Francescani tedeschi che eleggono un superiore dichiaratamente gay; il vescovo di Coira, in Svizzera, che obbliga tutti coloro che lavorano per la diocesi a firmare un documento "arcobaleno"; e padre James Martin che, nel mese di giugno, vede complementari il Sacro Cuore di Gesù con i Gay Pride. L'ondata Lgbt appare inarrestabile, mentre da Roma prosegue il silenzio. In compenso a Worcester c'è un vescovo. Vedi indice degli articoli su Bergoglio, la Chiesa e gli omosessuali
Il vescovo aveva già minacciato di disconoscere l'identità cattolica della scuola dei gesuiti se non rimuove le bandiere BLM e LGBT [qui].
Ora, in seguito di discussioni durate mesi, senza esito, al fine di risolvere il problema dell’esposizione di quei simboli nefasti fuori dalla scuola, evidentemente non in linea con l’insegnamento cattolico, il vescovo Robert J. McManus della diocesi di Worcester ha emesso un decreto ufficiale riguardante la Nativity School di Worcester. Il decreto è stato pubblicato online su The Catholic Free Press, il giornale ufficiale della diocesi di Worcester. Di fatto, purtroppo, non sono poche le scuole - e anche le università - che un tempo potevano dirsi cattoliche ed oggi, fortemente inquinate dalle ideologie imperanti, sono divenute incoerenti con l’insegnamento cattolico.
Il decreto è stato accompagnato da una lettera aperta nella quale mons. McManus specifica che «questi simboli incarnano programmi o ideologie specifici che contraddicono l’insegnamento sociale e morale cattolico»:
- la bandiera del “Gay Pride” rappresenta il sostegno al matrimonio tra persone dello stesso sesso e al vivere attivamente uno stile di vita LGBTQ+. Questo vale anche per “Black Lives Matter”.
- La Chiesa cattolica insegna che tutta la vita è sacra e la Chiesa sostiene inequivocabilmente la frase “le vite nere contano” e afferma fermamente, però, che tutte le vite contano. Il movimento BLM contraddice anche l’insegnamento sociale cattolico sul ruolo della famiglia. Per i cattolici, la Sacra Famiglia non è solo un’immagine pittoresca. Dio Figlio ha scelto di entrare nel mondo da bambino ed essere cresciuto da una madre e da un padre. Il movimento BLM nelle sue stesse parole è «impegnato a interrompere il requisito della struttura familiare nucleare prescritto dall’Occidente», altra evidente stortura ideologica in conflitto con l’insegnamento cattolico.
Dopo aver ricordato che come Vescovo diocesano è anche suo dovere assicurare l’educazione cattolica nella sua giurisdizione, mons McManus ha fichiamato il documento pubblicato il 29 maggio dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica: «L’identità della scuola cattolica per una cultura del dialogo» nel quale, tra l’altro, si afferma che «le scuole cattoliche sono parte della missione della Chiesa e hanno la grande responsabilità di testimoniare attraverso un progetto educativo chiaramente ispirato al Vangelo». Senza dimenticare che «le scuole cattoliche sono entità ecclesiali. In quanto tali, partecipano alla missione evangelizzatrice della Chiesa e rappresentano l’ambiente privilegiato in cui si realizza l’educazione della Chiesa». In questo senso, «come Vescovo diocesano, è mio sacro dovere e mia intrinseca responsabilità determinare quando una scuola che si dichiara “cattolica” agisce in contrasto con gli insegnamenti della Chiesa cattolica e ignora la mia legittima autorità di tutore e supervisore dell’educazione cattolica nella diocesi di Worcester.
Conseguentemente, Mons. McManus oltre a vietare alla Nativity School di Worcester di identificarsi come scuola “cattolica” ha sospeso la celebrazione di messe, sacramenti e sacramentali sia nei suoi locali che mediante sponsorizzazioni in altre chiese o cappella della diocesi di Worcester. Inoltre è fatto divieto alla scuola di procedere ad alcuna raccolta fondi che coinvolga le istituzioni diocesane nell'ambito della diocesi e ad inserirsi o esser pubblicizzata nel Direttorio diocesano.
A quanto stabilito dal Vescovo, il preside della scuola dei gesuiti, Tomas McKenney, ha risposto osservando che la scuola stessa ricorrerà in appello «attraverso gli opportuni canali forniti dalla Chiesa in circostanze come queste» aggiungendo che non rimuoverà le bandiere del gay pride e di Black Lives Matter a causa del suo «impegno, fondato e animato dai valori del Vangelo, dell’insegnamento sociale cattolico e della nostra eredità gesuita».
È evidentemente dura: uno sterile babèlico dialogo con chi non ha orecchi per intendere e parla una lingua diversa; ma non ci sono alternative...
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