venerdì 17 giugno 2022

Dobbiamo sfidare l'establishment finanziario “woke”

Nell'articolo ripreso di seguito si parla della situazione e del futuro finanziario dell'America; ma sappiamo quanto indissolubili siano gli intrecci con l'Occidente europeo. E dunque ci interessa entrare nei meccanismi perversi che attualmente politicizzano gli affari e investono in politiche dall’effetto devastante sull'America e sul resto del mondo. Vi riconosciamo le linee delle transizioni energetica e digitale previste anche dal nostro governo, le cui scelte disumanizzanti restano affidate al liberalismo egemone e rischiano di passare sulle nostre teste. Vedi indice articoli sulla realtà distopica.

Dobbiamo sfidare l'establishment finanziario “woke”*

Il più grande nemico del futuro finanziario dell'America non è una nazione straniera, uno Stato regolatore o un pericoloso ideologo. Oggi la minaccia esistenziale per l'America è l'establishment finanziario "woke", che sta attualmente politicizzando gli affari e investendo in politiche dall’effetto devastante sull'America e sul mondo.

Da sempre le grandi aziende hanno avuto la tendenza ad essere politicamente di sinistra. Nel corso dei decenni, hanno talvolta sostenuto cause che sembravano andare contro i loro interessi personali. Tuttavia, di rado queste azioni hanno impedito loro di registrare profitti o hanno messo a rischio gli investimenti degli azionisti. Molte aziende hanno pensato che, prostrandosi alle cause della sinistra, avrebbero potuto ottenere il sostegno e il favore dei ricchi liberal e dei media, ma non è mai mancata comunque un’occhiata al ritorno dell'investimento.

Inoltre, certe cause risultano molto impopolari tra i consumatori americani e nel pubblico in generale. Le aziende erano solite esercitare una certa cautela, temendo contraccolpi qualora fossero apparse troppo radicali. Si è preso fin troppo sul serio il pericolo del detto "go woke, go broke" (ndt, “se vai ‘woke’, finisci sul lastrico”).

Introduzione di nuove tattiche per forzare la conformità
Tuttavia, quanti spingono per il cambiamento stanno ora impiegando tattiche diverse al fine di eludere il rifiuto dell'opinione pubblica. Le pressioni esercitate sulle aziende americane non provengono dai consigli di amministrazione delle imprese, ma da fondi di investimento ideologizzati, che improvvisamente si presentano con l’aura di "soci" illuminati. E questi gestori di investimenti politicizzati vogliono prendere le decisioni e spingere le aziende a seguire una linea di sinistra.

Questa nuova offensiva finanziaria cerca di distruggere dall'interno il potente ma rigido establishment imprenditoriale. Mettere l'America delle imprese contro sé stessa è il modo in cui i liberal sperano di accelerare il processo che porterà tutti a diventare "woke".

La strategia prevede di cambiare i criteri con cui gli investitori valutano le aziende. Tradizionalmente, le aziende cercavano di salvaguardare gli investimenti degli azionisti seguendo pratiche finanziariamente solide e riducendo al minimo i rischi significativi.

L’introduzione del sistema “sostenibile” di rating 
I nuovi criteri di valutazione sono ideologici, non finanziari. Pertanto i profitti sono in fondo alla lista delle priorità, mentre i parametri politicamente corretti occupano i primi posti. La componente chiave di questa strategia è il sistema di rating ESG, introdotto recentemente e che agli effetti del credito valuta le aziende in base alla loro conformità a obiettivi ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social, Governance). Un'azienda può avere un bilancio stellare, ma se il suo rating ESG non è perfetto, può essere bloccata dal credito o dalle opportunità di investimento. Peggio ancora, i gestori di investimenti che controllano un gran numero di azioni possono usare i rating ESG contro i consigli di amministrazione delle società durante le assemblee degli azionisti per imporre cause di sinistra. Le forze più potenti della dittatura ESG sono i massicci fondi d’investimento. I Tre Grandi gestori di investimenti sono BlackRockVanguard e State Street, tutti sotto gestione "woke". Insieme controllano oltre 20.000 miliardi di dollari di patrimonio di investitori. La loro influenza è tale che uno dei Tre Grandi è il maggiore azionista del 90% delle società pubbliche e tutti e tre possono rappresentare tra il 20 e il 25% dei voti degli azionisti dell’indice di grandi società S&P 500.

I Tre Grandi si vantano del loro potere e sono fin troppo disposti a cacciare i direttori di quelle società che non rispettano gli standard ESG in materia di clima e diversità. Con una voce così potente nelle assemblee di azionisti, i fondi d’investimento minacciano di controllare gli istituti finanziari. Possono prosciugare i fondi alle aziende che producono combustibili fossili o limitare i loro investimenti. Possono anche adattare i loro programmi per accogliere le richieste dei sindacati, gli interessi cinesi o qualsiasi altra causa progressista che appaia all'orizzonte.

Declassamento dei rating di credito

A far parte della tirannia del rating ESG sono anche le tre maggiori società di rating del credito. Queste agenzie gestiscono i rubinetti del flusso di denaro non solo delle imprese, ma anche dei governi statali e locali. Nonostante le eccellenti pratiche finanziarie, qualsiasi governo statale che investa in modo massiccio nel petrolio o in industrie ad alta intensità di carbonio rischia un declassamento del credito.

In effetti, gli stregoni dell'ESG a volte manipolano quelle che sembrano misurazioni quantitative oggettive per fondare le loro affermazioni. Tuttavia, molti analisti ammettono che per determinare un rating ci si basa su giudizi soggettivi piuttosto che su valutazioni finanziarie oggettive.

L'ingiustizia delle sentenze sul rating del credito ha spinto molti governi statali a contestare le decisioni del rating ESG. Lo stato dello Utah, ad esempio, vanta un'eccellente gestione delle proprie finanze e da tempo detiene il massimo rating creditizio possibile, che gli ha permesso di prendere in prestito denaro a tassi bassi. Tuttavia, in un recente articolo pubblicato sul Wall Street Journal, il tesoriere dello Utah Marlo Oaks ha lanciato l'allarme su come i nuovi criteri ESG abbiano manipolato l'accesso al credito del suo stato allo scopo di servire un'agenda politica soggettiva.

Reazione alla tirannia della valutazione ESG
Questa concentrazione di potere arbitrario minaccia la sovranità dello Stato. Pertanto, lo Utah e altri Stati stanno intraprendendo azioni legali per fermare tale usurpazione di potere. La West Virginia ha già licenziato BlackRock dai suoi consigli di amministrazione, sia per le questioni ESG sia per i suoi legami con la Cina. Stati come il Texas chiedono un trattamento equo per il finanziamento della nuova tecnica di estrazione di idrocarburi denominata fracking, in quanto costituisce un interesse vitale.

Il Congresso si occuperà presto della questione. Il Senato sta già discutendo la legge "Investor Democracy is Expected Act", in base alla quale le votazioni degli azionisti dei fondi di investimento dovrebbero riflettere le opinioni degli investitori effettivi e non i capricci arbitrari dei loro direttori “woke”.

Ben vengano tutte queste misure. Tuttavia, non rispondono a una domanda. Perché l'establishment finanziario "woke" ha deciso di distruggere l’America delle aziende? La nazione si sta riprendendo da una pandemia, si vede penalizzata da una guerra, soffre l’inflazione ed è polarizzata. Strumentalizzare ora la finanza per perseguire utopie ideologiche di sinistra è l'ultima cosa di cui essa ha bisogno.
John Horvat - Fonte: American Thinker, 1 giugno 2022. Traduzione a cura di TFP – Italia.
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*Il termine “woke” vuol dire approssimativamente “risveglio” e viene utilizzato per descrivere la nuova sinistra postmoderna e decostruzionista fortemente critica verso l’ordinamento attuale. Tale movimento si presenta attraverso diverse iniziative, come l’ambientalismo radicale, che minaccia l’economia, la “Cancel Culture”, che contesta l’eredità della civiltà occidentale, e la “Critical Race Theory”, che mira a insegnare ai giovani che quasi ogni male esistente nella società è da attribuire al “razzismo” della popolazione bianca di origine europea.

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