Di seguito la Lettera numero 887 bis di Paix Liturgique, sulla conferenza Quale futuro per la Messa tradizionale? Applicazione Traditionis custodes in Francia un anno dopo, tenutasi a Parigi sabato 24 settembre. L’attuale situazione «ci invita a non disperare ma a una determinazione piena di Speranza, poiché la Tradizione è al servizio della Chiesa, che ha le promesse della vita eterna». Precedenti qui - qui. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes e successivi.
Quale futuro per la Messa tradizionale?
Una conferenza di grande successo!
Una decisione dell’arcivescovado pare aver chiuso le porte della chiesa di Sainte Odile, e dunque questo colloquio si è alla fine svolto nei prestigiosi e accoglienti edifici della Maison de la chimie. Più di cinquecento persone si sono riunite all’inizio del nuovo anno scolastico per fare il punto sul “riscaldamento” della guerra liturgica.
Il canonico Denis ha iniziato offrendo a un pubblico attento una meditazione sull’“atmosfera spirituale” della liturgia di San Pio V: senso del sacro, trascendenza, umiltà e amore per ciò che, a immagine di Dio, è immutabile e più grande dell’individuo atomizzato della nostra società moderna.
Cyril Farest d’Astiès, intervistato da Victoire de Jaeghere, è poi tornato sulla storia della Messa “proibita” e sulla genesi storica e ideologica della riforma liturgica. Ha anche condiviso con noi le sue riflessioni e i suoi dubbi sulla possibilità di una celebrazione “recte rite” del messale di Paolo VI e sullo spiritualismo. Un invito a “non rinunciare a nulla”, perché i fatti dimostrano che ciò è inutile e porta, a lungo andare, ad un sicuro abbandono.
Dopo queste riflessioni fondamentali, su invito di Philippe Darantière, cis sono state le testimonianze dei laici sull’applicazione del motu proprio Traditionis Custodes nelle loro diocesi. Una cosa è chiara: ogni vescovo è libero di applicare questo motu proprio con diversi gradi di determinazione. Così, il popolo di Bordeaux continua a godere della sua piena libertà liturgica, mentre quello di Grenoble ha iniziato un braccio di ferro con il suo vescovo e la situazione rimane stabile a Versailles; nelle diocesi di Le Mans e Nantes, la situazione è in osservazione, tra associazioni laiche militanti e vescovi più o meno vendicativi. Una conclusione si impone: è mostrando la propria determinazione che i fedeli possono ottenere concessioni dai vescovi, generalmente disinteressati ad alimentare l’ennesimo mugugno, in un momento in cui le loro diocesi stanno già vivendo tante difficoltà. Durante gli intervalli, il numeroso pubblico è stato invitato a visitare gli stand delle associazioni organizzatrici, mentre la libreria religiosa è stata letteralmente presa d’assalto.
Nel pomeriggio, nonostante l’ora di siesta, è stato difficile addormentarsi durante l’argomentato e vigoroso discorso di Jean-Pierre Maugendre che ha ricordato alcune caratteristiche dell’avventura tradizionalista: una fedeltà, una resistenza, un capolavoro della Chiesa.
I dibattiti si sono poi spostati sul delicato tema dell’obbedienza. Il giurista Cyrille Dounot ha risposto alle domande di Jeanne Smits: Quando dobbiamo obbedire? Quando c’è davvero un ordine legittimo? Che libertà dà il diritto canonico ai vescovi nell’applicazione del motu proprio? Quali sono i ricorsi a disposizione dei fedeli? Risposte illuminanti per ricordarci che l’obbedienza non può mai essere un assoluto e che nel diritto canonico la prima legge rimane la salvezza delle anime.
In conclusione della giornata, si è reso necessario aprire alcune prospettive per il futuro del mondo tradizionale. Se lo è ripromesso la tavola rotonda finale, moderata da Laurent Dandrieu, composta da don Barthe, don Celier, dalla Società San Pio X e dal professor Luc Perrin. Il mondo tradizionale appare oggi tridimensionale. In primo luogo, ci sono le opere legate alla FSSPX, già ben consolidate e non colpite dalle sanzioni romane; in secondo luogo, ci sono le comunità ex-Eccesia Dei, che si trovano in una situazione difficile ma che oggi rappresentano un peso significativo nella Chiesa di Francia, in particolare in termini di vocazioni; infine, i sacerdoti diocesani di rito tradizionale sono i più esposti e certamente meritano prioritariamente il nostro sostegno spirituale e materiale. Una valutazione realistica che, come concludeva Jean de Tauriers, ci invita a non disperare ma a una determinazione piena di Speranza, poiché la Tradizione è al servizio della Chiesa, che ha le promesse della vita eterna. Una bella giornata di amicizia e di riflessione cristiana che, a Dio piacendo, si rinnoverà ogni anno, per rafforzare le ragioni della nostra lotta per la liturgia romana tradizionale, quando la stanchezza o il dubbio si fanno minacciosi.
L'evento è stato anche occasione per la pubblicazione di un nuovo libro del vescovo Schneider: “La Messa cattolica. Rimettere Dio al centro della liturgia”.
Questa iniziativa non può continuare senza il vostro aiuto, poiché le entrate derivanti dalle iscrizioni sono ben lontane dal coprire i costi sostenuti per mantenere accessibile il biglietto d’ingresso. Grazie per il vostro sostegno spirituale e materiale.
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