Nella nostra traduzione da Complicit Clergy una lettera aperta al papa di Padre Jesusmary Missigbètò che aveva in precedenza esortato il cardinale Fernández ad abbandonare la strada delle eresie.
Scrive il padre a Papa Francesco: "Mons. Strickland “ha amato tanto la Sua salvezza eterna da sentirsi costretto a criticare pubblicamente gli errori del Suo magistero, nella speranza che Lei li correggesse”.
Un sacerdote a Papa Francesco: “Il
Vescovo Strickland
ha il diritto e il
dovere di correggerLa pubblicamente”
Prima Lettera Aperta a Papa Francesco
sulla destituzione del Vescovo Joseph Edward StricklandCotonou (Benin), 18 novembre 2023;
Memoria della Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo
Caro Padre,
Che Gesù Cristo, Dio e Fondatore della Chiesa, La benedica e Le doni abbondantemente il Suo Santo Spirito affinché Lei possa essere ben illuminato su questo importante periodo della Sua vita e della nostra Chiesa! Prego affinché Lei possa ricevere le parole contenute in questa lettera aperta come segno di affetto di un figlio verso suo padre. È l’amore per il Papa e per la giustizia che mi spinge a scriverLe, con umiltà e rispetto. L’11 novembre 2023 il mondo intero ha appreso con sorpresa che Lei ha destituito Joseph Edward Strickland dalla carica di Vescovo della diocesi di Tyler (Texas, USA).
Secondo il Cardinal Christophe Pierre, nunzio apostolico negli Stati Uniti, tale destituzione è dovuta alla mancanza di fraternità con gli altri vescovi, al disinteresse per il Sinodo sulla sinodalità e alla mancata applicazione della Traditionis custodes. Ma, usando la felice espressione del Cardinal Joseph Zen, dobbiamo dire che l’affermazione del nunzio “è davvero un’offesa alla nostra intelligenza”. Ogni cristiano dotato di giudizio sa che il vescovo Strickland è stato sanzionato per aver criticato pubblicamente il programma distruttivo di Francesco: “è tempo per me di dire che rifiuto il Suo programma volto a minare il Deposito della Fede” (12 maggio 2023); “il messaggio malvagio e falso che ha invaso la Chiesa, Sposa di Cristo” (22 agosto 2023). In realtà, “mancanza di fraternità” significa rifiutarsi di tacere sugli errori di Francesco come fanno gli altri vescovi; “disinteresse per il Sinodo sulla sinodalità” significa rifiutare la democrazia che vuole cambiare l’insegnamento tradizionale della Chiesa; “la mancata applicazione della Traditionis custodes” significa il rifiuto di abolire la Messa tradizionale, fonte di devozione della nuova Messa.
Padre mio, è sicuro di non aver commesso una grave ingiustizia? Per spiegare meglio il problema, Le scriverò tre lettere per argomentare perché Mons. Strickland ha fatto bene a criticare pubblicamente gli errori morali e dottrinali del Suo magistero. La prima lettera (18 novembre 2023) sarà una giustificazione teologica che dimostra la necessità della correzione filiale a Francesco. La seconda lettera (25 novembre 2023) sarà una giustificazione filosofica che mostrerà che “l’autentico magistero” di Francesco è un’illusione. L’ultima lettera (30 novembre 2023) sarà una giustificazione canonica che presenterà gli errori morali e dottrinali di Francesco e le eresie in essi contenuti.
A. La correzione fraterna e filiale secondo Gesù
“Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Mt 18, 15-17). Queste sono le parole di Gesù che tutti i cristiani sono chiamati a vivere.
“Anche oggi la voce del Signore invita tutti noi a preoccuparci gli uni per gli altri.
Anche oggi Dio ci chiede di essere ‘custodi’ dei nostri fratelli e sorelle (Gn 4, 9). … Cristo stesso ci comanda di ammonire un fratello che sta commettendo un peccato (cfr Mt 18, 15). Il verbo usato per esprimere la correzione fraterna — elenchein — è lo stesso usato per indicare la missione profetica dei cristiani di denunciare una generazione che indulge al male (cfr Ef 5 ,11). … È importante recuperare questa dimensione della carità cristiana. Non dobbiamo rimanere in silenzio di fronte al male” (Papa Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2012, 3 novembre 2011).
Padre mio, tutti sanno che il vescovo Strickland ha criticato pubblicamente i Suoi errori morali e dottrinali. Ma non ne ha forse il diritto, giacché vuole rimanere fedele alle parole di Gesù Cristo? Dal 2016, quando sono comparsi i primi gravi errori nel Suo magistero, diversi cristiani e gruppi di cristiani hanno attirato privatamente la Sua attenzione (cfr le mie lettere private, 4 ottobre 2018 e 25 gennaio 2020). Sfortunatamente, Lei li ha ignorati. Successivamente, un gran numero di laici (professori universitari ed esperti di teologia e di morale), sacerdoti, vescovi e cardinali, mossi da un grande amore per Lei e per la Sua salvezza eterna, hanno richiamato pubblicamente la Sua attenzione su questi stessi errori (cfr Lettera aperta ai Collegio cardinalizio, luglio 2016, 45 firmatari; Correzione filiale a Papa Francesco, luglio 2017, 62 firmatari; Lettera aperta ai vescovi, aprile 2019, 20 firmatari; la mia correzione filiale, 29 giugno 2023, etc.). Qual è stata allora la Sua reazione? È rimasto in silenzio e li ha ignorati. Padre mio, Lei ha anche rifiutato di ricevere quattro cardinali (Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra, Joachim Meisner) che sono Suoi fratelli e che Le hanno inviato i loro dubia. Eppure accoglie con gioia i non cristiani. Ma la cosa peggiore è che ha continuato a far emergere nuovi errori morali e dottrinali nel 2018, 2019, 2020, 2021 e 2023. E oggi ha deciso di sanzionare Mons. Strickland. Qual è il suo crimine? Egli ha amato tanto la Sua salvezza eterna da sentirsi costretto a criticare pubblicamente gli errori del Suo magistero, nella speranza che Lei li correggesse. Di fatto, voleva vivere il Vangelo: “raccontarlo alla Chiesa”. Voleva che tutti i cristiani del mondo (2,5 miliardi) sapessero che la Chiesa oggi è in grande pericolo perché l’uomo al suo vertice non svolge il ruolo di pastore della Chiesa bensì quello di nemico della Chiesa che promuove il relativismo e l’etica situazionale. Infine, poiché quest’ultimo “rifiuta di ascoltare anche la comunità”, corre il rischio di essere trattato come un gentile e un pubblicano, cioè i cristiani gli faranno “percepire che si è separato allontanandosi dalla comunione della Chiesa” (Papa Benedetto XVI, Angelus, 4 settembre 2011).
B. La correzione filiale di San Paolo a San Pietro
Lo stesso San Paolo ci racconta l’episodio di Antiochia: “Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: ‘Se tu, che sei giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?’” (Gal 2, 11-14). L’errore del primo papa fu grave perché il suo comportamento contraddiceva palesemente le decisioni del Concilio di Gerusalemme, che aveva sottolineato il valore universale della salvezza ottenuta da Cristo sulla Croce. Ma possiamo scusare Pietro dicendo che il suo errore fu causato dalla paura e che accettò umilmente la correzione di Paolo rettificandolo immediatamente.
Padre mio, cosa possiamo dire del Papa di oggi? La sua situazione è oggettivamente più grave di quella di Pietro perché ha commesso diversi errori gravi, non uno solo. Inoltre, i Suoi errori non sono stati motivati dalla paura, ma sono stati premeditati, pensati, pianificati ed eseguiti talvolta anche con astuzia per aggirare l’opposizione. Non si tratta di errori imprudenti, ma di cambiamenti consapevoli, scritti e attuati senza tener conto dei suggerimenti basati sulla verità dell’insegnamento tradizionale della Chiesa. Ma c’è qualcosa di più triste: dal 2016, Lei si rifiuta di correggere i Suoi errori nonostante tutte le prove che dimostrano che sono effettivamente errori, elargisce elogi e posti di rilievo a tutti i “Barnaba” che diffondono i Suoi errori, e punisce i “Paolo” che Le impartiscono la correzione filiale. Ora è il turno del vescovo Strickland di essere punito.
Padre mio, il Suo atteggiamento è giusto dal punto di vista della giustizia divina e delle leggi della Chiesa cattolica? Non rischia di essere considerato un dittatore? È stato presentato al mondo intero come il Papa della misericordia. Eppure “la tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale l’ammonizione dei peccatori” (Papa Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2012, 3 novembre 2011). È coerente, allora, che il Papa della misericordia punisca coloro che compiono nei suoi confronti l’atto di misericordia della correzione filiale? San Pietro punì San Paolo che lo corresse pubblicamente? No, lo lodò pubblicamente (cfr 2 Pt 3, 15-16). Come dice la Bibbia, “riprendi l’uomo saggio, edegli ti amerà” (Pr 9, 8).
Padre mio, Lei è stato forse sanzionato quando, il 21 ottobre 2020, ha utilizzato il documentario internazionale “Francesco” (disponibile su Discovery+ Channel dal 28 marzo 2021) del Suo amico Evgeny Afineevskij (omosessuale militante e regista nel 2009 del film Oy Vey! My Son is gay! [Mamma mia, mio figlio è gay!]) per promuovere le leggi sulla convivenza omosessuale in tutto il mondo? NO! Ma San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI sono stati chiari: ogni cristiano deve esprimere la sua “assoluta opposizione personale” a queste leggi, altrimenti commette un atto “gravemente immorale” (Documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, 3 giugno 2003, 10). Anche il Codice di Diritto Canonico è chiaro: “Chi in uno spettacolo o in una pubblica adunanza o in uno scritto pubblicamente divulgato, o in altro modo servendosi degli strumenti di comunicazione sociale, proferisce bestemmia od offende gravemente i buoni costumi o pronuncia ingiurie o eccita all’odio o al disprezzo contro la religione o la Chiesa, sia punito con una giusta pena” (1369 [In realtà, si tratta del canone 1368 —N.d.T.])”.
Padre mio, Lei ha forse sanzionato la Sua amica, la suora argentina Lucía Caram, quando, il 29 gennaio 2017, ha bestemmiato pubblicamente alla televisione spagnola contro la Verginità di Maria? Ha forse applicato contro di lei il canone 1369 [vedi sopra — N.d.T.] del Codice di Diritto Canonico? NO! Naturalmente, il 18 settembre 2023, è apparsa di nuovo alla televisione spagnola, dicendo: “Sarei favorevole alla possibilità che loro [gli omosessuali] si sposino in Chiesa, perché Dio benedice sempre l’amore”. L’ha sanzionata per questa nuova affermazione, che contraddice gravemente la legge divina e l’insegnamento della Chiesa? NO! Ha sanzionato il Suo fratello gesuita, il Cardinal Jean-Claude Hollerich, quando, il 2 febbraio 2022, ha dichiarato pubblicamente che “l’insegnamento della Chiesa secondo cui l’omosessualità è un peccato è falso?” NO! Lo ha mantenuto cardinale e relatore generale del Sinodo sulla sinodalità e poi lo ha nominato membro del Consiglio cardinalizio, il ristretto gruppo di cardinali che sono Suoi consiglieri speciali (7 marzo 2023). Ha sanzionato il suo amico Cardinal Reinhard Marx quando, il 31 marzo 2022, ha affermato pubblicamente che “l’omosessualità non è un peccato”? NO! Lo ha mantenuto cardinale e membro del Consiglio fino al 7 marzo 2023. Ha sanzionato il vescovo tedesco Karl-Heinz Wiesemann quando, il 2 novembre 2023, ha scritto una lettera pastorale invitando i sacerdoti a “benedire” le coppie omosessuali? NO! Eppure ha compiuto un atto pubblico di ribellione contro una decisione papale fondata sulla verità divina. Lei, infatti, ha ufficialmente proibito tali “benedizioni” dichiarando, insieme al Cardinal Luis Ladaria e all’Arcivescovo Giacomo Morandi, che “non è lecito impartire una benedizione” nel “caso di unioni tra persone dello stesso sesso” perché Dio “non benedice e non può benedire il peccato” (Documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, 22 febbraio 2021).
C. La correzione filiale secondo Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino
San Tommaso d’Aquino ha riassunto il suo pensiero e quello di sant’Agostino con le seguenti parole: “I subordinati sono tenuti, in forza di questo precetto (la carità), a correggere i loro superiori? … La correzione come atto di giustizia che comporta una punizione non spetta ai subordinati nei confronti dei superiori. Ma ciò che è atto di carità appartiene a ciascuno verso tutti coloro che egli deve amare e nei quali vede qualcosa da correggere. … Ma poiché un atto di virtù deve essere regolato tenendo conto delle circostanze richieste, l’atto con cui un subordinato rimprovera il suo superiore deve rispettare anche alcune convenienze, affinché la correzione non sia né insolente né dura, ma dolce e rispettosa. … Notiamo però che, se ci fosse pericolo per la fede, i superiori dovrebbero essere rimproverati dai loro subordinati inferiori anche in pubblico. Così Paolo, che era soggetto a Pietro, lo rimproverò per questo motivo. E a questo proposito Agostino spiega: ‘Pietro stesso mostra con il suo esempio a coloro che hanno la preminenza, se capita che deviino alla retta via, di non rifiutarsi di essere corretti, anche dai loro subordinati’” (Summa Theologiae II-II, q.33, a.4).
Padre mio, è chiaro che la carità dà al Vescovo Strickland il diritto e il dovere di correggerLa pubblicamente perché ha creato un vero pericolo per la fede cristiana con i Suoi vari errori che Si rifiuta di correggere dal 2016.
D. Perché tutti i cardinali e i vescovi devono applicare la correzione filiale a Papa Francesco
Padre mio, la ragione è semplice: è un autentico atto sinodale. Infatti, sinodalità, come ci ha insegnato la Tradizione cristiana, non significa promuovere assemblee democratiche per cambiare l’insegnamento tradizionale della Chiesa, ma piuttosto aiutarsi a vicenda affinché sia maggiore la santità dei membri della Chiesa. San Paolo diceva: “Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone” (Eb 10, 24); “qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione” (Gal 6, 1). Per Papa Benedetto XVI, “in un mondo pervaso dall’individualismo, è essenziale riscoprire l’importanza della correzione fraterna, affinché insieme possiamo camminare verso la santità”; “il ‘preoccuparsi’ gli uni degli altri comporta anche la preoccupazione per il loro benessere spirituale. … La correzione fraterna in vista della salvezza eterna … Nelle comunità veramente mature nella fede, che si preoccupano non solo della salute fisica dei fratelli e sorelle, ma anche della loro salute spirituale e del loro destino ultimo” (Messaggio per la Quaresima 2012, 3 novembre 2011); “l’amore fraterno comporta anche un senso di responsabilità reciproca. … Siamo responsabili gli uni degli altri nel cammino della vita cristiana” (Angelus, 4 settembre 2011). Parlando della tentazione del silenzio, il Papa bavarese ha aggiunto: “Penso a tutti quei cristiani che, per riguardo umano o per convenienza puramente personale, si adeguano alla mentalità prevalente, anziché mettere in guardia i fratelli e le sorelle contro modi di pensare e di agire che sono contrari alla verità e che non seguono il cammino del bene” (Messaggio per la Quaresima 2012, 3 novembre 2011).
Padre mio, non è triste che finora non abbia ricevuto alcuna correzione filiale pubblica da un’ampia coalizione di cardinali e vescovi? Prego Dio affinché Lei non dubiti che la correzione filiale è un dovere dettato dalla carità, donato da chi La ama veramente secondo lo Spirito Santo di Dio e ama la Sua salvezza eterna. Che dire di coloro che non La correggono, che tacciono e La guardano correre sul cammino dei Suoi errori? Molti La amano ma hanno paura che Lei li punirà se La correggono. Altri non La amano. Evidentemente coloro che La incoraggiano nei Suoi errori La amano secondo lo spirito del mondo ma non secondo lo Spirito Santo di Dio. Padre mio, nel concludere questa lettera, ricordiamo le sagge raccomandazioni di Papa Benedetto XVI: “La Scrittura ci dice che anche ‘il giusto cade sette volte’ (Pr 24, 16). … Ci sarà sempre bisogno di uno sguardo che ama e ammonisce” (Messaggio per la Quaresima 2012, 3 novembre 2011); “Dobbiamo praticare sia la correzione fraterna — che esige profonda umiltà e semplicità di cuore — sia la preghiera, affinché quest’ultima salga a Dio da una comunità veramente unita in Cristo. Tutto questo chiediamolo per intercessione di Maria Santissima, Madre della Chiesa” (Angelus, 4 settembre 2011). Preghiamo anche San Pietro e San Paolo affinché La aiutino ad accogliere questa e le seguenti lettere inviateLe da un figlio della Chiesa che La ama teneramente e prega ogni giorno il Sacro e Misericordioso Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria per la Sua conversione totale alla verità.
Chiedo la Sua benedizione. Suo figlio,
P. Janvier Gbénou (pseudonimo: P. Jesusmary Missigbètò)
fatherjmm@gmail.com
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[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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