giusta formula « qui pro vobis et pro multis effundetur », ma utilizza l’erronea formula resa in italiano nel « per tutti » (e nelle altre lingue per gli altri Paesi) presente sia nelle altre tre Preghiere eucaristiche (ove previsto) come pure in tutte le lingue volgari non correttamente tradotte dalla Ia.
A proposito dell’obbligo del pro multis, e della sua eventuale obbligatoria, fedele e letterale traduzione in volgare, l’Autore riporta integralmente tre documenti: uno di Paolo VI, un secondo del Cardinale Arinze, il terzo di Benedetto XVI.
A fronte di tutti questi rilievi, estremamente ereticali e quindi senz’altro decisamente peccaminosi, l’Autore suggerisce a tutti i sacerdoti che si trovino costretti a celebrare in Novus Ordo Missæ, e che vogliono però celebrare come Dio si attende da loro, di farlo utilizzando unicamente la redazione in latino della Preghiera eucaristica Ia, così da salvare la propria serenità e specialmente la propria anima-
Nel libro non si trascura di approfondire come, nel caso pratico di indebito divieto di un Superiore, il non osservarlo non costituisca disobbedienza, come, peraltro, previsto anche dalla “epicheia” e dai tre documenti sul pro multis precedentemente citati.
Come ultimo punto, Enrico Maria Radaelli suggerisce infine quello che ritiene essere l’aureo percorso da compiere per far uscire al più presto la Chiesa dallo “stato di necessità estrema” e agonizzante in cui si trova la Chiesa dall’epoca del Vaticano II, in primo luogo a causa della celebrazione di milioni di Messe portatrici della tripla peccaminosità ora vista del Novus Ordo, in secondo luogo poi per trovarsi a obbedire da dieci anni, nella quasi unanime maggioranza dei suoi Pastori e fedeli che hanno accettato supinamente l’errata Rinuncia di Benedetto XVI del 2013, al Cardinale José Mario Bergoglio, cioè a un antipapa, e dunque a essere di fatto un’antichiesa, tranne i tre Vescovi sopra citati: René Henry Gracida, che ha anche scritto una potente Prefazione al suo libro sulla Rinuncia di Papa Ratzinger, Jan Pawel Lenga e ora anche Carlo Maria Viganò.
Non c’è da temere su questi numeri, ci conforta l’Autore: anche al momento della crocifissione di Cristo, tutti gli Apostoli scapparono, tranne uno. La Chiesa deve seguire il proprio divino Modello. Solo così risorgerà anch’essa. Sì: se farà anche ora come ha fatto Lui.
Con questo confortante richiamo e auspicio chiudiamo questa recensione pregando il Signore di non tardare.
_____________________
Enrico Maria Radaelli, Ma Dio è pro o contro il Novus Ordo Missæ?
Pro Manuscripto Edizioni Aurea Domus, Milano 2023
Pag. 56 – Formato A4 = € 15, più spese postali (€ 5).
– Formato A5 = € 10, più spese postali (€ 5).
Richiedere a: aureadomus.emr@gmail.com
Enrico Maria Radaelli, Ma Dio è pro o contro il Novus Ordo Missæ?
Pro Manuscripto Edizioni Aurea Domus, Milano 2023
Pag. 56 – Formato A4 = € 15, più spese postali (€ 5).
– Formato A5 = € 10, più spese postali (€ 5).
Richiedere a: aureadomus.emr@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento