giovedì 30 giugno 2022

Intronizzazione del Sacro Cuore: l'ancora spirituale della Chiesa domestica

Riprendiamo nella nostra traduzione da OnePeterFive brani di una omelia del 2015, tenuta a Chartres da mons. Schneider.  In tema con la preziosa devozione al Sacro Cuore,  mons. Schneider tra l'altro parla della Sua intronazione di cui proprio in questi giorni abbiamo visto qui e che vale tanto per la chiesa domestica quanto per qualunque luogo. Facciamone tesoro, ricordando che, ben lungi dal devozionismo, la devozione è il sentimento di speciale venerazione e fiducia che si ha verso un dato mistero o una data persona santa o divina  attraverso il culto religioso.

In un’omelia tenuta a Chartres il lunedì di Pentecoste del 2015, Sua Eccellenza il vescovo Athanasius Schneider ha esposto ai fedeli lì riuniti un’analisi della sfida più urgente che la Chiesa si trova a fronteggiare, oltre a proporre una strategia per affrontarla e, con l’aiuto di Dio, superarla:
“In questo tempo, la famiglia naturale e la famiglia cristiana sono divenute il bersaglio principale per la distruzione del mondo civilizzato da parte dell’ideologia gender neo-marxista. Paradossalmente viviamo nell’epoca della famiglia proprio perché essa è sotto attacco. È oggi che la famiglia è chiamata a testimoniare la divina bellezza della sua essenza e della sua vocazione”.
L’arcivescovo Schneider ha parlato diffusamente della vocazione della famiglia cattolica e dell’importanza di fondare quella che ha ripetutamente definito come “chiesa domestica”, una nozione che, pur avendo profonde radici nel patrimonio della cattolicità, è divenuta parte del vocabolario operativo della Chiesa solo dopo la promulgazione della Costituzione dogmatica Lumen Gentium, dov’è usata per descrivere la famiglia come il contesto umano in cui s’incontra per la prima volta la Fede cattolica. Dal momento che la stessa famiglia di monsignor Schneider è stata tra quelle che hanno subìto feroci persecuzioni nel rabbioso clima anticattolico dell’Unione sovietica, egli è assolutamente legittimato ad affrontare il tema della chiesa domestica. Come riferisce nel suo libro Dominus Est [qui], stato soprattutto grazie all’esistenza di una rete sotterranea di famiglie – in particolare grazie alle coraggiose madri – che la Fede è sopravvissuta alla sanguinaria oppressione di quei tempi bui. Letta nel contesto della sua esperienza personale, l’urgenza del messaggio dell’arcivescovo Schneider appare chiara: per superare la prossima, terribile ondata di persecuzioni, la Chiesa deve considerare prioritario fondare delle chiese domestiche.
Ma cosa s’intende per chiesa domestica? E come la si fonda? Per rispondere a tali importanti domande, è utile esaminare i suoi tre elementi fondamentali: il matrimonio sacramentale, una casa benedetta dal Signore, una famiglia consacrata. Il fine perfetto del matrimonio cattolico non è solo la procreazione dei figli, ma piuttosto la loro educazione a gloria di Dio, un processo che Sant’Agostino definisce “rigenerazione”. Ciò è in contrasto con la mera generazione della prole auspicata dai pagani, e ne completa il concetto, poiché il matrimonio cattolico non mira unicamente a diffondere la specie umana e ad allevare degli eredi secondo la carne, bensì a crescere figli e figlie del Dio vivente secondo lo spirito. Questo è il significato più profondo – e spesso trascurato – dell’elevazione del matrimonio a sacramento da parte di Nostro Signore: per mezzo del matrimonio naturale aggiungiamo creature al regno degli uomini; grazie a quello sacramentale contribuiamo ad aggiungere anime al regno di Dio.

Allo stesso modo, la casa cattolica non è solo una residenza materiale, cioè un luogo dove mangiare, dormire e soddisfare le altre esigenze fisiche. In realtà, l’abitazione in cui viviamo è poco più di un magazzino “dove la ruggine e la tignola consumano, e i ladri scassinano e rubano”. La casa cattolica, invece, è la dimora dei figli di Dio, le cui interazioni sono governate non da leggi umane, ma dalla legge dell’amore divino osservata con fede, speranza e carità. È un luogo di conforto spirituale, un rifugio dagli assalti del mondo, libero dall’influenza corruttrice di giornali e libri irreligiosi, cattivi programmi radiofonici e trasmissioni televisive ancora peggiori, dall’uso sregolato di quel modello di tentatrice immoralità che è Internet. Una potente espressione della dimensione spirituale della casa cattolica è la bella abitudine della benedizione annuale in occasione dell’Epifania: come la presenza della Sacra famiglia ha trasformato una povera stalla in un tempio di Dio dove i Magi s’inginocchiarono in umile ossequio, così la benedizione di Cristo rende la nostra modesta abitazione una casa veramente adatta ad allevare figli di Dio.

Il sacramento del matrimonio e la benedizione della casa sono i requisiti essenziali della terza e suprema componente della chiesa domestica: la consacrazione della famiglia. Mentre la vita della famiglia cattolica in quanto tale è benedetta dalla grazia necessaria attraverso i mezzi di cui si è detto – oltre, naturalmente, alla confessione regolare e alla Comunione frequente – la consacrazione della famiglia innalza la vita spirituale dei suoi membri per così dire a un livello superiore, poiché li unisce in una particolare devozione. Come un tempio è il centro della devozione pubblica, la consacrazione garantisce alla famiglia un “centro” spirituale per il genere di pratiche devozionali ad essa precipue, cioè di natura privata e al tempo stesso comunitaria. Inoltre la pratica della devozione familiare assicura ulteriori copiose grazie, quali l’acquisto di indulgenze parziali e plenarie in occasione delle solennità e delle memorie liturgiche, altrimenti difficili da ottenere da parte dei singoli fedeli. Munita di tali grazie aggiuntive, la famiglia cattolica consacrata diventa una forza spirituale con cui confrontarsi, un autentico battaglione della Chiesa militante.

Presi nel loro insieme, questi tre elementi – il matrimonio sacramentale, la casa benedetta dal Signore e la famiglia consacrata – possono essere considerati le fondamenta della chiesa domestica. Tuttavia, mentre i primi due sono ancora abbastanza comuni al giorno d’oggi, nell’era postconciliare il terzo è praticamente caduto nell’oblio. Poiché il fiorire delle chiese domestiche è direttamente connesso con quello delle vocazioni religiose, la famiglia rappresenta un ovvio bersaglio per quanti cercano di distruggere la Chiesa. Prive delle grazie derivanti dalla consacrazione e confuse dai consigli di un clero diabolicamente disorientato, le famiglie cattoliche trovano oggi sempre più arduo rimanere fedeli alle promesse matrimoniali e adempiere i loro solenni obblighi nei confronti della prole. Rimedio decisivo, dunque, per fortificare le famiglie cattoliche contro gli attacchi a cui sono attualmente sottoposte è l’istituzione di chiese domestiche attraverso una rinnovata consapevolezza dell’importanza della consacrazione familiare.
 
Se esistono numerose tradizioni devozionali che comprendono atti di consacrazione della famiglia, ce n’è una che svetta su tutte le altre: quella al Sacro Cuore di Gesù. Non solo questa forma di consacrazione fu richiesta da Nostro Signore con un’ispirazione ricevuta dal suo primo promotore, fra’ Mateo Crawley-Boevey, ma ricevette anche l’esplicito e ardente sostegno di tanti pontefici di veneranda memoria, tra cui San Pio X, Benedetto XV, Pio XI e Pio XII. La devozione al Sacro Cuore in generale, e la consacrazione ad Esso della famiglia in particolare, sono state lodate come la devozione par excellence, in quanto essa ristabilisce e difende la pietà della famiglia cattolica e, a parte la recita del Santo Rosario, a nessun’altra sono state concesse tante indulgenze così facilmente acquistabili.

La consacrazione della famiglia al Sacro Cuore fa giustamente parte di una cerimonia più ampia nota come l’Intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù nella casa. Tale cerimonia, benché poco celebrata dai tempi della sua istituzione, oltre un secolo fa, è stata ben presto riconosciuta come l’arma di elezione per combattere le forze del male schierate contro la famiglia cattolica. Nella lettera di approvazione indirizzata nel 1915 a fra’ Crawley-Boevey per la sua opera di diffusione dell’Intronizzazione, Papa Benedetto XV manifesta un entusiastico assenso alla cerimonia e descrive, con parole che inducono alla riflessione, i mali per arginare i quali essa fu stabilita dal Cielo, gli stessi che, com’era prevedibile, dilagano attualmente:
“Nulla… è più idoneo ai bisogni del giorno d’oggi della sua intrapresa. Pervertire, nella vita sia privata che pubblica, il concetto di moralità generato e promosso dalla Chiesa e, dopo aver quasi cancellato le ultime vestigia della sapienza e del decoro cristiani, ricondurre il consorzio umano ai miserabili istituti del paganesimo: questo è il piano che in troppi oggi stanno tentando di realizzare. Che i loro sforzi siano infruttuosi! Altresì, i malevoli disegni dei malvagi sono primariamente diretti contro la famiglia, poiché, contenendo essa in sé i princìpi e, per così dire, il germe di tutta la società umana, essi vedono chiaramente che il cambiamento, o piuttosto la corruzione, che stanno cercando di determinare nell’umana società seguiranno inevitabilmente una volta che la corruzione della famiglia sia stata portata a compimento. Dunque, sono state introdotte legislazioni sul divorzio per porre fine alla stabilità del matrimonio; i bambini sono costretti a seguire un insegnamento ufficiale in gran parte lontano dalla religione, esautorando così l’autorità genitoriale in una questione della massima importanza; inoltre, si consente la diffusione di vergognose abitudini volte al soddisfacimento dei propri egoistici bisogni, che contravvengono alle leggi di natura e, infliggendo una ferita alla sorgente primaria della specie umana, contaminano la santità del matrimonio con pratiche impure. Bene ha fatto, dunque, Caro figlio, adoperandosi per la causa dell’umano consorzio, a suscitare e propagare sopra ogni altra cosa lo spirito cristiano nelle case stabilendo in ogni famiglia il regno dell’amore di Gesù Cristo. Così facendo, Lei obbedisce allo stesso Nostro Signore, che ha promesso di riversare le Sue benedizioni sulle case in cui sarà esposta e devotamente onorata l’immagine del Suo Sacro Cuore”.
La cerimonia dell’Intronizzazione consiste nel benedire un’immagine o una statua del Sacro Cuore, nella consacrazione della famiglia e, appunto, nell’atto dell’Intronizzazione, quando l’immagine o la statua viene collocata in casa al posto d’onore, cioè sul “trono”. Dal 1942 è consuetudine abbinare la consacrazione della famiglia al Cuore Immacolato di Maria, con una speciale benedizione dei figli, se ci sono, e con una preghiera per il riposo delle anime dei congiunti transitate alla loro eterna ricompensa. La cerimonia di Intronizzazione si conclude poi con una preghiera collettiva di ringraziamento, con il Salve Regina e una breve litania. Sarebbe opportuno che la cerimonia si svolgesse in una data dal particolare significato, quale la festività del Sacratissimo Cuore di Gesù, di Cristo Re, o un anniversario di matrimonio, in modo che la commemorazione comune del giorno dell’Intronizzazione contribuisca ad alimentare la fiamma della devozione nelle diverse prove che la famiglia si troverà ad affrontare. Papa Pio XII, nei suoi numerosi discorsi ai novelli sposi, non si stancava di raccomandare la cerimonia dell’Intronizzazione come uno dei primi atti da compiere nella casa cristiana, garantendo che il Sacro Cuore di Nostro Signore avrebbe assicurato la Sua protezione a ogni nuova famiglia: 
“Dunque, cari sposi novelli, l’immagine del Sacro Cuore di Gesù – quel Cuore che ha tanto amato gli uomini – sia collocata e adorata nelle vostre case come quella di uno strettissimo e diletto familiare. Quell’immagine riverserà l’abbondanza delle Sue benedizioni su voi e i vostri figli. Collocata non significa essere chiusa in una stanza tranquilla per vegliare sul vostro riposo, bensì situata in un autentico posto d’onore, per esempio sopra la porta della sala da pranzo o altro luogo di passaggio. Per usare le parole di Nostro Signore, ‘ Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti a Mio Padre che è nei cieli’. Adorata significa porre di quando in quando davanti ad essa con gesto amorevole dei fiori, accendere una candela, tenere accesa una lampada di fronte a una preziosa statua o a una semplice immagine del Sacratissimo Cuore come segno ininterrotto di fede e amore. Significa inoltre che la famiglia si deve riunire ogni sera intorno ad essa per adorarla insieme e pregare di ricevere sempre la sua benedizione. In una parola, nella casa dove il Sacratissimo Cuore è adeguatamente venerato, Esso è da tutti riconosciuto come il Re dell’Amore”.
In un discorso radiofonico pronunciato nel 1945, a conclusione del Congresso del Sacro Cuore svoltosi in Francia, durante il quale trecento padri di famiglia si consacrarono al Sacratissimo Cuore promettendo di compiere la cerimonia di Intronizzazione nelle loro case, Papa Pio XII spiegò la relazione tra l’Intronizzazione del Sacro Cuore e il Regno di Cristo:
“La vostra casa, così benedetta, d’ora in avanti realizzerà il suo giusto fine in quanto santificata, e in essa non entrerà nulla che possa offendere gli Occhi, le Orecchie o il Cuore di Gesù. Lì Egli è Re, e deve ricevere, con la vostra devozione nei Suoi confronti, un ininterrotto tributo di venerazione, rispetto e amore. Come Sommo Signore della vostra casa, Egli è intimamente connesso con la vita che vi si svolge, e non ci sarà dolore, gioia, paura e speranza cui non Gli consentiate di prendere parte. Questo è il significato del Regno di Cristo: tutto è santificato”.
L’eccellenza dell’Intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù come mezzo per fondare la chiesa domestica appare così subito evidente. Questa cerimonia, idealmente il primo atto compiuto dai novelli sposi, è il riconoscimento formale di Cristo come Re della loro unione sacramentale e della loro dimora benedetta, trasformandola letteralmente in una parte del Regno di Dio. Quando si entra in quella casa ci si segna con dell’acqua benedetta tenuta accanto alla porta, sia per purificarsi simbolicamente dalla contaminazione del mondo, sia per rammentarsi del rito attraverso il quale si è avuto accesso al Regno di Dio: il sacramento del Battesimo. Nel varcare la soglia e fissare l’immagine del Sacratissimo Cuore assisa in trono, ci si ricorda di essersi lasciati alle spalle il mondo degli uomini: lì dentro, Cristo è Signore e Re.

Per mezzo della cerimonia di Intronizzazione, il Sacro Cuore di Gesù, che batte con la vita di Dio e nutre tutti i membri della famiglia con una sovrabbondanza di grazie, diviene il centro spirituale della casa cattolica. L’immagine del Sacro Cuore in trono, punto focale della preghiera e della devozione familiare, funge per così dire da altare della chiesa domestica. Così fondata, quest’ultima è più di un semplice rifugio dai continui assalti del mondo; è la dimora di Dio, un’ambasciata di Cristo, una base operativa avanzata della Chiesa militante. Esistono davvero poche cose in terra che il Nemico detesti più di una chiesa domestica dove il Sacro Cuore di Gesù regna supremo.
Matthew Karmel
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio di Daniela Middioni]
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L’Intronizzazione nella propria casa del Sacro Cuore di Gesù può essere celebrata da qualsiasi sacerdote cattolico, anche se quelli della Fraternità sacerdotale San Pietro (FSSP) hanno ripreso a diffondere questa cerimonia con rinnovato vigore, e sono ansiosi di vedere famiglie che ricorrano alle copiose grazie da essa profuse. Per ottenere ulteriori informazioni e consultare materiale in merito alla cerimonia di Intronizzazione si possono consultare i seguenti siti:

What is the Enthronement of the Sacred Heart in the Home?
https://www.omvusa.org/st-francis-chapel/enthronement-of-the-sacred-heart-of-jesus-in-your-home/ Enthronement of the Sacred Heart of Jesus in the
Homehttps://www.catholicculture.org/culture/liturgicalyear/prayers/view.cfm?id=430 The Value of Enthronement to the Sacred Heart
https://onepeterfive.wpengine.com/the-value-of-enthronement-novena-to-the-sacred-heart/

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