Proprio un anno fa il professor Paolo Bellavite in un'audizione al Senato della Repubblica [vedi] mostrava che il vaccino non interrompe la trasmissione del virus. Dunque anche i senatori sapevano; ciononostante approvarono gli obblighi. Dopo l'ammissione di Pfizer sui vaccini testati in fretta di cui si parla di seguito, nessuno ora può fare finta di niente. Qui l'indice degli articoli precedenti.
Pfizer sapeva che i vaccini non fermano il contagio
La responsabile commerciale del colosso farmaceutico ammette che il siero non ferma la diffusione del virus. Eppure, su questo falso dogma sono stati giustificati Green pass e obbligo vaccinale privando i cittadini delle loro libertà essenziali
Per mesi ci hanno detto che i vaccini immessi sul mercato per contrastare la diffusione del Covid-19 erano «perfettamente sicuri ed efficaci». E guai a dire il contrario, pena l’essere tacciato come “pericoloso no-vax”. Ma adesso, nel silenzio di molti media, ecco arrivare l’ammissione davanti al Parlamento europeo della responsabile commerciale di Pfizer, Janine Small: «Il vaccino anti-Covid non è stato testato per prevenire l’infezione».
Il 10 ottobre, al Parlamento Europeo, si è tenuta l’audizione sulla legittimità dei contratti conclusi da Ursula Von Der Leyen ed il ceo di Pfizer, Albert Bourla, il quale però si è rifiutato di testimoniare dinanzi ai vertici Ue. L’oggetto dell’indagine sono stati proprio gli acquisti dei vaccini Covid-19 per una somma pari a ben 71 miliardi di euro, cifra che corrisponderebbe a 4 miliardi e mezzo di dosi, ovvero 10 per ciascun cittadino europeo.
L’eurodeputato Rob Roos, del partito conservatore Erc (European conservatives and reformists) le ha rivolto una domanda secca: «Il vaccino Pfizer contro il Covid, prima di essere immesso sul mercato, è stato testato sulla prevenzione non soltanto della malattia ma anche della trasmissione del virus? Sì o no?». Janine Small ha candidamente replicato: «Mi chiede se sapevamo se il vaccino interrompesse o no la trasmissione, prima di immetterlo sul mercato? Ma no! Sa, dovevamo davvero muoverci alla velocità della scienza!».
«La confessione di Small è di una gravità inaudita – dichiara Roos – perché per la prima volta si è ammesso che le istituzioni hanno formalmente discriminato senza alcuna base scientifica. I nostri governi hanno perpetrato abusi e sottratto i mezzi di sostentamento ai cittadini, privandoli anche della loro vita di comunità, sulla base di questo assunto». Secondo Roos, le responsabilità sono condivise: «Da un lato, Pfizer ha guadagnato cifre enormi, soldi dei contribuenti, approfittando della situazione. Ovviamente hanno sempre saputo che non c’erano evidenze che il vaccino prevenisse anche l’infezione: non sono stati trasparenti. Dall’altro lato, però, i governi hanno agito come se queste evidenze ci fossero e hanno diffuso disinformazione istituzionale vessando i cittadini. Le vessazioni non sono colpa di Pfizer, ma dei governi». Fonte
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